Why We Believe in God(s): A Concise Guide to the Science of Faith («Perché crediamo in Dio/negli Dei: una guida compatta alla scienza della fede») è il titolo del libro di J. Anderson Thomson e Clare Aukofer, in cui gli autori presentano al grande pubblico un'esposizione chiara e non specialistica dei recenti risultati scientifici sull'origine, l'accoglimento e la diffusione del pensiero religioso da parte della mente umana.
L'Austin American-Statesman ha pubblicato un'intervista ad Anderson Thomson (Eileen Flynn, «Author offers evolutionary explanation for religion», Austin American-Statesman, 19 giugno 2011); eccone un estratto:
L'Austin American-Statesman ha pubblicato un'intervista ad Anderson Thomson (Eileen Flynn, «Author offers evolutionary explanation for religion», Austin American-Statesman, 19 giugno 2011); eccone un estratto:
Cosa sperate di ottenere offrendo una spiegazione evolutiva della fede religiosa?Il resto dell'intervista è sul sito segnalato. Questo, invece, è un elenco degli articolo che ho dedicato ad alcuni risultati scientifici su come funziona il pensiero religioso:
Innanzitutto speriamo di aiutare le persone a capire che le radici della fede religiosa sono dentro di ciascuno di noi, e che questa psicologia è significativamente facile da comprendere. Per fare ciò, volevamo un libro breve e accessibile che un lettore interessato potesse finire in un paio di ore. Come l'idea di Darwin della selezione naturale, la psicologia della religione è significativamente semplice da capire.
Ricercatori di molte discipline hanno tracciato i meccanismi che la mente umana usa per generare, accettare e diffondere le credenze religiose. Le loro scoperte sono sostenute da studi di neuroimmagini che mostrano l'assenza di centri specifici per Dio nel cervello. La mente usa percorsi ben noti e collaudati che originariamente si sono evoluti per altri scopi, principalmente si tratta dei meccanismi che utilizziamo per negoziare con la moltitudine di persone dalle quali dipendiamo e con le quali interagiamo.
Il nostro secondo obiettivo è quello di incorporare questa conoscenza all'interno del dibattito sul ruolo della religione nella società statunitense. James Madison l'ha posto correttamente: «Sosteniamo perciò che in materia di religione, nessun uomo ha i suoi diritti violati dall'istituzione della società civile e che la religione è posta fuori dalla sua giurisdizione». I Padri fondatori immaginavano una repubblica secolare, che avesse non solo la libertà di religione, ma anche la libertà dalla religione.
Riteniamo che la presa della religione sulla politica e sul futuro sia indebolita quando le fondamenta psicologiche della religione sono rivelate. È opera dell'uomo, non discesa dai cieli.
Con tutte le scoperte della scienza e della tecnologia, perché la religione ha ancora oggi una presa così forte sulle persone?
La religione sorge dalla nostra umanità di base, indipendentemente dalla tecnologia. Nel nostro teschio moderno rimane un cervello dell'età della pietra — e gli stessi antichi meccanismi che ci rendono una specie straordinaria e ultra-sociale sono quelli che concorrono a creare la religione.
Il nostro sistema di affezione, la fondamentale relazione di cura tra affini, è solo uno di questi meccanismi. Abbiamo perciò creato Dio/gli dei come super-genitori, molto più potente dei nostri terreni e ora deboli o deceduti genitori, e ci rivolgiamo a Dio nei momenti di sofferenza.
Tutti noi diamo per assodato di poter immaginare una conversazione con qualcuno assente e di ripetere ciò che vorremmo dirgli. È una capacità cruciale per la nostra abilità di vivere nel mondo umano, intensamente sociale. Eppure si tratta di un meccanismo straordinario noto come cognizione disaccoppiata; ci permette di separare le nostre menti nel tempo, nello spazio e nella persona. Manca solo un piccolo passo per interagire con un antenato deceduto o una divinità.
- «Perché si crede? Le "domande fondamentali sul senso della vita"»
- «In cosa crede chi crede?»
