venerdì 18 febbraio 2011

I sacerdoti australiani avvertono: la nuova traduzione della liturgia allontanerà i fedeli dalla Chiesa

Sempre tramite il blog di Antonio Lombatti (dovrò pagargli i diritti), sono venuto a sapere di una «rivolta» minacciata dai sacerdoti cattolici australiani, i quali si rifiutano di adottare la nuova traduzione inglese del messale, che entrerà in vigore a novembre, perché ritengono che allontanerà i fedeli.

Il gioco della bottiglia

La nuova traduzione dal latino, che da una parte è considerata più poetica e più simile all'originale latino, è criticata da qualche centinaio di sacerdoti come «una versione antiquata, artificiosa e meno politicamente corretta che ignora l'inglese moderno e potrebbe allontanare ancor di più i cattolici dalla Chiesa».

Tra i problemi di questa traduzione citati dai detrattori, ci sono alcune nuove traduzioni a mio parere innocue, come «Il Signore sia con voi - E con il tuo spirito» invece di «E anche con te», altre, invece, più significative.

Il Credo, in particolare, ha ricevuto una rinfrescata: invece di iniziare con «Crediamo», i fedeli dovranno pronunciare un  più corretto «Credo»; inoltre, dovranno dire di credere in un Figlio «consustanziale col Padre», invece che «di un solo essere [one being] col Padre».

Il miracoloso Nicola

Tramite il blog di Antonio Lombatti, sono venuto a sapere di una icona miracolosa.

La miracolosa icona, conservata a San Pietroburgo, raffigura lo zar Nicola II ed è oggetto di culto in quanto secerne mirra!

L'icona è una copia di un'altra icona, dipinta negli Stati Uniti nel 1997, e raffigura l'ultimo zar, canonizzato dalla Chiesa ortodossa russa nel 2000.

Avrei una domanda per i miei lettori cattolici: come spiegano questa miracolosa icona di un santo non cattolico? Perché Dio dovrebbe far trasudare mirra dall'icona di un imperatore non cattolico, canonizzato da una Chiesa diversa da quella cattolica? E perché dovrebbe concedere (eventualmente) miracoli a chi prega questo santo?

Fonte: «Russians worship 'miraculous' icon of tsar», Yahoo! News, 17 febbraio 2011.

giovedì 17 febbraio 2011

«Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla»

Il titolo di questo post sono le parole pronunciate da Giordano Bruno alla fine della lettura della sentenza di condanna per eresia.

Relief Bruno Campo dei Fiori n1

Bruno fu condannato a morte per avere delle posizioni contrarie alla dottrina cattolica e per essersi rifiutato di abiurarle (come invece fece Galileo Galilei). Fu arso vivo il 17 febbraio 1600, 411 anni fa, a Roma, a Campo de' Fiori.

A 400 anni di distanza da quella terribile e infamante condanna a morte, la Chiesa ha fatto marcia indietro. Ma non troppo:
Nel 400esimo anniversario della morte di Bruno, il cardinale Angelo Sodano dichiarò che la morte di Bruno era un «triste episodio». Malgrado il dispiacere, difese i persecutori di Bruno, sostenendo che gli inquisitori «avevano il desiderio di preservare la libertà e di promuovere il bene comune e fecero tutto ciò che era possibile per salare la sua vita», cercando di farlo abiurare e facendo poi appello contro la pena capitale presso le autorità secolari di Roma. («Giordano Bruno», Wikipedia)
Sottolineato il fatto che all'epoca a Roma comandava il Papa, credo che, a oltre quattro secoli di distanza, siano ancora i persecutori a dover tremare per quella sentenza e per quello che significa per la Chiesa.


Brunostatue

Sul luogo del suo martirio sorse nel 1899 una statua a lui dedicata, che oggi è al centro di una vivace piazza frequentata da gente del posto, turisti e avventori. L'erezione della statua fu però travagliata.
Nel penultimo decennio del 1800 un Comitato internazionale, costituito fra gli altri da Ernst Renan, Victor HugoHerbert Spencer e Silvio Spaventa, si fa promotore dell'iniziativa di erigere un monumento in memoria del filosofo. Il potere ecclesiastico si oppose fermamente a tale iniziativa, e la cosa degenerò quando, nel gennaio 1888, una manifestazione di studenti in favore del monumento fu repressa dalla polizia. A dicembre finalmente il Consiglio comunale concesse l'autorizzazione e lo spazio in piazza Campo de' Fiori, dopo che anche l'allora capo del governo Francesco Crispi ebbe espresso parere favorevole. Il 9 giugno 1889 il monumento, opera dello scultore massone Ettore Ferrari, viene finalmente inaugurato.

