giovedì 15 novembre 2012

Sale 103 piani con la prima gamba bionica controllata per via neurale

Il 4 novembre Zac Vawter ha salito a piedi le scale che conducono alla sommità dei 103 piani della Willis Tower di Chicago. Se l'impresa si salire a piedi il più alto grattacielo dell'emisfero occidentale non fosse sufficiente a colpire l'immaginazione, si aggiunga il dettaglio che Vawter ha perso una gamba in un incidente motociclistico e che ha compiuto la sua impresa usando la prima gamba bionica controllata col pensiero.

La protesi è infatti controllata da un microprocessore che riceve i propri input dai nervi normalmente utilizzati per comandare i muscoli della gamba. Quando Vawter fu sottoposto all'intervento di amputazione, nel 2009, il chirurgo ridiresse i nervi che conducono normalmente i comandi ai muscoli della parte inferiore della gamba, in modo che terminassero sotto la pelle del lato posteriore della coscia: lo scopo di questa operazione, detta "reinnervamento mirato", fu proprio quella di permettere l'uso di una futura protesi controllata da questi nervi, sebbene tale tecnologia all'epoca non fosse ancora esistente.

I pensieri di Vawter attivano i trasduttori applicati alla sua gamba, i quali a loro volta trasmettono i comandi al microprocessore inserito nella protesi e incaricato di tradurre tali ordini in movimenti coordinati di ginocchio e caviglia.

Esistono già protesi bioniche per le braccia, ma quelle per le gambe sono più complicate e più delicate: la sicurezza della protesi è infatti fondamentale, dato che un errore in una protesi di un braccio può portare a perdere la presa su di un oggetto, quella in una protesi di una gamba a cadere dalle scale.

Il progetto, del costo di 8 milioni di dollari, è finanziato dal Dipartimento della Difesa statunitense e portato avanti dalla Vanderbilt University, dal Massachusetts Institute of Technology, dalla University of Rhode Island e dalla University of New Brunswick. Si tratta dell'ennesimo passo avanti della tecnologia prostetica, un ambito in cui la scienza sembra essere ben più fattiva della divinità.

David Baker, "Thinking his way to the top: Amputee uses thought-controlled bionic leg to climb 103 flights of stairs to top of skyscraper", Mail Online, 5 novembre 2012.

39 commenti:

  1. Affascinante. Tuttavia, ciò che in proiezione si può ragionevolmente immaginare, lo è ancor di più. Infatti, nel momento in cui la tecnologia dovesse raggiungere un livello di efficienza e affidabilità tali da permettere all'uomo la facile sostituzione di una parte anatomica, perdere determinati pezzi del corpo non solo non sarebbe più un grosso problema, ma rappresenterebbe un'opportunità per ottenere un vantaggio (immaginiamo un occhio bionico molto evoluto, grazie al quale vedere molto lontano e nel microscopico, senza l'ausilio di cannocchiali e di lenti di ingrandimento).
    Naturalmente, in seguito, sorgerà un problema etico che le nuove generazioni dovranno presumibilmente discutere con i sacerdoti del futuro (se ne saranno rimasti); perché è facile prevedere che qualcuno avanzerà la richiesta di ottenere il vantaggio di cui sopra, chirurgicamente, anche in assenza di una menomazione accidentale.

    E comunque, caro Censore, la chiusa di questo post l'avevo immaginata subito, fin dalla lettura delle prime righe. Lei è sempre così maligno.

    Saluti
    Marcoz

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    1. Ho letto qualche tempo fa che sono state realizzate alcune alcune protesi (per braccia, in particolare) che sono quanto più lontane possibile dalla forma e dalla funzionalità dell'arto originale.

      Per lungo tempo, lo sforzo è stato quello di realizzare protesi dall'apparenza il più possibile naturale; oggi esistono alcune persone, invece, che preferiscono sottolineare il possesso di una protesi vestendone una chiaramente "inumana", come una a forma di tentacolo: http://www.wired.com/gadgetlab/wp-content/gallery/tentacular/2.jpeg

      Sta insomma cambiando la percezione che abbiamo del nostro corpo.

      Chissà come reagirà la Chiesa! Se il mio corpo "ideale" è dotato di un tentacolo invece che di un braccio, risorgerò con l'arto originale o con quello che mi rappresenta di più?

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    2. "Sta insomma cambiando la percezione che abbiamo del nostro corpo."