- «"Ciò che tu vuoi, Dio lo vuole"»
- «Il potere dell'illusione: quando gli psicofarmaci riescono lì dove gli esorcismi falliscono»
- «Il culto della Mela: il cervello dei «devoti» della Apple regisce come quello dei fedeli»
Qui passa la differenza tra sensismo e intellettualismo,visto che volevi parlare di conoscenza e non mi hai risposto!Tra conoscenza intellettiva e sensitiva ovvero tra idea e immagine puo’ essrvi somiglianza ma vi e’ al contempo profonda differenza. E’ vero che ad una idea si accompagna sempre un ‘immagine, che puo’ essere sia verbale che simbolica, come un giovane alato per indicare un angelo. Ma l’idea si distingue dall’immagine simbolica, come da quella verbale.Quando parliamo di un vero volto chi non vede che l’idea di volto e’ essenzialmente distinta dall’immagine di fantasia dell’Arcimboldo. Il pensiero è un atto spirituale ed è proprio dell'uomo,l'anima che produce il pensiero, pertanto e’ spirituale. Anche se l'anima nel suo operare ha dipendenza dalla materia, quella dipendenza e’ puramente estrinseca (non intrinseca) dall’immaginazione e dai sensi.
RispondiEliminasgatonio
"[è] l'anima che produce il pensiero"
RispondiEliminaSe è così, come mai mia suocera, che soffre di afasia a seguito di un ictus, riesce a pronunciare in sequenza, per esempio, le parole ieri, ho, mangiato e la, ma non è in grado di dire pizza?
per dirla banalmente il cervello è come un decoder,decodifica il segnale ma non lo produce
RispondiEliminasgatonio
Spero che l'inglese non sia un problema; o l'anima è un fenomeno naturale, e allora dovrebbe essere misurabile, o non lo è, e allora non esiste.
RispondiElimina"decodifica il segnale ma non lo produce
RispondiEliminaQuindi, sarebbe una sorta di "problema di sintonia", come quando sei in auto e perdi il segnale della radio per qualche istante?
Se sì, questo non spiega, nel caso di danni al cervello di diversa entità, i cambiamenti radicali che possono verificarsi a livello della personalità: questa non dovrebbe risiedere nell'anima? Lo dico perché, rimanendo nell'analogia della radio, un conto è perdersi qualche parola di un notiziario, un altro è che all'improvviso cambi l'argomento del servizio in corso.
Ah, dimenticavo. Naturalmente c'è anche questo. Come è possibile che un evento fisico abbia effetti sull'anima, fino a crearne una nuova?
RispondiEliminaAvete proprio la fissa del geometra,andate sempre in giro con il metro in tasca amisurare tutto?
RispondiEliminaEssndo spirituale nessun strumento materiale la puo' misurare, la si puo' logicamente dedurre con l'intelligenza. immaginazione e sensi sono materiali quindi ci presentano cose materiali,ma l'intelligenza apprende cio' che non e' materiale.
sgatonio
la si puo' logicamente dedurre con l'intelligenza
RispondiEliminaMi si perdonerà, spero, che io dia per scontato di averne, perché è proprio con la logica e l'intelligenza che cerco di valutare la questione. Non ha tale carattere, il dubbio che ho espresso nel commento precedente?
O, forse, vale solo la logica che giunge a una determinata conclusione?
Sia chiaro che io non mi azzardo minimamente a dimostrare l'esistenza o l'inesistenza dell'anima, ma mi limito a valutare la consistenza delle ragioni di chi afferma la prima ipotesi.
Non hai risposto, sgantonio. O l'anima è un fenomeno naturale, e allora deve essere misurabile, o non lo è, e allora non esiste. «Spirituale» è una parola senza senso, usata come fai tu.
RispondiEliminaMarcoz,
RispondiEliminaanima e corpo sono uniti sostanzialmente, la buona saluta del cervello dei sensi e del corpo sono necessarie affinche' anche l'anima possa pensare bene. Come ho scritto e' una dipendenza esteriore.
Spirituale significa che nel suo operare e'indipendente dalla materia
sgatonio
Comprendo che le spiegazioni sintetiche sono a volte tiranne, tuttavia, nel loro piccolo, non dovrebbero contenere elementi contraddittori (o, almeno, così mi pare).
