Il Pew Forum on Religion and Public Life ha reso pubblici i risultati di un'analisi demoscopica che rivelano come per la prima volta i protestanti non siano più maggioranza assoluta negli Stati Uniti. Lo stesso studio ha confermato la crescita dei "non affiliati".
Lo studio ha trovato che solo il 48% degli statunitensi si dichiara affiliato ad una delle confessioni che compongono la galassia protestante. Questo risultato conferma una tendenza, stabile negli anni, che vede il numero dei protestanti diminuire: nel 2007, infatti, i protestanti erano ancora la maggioranza assoluta, costituendo il 53% degli intervistati. Incidentalmente, il primo studio a suggellare con certezza questo cambiamento cade in un periodo in cui nessun giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti è protestante (sei sono cattolici e tre ebrei) e in cui, per la prima volta, i Repubblicani non hanno un protestante nell'accoppiata candidato presidente-candidato vicepresidente (Romney è mormone, Ryan è cattolico).
Una delle ragioni di questo calo dei protestanti è l'aumento dei "non affiliati", passati dal 15% al 20% nello stesso periodo; uno statunitense su cinque, dunque, dichiara di non appartenere ad alcuna religione. Questo 20% è composto in maggioranza da teisti senza affiliazione (14%), con una componente rilevante di atei/agnostici dichiarati (6%).
La scomposizione per età dei risultati mostra come l'incidenza dei non affiliati sia maggiore al diminuire dell'età: le generazioni più recenti mostrano percentuali superiori al 30% di non affiliati, a fronte del 9% che caratterizza la classe di età maggiore.
Inoltre, a coloro che si sono dichiarati "non affiliati" è stato chiesto se cercassero una religione adatta a loro, e la risposta è stata negativa per l'88% degli intervistati, a conferma che la mancata affiliazione ad una particolare denominazione religiosa è stabile.
"“Nones” on the Rise", The Pew Forum on Religion and Public Life, 9 ottobre 2012. Rachel Zoll, "Rise of the atheists: U.S. Protestants lose majority status as church attendance falls", National Post, 9 ottobre 2012.
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