martedì 30 novembre 2010

Contraddizioni evangeliche: la natività di Gesù (versione di Matteo)

Questo articolo contiene il riassunto per punti della narrazione della natività di Gesù secondo la versione tramandata dal Vangelo secondo Matteo.

È un articolo concepito come ausilio all'articolo sulle contraddizioni evangeliche nella narrazione della nascita di Gesù («Contraddizioni evangeliche: la natività di Gesù»), ma credo sia utile anche da solo. Tenendo separata la narrazione di Matteo da quella lucana, è infatti possibile notare sia l'originalità di Matteo rispetto a Luca, sia le sue caratteristiche narrative peculiari, sia l'intento teologico dell'autore.

Eventi della natività secondo Matteo

La narrazione della natività tramandata da Matteo può essere suddivisa in sei parti: la genealogia di Gesù e cinque eventi salienti.

Contraddizioni evangeliche: la natività di Gesù (versione di Luca)

Questo articolo contiene il riassunto per punti della narrazione della natività di Gesù secondo la versione tramandata dal Vangelo secondo Luca.

È un articolo concepito come ausilio all'articolo sulle contraddizioni evangeliche nella narrazione della nascita di Gesù («Contraddizioni evangeliche: la natività di Gesù»), ma credo sia utile anche da solo. Tenendo separata la narrazione di Luca da quella matteana, è infatti possibile notare sia l'originalità di Luca rispetto a Matteo, sia le caratteristiche narrative peculiari, sia l'intento teologico dell'autore.

Eventi della natività secondo Luca

Nella narrazione del Vangelo secondo Luca, la nascita di Gesù è intrecciata con quella di Giovanni Battista, col quale sembra essere imparentato, ed è divisibile in cinque fasi, chiuse dalla genealogia di Gesù.

Contraddizioni evangeliche: la natività di Gesù

La nascita di Gesù è un evento carico di importanza, sia culturale che teologica. Ho toccato questa fase della vita del Gesù storico con il post «Divini concepimenti e umano scetticismo», in cui notavo il fenomeno di sospensione di incredulità che i credenti hanno in eventi miracolosi appartenenti alla loro religione, ma che invece non hanno quando i miracoli sono di altre religioni (un esempio pratico del fenomeno trattato nell'articolo «Crediamo solo in ciò che ci dà ragione»).

Questa volta vorrei dedicarle più attenzione, analizzando le due narrazioni evangeliche, quella tramandata dal Vangelo secondo Matteo e quella conservatasi nel Vangelo secondo Luca; si tratta delle uniche due narrazioni della nascita di Gesù su ventisette libri che compongono il Nuovo Testamento!

La nascita di Gesù fa talmente parte del nostro bagaglio culturale che ciascuno di noi ne conosce la storia: l'annunciazione a Maria, il censimento, il viaggio fino a Betlemme, la nascita nella stalla, gli angeli che si recano dai pastori, le visite dei pastori e quella dei magi, la visita al Tempio e la circoncisione di Gesù, la fuga in Egitto e la strage degli innocenti, e infine il ritorno a Nazaret.

Ma c'è una cosa che molti non sanno, o a cui non danno peso: questa storia non è mai stata narrata da nessuno dei due evangelisti.

Certo, ciascuno di questi elementi si trova in una delle due narrazioni evangeliche, ma la storia che conosciamo non è quella raccontata da Matteo, o quella che Luca conosceva. Vale dunque la pena di indagare per comprendere meglio le differenze tra le due narrazioni.

lunedì 29 novembre 2010

Cammilleri fallisce ancora

Rino Cammilleri ci casca ancora. Come già avvenuto nel caso di Ipazia, la sua foga di screditare quelli che individua come nemici del Cristianesimo lo porta a strafalcioni non da poco. Certo, il nostro si difende rifacendosi all'autorità altrui, ma il problema è che spesso l'altrui non è poi tanto qualificato in materia.

Ma procediamo con ordine.

Come detto, il precedente è Ipazia. In quel caso, descritto in «Ipazia e il diabolico Cammilleri», Cammilleri ricostruiva una certa versione della storia della scienziata alessandrina trucidata da fanatici cristiani, versione molto indulgente nei confronti dei cristiani in quanto derubricava la questione da religiosa a politica. A maggior sicurezza dei suoi lettori, Cammilleri si rifaceva, come fonte storica, a Vittorio Messori.