Papa Leone XIII, che aveva addirittura minacciato di lasciare Roma, rimase l'intero giorno inginocchiato davanti alla statua di San Pietro, pregando contro «la lotta ad oltranza contro la religione cattolica». («Giordano Bruno», Wikipedia)

giovedì 10 febbraio 2011

Un ateo il giorno del Giudizio universale

Questa è una traduzione del racconto «An Atheist on Judgment Day», scritto da Adrian Barnett, e pubblicato da Adrian Hayter sul sito The Atheist Blogger. È una storia che racconta di un ateo di fronte a Dio il giorno del Giudizio universale.

Judgement Day

La fila sembrava prolungarsi all'infinito. Centinaia di milioni di anime, che attendevano pazientemente il loro turno per giungere davanti al trono. Il giorno... Beh, il giorno è il quello del Giudizio universale, quindi non è su nessun calendario. La fila di persone si svolge giù dalla montagna, attraverso la valle e via in gran lontananza. Tutti, nella fila, possono vedere la destinazione finale, sul picco della montagna. Cento miglia davanti a loro, possono vederla perfettamente chiara. E attendono, muovendosi in avanti un paio di passi alla volta. Verso Dio e la Decisione.

In testa alla fila troviamo un giovane cristiano, con un'espressione di riverenza e gioia. Dietro di lui, un'atea, dall'aspetto alquanto attonita, che esamina una foglia presa da un cespuglio lì vicino, mentre cerca di decidere se è reale o meno. Il paradiso, pensa, dovrebbe essere più bianco, con più ghiaccio secco che turbina in aria; non ricordare una collina gallese in una giornata calda.

Il cristiano fa un passo avanti per essere giudicato.

«Ciao Martin». La voce di Dio è calma e gentile mentre parla.

«Ehm... Salve, Signore». La voce di Martin è nervosa, una dozzina di emozioni si scontrano tra loro per occupare la sua mente contemporaneamente.

«Ci siamo. Questo è il momento in cui decido cosa sarà di te, Martin. In vita, eri un cristiano». Era un'affermazione, non una domanda.

«Lo ero, Signore. E lo sono ancora. Lo sono stato per tutta la mia vita. Ho dedicato me stesso al tuo servizio».

«Dimmi, Martin. Perché eri cristiano? Perché hai creduto in me?»

Le lezioni di religione perdono metà degli studenti a causa dei corsi di etica laica. In Australia

Tre mesi fa, avevo dato notizia dei corsi di etica laica introdotti in alcune scuole australiane, dove sono andati ad affiancare i corsi di religione (si veda l'articolo «Insegnamento dell'etica nelle scuole pubbliche australiane»).

Si tratta di corsi il cui scopo è permettere ai bambini di «imparare a pensare criticamente, a discutere di ciò che è giusto e sbagliato, e a trattare temi filosofici di livello adatto; i corsi evitano esplicitamente di inculcare particolari precetti morali nei bambini».

In un certo senso, si tratta dell'equivalente laico della SRE (l'ora di religione australiana), nel senso che ha lo scopo di far impratichire i bambini con le questioni di etica; in un altro senso, però, è diametralmente opposta, in quanto non si inculca ai bambini una particolare visione del mondo.

Ma mi era sfuggita una notizia: cosa è successo nelle scuole in cui la sperimentazione dell'ora di etica laica è stata avviata? Il 47% degli studenti dei corsi di SRE (protestante) sono passati al nuovo corso. La metà degli studenti che prima seguivano un corso di indottrinamento in una particolare visione morale ha scelto di avvalersi di un corso che insegni i fondamentali dell'etica senza inculcare alcuna visione particolare.

In Italia, la Chiesa cattolica ha il monopolio dell'ora di religione (che infatti è chiamata «Insegnamento della religione cattolica», IRC); teoricamente, la scuole sarebbero autorizzate a offrire insegnamenti alternativi per gli studenti che non intendono avvalersene, ma in pratica, la cronica mancanza dei fondi, che però non si avvera mai nel caso della IRC, implica che queste ore alternative non siano quasi mai offerte.

Dunque ribadisco la richiesta che feci all'epoca del primo articolo, alla luce del successo che questi corsi hanno avuto in Australia: non si potrebbe organizzare un'ora alternativa di etica in Italia?