RispondiEliminaCome fa la salute del corpo a condizionare il "pensare bene" dell'anima (entità spirituale per definizione), quando la spiritualità è "indipendente dalla materia"?
Marcoz,
RispondiEliminaesiste una lucertola gigante con le ali di pipistrello che sputa fuoco ?
sgatonio
No, suvvia, gli indovinelli, no…
RispondiEliminaPoi non vale: poteva dirlo subito che lei è un prete. Mi sarei astenuto dal chiedere lumi.
Saluti
Non sono un prete
RispondiEliminasgatonio
Si direbbe, dal modus operandi.
RispondiEliminaAd maiora.
Esiste una lucertola gigante con le ali di pipistrello che sputa fuoco?
RispondiEliminaSi, esiste. È verde ed è striata di rosso. Vola in tutti i cieli del mondo.
Ma dovete (ciecamente) fidarvi della mia parola riguardo alla sua esistenza: nessuno oltre a me la può vedere e nessuno strumento la può misurare, però esiste.
Io lo sostengo e voi lo dovete credere, se dubitate non avete fede!
Caro Salazar,come viene comunemente definita questa lucertolona.
RispondiEliminasgatonio
Salazar, da tempo ho lo stesso problema con il Sarchiapone, che gli ingenui pensano sia solo l'animaletto fantastico di una famosa scena comica.
RispondiEliminaUmilmente, e sperando che al sig. Censore non dia fastidio, incollo una mia testimonianza che ebbi già modo di condividere con altri.
«Quello che ai più risulta essere un mito della comicità nostrana è, invece, realtà, a cui gli autori della famosa gag si sono evidentemente ispirati.
Si deve sapere che un esemplare maschio di Sarchiapone passa spesso nel mio giardino, la notte. Ricordo ancora la prima volta che lo vidi, anni fa. Uscii una mattina di primavera, prima dell’alba, quand’era ancora buio, col sacco dell’immondizia che mi ero dimenticato di preparare la sera precedente. Non ero di buon umore, in quel momento; un po’ perché alzarmi a quell’ora non mi era cosa gradita, un po’ perché avevo litigato con mia moglie, il giorno prima, ed ero andato in bianco.
Avevo appena percorso la metà del vialetto che separa la porta d’ingresso dal cancello quando sentii un fruscio giungere da dietro l’aglaia odorata. Lì per lì, pensai al solito gatto e non ci feci caso, e proseguii, lasciando il sacco giù in strada. Ma, nel ritornare verso l’abitazione, mi ritrovo davanti lui, il Sarchiapone (si può riconoscere facilmente, oltre alle orecchie a punta smussate, per la livrea che gli disegna una “esse” sul petto. Mi fissava negli occhi, e io lo stesso. Così, per interminabili secondi, fino a che il Sarchiapone è scattato via di colpo, eclissandosi nell’atmosfera magica del nuovo giorno che stava arrivando.
È stata un esperienza fantastica, glielo garantisco! E si è ripetuta diverse volte!
Ci sarebbe molto da raccontare, ma non ora. Però devo aggiungere un particolare. Da quel momento, sono cambiato e la mia vita ha acquisito un altro significato. Persino con mia moglie le cose sono andate meglio; non ci sono stati più litigi e, dopo qualche tempo, abbiamo avuto due bambini: uno con una badante polacca, io; uno con un ex attore porno, lei.»
[dopo di che, posso cimentarmi a immaginare di tutto di più. Tutte cose reali e vere, s'intende, solo per il fatto che possono essere pensate]
@ sgatonio
RispondiEliminaAnacoluto, si chiama, credo.
Perché non riesco a distinguere bene il nome del lucertolone dalla sintassi della tua risposta.
@ marcoz
Capisco perfettamente come simili visioni possano cambiare la vita di una badante polacca.
Cose vere certo Salazar,bisogna distingure però tra essenza et esistenza
RispondiEliminasgatonio
Non capisco che risposta sia la tua, sgatonio. Però capisco che, se a questo punto, a mia volta rispondessi con: “Non ci sono più le mezze stagioni, non si sa più come vestirsi”, sarebbe una risposta accurata in misura notevole.