      Le persone che hanno una "diversa" percezione del proprio corpo non sono poche. I più, probabilmente, non esternano le proprie sensazioni per timore della disapprovazione sociale, e vengono allo scoperto solo quando lo stato psichico supera certe soglie di "tollerabilità" (penso all'apotemnofilia, al BIID).
      Tuttavia, non saprei dire se l'avvento di innovazioni tecnologiche e di un'apertura sociale alle "bizzarrie" potrebbe innescare una trasformazione antropologica rilevante.

      Sull'immagine della donna con la protesi tentacolare preferisco glissare; perché, osservando la foto, mi sono balenati nella mente pensieri poco consoni alla serietà di questo blog, nonché assolutamente in contrasto con l'idea che la Chiesa ha dell'uso che possiamo fare del nostro corpo, e non vorrei scandalizzare Sgatonio.

      Buona serata
      Marcoz

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  2. Il problema di Dio che non fa crescere gli arti è un problema degli atei non di chi ha fede.Gli atei non sanno darsi nessuna risposta,o forse sì.Basta aspettare e casualmente il braccio crescerà.Un dito per volta però.Un mio amico ha aspettato un sacco di tempo poi il braccio è ricresciuto,solo che lui era già morto.

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    1. Lo dici tu a chi va a Lourdes sperando in tale miracolo che la loro fede è vana?
      :)

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    2. Caro sgatonio, se si vuole cimentare col problema di Dio che non guarisce mai un amputato, si faccia pure avanti, l'articolo relativo (http://uticense.blogspot.com/2010/09/perche-dio-non-guarisce-gli-amputati.html) è sempre aperto.

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    3. l'orecchio del servo del sommo sacerdote

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  3. Il servo non l'aveva pregato di fargli ricrescere l'orecchio.

    Si legga l'articolo relativo, se vuole realmente discutere di queste cose.

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  4. Caro Censore,neanche le case Dio ce le costruisce, sono una nostra conquista data dall'intelligenza e dalla fatica. Dio interviene su quello che l'uomo non può darsi da solo.

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    1. Un Dio che assomiglia un tantino ad un "santo in paradiso" od ad una "conoscenza molto potente" insomma...

      A questo punto mi par logica conseguenza che non solo il miracolo ma anche solo la preghiera acquisti carattere magico-scaramantico (= apotropaico).

      Contento te, che ti posso dire.. ?

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    2. La domanda è perché Dio guarisce chi ha i tumori ma non fa riscrescere gli arti a chi li ha amputati.

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  5. La vita e la fede non ce la diamo da noi,un arto artificiale ce lo possiamo creare.

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    1. Il suo dio guarisce alcune malattie ma non fa ricrescere un arto perché gli esseri umani possono costruire protesi?

      Il suo è un dio assurdo e crudele.

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    2. Anche il pane ce lo dobbiamo sudare.

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    3. L'uomo può trovare una cura anche per le malattie che sarebbero oggetto di miracoli. Solo per le amputazioni tale attenzione non c'è.
      È un procedimento selettivo curioso e, al tempo stesso, intrigante.

      Marcoz

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  6. io ho una domanda per sgatonio:l'anima è forma sostanzaiale dell'uomo,che è un sinolo di corpo e anima.il nuovo arto artificiale fa parte del sinolo?l'anima di zack wavter è la forma sostanziale del nuovo arto?

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    1. l'anima è sostanza spirituale non ha a che fare con le leggi della materia.

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    2. Ok, quindi Dio essendo pura anima e non avendo a che fare con le leggi della materia non può agire con essa.
      Dimmi se ho capito male.

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  7. Qui bisogna affrontare un lungo discorso sull'essere e l' essenza che già abbiamo già fatto.

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    1. Ti chiedo solo se ho capito bene, se per con "non avere a che fare" intendi che non ha a che vedere sul piano pratico derivante dalla differenza ontologica o se piuttosto non vedi una cesura così drastica tra il fisico ed il metafisico per cui il "non avere a che fare" intendi sostenere la superiorità dell'essere divino dal punto di vista morale (in un modo parecchio epicureo aggiungerei io).

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  8. Dio regge e governa il mondo nonostante la grande differenza ontologica con la sua creatura

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    1. Ok, quindi non può non essere ritenuto responsabile di una mancata guarigione.