Intanto c'è una campagna per il rispetto della legge sull'ora alternativa: Progetto ora alternativa.


Giusto per completezza di informazione, riporto che ad allarmarsi per il successo dei corsi di etica laica sono le organizzazioni religiose, quelle che fino ad ora avevano il monopolio dell'etica e che insegnavano agli studenti la loro versione della morale (e poi si lamentano della mancanza di libertà di educazione!).

La diocesi anglicana di Sidney ha infatti aperto un sito dedicato alla raccolta di fondi per «proteggere la SRE». Secondo questo sito, la perdita dell'educazione religiosa comporterebbe il rischio «di perdere la vera e fondamentale etica che ha sostenuto la struttura morale dell'Australia per centinaia di anni». Chissà che non sia una cosa positiva.

Fonti: Jacqueline Maley, «Scripture classes lose half of students to ethics, say Anglicans», The Sidney Morning Herald, 8 maggio 2010.

martedì 8 febbraio 2011

Infibulazione e circoncisione: due pesi e due misure?

Infibulazione

Il 6 febbraio era la Giornata mondiale contro le mutilazioni femminili. 8000 bambine, ogni giorno, subiscono l'infibulazione, la mutilazione chirurgica degli organi sessuali.

Spesso queste operazioni sono effettuate in condizioni sanitarie spaventose, con strumenti rudimentali - «senza anestesia, con coltelli, lame di rasoio, vetri rotti o forbici» - e per mano di personale non esperto; il risultato è, in molti casi, un gravissimo danno per la salute della bambina, con drammatici problemi per la sua vita sessuale e pericoli ancor maggiori in caso di parto.

Il problema non riguarda solo le bambine del Corno d'Africa, la zona dove questa pratica barbara ha origine, ma anche le immigrate nei paesi occidentali. Secondo Aldo Morrone, direttore dell'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), «In Italia, ogni anno ci sono 2000-3000 bambine a rischio di essere infibulate»; a partire dal 1996, solo a Roma, 10.000 donne hanno fatto ricorso alle cure mediche a seguito di complicazioni.

lunedì 7 febbraio 2011

«Il presente distratto del futuro beato»

La riporto pari-pari dal sito dell'UAAR, perché la trovo molto pungente. È una riflessione di Luciano Vanciu sul grave incidente accaduto al pilota di Formula 1 Robert Kubica.

Robert Kubica, pilota di Formula Uno, è rimasto gravemente ferito ieri nel corso del Rally delle Ronde di Andora, in Liguria. L’incidente in cui è incorso gli ha provocato fratture multiple: è concreto il rischio di perdere una mano e di considerare conclusa la sua carriera agonistica.

Kubica è molto devoto a Giovanni Paolo II, tanto da portarne il nome sul casco con cui gareggia.

Lo schianto di ieri è avvenuto contro il muro di una chiesa.

A voler essere cattivi, evidentemente l'incidente del pilota polacco è arrivato troppo tardi per la beatificazione e troppo presto per la canonizzazione.

(Scusate il cinismo, ma è troppo semplice chiamare in causa Dio quando le cose vanno bene, e dimenticarsene quando vanno male. Auguro a Kubica di guarire, ma sono certo che se lo farà sarà stato per un misto di fortuna nella dinamica dell'incidente e di bravura dei medici.)

Fonte: «Il presente distratto del futuro beato» UAAR Ultimissime.

«Non c'è crimine per coloro che hanno Cristo»

Shenoute era un monaco cristiano egiziano, vissuto all'inizio del V secolo, famoso per aver fondato un monastero e per la sua lotta contro il paganesimo. È uno dei più importanti santi della Chiesa copta. Tra i suoi avversari vi fu il ricco Gesio:
Shenoute e i suoi seguaci presero la legge nelle loro mani, saccheggiarono la casa del pagano e distrussero i suoi idoli. In risposta all'accusa di lesteia — banditismo, crimine, violenza illegale —avanzatagli contro dal magnate, Shenoute proclamò che «non c'è crimine per coloro che hanno Cristo». Questa affermazione esprime chiaramente un paradigma di estremismo religioso, una fede nel fatto che il giusto zelo per Dio trascenda considerazioni sulla legge e l'ordine terreni.
Il brano precedente è estratto dal libro di Michael Gaddis sulla violenza religiosa nell'Impero romano cristiano, intitolato opportunamente There Is No Crime for Those Who Have Christ - Religious Violence in the Christian Roman Empire (University of California Press, 2005, ISBN 0-520-24104-5).