Indovina chi?

Ecco 22 indizi, in base ai quali indovinare l'identità di un personaggio.

1. Ha detto ai suoi sostenitori di odiare la propria famiglia:
«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo.» Luca, 14:26

2. Ha detto di voler dividere essere venuto a dividere famiglie:
«Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua.» Matteo, 10:35-36

«Voi pensate che io sia venuto a portar pace sulla terra? No, vi dico, ma piuttosto divisione; perché, da ora in avanti, se vi sono cinque persone in una casa, saranno divise tre contro due e due contro tre; saranno divisi il padre contro il figlio e il figlio contro il padre; la madre contro la figlia, la figlia contro la madre; la suocera contro la nuora e la nuora contro la suocera» Luca, 12:51-53

3. Tratta male la propria famiglia:
«E uno gli disse: "Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti". 48 Ma egli rispose a colui che gli parlava: "Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?" E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli!" Matteo, 12:47-49

4. È insensibile ai dolori delle persone:
«Un altro dei discepoli gli disse: "Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre". Ma e gli disse: "Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti".» Matteo, 8:21-22

martedì 23 novembre 2010

Hawking e l'origine dell'universo: Ermanno Bencivenga vs. la Teoria del Tutto

Il nuovo libro di Stephen Hawking, The Grand Design,  ha generato un interessante dibattito, in particolare a causa della sua affermazione che la nascita dell'universo sarebbe un evento necessario e che dunque Dio, inteso come creatore dell'universo, sarebbe inutile.

Nell'articolo «Reazioni alla posizione di Hawking sull'origine dell'universo e su Dio» ho presentato e criticato le reazioni di alcuni scienziati alle parole di Hawking; tra questi vi era il professor Piero Benvenuti, il quale ha gentilmente commentato il mio post, discussione che ha generato l'articolo «Reazioni alla posizione di Hawking sull'origine dell'universo e su Dio: risposta al professor Benvenuti». Ho trattato un'altra critica alla posizione di Hawking nell'articolo «Funes e il confine tra scienza e religione».

Il professor Benvenuti ha organizzato una tavola rotonda intitolata «L'Universo non ha bisogno di Dio?» (9 novembre 2010, Facoltà Teologica, Università degli Studi di Padova), cui ha partecipato anche il filosofo Ermanno Bencivenga. Qui di seguito un articolo scritto da Bencivenga sull'argomento della tavola rotonda e pubblicato su TuttoScienza, supplemento de La Stampa, il 17 novembre.

Calabi-Yau

lunedì 22 novembre 2010

Le spiegazioni teistiche possono funzionare? Testabilità

Il testo seguente è la traduzione di un articolo di John Danaher, autore di Philosophical Disquisitions. Il post originale si intitola «Successful Theistic Explanations (Part 1) - Testability», ed è stato ripubblicato sul blog di Luke Muehlhauser, Common Sense Atheism.

In questo articolo Danaher spiega come Gregory Dawes affronta la testabilità delle ipotesi esplicative teistiche, cioè di quelle spiegazioni che coinvolgono Dio.

Questo articolo fa parte di una serie.


In precedenza ho parlato del Capitolo 5 del libro di Gregory Dawes Theism and Explanation. Ora tratterò il Capitolo 7 di questo libro.

Prima di giungere al cuore di questo capitolo, è importante riepilogare le tesi di base di Dawes, il quale sostiene nel suo libro che il teismo possa essere un'ipotesi esplicativa accettabile. Per essere precisi, può essere una spiegazione intenzionale abduttiva; questo significa che spiegherà eventi e situazioni facendo appello alle intenzioni divine. E ogni intenzione presupposta sarà sottoposta ai vincoli di razionalità e ottimalità. Di questo si discute nel Capitolo 5.

Fino a questo punto del libro, Dawes sostiene di aver stabilito il potere esplicativo del teismo. La considerazione finale riguarda la possibilità che il teismo possa essere una spiegazione soddisfacente; questo necessita di una valutazione della potenziale spiegazione teistica rispetto ad una lista di requisiti delle spiegazioni.

