martedì 30 marzo 2010

Contraddizioni evangeliche: profeti, veli e centurioni

Continuo a citare dal libro Jesus, Interrupted, di Bart Ehrman. Alle pagine 50-52 (HarperOne, 2009), Ehrman elenca una serie di discrepanze "minori", tra cui quella sull'asina di cui ho parlato ieri. Le altre sono riportate di seguito.

Gesù interrogato dal sommo sacerdote

Dopo aver narrato l'arresto di Gesù a Getsemani, l'autore del Vangelo secondo Marco (il più antico dei vangeli canonici, secondo gli studiosi moderni) racconta che Gesù fu portato dinanzi al sommo sacerdote. Poiché che le testimonianze portate contro il prigioniero non erano sufficienti ad incriminarlo, il sommo sacerdote in persona si rivolge a Gesù.

Vangelo secondo Marco, 14:
61b Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?». 62 Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo
».
Gesù non risponde solo di essere il Messia, ma annuncia che i presenti assisteranno al compimento della profezia contenuta nel libro di Daniele (7, 13-14: "ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui,
che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto.")

Nel Vangelo secondo Matteo e in quello secondo Luca, posteriori di qualche lustro a quello secondo Marco, la risposta di Gesù è diversa in un solo particolare, ma molto interessante.

Vangelo secondo Matteo, 26:
64 Gesù gli rispose: «Tu l'hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo».
Vangelo secondo Luca, 22:
69 Ma da ora in avanti il Figlio dell'uomo sarà seduto alla destra della potenza di Dio».
Come detto la differenza è minima ma rivelatrice. Mentre in Marco Gesù dice che i presenti vedranno (in un futuro indefinito, ma comunque mentre sono ancora in vita) il Figlio dell'Uomo della profezia di Daniele, in Matteo e Luca, composti come detto anni dopo Marco e dunque anni dopo la morte di molti di quanti assistevano a quel processo, Gesù parla di questo evento come se iniziasse col suo annuncio.

La morale del Nuovo Testamento - non farti mai lodare

Quando si fa notare ai cristiani che il loro Antico Testamento narra di un Dio che ha comportamenti poco morali, si ottengono risposte volte a difendere l'idea che il Dio amorale dell'Antico Testamento e il Dio buono del Nuovo siano in realtà lo stesso Dio.

Alcune volte la risposta è che il testo è stato male interpretato (e tipicamente l'interpretazione "corretta" è alquanto arzigogolata); altre volte che non si tratta di fatti reali ma di allegorie (resta da spiegare, comunque, l'amoralità di queste allegorie).

Ma la mia risposta preferita è quella che l'Antico Testamento va compreso nel suo "contesto", come rivelazione parziale e progressiva del messaggio divino, che avrebbe avuto la sua piena epifania con Gesù e il Nuovo Testamento.

Un'obiezione facile facile a questa spiegazione è che nell'Antico Testamento non c'è nulla che lasci pensare che il messaggio divino lì contenuto sia incompleto o in qualche modo errato; e infatti gli Ebrei continuano a seguire i dettami contenuti nella Bibbia ebraica (fondamentalmente coincidente con l'Antico Testamento cristiano) senza avere il minimo dubbio di non aver ricevuto un messaggio completo e corretto.

Ma un'obiezione ancor più forte mi pare il fatto che questo Dio dalla moralità discutibile non sia del tutto scomparso neppure nel Nuovo Testamento.

Contraddizioni evangeliche: asine e puledri


Continuo a citare da Jesus, Interrupted di Bart Ehrman, per evidenziare alcuni brani evangelici che mostrano incoerenze e contraddizioni.

Subito prima dell'episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio, di cui ho già parlato, l'autore del Vangelo di Marco pone l'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme.

Vangelo secondo Marco, 11 (composto tra il 65 e l'80):
1 Quando furono giunti vicino a Gerusalemme, a Betfage e Betania, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli, 2 dicendo loro: «Andate nel villaggio che è di fronte a voi; appena entrati, troverete legato un puledro d'asino, sopra il quale non è montato ancora nessuno; scioglietelo e conducetelo qui da me. 3 Se qualcuno vi dice: "Perché fate questo?" rispondete: "Il Signore ne ha bisogno, e lo rimanderà subito qua"».
4 Essi andarono e trovarono un puledro legato a una porta, fuori, sulla strada, e lo sciolsero. 5 Alcuni tra quelli che erano lì presenti dissero loro: «Che fate? Perché sciogliete il puledro?» 6 Essi risposero come Gesù aveva detto. E quelli li lasciarono fare. 7 Essi condussero il puledro a Gesù, gettarono su quello i loro mantelli ed egli vi montò sopra.
La narrazione del Vangelo secondo Matteo è molto simile, ma si specifica che l'ingresso a cavallo di un'asina verifica una profezia biblica, quella contenuta in Zaccaria 9,9.
Vangelo secondo Matteo, 21 (composto tra l'80 e il 90):
1 Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero a Betfage, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, 2 dicendo loro: «Andate nella borgata che è di fronte a voi; troverete un'asina legata, e un puledro con essa; scioglieteli e conduceteli da me. 3 Se qualcuno vi dice qualcosa, direte che il Signore ne ha bisogno, e subito li manderà».
4 Questo avvenne affinché si adempisse la parola del profeta:
5 «Dite alla figlia di Sion:
"Ecco il tuo re viene a te,
mansueto e montato sopra un'asina,
e un asinello, puledro d'asina"».
6 I discepoli andarono e fecero come Gesù aveva loro ordinato; 7 condussero l'asina e il puledro, vi misero sopra i loro mantelli e Gesù vi si pose a sedere.

