domenica 30 gennaio 2011

Collezione domenicale di links (III)

Cronaca «nera»

«German Jesuits offer payment to sex-abuse victims» M&C - Alle 200 vittime di abusi, perpetrati nelle quattro scuole gesuite del Paese, è stato offerto un milione di euro. 5.000 euro a persona.

«Film a luci rosse proiettati in parrocchia» Il Secolo XIX - La Procura savonese ha raccolto molte prove di abusi su minori da parte di sacerdoti savonesi, ma probabilmente tutti i reati sono caduti in prescrizione.

«Un prêtre belge pédophile travaille avec des enfants des rues au Brésil» DH.be - Un prete pedofilo belga, scampato alla giustizia per la prescrizione dei suoi reati, lavora in Brasile in un campo di accoglienza per bambini di strada.

Sacre scritture

«5 milioni di euro per tradurre il Talmud in italiano» UAAR -  Il Talmud sarà tradotto in italiano a spese pubbliche.
«Paolo De Benedetti e l'asina di Balaam» Ta Biblia - Come non si dovrebbe analizzare un testo biblico.

«Herod the Terrible or Herod the Great?» Geza Vermes per Standpoint Magazine - Di Geza Vermes ho già parlato a riguardo della sua visione del Gesù storico. In questo articolo delinea un profilo di Erode il Grande che va al di là della narrazione matteana.

Impatto sociale delle religioni

«Abortion Care at Catholic Hospitals» Daylight Atheism - Quanta sofferenza causa l'ideologica posizione anti-abortista degli ospedali cattolici negli USA? Testimonianze da una pubblicazione scientifica.

«Deputato USA: “Riscaldamento globale non distruggerà il mondo, Dio l’ha promesso a Noè”» UAAR - Un deputato repubblicano ha dichiarato, di fronte ad una commissione sull'ambiente, che l'uomo non distruggerà il pianeta, in quanto è questo quello che Dio ha promesso nella Bibbia. Ecco uno dei danni della religione: si crede alle leggende dell'età del Bronzo invece che alle prove scientifiche.

«The Islamification of Britain: record numbers embrace Muslim faith» The Independent - Malgrado gli attacchi degli estremisti islamici, in Gran Bretagna il numero di convertiti all'Islam è salito vertiginosamente negli ultimi dieci anni.

Morale e apologetica

«A new eugenics?»Rationally Speaking - Un articolo sulla distinzione tra lo screening prenatale per la selezione di tratti estetici e quello per la ricerca di malattie genetiche.

«Christianity is Incoherent» Common Sense Atheism - Sulla coerenza e consistenza logiche delle affermazioni del Cristianesimo.

Scienza

«Getting a Leg Up on Evolution, the Comic-Book Version» Scientific America - Un fumetto sull'evoluzione. Davvero interessante.

domenica 23 gennaio 2011

Come la religione si è sempre più sottratta alla verifica dei fatti

Nell'articolo precedente, «Come provare scientificamente che una religione è quella vera», ho parlato dell'episodio di Elia e dei sacerdoti di Baal, in cui il profeta di Yahweh sfida i sacerdoti dell'altro culto a invocare l'intervento delle rispettive divinità, una sorta di duello tra i due déi. E ovviamente Elia vince (e massacra i 450 sacerdoti sconfitti).

In questo articolo intendo mostrare come la religione fosse originariamente un modo di spiegare il mondo, fornendo spiegazioni falsificabili; e come poi sia stata costretta ad abbandonare molte delle sue pretese di fornire spiegazioni dall'avanzare della scienza e della cultura in generale.

Science vs. Religion (1800-2000) is Science winning?
Frequenza dei libri in lingua inglese contenenti le parole «science» e «religion» (Google Ngram)

Come provare scientificamente che una religione è quella vera

Nel suo articolo «Religion's Claim to be Non-Disprovable» («La pretesa della religione di essere inconfutabile»), Eliezer S. Yudkowsky, un ricercatore al Singularity Institute for Artificial Intelligence, affronta il tema della verificabilità o meno della religione.