Nel Capitolo 7, Dawes confronta le spiegazioni teistiche con sei requisiti: (i) testabilità; (ii) coerenza con le conoscenze contestuali; (iii) capacità esplicativa del passato; (iv) semplicità; (v) economia ontologica; (vi) capacità informativa.

domenica 21 novembre 2010

Le spiegazioni teistiche possono funzionare? (Indice)

Questa serie di articoli è una traduzione di posts scritti da John Danaher, autore di Philosophical Disquisitions, a proposito del Capitolo 5 del libro Theism and Explanation di Gregory Dawes, in cui si discute l'ammissibilità di «spiegazioni teistiche», cioè che coinvolgono Dio.

La serie è stata anche ripubblicata sul blog di Luke Muehlhauser, Common Sense Atheism


Questa traduzione è rilasciata con la licenza Creative Commons by-nc 3.0, come l'originale.

mercoledì 17 novembre 2010

Le spiegazioni teistiche possono funzionare? L'ottimalità e le sue obiezioni

Il testo seguente è la traduzione di un articolo di John Danaher, autore di Philosophical Disquisitions. Il post originale si intitola «Potential Theistic Explanations: Optimality and its Discontents», ed è stato ripubblicato sul blog di Luke Muehlhauser, Common Sense Atheism.

In questo articolo Danaher spiega come Gregory Dawes affronta le critiche al principio di ottimalità come vincolo alle spiegazioni teistiche.

Ricordo che per «spiegazione intenzionale» si intende «ciò che spiega qualcosa in termini delle convinzioni, dei desideri e delle intenzioni di agenti razionali» e che il termine italiano «Disegno intelligente» è una traduzione errata, ma inveterata, per Intelligent design, «Progetto intelligente».


Questo post fa parte della mia discussione del Capitolo 5 del libro Theism and Explanation di Gregory Dawes.

Lo scopo primario di Dawes è quello di mostrare che non esistono buone obiezioni di principio alle spiegazioni teistiche, che possono essere spiegazioni intenzionali genuine. È solo incidentale che non siano buone spiegazioni.

Il Capitolo 5 del libro di Dawes tratta di alcune obiezioni di principio. Poiché l'argomentazione è che le spiegazioni divine sono un tipo di spiegazioni intenzionali, il proponente deve supporre una specifica intenzione divina come spiegazione di una certa situazione.

Gli scettici ritengono che ciò sia insostenibile: non possiamo conoscere la mente di Dio, dunque non possiamo fornire spiegazioni intenzionali divine. L'abbiamo visto l'ultima volta analizzando l'obiezione di Elliot Sober al disegno intelligente.

Dawes risponde a Sober affermando che possiamo imporre alcuni vincoli alle spiegazioni teistiche, utilizzando i principi di razionalità e ottimalità. Il principio di ottimalità afferma che Dio, a causa della sua natura divina, sceglierebbe sempre il mezzo ottimale per raggiungere uno scopo.

A quali domande può rispondere la scienza? (Una risposta a Funes)

Questo post è stato scritto da Cristiano, e riguarda l'articolo «Funes e il confine tra scienza e religione». Originariamente costituiva il commento di Cristiano a quell'articolo, ma, dato che ritengo esprima al meglio anche le mie opinioni a riguardo, gli ho chiesto di farne un post completo, e lui ha cortesemente accettato.

Ringrazio il Censore per darmi l'opportunità di esprimere la mia opinione in merito ad un suo post attraverso la pubblicazione di questo mio pensiero.

Tutto nasce dall'intervista del direttore della Specola Vaticana, José Funes, il quale si interrogava sul significato della domanda «Perché esiste l’universo e non il nulla?» dando poi alcune risposte.

Ovviamente noi possiamo leggere questa domanda come: «Dio ha creato l'Universo?».

Innanzitutto sono della ferma opinione che la scienza debba avere la possibilità di indagare su tutto, senza limiti precostituiti ma in un quadro etico preciso e stabilito dalla comunità nella quale la scienza opera. Tale quadro non può e non deve far riferimento a dottrine assolutistiche da considerarsi definitive, ma deve essere il risultato di un processo di sintesi operato dalla società stessa che, se virtuosa (ovvero se opera una buona sintesi), conferisce a ciascun attore che vi agisce pari dignità e libertà di esprimere la propria opinione.

martedì 16 novembre 2010

Nel mondo islamico la libertà di religione è sempre più calpestata. Non sarebbe il caso di fare qualcosa?