lunedì 29 marzo 2010

Contraddizioni evangeliche: la cacciata dei mercanti

Mi piacciono molto i libri di Bart Ehrman, professore di Studi Religiosi all'Università della Nord Carolina. Trovo il suo modo di spiegare l'esegesi del Nuovo Testamento e la storia del Cristianesimo delle origini molto chiaro. Per cui mi sento di consigliare caldamente i suoi libri.

In italiano ho letto Gesù non l'ha mai detto, sulla trasmissione, corruzione e ricostruzione del testo del Nuovo Testamento, e I Cristianesimi perduti, sulle diverse correnti del Cristianesimo delle origini e i loro testi sacri. Sto aspettando che esca in edizione economica Pietro, Paolo e Maria Maddalena. Storia e leggenda dei primi seguaci di Gesù, che sembra essere un'analisi storica di questi tre personaggi.

In inglese ho invece letto Jesus, Interrupted. Revealing the Hidden Contradictions in the Bible (and Why We Don't Know About Them). La tesi centrale di Ehrman è che se si studia il Nuovo Testamento confrontando passo per passo le varie narrazioni, si troveranno discordanze causate dal fatto che gli evangelisti avevano un messaggio religioso da trasmettere, piuttosto che una narrazione precisa degli eventi.

giovedì 25 marzo 2010

Le cattive abitudini sono dure a morire

Più di un anno fa avevo accennato al caso dell'Istituto Provolo di Verona. Si tratta di un istituto religioso per bambini sordomuti. L'anno scorso uscì un servizio de L'espresso dove si riportavano le accuse di molestie sessuali operate dai sacerdoti dell'istituto sui bambini sordomuti loro affidati, abusi avvenuti per decenni.

Ad un anno dal servizio, dopo che la Curia veronese aveva inizialmente negato i fatti, per poi essere costretta ad ammetterli almeno in parte dopo la confessione di uno dei sacerdoti, finalmente a Roma si sono accorti della cosa e hanno avocato alla Congregazione per la Dottrina della Fede il processo canonico. Finalmente.

Peccato, però, che durante le indagini della Curia non siano mai state ascoltate le vittime degli abusi. Peccato che dei preti pedofili identificati dalle vittime, nessuno sia stato allontanato dall'Istituto a seguito delle denunce. Peccato, infine, che l'"unico processo di espulsione è stato aperto contro un fratello reo di avere parlato con "L'espresso" degli abusi che lui aveva personalmente commesso".

Malgrado le lettere di Ratzinger, la cattiva abitudine di proteggere i pedofili più delle vittime sembra essere difficile da estirpare, anche in Italia (si veda il recente caso di Bologna). Forse perché l'attuale Papa non sembra abbia propriamente la coscienza pulita.

E perché, in fin dei conti, per questa Chiesa è più grave l'aborto che la violenza sessuale su bambini.

Fonte: "Preti pedofili a processo", L'espresso, 22 marzo 2010. Vignetta di Natangelo. La foto è "Day 064/365 - Chocoholism", di Tiagø Ribeiro (cc-by-nc-sa)

sabato 20 marzo 2010

Gesù e i suoi interpreti

Ho avuto una breve discussione con il blogger Piccolo - Uomo, il quale affermava che "se assumiamo come veri i fatti dei Vangeli, allora Gesù ha veramente risolto i mali e le sofferenze dell'uomo, tramite la sua morte e risurrezione". Per sostenere questa sua posizione, però, Piccolo - Uomo ha bisogno di introdurre diverse interpretazioni e conoscenze che nei Vangeli, nel messaggio di Gesù, non ci sono.

La mia impressione è che il messaggio di Gesù sia stato ampiamente e liberamente interpretato dai suoi seguaci, già a partire da Paolo (che il Gesù storico non lo conosceva) e dagli evangelisti. A partire dalle loro testimonianze, però, si sono sviluppate decine di migliaia di confessioni cristiane (uno studio scientifico ne ha contate oltre 33.000), con decine di migliaia di differenti interpretazioni.

Ovviamente tutte queste interpretazioni non possono essere tutte uguali a quella originale, quella di Gesù stesso. Inoltre, molte di queste interpretazioni non sono direttamente compatibili con il Nuovo Testamento (che, infatti, mostra un'ampia varietà di interpretazioni del pensiero cristiano). Ciò richiede che i fedeli cristiani debbano "interpretare" i loro testi sacri per renderli coerenti tra loro e con la propria confessione.