Quello che ha catturato la mia attenzione è stata la sua presentazione del più antico esperimento scientifico «moderno»: un esperimento per verificare se una religione sia vera, preso direttamente dall'Antico Testamento!

L'esperimento di Elia

Sacrificio di Elia, dalla sinagoga di Dura Europos
L'episodio in questione è quello di Elia e dei sacerdoti di Baal (Primo libro dei Re, 18:17-40) . Il profeta Elia si reca dal re Acab e dal popolo di Israele tutto e li accusa di aver abbandonato il culto di Yahweh in favore di quello di Baal (18:17-21).

Poiché il popolo tentenna, Elia decide di dimostrare agli Israeliti che Yahweh è il vero Dio, e che Baal è quello falso.

Elia da una parte e quattrocentocinquanta sacerdoti di Baal dall'altra erigeranno due altari e vi scanneranno sopra due giovenchi, ma senza accendere il fuoco per l'olocausto; sarà il vero Dio ad accendere il fuoco dell'altare a lui dedicato:
22 Elia aggiunse al popolo: «Sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. 23 Dateci due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l'altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. 24 Voi invocherete il nome del vostro dio e io invocherò quello del Signore. La divinità che risponderà concedendo il fuoco è Dio!». Tutto il popolo rispose: «La proposta è buona!».

martedì 18 gennaio 2011

Giovanni Paolo II non è ancora santo, ma già sono pronte le reliquie

Papa Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyła, procede speditamente verso la canonizzazione: sarà infatti proclamato beato il prossimo 1° maggio. Sebbene la procedura di canonizzazione sia stata accelerata, Wojtyła non è ancora santo, ma già sono pronte le reliquie...

In particolare, il cardinale Stanisław Dziwisz, amico e segretario del defunto Papa e oggi arcivescovo di Cracovia, ha fatto preparare una fiala di sangue di Wojtyła, in modo che sia pronta per l'esposizione subito dopo la beatificazione.

Il sangue fu prelevato pochi giorni prima della morte di Wojtyła, allo scopo di effettuare delle analisi al Policlinico Gemelli a Roma, ed è poi giunto nelle mani di Dziwisz.

La fiala sarà incastonata nell'altare di una chiesa di Cracovia, all'interno di una teca di cristallo, come riportato da Piotr Sionko, portavoce del «Centro Giovanni Paolo II». Sionko ha affermato:
Si tratta di una proposta del cardinale, è dell'opinione che si tratti della più preziosa reliquia di Giovanni Paolo II e che debba essere il punto focale della chiesa.
La chiesa che ospiterà la reliquia diventerà il centro dedicato al culto della memoria e del pensiero di Wojtyła e comprendente un museo, un istituto con annessa biblioteca, una cappella con oratorio e un centro conferenze.



L'idea di ricavare delle reliquie di Giovanni Paolo II, da conservare in Polonia, non è nuova: già poco tempo dopo la sua morte, funzionari polacchi avevano proposto di asportare il cuore dal cadavere tumulato a Roma e di portarlo a Cracovia; la cosa poi non era andata in porto per l'opposizione vaticana.

L'esposizione del sangue di Wojtyła, e la conseguente creazione di un centro di pellegrinaggio dedicato al Papa polacco nella sua terra, non ha riscosso un consenso unanime. Krzysztof Madel, un gesuita polacco che si è dichiarato contrario all'esposizione della reliquia, ha infatti affermato:
La tradizione delle reliquie viene dalla pratica medioevale di insegnare la Bibbia attraverso immagini e simboli, ma nel mondo razionale moderno il messaggio dovrebbe giungere piuttosto attraverso l'insegnamento della vita di qualcuno.


Credo che non si possa che essere d'accordo con Madel, anche se il fiorente giro d'affari intorno a santi come Padre Pio (con annessa tomba d'oro) non promette nulla di buono.

Fonte: «John Paul II's blood to be relic in Polish church», Associated Press, 17 gennaio 2011. Un ringraziamento ad Antonio Lombatti per la segnalazione.

