l'Espresso sta pubblicando alcuni cablogrammi diplomatici statunitensi che sono stati recuperati da Wikileaks. In particolare, il settimanale si sta occupando di quelli che riguardano l'Italia o, come in questo caso, il Vaticano.
Nel gennaio 2002, Jim Nicholson, ex-colonnello dell'esercito e ambasciatore di Bush presso la Santa Sede dal 2001 al 2005, comunicava di aver avuto dei colloqui col cardinale Mariano Montemayor sulle reazioni del Vaticano riguardo all'istituzione del carcere di Guantanamo.
Secondo Montemayor, l'enorme numero di talebani e terroristi catturati dalle truppe statunitensi in Afganistan fece sorgere una corrente, all'interno del Vaticano, che si preoccupava della possibile violazione dei diritti umani da parte degli Stati Uniti e che chiedeva, per questa ragione, una ferma presa di posizione della diplomazia vaticana contro il trattamento dei prigionieri.
Nicholson narra anche che Montemayor gli riferì, con zelo, che alla fine aveva vinto un'altra corrente, la quale garantì, con qualche riserva, il sostegno del Vaticano alle pratiche di detenzione dei detenuti istituite dall'amministrazione Bush. Ed è purtroppo tristemente noto quali fossero queste pratiche.
Nel gennaio 2002, Jim Nicholson, ex-colonnello dell'esercito e ambasciatore di Bush presso la Santa Sede dal 2001 al 2005, comunicava di aver avuto dei colloqui col cardinale Mariano Montemayor sulle reazioni del Vaticano riguardo all'istituzione del carcere di Guantanamo.
Secondo Montemayor, l'enorme numero di talebani e terroristi catturati dalle truppe statunitensi in Afganistan fece sorgere una corrente, all'interno del Vaticano, che si preoccupava della possibile violazione dei diritti umani da parte degli Stati Uniti e che chiedeva, per questa ragione, una ferma presa di posizione della diplomazia vaticana contro il trattamento dei prigionieri.
Nicholson narra anche che Montemayor gli riferì, con zelo, che alla fine aveva vinto un'altra corrente, la quale garantì, con qualche riserva, il sostegno del Vaticano alle pratiche di detenzione dei detenuti istituite dall'amministrazione Bush. Ed è purtroppo tristemente noto quali fossero queste pratiche.
Detenuti appena giunti a Camp X-Ray, Guantanamo, gennaio 2002 |
Interessante anche il commento di Nicholson su Montemayor. L'ambasciatore fu colpito dallo zelo col quale il cardinale perorava la causa degli statunitensi e comunica le ragioni del cardinale argentino: Montemayor è figlio di un alto ufficiale della marina argentina; inoltre, «Come argentino, Montemayor si trova in acque familiari, legalmente ed eticamente, nello sviluppo del suo approccio a Guantanamo. E si è chiesto se i tribunali militari argentini del passato potranno presto trovare i loro equivalenti americani».
Ora, passi per De Mattei, che in fin dei conti non è un esponente del Vaticano, ma è davvero possibile che un cardinale addentro alle cose d'Oltretevere, la cui posizione su di una questione così delicata come la violazione dei diritti dei prigionieri è divenuta quella della diplomazia vaticana, possa rappresentare la Chiesa, per di più quella di Wojtyla?
Ora, passi per De Mattei, che in fin dei conti non è un esponente del Vaticano, ma è davvero possibile che un cardinale addentro alle cose d'Oltretevere, la cui posizione su di una questione così delicata come la violazione dei diritti dei prigionieri è divenuta quella della diplomazia vaticana, possa rappresentare la Chiesa, per di più quella di Wojtyla?
Gianluca Di Feo e Stefania Maurizi, «La Chiesa approvò Guantanamo», l'Espresso, 29 aprile 2011; Elena Llorente, «Un monseñor argentino en Wikileaks», El Mundo, 29 aprile 2011.
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