A tal proposito ho trovato un filmato molto carino su YouTube, intitolato Jesus and the Interpreter. A modern-day christian helps Jesus get started ("Gesù e l'interprete. Un cristiano moderno aiuta Gesù a iniziare/ad orientarsi"), in cui un cristiano moderno torna indietro nel tempo e "intrepreta" gli insegnamenti di Gesù ai suoi discepoli. E' in inglese, ma credo sia ugualmente godibile.



Il filmato è opera dell'utente di YouTube NonStampCollector, il cui canale ha altri filmati altrettanto interessanti.

"Il Papa, il Profeta e il sostegno religioso al male"

Segnalo uno splendido articolo sul The Indipendent, intitolato "The Pope, the Prophet, and the religious support for evil" ("Il Papa, il Profeta e il sostegno religioso al male"). Si tratta di un articolo di Johann Hari, che prende spunto da due episodi recentemente accaduti, dei quali uno ben noto (specie ai pochi lettori di questo blog), l'altro un po' meno.

Naturalmente il primo episodio (il secondo, nell'ordine di Hari) è l'emergere di numerosi casi di pedofilia nel clero cattolico, tra cui il caso del prete tedesco che violentò un bambino undicenne e che l'allora arcivescovo Joseph Ratzinger si limitò a "mettere in terapia" (ne ho parlato nel post "Vergognose coperture"), casi aggravati dagli insabbiamenti operati dalle gerarchie ecclesiastiche, insabbiamenti che hanno permesso ad alcuni di questi preti di restare a piede libero e di continuare i loro turpi atti per decenni. Hari sottolinea le responsabilità di Ratzinger, in particolare per quanto riguarda l'invio della lettera De delictis gravioribus, con la quale si istituivano le procedure di insabbiamento dei casi.

Il secondo episodio, il primo citato da Hari, riguarda invece il caso delle vignette satiriche danesi su Maometto. Quando un giornale danese, nel 2005, pubblicò 12 vignette satiriche raffiguranti Maometto, il mondo islamico si sollevò in rivolta contro la Danimarca e tutto ciò che era danese, causando morti e feriti. Tra l'altro si scoprì che i fomentatori della rivolta avevano creato loro stessi dei fotomontaggi, fatti passare per vignette (!), che potessero essere interpretate come offensive per Maometto. Gli autori delle vignette sono stati oggetto di diversi tentativi di omicidio: i musulmani pretendono che tutti rispettino le loro leggi, fregandosene del fatto che in Occidente, da secoli, ci siamo guadagnati il diritto di prendere in giro tutto, anche la religione.

Hari sottolinea come i due episodi abbiano un tratto in comune: le persone religiose chiedono che le loro convinzioni, le loro leggi, le loro gerarchie siano oggetto di un rispetto tale da silenziare qualunque critica. "Si," aggiunge Hari, "comprendo che alcune persone si sentano tristi al vedere una figura che sono stati educati a riverire sin da bambini - che sia il Profeta o il Papa - essere soggetta ad indagine razionale, o a dileggio, o a indagini giudiziarie. Ma ciascuno ha idee che considera preziose. Solo voi, i religiosi, chiedete di essere protetti dal confronto o dagli esami minuziosi che potrebbero mettervi a disagio". E conclude: "Se non potete sopportare di sentir criticare le vostre figure religiose – se credete che Ratzinger sia in qualche modo al di sopra della legge, o che Maometto debba essere difeso con un'ascia – una società sana dovrebbe avere una sola risposta per voi. Ditelo al giudice".

Concludo con un aforisma di Steven Weinberg: "Con o senza la religione, avremmo persone buone che fanno buone azioni e persone malvagie che fanno azioni malvagie. Ma per far fare cose malvagie a persone buone, occorre la religione".

La vignetta è una di quelle pubblicate dal giornale danese e che hanno causato morti e violenze; proviene dal sito Mohammed Image Archive.

venerdì 19 marzo 2010

Vergognose coperture (II)

Prima negavano che fosse un problema. Ora che non è più possibile nascondere la sporcizia sotto il tappeto, affermano che "così fan tutti" (vedi la dichiarazione di Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede), che il denunciare le porcherie dei preti pedofili è solo un modo di attaccare la Chiesa.

Nossignori. Il problema non è soltanto che vi siano dei preti pedofili. Il problema è che vi sono preti pedofili e che la Chiesa li ha coperti e continua a coprirli.

E non si tratta solo degli Stati Uniti, dove ci sono casi in cui per trent'anni il prete pedofilo è stato mandato in giro per parrocchie, dove ha continuato le sue molestie, mentre il cardinale che tutto sapeva e nulla ha fatto alla fine è stato anche promosso ("Lo scandalo della copertura dei preti pedofili"). E non si tratta di un presunto tentativo di rivangare vecchie storie per coinvolgere le alte gerarchie ecclesiastiche, Papa incluso ("Vergognose coperture"). E non si tratta soltanto di una critica alla vergognosa morale secondo una quale una donna che ha abortito e che vuole confessarsi deve ricevere la dispensa vescovile, mentre il prete pedofilo viene trattato coi guanti ("Pedofili, penitenze e aborti").