«Il Vaticano chiese ai vescovi irlandesi di non denunciare alla polizia gli abusi dei preti»

Copia della lettera. Fonte: AP
La televisione irlandese RTE ha reso pubblica una lettera risalente al 1997, inviata dal Vaticano ai vescovi cattolici irlandesi per avvisarli di non riportare tutti i sospetti di abusi su minori alla polizia. La lettera dimostra come il Vaticano volesse che tutte le accuse di molestie su minori fossero indagate, ed eventualmente punite, dalla Chiesa stessa, senza che vi fosse il coinvolgimento delle autorità civili; si tratta di un colpo serio per la posizione vaticana, secondo la quale la Chiesa non ordinò mai ai vescovi di nascondere prove o sospetti alla polizia.

La lettera si inserisce nel quadro della politica vaticana riguardo la gestione degli abusi in Irlanda. Due rapporti d'indagine pubblicati nel 2009, e riguardanti in particolare l'arcidiocesi di Dublino e gli istituti per bambini, hanno dimostrato come in Irlanda per decenni, a partire dagli anni '30, la Chiesa abbia coperto casi di presunti abusi su decine di migliaia di bambini. Un terzo rapporto, riguardante la diocesi di Cloyne, sarà pubblicato nei prossimi mesi.

Quel che è certo, è che i prelati irlandesi presero a riportare alla polizia i casi di molestie su minori da parte dei sacerdoti cattolici solo a partire dalla metà degli anni '90; in particolare fu nel 1996 che la conferenza episcopale irlandese pubblicò un documento con la quale rendeva nota la sua intenzione di denunciare alle autorità giudiziarie i casi di cui i vescovi fossero venuti a conoscenza.

La lettera appena scoperta fu inviata nel 1997, dunque un anno dopo il rivoluzionario documento irlandese, dall'arcivescovo Luciano Storero, Nunzio Apostolico in Irlanda. In essa, Storero rendeva noto che la Congregazione per il Clero aveva stabilito che la politica irlandese di denunciare automaticamente le accuse di abuso «fa sorgere serie riserve di natura sia morale sia canonica», e che come tale non era riconosciuta dal Vaticano; Storero ricordava nella lettera che la legge canonica, secondo la quale le accuse di abusi devono essere gestite internamente alla Chiesa, «deve essere seguita meticolosamente». Storero aggiungeva anche che se un vescovo avesse denunciato un sacerdote sospettato di abusi su minori alla polizia, la Congregazione del Clero avrebbe potuto annullare le sue disposizioni riguardo al prete sospettato.

Oltre a quello del 1996, la Chiesa irlandese ha pubblicato altri due documenti riguardanti la denuncia di casi di abuso su minore alle autorità civili; nessuno di questi tre documenti è mai stato approvato dal Vaticano, e, secondo alcune testimonianze, sembra sempre più probabile che alcuni vescovi irlandesi abbiano continuato a seguire le disposizioni contenute nella lettera vaticana del 1997 ancora nel 2008.

Cionondimeno nella sua lettera pastorale del 2010, Joseph Ratzinger ha addossato ai vescovi irlandesi la colpa della gestione dei casi di abusi, affermando che i prelati irlandesi non avrebbero seguito la legge canonica.

Poiché la difesa del Vaticano nelle dozzine di processi intentati negli Stati Uniti contro i preti molestatori si è basata appunto sulla negazione di ogni intervento vaticano in favore dell'insabbiamento delle prove, questa lettera potrebbe avere ripercussioni molto serie nei processi per abusi.

Aggiornamento: la lettera è stata pubblicata dal New York Times.

Fonte: «Vatican warned Irish bishops not to report abuse», Associated Press, 18 gennaio 2010. Un ringraziamento ad Antonio Lombatti per aver riportato questa notizia.

Due risate

Gasparri: “Fini è ateo!”. Non esageriamo, ha solo rotto l’alleanza.

Provare profumi da donna fa diventare gay”, ha detto l’arcivescovo di Trento. Ma un buon dopobarba annulla l’effetto.

Nasce la banca del Vaticano. È tutta intorno a noi.

L’istituto bancario è stato fortemente voluto da Benedetto XVI. Per rimettere a noi i suoi debiti.