Non cessa il flusso di brutte notizie per la libertà di religione, e più in generale per quella di parola, che origina dai paesi islamici.

Pochi giorni fa è giunta la notizia che una cristiana pachistana, Asia Bibi, è stata condannata a morte per blasfemia, per aver detto che Gesù era morto in croce per l'umanità e per aver chiesto cosa avesse fatto Maometto. In un paese rispettoso dei diritti umani, questo sarebbe un normale confronto tra due religioni; in Pakistan no, questa domanda è punibile con la morte.

Ma non finisce qui:
Solo un movimento di protesta e di riprovazione di grandi dimensioni può spingere i paesi musulmani ad accogliere e fare propri i diritti e le libertà degli esseri umani. Per questo motivo non possiamo fare finta di nulla.

domenica 14 novembre 2010

Lepidezze epistolari: il collaborativo Ahmadinejād e lo speranzoso Ratzinger

Sabato 9 ottobre 2010, il Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran, Mahmud Ahmadinejād, ha preso carta e penna per scrivere a papa Benedetto XVI.

Nella lettera, scritta a seguito della minaccia di ardere il Corano da parte di un pastore statunitense, e pubblicata in parte sul sito della presidenza iraniana, Ahmadinejād afferma che
Il disprezzo dell'uomo per gli insegnamenti delle religioni divine, che emana da scuole [di pensiero] come il secolarismo, l'umanesimo estremista occidentale e la crescente tendenza dell'uomo verso la vita materiale, ... è da tempo in crescita e ha aperto la strada al declino della società umana ... Perciò, è necessaria una collaborazione e un'interazione strette tra religioni divine allo scopo di fermare questi movimenti distruttivi.
La lettera contiene anche la disponibilità di Ahmadinejād di «collaborare col Vaticano allo scopo di fermare gli atti di sacrilegio, la diffusione delle teofobie come l'islamofobia e la destabilizzazione delle famiglie».

venerdì 12 novembre 2010

Uomini ebrei, musulmani, cristiani: non toccate una donna!

Recentemente il Presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, ha fatto visita all'Indonesia, il più grande stato musulmano del mondo. In questa occasione, la First Lady Michelle Obama ha incontrato alcuni politici indonesiani, tra cui il ministro Tifatul Sembiring.

Come solito in queste occasioni ufficiali, c'è stata la fase delle presentazioni e dei saluti, con le relative strette di mano. Quello che in altri posti è un normale saluto, però, in questo caso ha creato non pochi grattacapi:


giovedì 11 novembre 2010

Le spiegazioni teistiche possono funzionare? Lo scetticismo di Sober e la sua confutazione

Il testo seguente è la traduzione di un articolo di John Danaher, autore di Philosophical Disquisitions. Il post originale si intitola «Potential Theistic Explanations: Sober Scepticism », ed è stato ripubblicato sul blog di Luke Muehlhauser, Common Sense Atheism.

In questo articolo Danaher spiega come Gregory Dawes affronta lo scetticismo di Elliot Sober nei confronti delle spiegazioni teistiche.

Ricordo che per «spiegazione intenzionale» si intende «ciò che spiega qualcosa in termini delle convinzioni, dei desideri e delle intenzioni di agenti razionali».

Questo articolo continua la discussione del Capitolo 5 del libro di Gregory Dawes Theism and Explanation che ha avuto inizio qui.

Come detto l'ultima volta, Dawes sta cercando di sostenere che le spiegazioni teistiche non possono essere eliminate a priori dall'insieme delle spiegazioni. Possono essere spiegazioni intenzionali genuine: possono spiegare eventi e situazioni mettendoli in relazione con un insieme di credenze, desideri e intenzioni.

Può risultare che queste spiegazioni intenzionali non siano corrette in pratica (Dawes sostiene questo), ma sono, cionondimeno, degne di considerazione.

Il Capitolo 5 riguarda alcune obiezioni di principio alle spiegazioni teistiche. Queste obiezioni di principio sono di due tipi: scetticismo teologico e scetticismo modale.

In questo scritto, daremo un'occhiata ad una varietà di scetticismo teologico che è attribuibile al teologo della scienza Elliot Sober. Vedremo anche la risposta di Dawes allo scetticismo di Sober.