Nossignori, si tratta di un diffuso atteggiamento di copertura, di insabbiamento, di protezione, come se evitare ogni scandalo fosse più importante che difendere le vittime di questi abusi. E questo oggi, in Italia.



Riporto qui un comunicato stampa della Rete Laica Bologna.

Maurizio Cecconi, portavoce della Rete Laica Bologna, in merito al prete accusato di molestie sessuali nei confronti delle bambine di un asilo cattolico e al comportamento tenuto dalla Curia di Bologna.

“Secondo le testimonianze rese in aula da diverse persone che frequentavano la scuola materna all’interno della struttura parrocchiale di cui il prete era responsabile (maestre trimestrali, bidelle, cuoche), l’uomo era stato visto palpeggiare alcune bambine nelle parti intime, accompagnarle in bagno per guardarle orinare, baciarle sulla bocca, infilare una caramella nelle mutandine per poi farla leccare. Le vittime avevano tutte tra i 3 e i 6 anni e frequentavano l’asilo in provincia di Ferrara, ma ricadente nella diocesi di Bologna”.

“In primo grado di giudizio, il tribunale di Ferrara ha condannato il prete a 6 anni e 10 mesi di reclusione, per aver commesso, in veste di educatore, reiterati atti di pedofilia su numerose piccole alunne”.

“Il giorno 11 Novembre 2004 le educatrici informarono i genitori di quanto accadeva nell’asilo. Decisero di avvisare i superiori del prete e la direttrice, insieme a un rappresentante dei genitori, si recarono a Bologna per incontrare i responsabili della Curia. L’incontro avvenne il giorno 8 Gennaio 2005, alla presenza di Mons. Ernesto Vecchi, numero due della Chiesa bolognese”.

“Secondo quanto riportato dall’educatrice, Vecchi disse: “Quell’uomo è malato e questo incontro non è mai avvenuto”. Quando Mons. Vecchi seppe poi che era già scattata una denuncia, si arrabbiò moltissimo, urlò contro la maestra, sostenendo che era pagata da loro”.

“I giudici Caruso, Oliva e Bighetti, nella sentenza di condanna del prete pedofilo, hanno precisato che “il silenzio dei vertici ecclesiastici e la loro ritrosia a mettere sul tappeto le notizie sulle accuse che già da tempo circolavano sul conto del parroco, e di cui i rappresentanti dei genitori e l’educatrice intendevano discutere, equivale a implicita ammissione di conoscenza di quei fatti da parte delle gerarchie e consente di leggere tutta la vicenda come un tentativo di evitare uno scandalo che si considerava inevitabile perché fondato su fatti inoppugnabili”“.

“Per i giudici ferraresi siamo di fronte a un “muro di gomma delle autorità ecclesiastiche”, che influì anche sulla tempestività delle denunce e quindi direttamente sul numero di bambine che sono rimaste vittime di molestie sessuali”.

“Alla luce dei fatti riportati e che hanno trovato conferma nel processo di primo grado, a cui vanno aggiunti i documenti vaticani “Crimen sollicitationis” e “De delictis gravioribus”, che indicano alle diocesi cattoliche di tutto il mondo come comportarsi nei casi di pedofilia tra i sacerdoti”, così Maurizio Cecconi, portavoce della Rete Laica Bologna, che continua: “Chiediamo che la Curia di Bologna, responsabile dell’asilo in cui lavorava il prete condannato, risponda alle seguenti domande di fronte all’opinione pubblica:

  • Il “De delictis gravioribus” impone che la diocesi che apprende di casi di pedofilia al proprio interno informi tempestivamente la “Congregazione per la Dottrina della Fede” in Vaticano. Quali direttive hanno trasmesso dal Vaticano alla Curia di Bologna?
  • Nel 2009 il Cardinale Caffarra ha curato e pubblicato la “Carta formativa della Scuola Cattolica dell’infanzia”, in cui si legge che “il gestore e gli insegnanti delle scuole materne parrocchiali debbono condurre un’esemplare vita cristiana”. Un’esemplare vita cristiana comprende anche le molestie sessuali sui minori?
  • Il “Crimen sollicitationis” impone a “tutti coloro che a vario titolo entrano a far parte del tribunale o che per il compito che svolgono siano ammessi a venire a conoscenza dei fatti sono strettamente tenuti al più stretto segreto, su ogni cosa appresa e con chiunque, pena la scomunica “latae sententiae”, per il fatto stesso di aver violato il segreto”. E’ stato imposto il silenzio, dalla Curia di Bologna, alle educatrici, dipendenti della Curia stessa, e ai genitori delle vittime, con la minaccia della scomunica?
  • Dove si trova attualmente il prete pedofilo condannato?
  • Esercita ancora una professione a contatto con minori?
  • Perché la Curia non paga le provvisionali alle famiglie delle bambine vittime di molestie, come richiestoLe, anche ieri, dal loro avvocato?
  • Ci sono stati altri casi di pedofilia nelle scuole cattoliche della diocesi di Bologna?
  • Non ritiene la Curia doveroso informare la famiglie e la cittadinanza in questi casi?
“Come Rete Laica e come cittadini riteniamo che il comportamento omertoso della Curia di Bologna sia gravissimo e la qualifica come un’istituzione che protegge chi commette un reato piuttosto che le vittime del reato stesso. Non si potrà non tener conto di questa vicenda”, conclude Cecconi, “quando si andrà a discutere del possibile rinnovo della convenzione tra il Comune e le scuole private cattoliche”.