Presto in circolo l’euro con l’effige del Papa. Sai che gusto comprarci i preservativi.

Ratzinger: C’è Dio dietro il Big Bang”. Tana! (mikyag)

Il Papa: “L’educazione sessuale minaccia la religione”. Allora funziona! (milingopapa)

Secondo il pontefice l’educazione sessuale dei giovani sarebbe un ostacolo alla religione. In effetti quelli che capiscono fanno molta più resistenza. (virgilio natola)

Ratzinger: “La libertà religiosa è minacciata dall’educazione sessuale”. E anche il bidet ha le sue colpe. (sentiunpo)

(L’educazione sessuale è una minaccia per la fede. In effetti malati di Aids pregheremmo tutti di più) (marissa)

Ratzinger: “Dio non si trova con un telescopio”. Basta un paio di paraocchi. (slopero)

Monsignor Fisichella [sul caso Berlusconi-Ruby]: “La figa è la figa”. (trivela)
Da Spinoza, «I feel fine», «Fiatone», «Così va la vita», «First lady». Limitatamente al web, il contenuto di Spinoza è coperto da licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia.

Il Salmo del giorno

Salmo 58 (57 nell'edizione CEI qui riportata).

1 Al maestro del coro. Su «Non distruggere».
Di Davide. Miktam
.
2 Rendete veramente giustizia o potenti,
giudicate con rettitudine gli uomini?
3 Voi tramate iniquità con il cuore,
sulla terra le vostre mani preparano violenze.
4 Sono traviati gli empi fin dal seno materno,
si pervertono fin dal grembo gli operatori di menzogna.
5 Sono velenosi come il serpente,
come vipera sorda che si tura le orecchie
6 per non udire la voce dell'incantatore,
del mago che incanta abilmente.
7 Spezzagli, o Dio, i denti nella bocca,
rompi, o Signore, le mascelle dei leoni.
8 Si dissolvano come acqua che si disperde,
come erba calpestata inaridiscano.
9 Passino come lumaca che si discioglie,
come aborto di donna che non vede il sole.
10 Prima che le vostre caldaie sentano i pruni,
vivi li travolga il turbine.
11 Il giusto godrà nel vedere la vendetta,
laverà i piedi nel sangue degli empi.
12 Gli uomini diranno: «C'è un premio per il giusto,
c'è Dio che fa giustizia sulla terra!».

Testo da laparola.net.

sabato 15 gennaio 2011

Una fatwa contro le violenze anti-cristiane in Iraq

Alcuni dei maggiori esponenti musulmani e cristiani iracheni si sono riuniti a Copenhagen per trovare una soluzione comune alle violenze contro le comunità cristiane del Paese. Alla tre giorni organizzata dalla Fondazione per il Soccorso e la Riconciliazione nel Medio Oriente (FRRME) hanno partecipato rappresentanti dei sunniti, degli sciiti, dei curdi, dei saadristi e dei cristiani.

Al termine della riunione, i musulmani hanno pronunciato una fatwa contro le violenze ai danni dei cristiani. «La fatwa condanna tutte le atrocità contro i cristiani e sottolinea che questi atti omicidi sono totalmente in contrasto con il Corano», ha dichiarato uno dei partecipanti all'incontro.

I partecipanti hanno prodotto tredici raccomandazioni, tra cui l'invito ai governi a «criminalizzare tutti gli incitamenti alla violenza settaria e religiosa e alla propagazione della cultura dell'odio», e hanno chiesto al governo iracheno di portare la questione all'ordine del giorno della prossima riunione della Lega araba, che si terrà a marzo a Baghdad.

Come si può vedere, il modo migliore di affrontare i contrasti tra opposte religioni a livello mondiale è quello di lavorare insieme per condannare la violenza, da qualunque parte essa venga. Le ritorsioni e la chiusura non servono a migliorare il mondo in cui viviamo.

giovedì 13 gennaio 2011

Compassione, rabbia e indifferenza: Gesù, la guarigione del lebbroso e i moderni esegeti

Ho notato che il vangelo di oggi è un brano tratto dal Vangelo secondo Marco, precisamente l'episodio del lebbroso guarito da Gesù presente nel primo capitolo. Siccome si tratta di un problema di critica testuale ben noto e interessante e che stavo proprio pensando di scriverci un post, mi è sembrato che si trattasse di un segno inequivocabile!

