martedì 10 giugno 2014

Far pagare dazio alle convinzioni (in termini di esperienze previste) – RMDM.1

Far pagare dazio alle convinzioni (in termini di esperienze previste) è la traduzione in italiano di Making Beliefs Pay Rent (in Anticipated Experiences), e fa parte della sequenza Risposte misteriose a domande misteriose.

Così inizia l'antica parabola:
Se un albero cade in una foresta e nessuno lo ode, emette un suono? Uno dice “Sì, lo emette, poiché produce vibrazioni nell'aria”. Un altro dice, “No non lo emette, poiché non c'è alcuna elaborazione uditiva in nessun cervello”.
Supponi che, dopo che l'albero cade, i due entrino nella foresta insieme. Uno di loro si aspetterà forse di vedere l'albero caduto sulla destra, e l'altro l'albero caduto sulla sinistra? Supponi che prima che l'albero cada, i due lascino un registratore di suoni vicino all'albero. Riproducendo la registrazione, si aspetterà uno di udire qualcosa di diverso dall'altro? Supponi che attacchino un elettroencefalografo a un cervello qualsiasi nel mondo: uno di loro si aspetterà di vedere un tracciato diverso dall'altro? Sebbene i due discutano, uno dicendo “No” e l'altro dicendo “Sì”, non si aspettano esperienze affatto differenti. I due pensano di avere modelli differenti del mondo, ma non hanno alcuna differenza rispetto a ciò che si aspettano che accada loro.



È una tentazione cercare di eliminare questa classe di errori insistendo che l'unico genere legittimo di convinzione sia una previsione di un'esperienza sensoriale. Ma il mondo, in effetti, contiene molte cose di cui non si fa esperienza direttamente. Non vediamo gli atomi che giacciono alle fondamenta del mattone, ma gli atomi sono in effetti là. C'è un pavimento sotto i tuoi piedi, ma non compi un'esperienza diretta del pavimento; vedi la luce riflessa dal pavimento, o meglio, vedi ciò che la tua retina e la tua corteccia cerebrale hanno elaborato a partire da quella luce. Dedurre il pavimento dal vedere il pavimento è un passo indietro verso le cause non viste dell'esperienza. Può sembrare un passo molto corto e molto diretto, ma è comunque un passo.

Sei sulla sommità di un alto edificio, vicino all'orologio di tuo nonno con la lancetta delle ore, quella dei minuti e quella ticchettante dei secondi. Nella tua mano c'è una palla da bowling, e la lasci cadere dal tetto. A quale rintocco dell'orologio udirai lo schianto della palla da bowling che tocca terra?

Per rispondere con precisione, devi usare convinzioni come La gravità della Terra è di 9,8 metri per secondo per secondo e Questo edificio è alto circa 120 metri. Queste convinzioni non sono silenziose previsioni di un'esperienza sensoriale; sono verbali, proposizionali. Probabilmente non è troppo esagerato descrivere queste due convinzioni come frasi composte da parole. Ma queste due convinzioni hanno una conseguenza inferenziale che è una previsione sensoriale diretta – se la lancetta dei secondi dell'orologio è sul numerale 12 quando lasci cadere la palla, ti aspetti di vederla sul numerale 1 quando odi lo schianto cinque secondi dopo. Per prevedere esperienze sensoriali il più precisamente possibile, dobbiamo elaborare convinzioni che non sono previsioni di esperienze sensoriali.

È una grande forza dell'Homo sapiens il fatto che noi possiamo, meglio di ogni altra specie al mondo, imparare a modellare il non visto. È anche uno dei nostri grandi punti deboli. Gli esseri umani spesso credono a cose che sono non solo non viste ma anche inesistenti.

Lo stesso cervello che costruisce una rete di cause inferite dietro l'esperienza sensoriale può anche costruire una rete di cause che non è connessa a un'esperienza sensoriale, o blandamente connessa. Gli alchimisti credevano che il flogisto causasse il fuoco – potremmo sovra-semplificare le loro menti disegnando un piccolo nodo etichettato “Flogisto”, e una freccia da questo nodo alla loro esperienza sensoriale di un fuoco scoppiettante – ma questa convinzione non generava alcuna predizione anticipata; il collegamento tra il flogisto e l'esperienza era sempre configurato dopo l'esperienza, invece di vincolare l'esperienza in anticipo. O supponi che il tuo professore postmoderno di Inglese ti insegni che il famoso scrittore Wulky Wilkinsen sia in realtà un “post-utopico”. Questo cosa significa che ti debba aspettare dai suoi libri? Nulla. La convinzione, se vuoi chiamarla in questo modo, non si connette ad alcuna esperienza sensoriale. Ma faresti meglio a ricordare l'asserzione proposizionale che “Wulky Wilkinson” ha l'attributo “post-utopico”, in modo che tu possa rigurgitarla al prossimo esame. Similmente se i “post-utopici” mostrano “alienazione coloniale”; se l'esame chiede se Wulky Wilkinson mostri alienazione coloniale o meno, faresti meglio a rispondere di sì. Le convinzioni sono collegate l'una con l'altra, sebbene non ancora ad alcuna esperienza prevista.

Possiamo costruire intere reti di convinzioni che siano collegate solo l'una con l'altra – chiamale convinzioni “galleggianti”. È un difetto unicamente umano tra le specie animali, una perversione dell'abilità dell'Homo sapiens di costruire reti di convinzioni più generali e flessibili.

La virtù razionalista dell'empiricismo consiste nel chiedere costantemente quali esperienze le nostre convinzioni predicano – o meglio ancora, proibiscano. Credi che il flogisto sia la causa del fuoco? Allora cosa ti aspetti di veder accadere, a causa di questo? Credi che Wulky Wilkinson sia un post-utopico? Allora cosa ti aspetti di vedere a causa di questo? No, non “alienazione coloniale”; quale esperienza avrai? Credi che se un albero cade nella foresta, e nessuno lo ode, produca comunque un suono? Allora quale esperienza devi necessariamente fare?

È ancora meglio chiedere: quale esperienza deve non accaderti? Credi che l'elan vital spieghi la misteriosa proprietà vivificante degli esseri vivi? Allora che cosa questa convinzione non permette che accada – cosa falsificherebbe definitivamente questa convinzione? Una risposta nulla significa che la tua convinzione non vincola l'esperienza; permette che ti accada qualunque cosa. Galleggia.

Quando discuti di una questione apparentemente fattuale, tieni sempre a mente di quale differenza di previsione stai discutendo. Se non riesci a trovare la differenza di previsione, probabilmente state discutendo di etichette nella tua rete di convinzioni – o ancora peggio, di convinzioni galleggianti, prede cadute nella tua rete. Se non sai quali esperienze sono implicite nel fatto che Wulky Wilkinson sia un post-utopico, puoi continuare a discutere per sempre (puoi anche pubblicare articoli per sempre).

Soprattutto, non chiederti cosa credere – chiediti cosa aspettarti. Ogni domanda sulle convinzioni dovrebbe derivare da una domanda sulle previsioni, e quella domanda sulle previsioni dovrebbe essere al cuore dell'indagine. Ogni ipotesi di convinzione dovrebbe iniziare derivando da una specifica ipotesi di previsione, e dovrebbe continuare a pagare dazio in termini di previsioni future. Se una convinzione si dimostra inutile, estirpala.

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