RispondiEliminaPer negare qualcosa si deve conoscere per forza che cosa sia, Un drago, ha un tasso di essere in quanto ente immaginario ossia pensato. Il suo tasso di essere sarà inferiore rispetto a quello di un cavallo , che esiste sia come ente pensato sia come ente reale - da dove viene questa idea? -Fermiamoci qui ,non cerco la prova provata di Dio, che non esiste, mi interessa la ragionevolezza , degli argomenti. l’intelligenza” intus legit”,-legge dentro- la realtà che gli si impone come la realtà rivelata. Accostarsi alla rivelazione prendendola alla lettera senza “intus legere” significa non usare l’intelligenza. Per le verità naturali il lume della ragione schiarisce e trova ciò che è fondato -da chi?- e certamente afferma.(Ciò che deve essere necessariamente conosciuto deve essere già posseduto) Per le verità soprannaturali ci vuole la grazia la fede insomma, solo questa riesce a schiarire tali verità.La fede non è altro che uno strumento, che è irragionevole non usare , non altro che fiducia. L’esistenza di Dio, l’immortalità dell’anima non sono assurdi per la ragione,lo sono per i sensi.La fede è lo strumento da adoperarsi per vincere la resistenza dei sensi. Secondo gerarchia prima si conosce e dopo si ama prima “cogito” dopo “ergo sum”,prima essenza, dopo esistenza,prima potenza, dopo atto.
RispondiEliminasgatonio
Vediamo di fare ordine:
RispondiElimina1) Il drago (peraltro tradizione comune a quasi tutte le antiche civiltà del mondo, come la figura di uno o più dei) è un ente solo pensato e non reale, non fisico.
2) Il cavallo è un ente pensato e anche reale, fisico, perché posso sia immaginarlo sia vederlo o toccarlo.
3) Il drago ha meno possibilità di esistere di un cavallo perché mancante della parte fisica, che invece il cavallo possiede.
4) Dio a detta di tutti, credenti e non, è un ente solo pensato, teorizzato, non reale e fisico, perché al momento è impossibile sia dimostrarne l’esistenza sia la non esistenza. Dio posso immaginarlo, pregarlo, ma non vederlo o toccarlo.
5) Seguendo la logica assegnata al drago, dio ha meno possibilità di esistere di un cavallo perché manca della parte reale, fisica.
6) Quale è la differenza fra dio e il drago?
Il resto del tuo post magari quando ho più tempo. O forse mai.
Il cavallo certo ha l’essere, ma lo esaurisce tutto? No! La sua essenza finita contrae, restringe l'essere, il cavallo è un modo particolare di esserci. Solo Dio, è essenza che coincide con l'essere. Quindi in Dio tutti i modi e le possibilità di essere sono comprese. Pertanto si ha difficoltà anche a pensarlo. Dio è l' essere perfettissimo , pertanto non può mancare di esistenza, l’essenza di Dio è di esistere. Credo per conocere, non conosco per credere.
RispondiEliminasgatonio
@ sgatonio
RispondiEliminaDio è l'essere perfettissimo... eccetera eccetera, lo diceva anche il mio insegnante di religione alle medie il millennio scorso. Don Franco (credo, non ricordo bene il nome, ma era un francescano), il quale non perdeva occasione per tuonare contro la masturbazione, pratica colpevole di rendere ciechi milioni di adolescenti troppo ormonali. Io ero molto infastidito della cosa in quanto portatore di un indizio sospetto: gli occhiali.
In fine la sostanza è: “Dio esiste perché esiste”. Punto e basta.
Lo stesso principio usato dai siti di gossip per qualificare Paris Hilton: Paris è famosa perché è famosa. Punto e basta.
Grazie per la conversazione, un po’ asfittica, sì, ma grazie ugualmente.
C'è un libro che tratta di una plausibile (ed ottimamente argomentata) spiegazione evolutiva alla religione: Il Supersenso, di Bruce M. Hood.
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione.
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