Il brano è il seguente:
40 Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!».
41 Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!».
42 Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.
43 E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: 44 «Guarda di non dir niente a nessuno, ma va', presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro».
45 Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte. (Vangelo secondo Marco, 1.40-45, edizione CEI
Casualmente stavo sfogliando proprio l'altro giorno in libreria la Bibbia TOB in versione italiana; tra le Bibbie in italiano è l'unica (a mia memoria) che faccia notare una variante molto interessante del versetto 1.41.

La traduzione CEI, infatti, utilizza un testo greco in cui al versetto 41 sta scritto che Gesù stese la mano σπλαγχνισθεὶς, splagchnistheìs, «mosso da pietà o compassione». Il lebbroso supplica in ginocchio Gesù, dicendogli «Se vuoi, puoi guarirmi!» e Gesù lo guarisce perché è mosso a compassione dalla sua richiesta.

Vi sono però alcuni manoscritti antichi, tra cui il famoso Codex Bezae, confermati dalla testimonianza di un antico commentatore come Efrem il Siro, secondo la quale Gesù stese la mano ὀργισθεὶς, orgistheìs; si tratta di un cambiamento non da poco, in quanto se questa fosse la lezione corretta, Gesù avrebbe guarito il lebbroso in quanto «arrabbiato, furioso»!

Tutte le traduzioni italiane assumono che il testo originario fosse «mosso da compassione», ma la maggioranza (sebbene non l'unanimità) dei critici testuali ritiene che l'originale fosse invece «arrabbiato».

martedì 11 gennaio 2011

«Perdona loro perché non sanno quello che indossano»

laRepubblica.it dà la notizia di un «raid» per le strade di Milano di un'altrimenti ignota associazione "culturale". Lo scopo dell'azione è stato quello di affiggere degli striscioni con la scritta «Pubblicità blasfema - Vergogna!» sui manifesti pubblicitari di una marca di abbigliamento, raffiguranti un uomo morto crocifisso e lo slogan «Perdona loro perché non sanno quello che indossano / Dio salvi il Made in Italy».


Il coordinatore provinciale del Pdl, Romano La Russa (fratello del più famoso Ignazio), ha dichiarato:
E’ assolutamente immorale utilizzare il nostro Signore per fare pubblicità – sostiene La Russa - E’ un’offesa per tutti cattolici, e non solo, far uso del crocifisso per scopi commerciali. Vorrei sapere cosa sarebbe successo se al posto dei simboli cattolici fosse stata realizzata una pubblicità con raffigurazioni legate all’Islam

Alcuni appunti sulla situazione.
  1. Ancora una volta dei credenti rivendicano il diritto a non sentirsi offesi; come già detto in passato, si tratta di un diritto differente dal diritto a non essere offesi e di una pretesa inaccettabile (che, tra l'altro, non sono certo disposti a concedere reciprocamente agli altri), tanto più se viene usata per impedire agli altri di esprimersi.
  2. Quando si tratta di difendere il crocifisso nelle aule, i credenti ci tengono a farci sapere che il crocifisso sta lì a rammentare il patrimonio culturale della Nazione; in casi come questo, invece, si inalberano in quanto cristiani, rendendo palese il fatto che si tratta di un simbolo religioso. Che decidano quale dei due significati ha quel simbolo una volta per tutte.
  3. L'altrimenti ignota associazione "culturale" afferma di rifarsi ai valori della cultura occidentale ed europea; qualcuno dovrebbe informarli che la libertà di espressione fa parte della cultura occidentale, anzi, la caratterizza, mentre il concetto di «blasfemia» è il retaggio di un oscuro passato.
  4. La Russa chiede cosa sarebbe successo nel caso il manifesto avesse usato simboli islamici; rispondo io: come minimo minacce di morte e violenza, nel caso peggiore morti e violenze reali.  E' forse questo il modello che La Russa e i suoi amici hanno in mente?

lunedì 10 gennaio 2011

Affermazioni incredibili a confronto: i due pesi e le due misure dei credenti

Sul sito Common Sense Atheism, Luke Muehlhauser fa notare come i credenti utilizzino due pesi e due misure nel valutare le affermazioni incredibili.

