Christopher Hitchens è un famoso giornalista e saggista statunitense, uno dei cosiddetti «quattro cavalieri» dell'ateismo moderno. Ha pubblicato il saggio Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa, sulle nefaste conseguenze del pensiero religioso, e La posizione della missionaria. Teoria e pratica di madre Teresa, sulle deprecabili pratiche della santa albanese.
Quello che segue è il suo messaggio alla conferenza degli atei statunitensi, che traduco perché mi pare molto significativa. Per cogliere alcune allusioni, bisogna sapere che Hitchens, da circa un anno, lotta contro un cancro all'esofago, che recentemente gli rende impossibile parlare. Per apprezzare la prosa di Hitchens, va considerato il fatto che la traduzione, col conseguente appiattimento e l'introduzione di errori, è mia.
Quello che segue è il suo messaggio alla conferenza degli atei statunitensi, che traduco perché mi pare molto significativa. Per cogliere alcune allusioni, bisogna sapere che Hitchens, da circa un anno, lotta contro un cancro all'esofago, che recentemente gli rende impossibile parlare. Per apprezzare la prosa di Hitchens, va considerato il fatto che la traduzione, col conseguente appiattimento e l'introduzione di errori, è mia.
Cari compagni d'incredulità,
nulla mi avrebbe trattenuto dall'unirmi a voi se non la perdita della mia voce (almeno della mia voce parlante) che a sua volta è dovuta ad una lunga discussione che sto correntemente avendo con lo spettro della morte. Nessuno vince mai questa discussione, sebbene vi siano alcuni solidi argomenti da sollevare mentre la discussione va avanti. Ho scoperto, mentre il nemico diventa più familiare, che tutte le speciali suppliche per la salvezza, redenzione e liberazione sovrannaturale mi sembrano ancora più vuote e artefatte di quanto non fossero prima. Spero di difendere e tramandare questa lezione per molti anni ancora, ma per ora trovo che la mia fiducia sia meglio riposta in due cose: le capacità e le norme della scienza medica avanzata, e il cameratismo di innumerevoli amici e famigliari, tutti immuni alle false consolazioni della religione. Sono queste forze, tra altre, che affretteranno il giorno in cui l'umanità si emanciperà dagli ostacoli di origine mentale del servilismo e della superstizione. È la nostra innata solidarietà, e non il dispotismo del cielo, la fonte della nostra morale e del nostro senso del decoro.
Questo essenziale senso del decoro è oltraggiato ogni giorno. Il nostro nemico teocratico è in piena vista. Di aspetto proteiforme, si estende dall'aperta minaccia di mullah con armi nucleari alle insidiose campagne per avere della pseudo-scienza istupidente insegnata nelle scuole americane. Ma nei recenti anni passati, ci sono stati confortanti segni di una genuina e spontanea resistenza a questo funesto nonsenso: una resistenza che ripudia il diritto dei bulli e dei tiranni ad avanzare l'assurda affermazione di avere dio dalla loro parte. Aver avuto una piccola parte in questa resistenza è stato il più grande onore della mia vita: il modello e l'originale di tutte le dittature è la resa della ragione all'assolutismo e l'abbandono della ricerca critica e oggettiva. Il nome dozzinale di questa illusione letale è religione, e dobbiamo imparare nuovi modi di combatterla nella sfera pubblica, così come abbiamo imparato a liberarcene noi stessi in privato.
Le nostre armi sono la mente ironica contro il letterale; la mente aperta contro il credulo; la coraggiosa ricerca della verità contro il pavido e le forze abiette che imporrebbero limiti all'indagine (e che stupidamente affermano che abbiamo già tutta la verità di cui abbiamo bisogno). Forse sopra ogni cosa, asseriamo la vita sopra i culti della morte e del sacrificio umano, e abbiamo paura, non dell'inevitabile morte, ma piuttosto di una vita umana che sia intralciata e distorta dalla patetica necessità di offrire irragionevoli adulazioni, o la abominevole credenza che le leggi della natura rispondano ad ululati e incantesimi.
In quanto eredi di una rivoluzione secolare, gli atei americani hanno una speciale responsabilità di difendere e sostenere la Costituzione che vigila sul confine tra Chiesa e Stato. Anche questo è un onore e un privilegio. Credetemi quando vi dico che sono presente tra voi, anche se non corporalmente (e solo metaforicamente in spirito...). Impegnatevi a costruire il muro di separazione di Jefferson. E non mantenete la fede.
Sinceramente,
Christopher HitchensChristopher Hitchens, «Message to American Atheists», RichardDawkins.net, 22 aprile 2011.
Parole fantastiche e ispirate!
RispondiEliminaTe la cavi bene, la tua traduzione è migliore della mia. Posso usarla nel mio blog?
RispondiEliminaApewithtools.
@Andrea: condivido, ovviamente
RispondiElimina@Apewithtools: naturalmente