A questo proposito, segnalo anche un post di Michele Smargiassi intitolato "Metti un pedofilo in Comune".

Se poi qualcuno volesse ancora mettere in dubbio l'esistenza di queste coperture, si legga l'ammissione dell'incaricato speciale della Conferenza episcopale tedesca per tutte le questioni collegate agli abusi sessuali ("Messi a tacere in Germania diversi casi di abuso commessi da sacerdoti", Zenit)

Nella foto, Ernesto Vecchi, Segretario della Conferenza Episcopale dell'Emilia-Romagna.

Aggiornamento. Segnalo un articolo di Marco Politi su Il Fatto Quotidiano: "Pedofilia, la Chiesa deve spiegare 30 anni di silenzio"

martedì 16 marzo 2010

Austeritas et seueritas

Simpatica vignetta di Stefano Disegni, in tema con l'ultimo post, pubblicata su Il Fatto Quotidiano del 15 marzo 2010.


lunedì 15 marzo 2010

Vergognose coperture


Mio malgrado devo tornare al tema dei sacerdoti cattolici che compiono abusi sessuali sui minori.

Nessuno è così pazzo da dire che tutti i preti cattolici sono pedofili; spero inoltre che la percentuale di pedofili tra i preti sia inferiore a quella nelle altre classi sociali. Plaudo, infine, alle dichiarazioni di collaborazione da parte delle gerarchie ecclesiastiche, sperando che siano seguite dai fatti.

Quello che non ammetto, che trovo letteralmente schifoso, è il tentativo di minimizzare i casi e ridicolizzare le vittime. Si tratta di un comportamento sempre sconveniente, specie per chi pretende di essere depositario della morale, ma che diventa vergognoso quando si sta parlando di abusi sessuali su minori. Ripeto: abusi, sessuali, su minori.

Un esempio di questo comportamento è la dichiarazione rilasciata da Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede:
«È piuttosto chiaro - ha rimarcato - che negli ultimi giorni vi è chi ha cercato, con un certo accanimento a Ratisbona e a Monaco, elementi per coinvolgere personalmente il santo Padre nelle questioni degli abusi». Tuttavia, ha detto, «per ogni osservatore obiettivo, è chiaro che questi sforzi sono falliti». Le alte gerarchie vaticane sono preoccupate e offese per la piega che sta prendendo la vicenda: la «linea dell’assoluta trasparenza e del rigore voluta da Ratzinger», quando era prefetto della Congregazione per la Fede, è stata ritorta proprio contro il suo pontificato.

Lascio rispondere Christopher Hitchens. Riguardo alle affermazioni di Lombardi, Hitchens scrive:
Si sbaglia due volte. Per prima cosa, nessuno si è dovuto sforzare a trovare questi elementi: sono venuti a galla, come era destino che fosse. In secondo luogo, questo estendersi del terribile scandalo al più alto livello della Chiesa cattolica romana è un processo che è appena iniziato. Eppure divenne in un certo senso inevitabile quando il Collegio dei Cardinali elesse, come vicario di Cristo sulla Terra, l'uomo principalmente responsabile per la copertura originale (uno dei santi votanti in quella "elezione" era il cardinale Bernard Law di Boston, un uomo che ha già trovato la giustizia del Massachusetts un po' troppo calda per i suoi gusti).

A questo punto ci sono due questioni separate ma collegate. Primo, la responsabilità individuale del papa in un caso di questo incubo morale e, secondo, la sua più generale e istituzionale responsabilità per la lunga serie di crimini e per la vergogna e il discredito che ne consegue. La prima storia è facilmente detta, e non è negata da alcuno. Nel 1979, un bambino undicenne tedesco identificato come Wilfred F. fu portato in vacanza sulle montagne da un prete. Dopodiché, gli fu somministrato dell'alcol, fu chiuso nella sua stanza da letto, spogliato, e costretto a succhiare il pene del suo confessore (perché ci limitiamo a chiamare questo genere di cose un "abuso"?). Il prete colpevole fu trasferito da Essen a Monaco per una "terapia" per decisione dell'allora arcivescovo Joseph Ratzinger, e fu assicurato che non avrebbe più avuto bambini da curare. Ma non ci volle molto tempo al vice di Ratzinger, il vicario generale Gerhard Gruber, a rimandarlo al suo lavoro "pastorale", dove presto riprese la sua carriera di violenze sessuali.

domenica 14 marzo 2010

Paolo vs. Giuseppe

Un botta e risposta tra Joseph Ratzinger e Paolo di Tarso.

Dall'Angelus di domenica 14 marzo 2010:
Vi può essere una fase che è come l’infanzia: una religione mossa dal bisogno, dalla dipendenza. Via via che l’uomo cresce e si emancipa, vuole affrancarsi da questa sottomissione e diventare libero, adulto, capace di regolarsi da solo e di fare le proprie scelte in modo autonomo, pensando anche di poter fare a meno di Dio.