Lo spunto è una citazione di Richard Carrier, tratta dal capitolo «Why the Resurrection is Unbelievable» («Perché la resurrezione non è credibile») del libro The Christian Delusion:
Cinquant'anni dopo la fine delle Guerre persiane nel 479 a.C., Erodoto di Alicarnasso chiese a numerosi testimoni oculari e ai loro figli informazioni sulle cose che accaddero in quegli anni, e scrisse un libro a riguardo. Sebbene mostri spesso una mente critica e scettica, talvolta dichiarando il nome delle sue fonti e persino mettendone in dubbio l'affidabilità di fronte a racconti sospetti o in conflitto tra loro, cionondimeno riporta senza ombra di dubbio che il tempio di Delfi si difese magicamente con armi animate, fulmini e pareti rocciose che collassavano; che al sacro albero di ulivo di Atene, sebbene bruciato dai Persiani, crebbe un nuovo ramo lungo un braccio in un solo giorno; che una miracolosa marea spazzò via un intero contingente persiano dopo che questo aveva dissacrato un'immagine di Poseidone; che un cavallo partorì un coniglio; e che un'intera città fu testimone della risurrezione di massa di pesce cucinato!

sabato 8 gennaio 2011

I musulmani egiziani partecipano alle messe copte come «scudi umani» contro gli attentati

A capodanno, 32 cristiani copti egiziani sono morti, e altri 97 sono rimasti feriti, in un attentato ad Alessandria d'Egitto. Un'autobomba è infatti esplosa davanti ad una chiesa subito dopo la fine della messa di capodanno.

L'attentato, della cui organizzazione si sospetta Al Qaida, rientra nell'atteggiamento di persecuzione, più o meno velata, della popolazione copta da parte di alcuni fondamentalisti musulmani. I copti, infatti, sono un gruppo minoritario ma numeroso in Egitto, e negli ultimi anni sono stati bersaglio di diversi attentati (tra cui l'attentato di Nag Hammadi del gennaio 2010 e quello di Kosheh del 2000).

A seguito della strage, in Europa e in tutto il mondo si sono levate voci a favore dei copti; d'altro lato, alcuni esponenti musulmani egiziani hanno reagito veementemente contro quella che hanno percepito essere un'ingerenza negli affari egiziani. Insomma, i contrasti tra musulmani e cristiani che stanno diventando sempre più frequenti recentemente.

Manifestante musulmana dimostra contro gli attacchi alla
chiesa copta portando i simboli dell'Islam e del Cristianesimo
Fortunatamente, però, ogni tanto arrivano notizie positive. Il magnate Mohamed El-Sawy ha sensibilizzato l'opinione pubblica egiziana in favore dei copti, proponendo che i musulmani partecipassero alle messe copte come «scudi umani» contro possibili attentati. «O vivremo insieme, o moriremo insieme», ha affermato El-Sawy.

La proposta ha riscosso ampio successo, e il giornale Ahram Online ha riportato che:
Tra gli scudi vi erano le star del cinema Adel Imam e Youssra, il popolare predicatore Amr Khaled, i due figli del presidente Hosni Mubarak, e migliaia di cittadini che hanno detto di considerare l'attacco come diretto contro tutto l'Egitto.
«Non si tratta di noi e loro», ha detto Dalia Mustafa, studente che ha partecipato alla messa alla chiesa della Vergine Maria a Maraashly. «Siamo una cosa sola. Questo è stato un'attacco contro l'intero Egitto, e io sto dalla parte dei copti perché l'unico modo in cui le cose cambieranno in questo paese è stando uniti».
Nei giorni seguenti l'attacco, vi sono state numerose manifestazioni di solidarietà tra copti e musulmani, con manifesti inneggianti all'unità che raffigurano moschee e chiese, mentre molti egiziani hanno cambiato le proprie immagini su Facebook con una croce all'interno della luna crescente in segno di unità.

