Jabez Thomas Sunderland |
Dal blog Why Evolution is True, di Jerry Coyne, riporto queste parole del pastore statunitense Jabez Thomas Sunderland, dal suo libro The Bible: its origin, growth, and character, and its place among the sacred books of the world (1893).
E questo non solo nel caso delle profezie dell'Antico Testamento reinterpretate per adattarle alla nascente dottrina cristiana (una fra tutte quella della giovane donna incinta di Isaia 7:14 divenuta la vergine di Matteo 1:23), né nel caso di alcuni recenti dogmi cattolici, ma anche nella semplice e, direi, «quotidiana» interpretazione del testo rivelato: ogni volta che è incompatibile con la conoscenza acquisita o con la morale contemporanea, gli si adatta un'interpretazione che permette di fargli dire quello che non dice ma che convenga che dica.
Jerry A. Coyne, «Prescient words», Why Evolution is True, 3 giugno 2011.
Dunque sappiamo che una delle più diffuse e continuative lotte della razza è stata quella che ha combattuto per sfuggire ai legacci del passato e del superato, che il dominio dei cosiddetti «infallibili» libri sacri le ha sempre imposto.Parole sante.
Ma come può farlo? Generalmente non è in grado di farlo direttamente, ma è indirizzato a metodi indiretti. Il metodo più frequentemente usato è quello dei nuovi, e, va confessato, più o meno perversi e falsi, metodi di interpretazione. Gli uomini si autorizzano convenientemente a lasciar cadere sullo sfondo alcune delle più incredibili e obiettabili cose che i libri contengono; sviluppano una capacità meravigliosa nello spiegare contraddizioni e inaccuratezze e cose che l'aumento della conoscenza ha dimostrato non essere vere e nel leggere nei libri in un migliaio di passi ogni tipo di nuovo significato e di cosiddette «interpretazioni più profonde», per armonizzare gli insegnamenti dei libri con l'aumentata conoscenza. Ciò che realmente appartiene alla mente del lettore è attribuito a quella dell'autore. Il significato naturale e semplice delle parole è messo da parte. Interpretazioni forzate sono imposte ai brani allo scopo di obbligarli ad armonizzarsi con ciò che si presume debbano significare. Nei libri si scoprono affermazioni, dottrine, allusioni che non solo non esistono in quelle pagine, ma che sono assolutamente straniere all'epoca in cui furono scritte.
E questo non solo nel caso delle profezie dell'Antico Testamento reinterpretate per adattarle alla nascente dottrina cristiana (una fra tutte quella della giovane donna incinta di Isaia 7:14 divenuta la vergine di Matteo 1:23), né nel caso di alcuni recenti dogmi cattolici, ma anche nella semplice e, direi, «quotidiana» interpretazione del testo rivelato: ogni volta che è incompatibile con la conoscenza acquisita o con la morale contemporanea, gli si adatta un'interpretazione che permette di fargli dire quello che non dice ma che convenga che dica.
Jerry A. Coyne, «Prescient words», Why Evolution is True, 3 giugno 2011.
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