Dalla Prima lettera ai Corinzi, 13.11, del 54/55:
Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato.

Zola, Lourdes e gli apologeti cattolici

Vittorio Messori è uno dei principali scrittori cattolici italiani. Messori è stato in gioventù un laico agnostico, che nel 1964 si convertì al cattolicesimo a seguito della lettura dei Vangeli; da allora è diventato un fervente cristiano in cerca di spiegazioni razionali a sostegno della sua fede, un difensore del cattolicesimo. Un apologeta, insomma, e un apologeta di successo: il suo Ipotesi su Gesù (1976) ha venduto un milione e mezzo di copie, ha scritto un libro-intervista a Giovanni Paolo II e uno con Joseph Ratzinger, quando non era ancora pontefice.

Per il Corriere della Sera, Messori ha pubblicato un articolo intitolato «Come nell'Ottocento si riaccende (ora su Internet) la guerra di Lourdes», scaturito dal dibattito legato al film Lourdes, di Jessica Hausner (di cui ho già parlato). Nel suo articolo Messori attacca Emile Zola, che lui chiama «maestro del materialismo ateo». Messori narra di come nel 1892 Zola, che si era aggregato al Pellegrinaggio Nazionale al santuario mariano per scrivere il suo romanzo Viaggio a Lourdes, conobbe una donna coperta di piaghe purulente, Marie Lebrauchu, e disse che si sarebbe convertito se essa fosse guarita miracolosamente. Messori aggiunge che Lebrauchu guarì non appena immersa nell'acqua, ma che Zola, pur assistendo incredulo ai fatti, non si convertì: anzi, tentò di corrompere Lebrauchu per farle negare la guarigione, inutilmente.

Questa storia, già citata da Messori nel libro Ipotesi su Maria, fu ripresa da Antonio Socci, altro apologeta cristiano e fervente devoto della Madonna in un articolo su Libero.

Eppure le cose non sono andate nel modo narrato da Messori. Lo svela Pierluigi Pellini, docente di Letterature comparate all'Università di Siena e curatore dell'edizione italiana dei romanzi di Zola. Pellini spiega come Messori abbia attribuito a Zola gli eventi narrati al protagonista del romanzo, scambiano la finzione per la realtà; Messori avrebbe anche accettato senza verificarle le accuse contro Zola formulate all'epoca dal medico incaricato di verificare le guarigioni miracolose e dal biografo di Bernardette (la pastorella che avrebbe avuto le visioni).

Putroppo, la replica di Pellini è stata ignorata dal Corriere della Sera, ed è stata pubblicata solo il 13 marzo su Il Fatto QuotidianoChi ha paura di Emile Zola», p. 18). Se il Corriere non ne prendesse atto, potremmo gridare alla censura cattolica? Probabilmente ci sono altre ragioni, ma che un quotidiano nazionale pubblichi un tale articolo senza poi pubblicarne la smentita è un segno negativo dei tempi.

Nella prima foto, Vittorio Messori. Nella seconda foto, Pierluigi Pellini. Il testo dell'articolo del professor Pellini pubblicato su Il Fatto Quotidiano è riprodotto nel blog Nazione Indiana. Segnalo anche un altro commento ad un articolo apologetico di Messori in difesa della Chiesa nello scandalo dei preti pedofili: «Il più sano c'ha la rogna», di Teo Leorini.

Aggiornamento. Pare che Messori abbia risposto a Pellini sul Corriere. Dico "pare", perché un anonimo commentatore ha fatto il giro dei blog che hanno trattato l'argomento e ha postato il link ad un articolo di Messori sul sito di Messori; però questo articolo è accessibile solo attraverso il link diretto dell'anonimo commentatore, perché Messori non l'ha ancora pubblicato "in attesa della pubblicazione sul Corriere della Sera, domenica". A tal proposito, Pellini ha spiegato perché non ha ancora risposto a Messori nel post "Bufale alla carica", dal sito Nazione Indiana.

sabato 13 marzo 2010

Complessità e creatore

Una delle prove a favore dell'esistenza di un creatore è la complessità dell'universo. I creazionisti, e coloro che sostengono quantomeno di un progettista delle leggi fisiche, affermano che non sia possibile spiegare la complessità dell'universo senza postulare l'esistenza di un essere pensante che l'abbia progettato.

Sul sito Common Sense Atheism sono stati pubblicati due spettacolari filmati che dimostrano come meccanismi semplici ma potentissimi, come quelli alla base dell'evoluzione per selezione naturale, possano portare all'emersione della complessità senza la presenza di un progettista.

Riporto qui i due filmati pubblicati su Common Sense Atheism.

Nei documentari naturalistici si dice sempre che i formicai sono strutture complesse e gigantesche, ma non è sempre facile capire quanto siano complesse e gigantesche queste opere di esserini non intelligenti.