Forse non tutto è perduto.

Fonte: Yasmine El-Rashidi, «Egypt's Muslims attend Coptic Christmas mass, serving as "human shields"», Ahram Online, venerdì 7 gennaio 2011.

venerdì 7 gennaio 2011

«Ciò che tu vuoi, Dio lo vuole»

Questo post è una libera traduzione di: Rees T (2009), «What you want, god wants», Epiphenomenon. Come l'originale, questo post è rilasciato sotto licenza Creative Commons by-sa 2.0.

In genere le persone religiose hanno un'idea chiara di cosa Dio voglia: un credente sa, nella maggior parte dei casi, se Dio è favorevole o meno all'aborto, al divorzio, al matrimonio tra omosessuali, all'eutanasia, eccetera. Ma come fanno a saperlo? In che modo Dio comunica loro le proprie volontà?

La risposta canonica è che ciò avvenga attraverso il libro sacro della religione cui il fedele appartiene, libro dal quale deriva, più o meno mediata da autorità dottrinali, la conoscenza del volere di Dio. Il problema di questa risposta è che non è facilmente riconciliabile col fatto che non tutti i credenti nella stessa religione hanno la stessa identica  idea di ciò che Dio vuole.

Una serie di studi di Nicholas Epley, dell'Università di Chicago, suggeriscono una risposta differente: le singole persone proiettano le proprie opinioni e credenze su Dio.

Il modo in cui Epley e i suoi colleghi hanno operato è stato quello di manipolare le convinzioni di alcune persone e vedere come questo modificava ciò che ritenevano fosse la volontà di Dio.

sabato 1 gennaio 2011

Credenti e laici: maggioranza contro democrazia

Segnalo l'articolo di Matteo Winkler sul sito de Il Fatto Quotidiano, “Il crocifisso secondo Zagrebelsky”; dall'articolo riprendo uno stralcio del libro Scambiarsi la veste. Stato e Chiesa al governo dell’uomo, di Gustavo Zagrebelsky:
Nel quadro di una democrazia liberale e pluralista, l’eventuale pretesa di una qualunque religione rivelata di portare i suoi dettami etici – in quanto tali, cioé in quanto religiosi – a fondamento di decisioni pubbliche, o di farli valere come pietre di paragone per valutarne la legittimità, sarebbe totalmente ingiustificata. (…)

Se ciò accadesse, si violerebbe l’uguale libertà di tutti coloro che non appartengono alla medesima fede religiosa, i quali si vedrebbero posposti nella scala della cittadinanza. Sarebbero cittadini a minor o nullo titolo. Non è qui questione del diritto della maggioranza di prevalere sulla minoranza, diritto ovviamente essenziale nella democrazia. E’ questione della natura degli argomenti che possono entrare legittimamente nel dibattito pubblico, il dibattito che, alla fine, troverà consacrazione in decisioni politiche destinate al valere obbligatoriamente per tutti i cittadini.

Non c’è nessuna maggioranza, per quanto ampia sia, che con la sua forza possa validare retrospettivamente argomenti invalidi dal punto di vista della democrazia. Per nulla paradossalmente, una deliberazione politica assunta in base a una fede religiosa è esercizio di tanta maggior violenza quanto più è forte la maggioranza che schiaccia la minoranza. Di fronte a una decisione motivata, direttamente ed esclusivamente, in base a precetti d’una qualunque religione (“Dio lo vuole”), la coscienza laica ha a sua volta il diritto di levare i suoi propri “non possumus”.

Faccio miei gli auguri di Winkler:
Che il 2011 sia, per tutti, un anno di laicità anche nel nostro scalcagnato Paese. Di persuasione e non d’imposizione delle idee; di vera accoglienza del prossimo, non di bigotta formulazione d’accuse di relativismo o nichilismo; di amore, non quello partitico, ma quello dei tanti che lo danno e lo fanno davvero. Buon anno a tutti.