Eutanasia, tra diritto, propaganda e cattiva politica

Exit International è un gruppo di pressione no-profit che si occupa di far avanzare la legislazione sull'eutanasia in direzione del riconoscimento di questo diritto a livello internazionale.

Ha prodotto una pubblicità televisiva il cui scopo è tenere attivo il dibattito sull'eutanasia. In essa, un uomo, malato terminale, chiede che il governo gli riconosca il diritto di porre fine alla propria vita in maniera dignitosa.

Questa pubblicità è stata proibita in Australia. Il 9 novembre, l'Associazione Luca Coscioni ha annunciato di aver tradotto la pubblicità in italiano e di volerla trasmettere su TeleLombardia.

Naturalmente la Chiesa cattolica si è schierata immediatamente, facendo pressioni per impedire la trasmissione della pubblicità e impedire così persino il dibattito su questo tema. Altrettanto naturalmente, la classe politica nana che ci ritroviamo si è mossa in scia della Chiesa, con un naturale ritardo dovuto al fatto che hanno dovuto prima ascoltare le direttive d'oltretevere...

mercoledì 10 novembre 2010

Ratzinger e il «secolarismo forte e aggressivo» della Spagna

Ho letto l'intervista di Joseph Ratzinger del 6 novembre 2010, concessa ai giornalisti durante il volo in Spagna.

Mi interessava in particolare questo brano; l'intervistatore chiede informazioni sul nuovo Dicastero per la nuova evangelizzazione, e Ratzinger risponde (enfasi mia):
Con questo Dicastero ho pensato di per sé al mondo intero perché la novità del pensiero, la difficoltà di pensare nei concetti della Scrittura, della teologia, è universale, ma c’è naturalmente un centro e questo è il mondo occidentale con il suo secolarismo, la sua laicità, e la continuità della fede che deve cercare di rinnovarsi per essere fede oggi e per rispondere alla sfida della laicità.

[...]

La Spagna è stata, da sempre, un Paese “originario” della fede; pensiamo che la rinascita del cattolicesimo nell’epoca moderna avviene soprattutto grazie alla Spagna; figure come sant’Ignazio di Loyola, santa Teresa d’Avila e san Giovanni d’Avila, sono figure che hanno realmente rinnovato il cattolicesimo, hanno formato la fisionomia del cattolicesimo moderno.

Ma è ugualmente vero che in Spagna è nata anche una laicità, un anticlericalismo, un secolarismo forte e aggressivo, come abbiamo visto proprio negli anni Trenta, e questa disputa, più questo scontro tra fede e modernità, ambedue molto vivaci, si realizza anche oggi di nuovo in Spagna: perciò per il futuro della fede e dell’incontro - non lo scontro, ma l’incontro tra fede e laicità - ha un punto centrale anche proprio nella cultura spagnola.

Bestemmie a confronto: Italia, Irlanda, Pakistan

Una serie di eventi in tre paesi diversi, due europei e cristiani e uno asiatico e musulmano, mi ha indotto a riflettere sul concetto di blasfemia/bestemmia e sulla fallacia delle norme che l'avversano.
 
Bestemmia (Italia)
nike decides on blasphemy
La regola è esistita da sempre, ma solo quest'anno è stata fatta pressione affinché fosse applicata. Mi riferisco alla norma secondo la quale un calciatore che bestemmi vada espulso. I primi a cadere sotto la scure di questa rinnovata caccia ai bestemmiatori furono Lanzafame e Di Carlo; in quell'occasione la scampò Michele Marcolini, che ingiuriò un non meglio identificato «Diaz», evidentemente poco simpatico al calciatore clivense. Poi la situazione è diventata via via più interessante, giungendo alla squalifica di Nicola Pozzi per aver bestemmiato mentre mangiava una piadina, dopo la partita; l'orecchiuto delatore non gli ha lasciato scampo, e Pozzi è "andato in prigione senza passare dal Via" per un turno.

martedì 9 novembre 2010

Le spiegazioni teistiche possono funzionare?

Il testo seguente è la traduzione di un articolo di John Danaher, autore di Philosophical Disquisitions. Il post originale si intitola «Potential Theistic Explanation: Introduction», ed è stato ripubblicato sul blog di Luke Muehlhauser, Common Sense Atheism.