Richard Dawkins racconta della coltivazione dei funghi e della lotta antiparassitaria attraverso la diffusione di antibiotici. Nei formicai.

venerdì 12 marzo 2010

Pedofili, penitenze e aborti


Non è possibile dare un giudizio totalmente negativo delle realtà religiose, in particolare, per chi vive in Italia, della Chiesa cattolica. Ci sono molti àmbiti in cui le opere di religiosi e laici cattolici sono encomiabili e sostenibili, vi sono molti cattolici che, in virtù della loro fede, operano per il bene del prossimo.

Certo ci sono le mele marce, i comportamenti discutibili, ma se per avere un Luigi Ciotti dobbiamo prenderci nel pacco pure un Livio Fanzaga non ci possiamo lamentare troppo, ci abbiamo guadagnato (anche se lo scambio non ci proibisce né ci esime dal criticare i comportamenti inappropriati e le ingerenze).

Quello che suona più strano è il contrasto tra la pretesa autorità morale della Chiesa, e dei vertici della gerarchia ecclesiastica, e le posizioni talvolta poco condivisibili e contrarie alla morale comune che la Chiesa e i suoi esponenti assumono.

In questi giorni, nel Palazzo della Cancelleria a Roma si sta tenendo un corso sulla penitenza per 600 sacerdoti. In questa occasione, il Reggente della Penitenzieria, Gianfranco Girotti, oltre a fornire una lista dei "sette peccati sociali", ha reso alcune dichiarazioni contrarie alla morale comune. In un'intervista a Il Messaggero, «Monsignor Girotti: più facile assolvere un pedofilo pentito che una donna che ha abortito», ha detto:

E per quanto riguarda la pedofilia come si deve comportare un confessore che raccoglie la confessione di un pedofilo? Che consigli fornite?
«Un penitente che si è macchiato di un delitto simile, se è è pentito sinceramente, lo si assolve. E’ chiaro che dinnanzi a casi di persone consacrate soggette a disordini morali costanti e gravi (sottolineo, costanti e gravi) il confessore dopo aver, senza successo messo in atto tutti i tentativi per ottenere l’assoluzione consiglierà di abbandonare la vita ecclesiastica».

Come si vede, il "penitenziere capo" della Chiesa cattolica afferma che i confessori debbano mettere in atto tutti i tentativi per ottenere l'assoluzione del prete pedofilo, e solo se i disordini fossero costanti e gravi, il confessore deve consigliare l'allontanamento dalla vita ecclesiastica.

In altre parole, casi come il vergognoso spostamento di parrocchia in parrocchia del prete pedofilo John Geogan, andato avanti per anni col consenso delle gerarchie della diocesi di Boston - in primis il cardinale Bernard Law - che erano a conoscenza dei continui abusi di Geogan sui bambini delle sue parrocchie, non sono stati aberrazioni casuali, ma sono il risultato dell'applicazione della dottrina penitenziale cattolica.

Una persona normale, infatti, andrebbe di filato a denunciare il pedofilo alle autorità competenti, polizia e/o asl; e infatti la giornalista, Franca Giansoldati, chiede subito a Girotti:

Ma il confessore può andare dall’autorità giudiziaria e denunciarlo?
«Assolutamente no. Il confessore non solo non può imporgli l’autodenuncia, ma non può nemmeno recarsi da un magistrato per denunciarlo. Romperebbe il sigillo sacramentale. Una cosa gravissima. Se lo facesse il confessore incorrerebbe nella scomunica ipso facto, immediata. E poi verrebbe meno pure la fiducia sacramentale che è una disciplina molto rigida da sempre. [...]».

Ma certo! Ci saranno dei bambini abusati per anni da gente come Geogan, ma almeno avremo preservato il "sigillo" e la "fiducia sacramentale"!

Di fronte a questa aberrante moralità, che tratta in maniera lassista reati come l'abuso sui minori e disordini mentali come la pedofilia, una persona comune nota il diverso trattamento riservato ad altri "peccati", che sono comportamenti invece legali. La giornalista infatti chiede:

Perché i confessori possono assolvere direttamente un omicidio o anche un abuso sessuale ma non possono assolvere una donna che ha abortito se non prima di avere ottenuto dal vescovo una dispensa speciale?
«L'aborto viene considerato un peccato riservato, diciamo speciale. Oltre all'aborto vi è la violazione del sigillo sacramentale, l'assoluzione di un complice e la profanazione dell'eucarestia.»

Quindi Girotti conferma che abortire è un atto così grave da richiedere la dispensa vescovile per avere l'assoluzione; di contro, se si indossa una tonaca e si abusa sessualmente di bambini, il vescovo al più ci fa fare il giro delle parrocchie. Bella morale, questa.

Alla fine della risposta precedente, Girotti chiosa:

«Nel caso specifico è chiaro che la Chiesa vuole tutelare al massimo la vita della persona più debole, più fragile, e cosa c'è di più inerme di una vita che è in divenire e non è ancora nata?»

Per me, caro Girotti, ci sono i tanti bambini che per decenni sono stati costretti a subire gli abusi sessuali di sacerdoti; per te, evidentemente, di più importante da preservare c'è la "fiducia sacramentale"!