      Perciò anche l'aspetto morale va a farsi friggere, al più che in questo modo v'è il ritorno della gigantesca aporia del mondo creato appositamente per l'uomo ma ai fatti se ne frega.

      Ciò detto, mi sembra doveroso dover dar credito a "il finegiustificailme" ed ad "Anonimo" (quello delle 06:42): è un procedimento selettivo piuttosto curioso questa definizione dell'agire divino, paragonabile alla lunga ad una formuletta fuori luogo e mal digerita. O, come la vedo più io, uno slogan.
      Certo, se lei avesse la buonanima di spiegarsi meglio onde rispondere ad ogni ragionevole dubbio nei limiti del possibile non farebbe male ad entrambi.

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    2. Errata corrige: *dimostra un procedimento selettivo piuttosto curioso*

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  9. egregio sgatonio,il ripetere fuori luogo qualche formuletta mal digerita non cela la sua ignoranza della teologia cattolica.l'anima umana per gli scolastici è la forma sostanziale del corpo,l'anima non preesiste ad esso,viene creata e infusa successivamente al concepimento,e l'anima non ha altro mezzo di esprimersi del corpo che informa. dunque l'arto di vawter,mosso dalle sue terminazioni nervose, è retto o no dall'anima immortale di zack vawter?

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  10. (Gentile omonimo, "Marcoz" è più che sufficiente - soprattutto, più pratico - per riferirsi a me. Il dominio del blog è lì solo per la necessità di autenticarsi, e lo si può ignorare. Buona domenica.)

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    1. Va bene, il fatto è che associo il dominio al nick e mi confondo.
      Mi abituerò.

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    2. Ah, ma per me non fa differenza. Penso solo che sia più comodo usare il mio nickname piuttosto che il nome prolisso di un blog (a cui si aggiungono le virgolette, per di più).

      Saluti
      Marcoz

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  11. Anonimo,
    gli arti artificiali non risorgranno se è questo che vuole sapere.

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  12. no,io voglio sapere se l'anima è stata infusa o si è estesa anche all'arto artificiale.

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  13. Penso proprio di no. L'organo artificiale è senza vita anche se viene animato

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    1. Beh, forse è il caso che si inauguri una nuova branca della teologia, per discutere la questione. Sarebbe un buon allenamento in previsione del lavoraccio che i teologi dovranno fare quando si tratterà di considerare siuazioni più radicali.

      Marcoz

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    2. animato da chi?da vawter? dunque l'uomo può sostituire dio creando un'anima.(momentaneamente limitatamente ad un arto)

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  14. .... ma che tristezza che sarà il giudizio universale, tutti quei poveri vecchietti senza dentiera!!

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    1. Per non parlare delle valvole mitraliche artificiali e… ooohggiesù!, degli organi trapiantati. Me li immagino già, quelli che vanno in giro, a destra e a manca, per reclamare il proprio rene o il proprio cuore. Altro che Pulp Fiction.

      Marcoz

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    2. State tranquillo,non succederà perchè risorgeremo come Dio ci ha pensato da sempre,se siamo usciti un pò male è per via del peccato originale che c'è tra noi e la creazione e che, sembra strano ..Dio rispetta.
      Lei risorgerà molto più intelligente,abbia fede

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    3. Beh, apprezzo la sua delicatezza, Sgatonio. Per intenderci, quella delicatezza che il sig. Serpico non ha ritenuto di dover adottare nei suoi confronti, quando le ha dato dell'idiota platealmente.

      Saluti
      Marcoz

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    4. Nel novero mi ci metto anch'io naturalmente.

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    5. (@ Censore: per una maggiore comprensione, ricopio il commento nel posto giusto. Naturalmente può cancellare il doppione. Mi perdoni il disturbo.)

      Lo credo bene! Nel senso che sarebbe una vera e propria truffa passare alla vita eterna senza un adeguato salto di qualità, rimanendo ciascuno con i limiti delle proprie spoglie mortali. Penso, per esempio, a quello che butta un motorino giù dalle gradinate di uno stadio da calcio o al minorato mentale dalla nascita che non riesce neppure ad allacciarsi le scarpe. Oltre che una truffa, in mancanza di un upgrade,potremmo parlare di una vera e propria cattiveria.

      Marcoz

      P.S.: pur con tutti i miei limiti attuali, guardi che la vedo comunque, se lei cerca di nascondersi dietro a un dito.

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