venerdì 1 aprile 2011

Il potere dell'illusione: quando gli psicofarmaci riescono lì dove gli esorcismi falliscono

«Exorcism-resistant ghost possession treated with clopenthixol»

Cioè qualcosa tipo:
«Possessione spiritica resistente agli esorcismi trattata col clopentixolo»

Niente male come titolo per una pubblicazione scientifica, no? Anche l'abstract è interessante:

PREMESSA: Un indiano residente in Gran Bretagna spiegava il suo comportamento criminale con una possessione spiritica episodica. Gli esorcismi tradizionali non avevano funzionato.

METODOLOGIA: Una diagnosi «occidentale» di uno stato dissociativo o di schizofrenia paranoide era stata elaborata. Il trattamento iniziava con l'uso di trifluoperazina e clopentixolo.

RISULTATI: Il paziente ha mostrato una remissione durante il trattamento neurolettico, malgrado precedenti prove di una possessione genuina.

CONCLUSIONI: Molte culture danno origine a casi di possessioni spiritiche apparentemente genuine. I neurolettici possono alleviare i sintomi di possessione resistente agli esorcismi.

No, non è un pesce d'aprile, ma un vero articolo scientifico (Hale AS, Pinninti NR. «Exorcism-resistant ghost possession treated with clopenthixol». Br J Psychiatry. 1994 Sep;165(3):386-8.) che riporta la cura di una possessione spiritica attraverso l'uso di farmaci anti-psicotici, dopo che esorcismi di ben tre religioni differenti non avevano funzionato e malgrado vi fossero testimoni oculari della possessione.



Il caso

Antefatto. Un razzo ventiduenne hindu, che vive in Gran Bretagna da quando aveva sei anni, è arrestato per il furto di un taxi, la rapina e il rapimento del tassista. Gli investigatori scoprono che in passato ha commesso piccole infrazioni (taccheggio, piccoli furti, assenze da scuola) ed è anche stato in carcere per un breve periodo. Il ragazzo è di buona famiglia, che gli garantisce una certa agiatezza finanziaria, e dunque non ha bisogno di rubare; d'altro canto non riceve particolare emozione dalle sue azioni.

La giustificazione. Il ragazzo si giustifica affermando di essere stato maledetto da una parente gelosa quando aveva undici anni. Da adulto, in più occasioni è stato posseduto dallo spirito di una vecchia, che lo costringe ad assistere impotente mentre il suo corpo posseduto commette atti che il ragazzo non condivide, tra cui, appunto, il furto del taxi (il cui scopo era recarsi in un cimitero a visitare la tomba dello spirito che lo possedeva).

La possessione. Lo spirito della vecchia si manifesta come una nebbia che si avvicina al ragazzo e che entra dalle narici e dalla bocca, prendendo possesso del suo corpo e della sua voce. Le possessioni durano da mezz'ora a diversi giorni consecutivi, durante i quali il ragazzo è cosciente e vigile, sebbene i suoi sensi siano un po' annebbiati e non abbia il controllo dei propri movimenti. Riceve comandi mentali ai quali tenta di resistere, inutilmente, e sente i commenti dello spirito sulle sue azioni; anche quando non è posseduto, lo spirito può sentire i suoi pensieri e punirlo se ne parla ad altre persone.

Le conferme della possessione. Vi sono diverse testimonianze della possessione. Il cappellano della prigione ha affermato di aver visto una nube discendere sul paziente e su di essa un volto molto simile alla descrizione della vecchia morta data dal paziente; ha anche negato di aver mai sentito parlare di questi fatti prima di avervi assistito. I racconti sono stati confermati dagli impauriti compagni di cella del ragazzo. Sia il cappellano della prigione, che quello dell'ospedale hanno affermato che si trattava di una possessione. Il ragazzo è stato sottoposto a esorcismi operati da esorcisti di fedi differenti, senza risultati.

La diagnosi. I medici dell'ospedale hanno diagnosticato uno stato dissociativo o una schizofrenia paranoide, e hanno trattato il paziente con medicinali anti-psicotici. Le possessioni sono terminate.

Il problema

Questo caso solleva un problema medico e culturale, relativo alla relazione tra patologia psichiatrica e possessione. Se una possessione, riconosciuta come tale dagli "esperti" religiosi e avvalorata da testimoni, è stata curata con successo attraverso la somministrazione di anti-psicotici, perché non si considerano come patologie tutte le possessioni simili?

Le implicazioni di questa domanda sono importanti. Che relazione c'è tra la patologia psichiatrica e la possessione? Se il ragazzo è considerato malato perché affermava di essere stato posseduto, non sono forse malati anche il cappellano e i suoi compagni di cella, che hanno confermato le sue parole? Che relazione hanno con la possessione e la patologia psichiatrica altre manifestazioni mentali da sempre considerate rapporti con il sovrannaturale, come le visioni?

Il mio dubbio è che, come per motivi culturali un ragazzo sia «impazzito» al punto tale da convincersi di essere posseduto (con gravi conseguenze per la sua salute e la sua vita sociale), così per gli stessi motivi culturali la spiegazione sovrannaturale di un comportamento patologico è stata accettata senza battere ciglio, in Occidente, all'interno di strutture secolari (i cappellani lavorano in una prigione e in un ospedale).

Non è forse giunto il momento di liberarci di questa zavorra, costituita da fenomeni come possessioni ed esorcismi, retaggio culturale di un passato di ignoranza?

Fonti: Vaughanbell, «Classic case: Psychiatric treatment of ghost possession», Mind Hacks, 12 aprile 2005; Ebonmuse, «Treating Demon Possession with Antipsychotics», Daylight Atheism, 30 marzo 2011. La foto è «She Floats», di Casey Muir-Taylor, rilasciata sotto licenza Creative Commons attribution 2.0.

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