Nella foto, Gianfranco Girotti, Reggente della Penitenzieria vaticana. Tra gli articoli correlati a questo, segnalo due post dal blog di Antonio Lombatti, autore anche di un interessante post sull'origine del celibato dei preti.

giovedì 4 marzo 2010

I "sindonologi", difensori della fede (I)

Si avvicina l'ostensione della Sindone di Torino e i "sindonologi" iniziano a fremere, dato che saranno loro a finire sotto la luce dei riflettori, loro e i loro libri.

Naturalmente l'autenticità della Sindone è al centro delle discussioni e dei libri, più che altro perché se si accettassero le conclusioni delle datazioni al carbonio 14, che fanno risalire la tessitura della Sindone al XIV secolo, si dovrebbe rinunciare alle interviste, ai libri, e ovviamente alla stessa ostensione (che, non dimentichiamolo, mette in moto un giro di denaro non indifferente).

Alcuni sindonologi incappano in svarioni, in questi momenti di eccitata attività, e, manco a farlo apposta, questi svarioni puntano sempre in direzione dell'autenticità della Sindone di Torino. In uno di questi è incappato Pier Luigi Baima Bollone.

Baima Bollone è un professore universitario di medicina, noto sindonologo e autore di opere quali Psicologia di Gesù e Psicologia di Mussolini. Ha contribuito alla ricerca sull'autenticità della Sindone con studi sulla presenza di resti di sangue umano sul telo, ed è stato nominato Direttore onorario del Centro Internazionale di Sindonologia, una costola della Confraternita del Santissimo Sudario della Diocesi di Torino.

Come segnalato da Antonio Lombatti nel suo post "Sindonologia disonesta", Baima Bollone ha affermato in un'intervista alla Radio Vaticana che le prove radiometriche del carbonio 14 «sono state sconfessate pubblicamente dallo stesso laboratorio di Oxford che eseguì le analisi». Eppure lo stesso Lombatti aveva in passato ricostruito l'origine di questa diceria, giungendo a trovare l'originale della dichiarazione del direttore del laboratorio ossoniense, che, però, dice l'esatto contrario di quanto affermato da Baima Bollone.

Certo, potrebbe trattarsi di un lapsus, ma nella stessa intervista Baima Bollone spiega le ragioni dello studio della Sindone, le sue ragioni: secondo Baima Bollone, gli studi non ricercano «la verità ultima sull’immagine piuttosto, come lo definì Giovanni Paolo II, “il volto eloquente e silenzioso della Sindone” evidenzia “la fragilità della ragione nel cogliere la storia di quell’Uomo rimasto impresso sul telo per restare per sempre sotto gli occhi del mondo”».

Se si parte da questi presupposti, se l'oggetto della ricerca è così "alto", tutto il resto perde di importanza, e non si bada agli "effetti collaterali", a costo di far vittime come la verità.

martedì 2 marzo 2010

Cortocircuiti (2)

Il New York Times riporta la storia di una coppia tedesca con cinque figli, i Romeike, i quali hanno chiesto e ottenuto asilo politico negli Stati Uniti. La ragione per la quale il giudice statunitense ha concesso l'asilo politico è che i Romeike sarebbero perseguitati in Germania a causa della loro volontà di educare i propri figli in casa, invece di mandarli a scuola; negli Stati Uniti questa pratica, detta home-schooling, è molto diffusa (specie tra i cristiani fondamentalisti), mentre in Germania è contro la legge.

Il signor Romeike ha affermato che non vuole mandare i propri figli alla scuola pubblica perché, tra le altre cose, «le storie nelle antologie tedesche, in cui demoni, streghe e bambini disobbedienti sono spesso raffigurati come eroi, pongono dei cattivi esempi».

Allo stesso tempo, il blog Dwindling in Unbelief ha dedicato un post a due versetti della Bibbia, il libro che i signori Romeike vogliono porre alla base della cultura dei propri figli, «God's 97th Killing: God sent lions to eat those that didn't fear him enough». I versetti sono contenuti nel Secondo libro dei Re, capitolo 17:

25 All'inizio del loro insediamento non temevano il Signore ed Egli inviò contro di loro dei leoni, che ne fecero strage. 26 Allora dissero al re d'Assiria: «Le genti che tu hai trasferite e insediate nelle città della Samaria non conoscono la religione del Dio del paese ed Egli ha mandato contro di loro dei leoni, i quali ne fanno strage, perché quelle non conoscono la religione del Dio del paese».

Mi chiedo se davvero i signori Romeike ritengano questi versetti meno diseducativi delle storie tedesche. Qui si racconta di un Dio che vuole che i suoi fedeli lo temano, e che se non incute abbastanza paura, manda i leoni a mangiare le persone che non lo temono. Non solo, nel versetto 26 si dice anche che ad essere puniti sono anche coloro che non sono a conoscenza della legge di Dio: anche loro debbono essere puniti, perché il Dio della Bibbia non ammette l'ignoranza.

Forse è meglio studiare Hansel e Gretel....

La traduzione dei brani è dell'edizione CEI attraverso il sito laparola.net. L'illustrazione è di Gustave Doré.