Il libro Theism and Explanation di Gregory Dawes è una delle più attente trattazioni della domanda «può Dio essere una spiegazione per qualcosa?». Non ho intenzione di affrontare l'intero libro, ma stavo recentemente leggendo il capitolo 5 sulle "Possibili spiegazioni teistiche" e ho pensato che meritasse una serie sul blog (perché sprecare tutto quello sforzo, no?).

lunedì 8 novembre 2010

Funes e il confine tra scienza e religione

Fabrizio mi ha segnalato un'intervista di Avvenire a José Funes, in cui il direttore della Specola Vaticana tocca, tra le altre, la questione della teoria di Stephen Hawking sull'origine dell'universo e sul ruolo di Dio.

Le parti rilevanti dell'intervista («Universo, sinfonia sconosciuta», 5 novembre 2010) sono le seguenti:
Come si concilia il Big bang, l’universo in espansione, con la creazione?

«Intanto c’è da dire che la teoria del Big bang è la migliore spiegazione scientifica che abbiamo, ma non è perfetta. Noi ci aspettiamo di capire altre cose. Scientificamente non sappiamo nulla dei primi istanti dell’universo. Dalla fede, invece, sappiamo che senza Dio non si può spiegare l’esistenza dell’universo. Allo stesso tempo la scienza non può rispondere alla domanda essenziale».

Che sarebbe?

«Perché esiste l’universo e non il nulla?».

Ci sono scienziati come Stephen Hawking che rispondono negando che Dio possa servire all’universo e che la metafisica non serve più a niente.

«Per chi ha fede Dio è fonte di ogni cosa. Lo scienziato deve cercare spiegazioni a livello naturale. È scorretto utilizzare la scienza per rispondere a domande filosofiche e metafisiche, perché le si chiede qualcosa che non può dare. Riguardo a Hawking, non ho ancora letto il suo libro. Certo è che non possiamo pensare a Dio come a un’energia, a una forza di gravità: è un punto di partenza sbagliato. Dio è al di fuori delle nostre conoscenze scientifiche. Non abbiamo bisogno di Dio per spiegare come si formano le galassie. Abbiamo invece bisogno di Dio per spiegare il motivo per cui esiste l’universo invece del nulla. E questa domanda, o meglio, questa esigenza intima dell’uomo, non ha a che fare con la scienza».

domenica 7 novembre 2010

«Monseigneur Leonard Entarté!!!» (più «Lavami» sul Cupolone)

L'arcivescovo André-Joseph Léonard è noto per le sue posizioni ultra-conservatrici. Secondo la sua opinione, pubblicata in un libro del 2006, l'AIDS sarebbe una sorta di punizione divina per i peccatori; ha anche recentemente chiesto clemenza per i sacerdoti anziani accusati di molestie sui bambini. Naturalmente tutto ciò non ha impedito a Ratzinger di nominarlo primate del Belgio...

l 1° novembre, questo bel tomo stava celebrando la messa di Ognissanti nella cattedrale di Saints Michel et Gudule, quando...



Che dire all'artefice di questo gesto (mi parrebbe un prete)? Chapeaux!

Grazie ad Antonio Lombatti per questa notizia.

A laRepubblica.it devo invece questa foto e questa notizia:


Un altro intervento di Iginio De Luca, l'artista che usa i codici della street art per lanciare messaggi. Questa volta l'obiettivo è stata la cupola della basilica di San Pietro. La scritta “lavami”, un graffito di luce simile a quelli disegnato con le dita sui vetri sporchi delle auto in sosta, è comparsa venerdì sul capolavoro di Michelangelo. " Il mio - spiega De Luca - è un invito all’istituzione che rappresenta a manifestare il suo volto accogliente e profetico piuttosto che quello temporale e opportunistico che troppo spesso la contraddistingue nelle sue prese di posizione caratterizzate da una doppia morale: una per il principe e un’altra per i sudditi". De Luca, citando solo gli interventi più recenti, ha proiettato in vari punti di Roma l’immagine del pontefice con la veste bianca macchiata, e prima ancora ha fatto volare uno striscione pubblicitario con la scritta “Silvio c’hai rotto li gommoni” , trascinata da un piccolo aereo  lungo la costa laziale.

Mi chiedo quanto tempo ci vorrà alla solerte polizia italiana guidata dal pregiudicato "Bobo" Maroni per strangolare anche questa dissidenza.