lunedì 22 novembre 2010

Le spiegazioni teistiche possono funzionare? Testabilità

Il testo seguente è la traduzione di un articolo di John Danaher, autore di Philosophical Disquisitions. Il post originale si intitola «Successful Theistic Explanations (Part 1) - Testability», ed è stato ripubblicato sul blog di Luke Muehlhauser, Common Sense Atheism.

In questo articolo Danaher spiega come Gregory Dawes affronta la testabilità delle ipotesi esplicative teistiche, cioè di quelle spiegazioni che coinvolgono Dio.

Questo articolo fa parte di una serie.


In precedenza ho parlato del Capitolo 5 del libro di Gregory Dawes Theism and Explanation. Ora tratterò il Capitolo 7 di questo libro.

Prima di giungere al cuore di questo capitolo, è importante riepilogare le tesi di base di Dawes, il quale sostiene nel suo libro che il teismo possa essere un'ipotesi esplicativa accettabile. Per essere precisi, può essere una spiegazione intenzionale abduttiva; questo significa che spiegherà eventi e situazioni facendo appello alle intenzioni divine. E ogni intenzione presupposta sarà sottoposta ai vincoli di razionalità e ottimalità. Di questo si discute nel Capitolo 5.

Fino a questo punto del libro, Dawes sostiene di aver stabilito il potere esplicativo del teismo. La considerazione finale riguarda la possibilità che il teismo possa essere una spiegazione soddisfacente; questo necessita di una valutazione della potenziale spiegazione teistica rispetto ad una lista di requisiti delle spiegazioni.

Nel Capitolo 7, Dawes confronta le spiegazioni teistiche con sei requisiti: (i) testabilità; (ii) coerenza con le conoscenze contestuali; (iii) capacità esplicativa del passato; (iv) semplicità; (v) economia ontologica; (vi) capacità informativa.


Alcuni di questi sono più importanti degli altri. In questo primo articolo tratterò la testabilità delle spiegazioni teistiche; c'è molto da discutere a riguardo, quindi spero che siate comodamente seduti.

1 Testabilità e corroborazione

La testabilità è spesso individuata come marchio distintivo delle spiegazioni scientifiche. Potrebbe sembrare discutibile applicarla al teismo, ma torneremo su questo in un momento.

La prima cosa da testare è che una spiegazione è testabile solo se produce predizioni differenti da quelli che si premura di spiegare. Un altro modo di dirla è che una spiegazione testabile è in grado di escludere almeno una possibile situazione; questo serve a evitare l'obiezione «spiega tutto, dunque nulla».

Un esempio potrebbe essere l'affermazione che la mia macchina non parte perché il motore è allagato. Questa spiegazione è testabile perché predice che se il motore non fosse allagato, la macchina partirebbe; in questo modo esclude la condizione «non allagato» dalle situazioni di sua competenza.

La seconda cosa da notare è che la mera testabilità non è abbastanza. Una spiegazione deve realmente passare la verifica per meritare la nostra considerazione: quando una spiegazione è verificata diciamo che è corroborata.

2 Le spiegazioni teistiche sono testabili?

Il problema delle spiegazioni teistiche è che tendono a ricadere nella categoria «spiega tutto, dunque nulla». Dopo tutto, i teisti tendono a credere che tutto sia in definitiva attribuibile a Dio (eccetto, forse, le azioni degli esseri umani espressioni del libero arbitrio), anche se la strada per quella attribuzione non è chiara.

Cionondimeno, Dawes sostiene che le spiegazioni teistiche potrebbero essere testabili se fossero più specifiche. Averebbero bisogno di identificare un qualche obiettivo divino e mostrare come una particolare situazione serva come mezzo per raggiungere quell'obiettivo. Le spiegazioni sarebbero poi corroborate mostrando come questo obiettivo divino spieghi qualche altra situazione.

L'esempio portato da Dawes è lo tsunami dell'Oceano Indiano del 2004. Successivamente a questo incidente, alcuni commentatori religiosi l'hanno attribuito al desiderio di Dio di eradicare l'immoralità sessuale. Questi commentatori fanno affermazioni esplicite sugli obiettivi di Dio, e queste affermazioni possono essere testate. Come? Andando ad osservare se altri disastri naturali colpiscano regioni note per violare il codice sessuale.

Naturalmente,osserva Dawes, nessun filosofo della religione degno di questo nome è intenzionato a farlo, perché la capacità esplicativa degli obiettivi specifici tende a sfilacciarsi. Per esempio, Richard Swinburne ha fornito la più sofisticata difesa dei meriti delle spiegazioni teistiche, ma nel farlo ha strategicamente evitato di specificare quali siano le intenzioni di Dio e in che modo creare questo mondo lo aiuti a realizzare quelle intenzioni.

Riepilogando, le spiegazioni teistiche nella loro forma più sofisticata tendono ad essere non testabili, nella loro forma meno sofisticata ad essere non corroborate.

3 Predizioni e retrodizioni

Dopo aver criticato la mancanza di specificità di Swinburne, Dawes esamina attentamente in maggior dettaglio il modo in cui le spiegazioni teistiche potrebbero fare delle predizioni.

La conoscenza precisa delle predizioni proviene da Karl Popper, il quale sostiene che per fare una predizione, una teoria scientifica deve predire eventi completamente nuovi che siano susseguentemente verificati, o meglio falsificati, dall'osservazione.

Questa visione popperiana è irragionevole, data la storia della pratica scientifica. Per esempio, un fattore contato a favore della relatività einsteiniana rispetto alla meccanica newtoniana era la sua capacità di dare conto delle peculiarità dell'orbita di Mercurio note da lungo tempo. Non si trattava di una nuova predizione, ma sembrò ragionevole accettarla lo stesso come una corroborazione.

Ma quando si rigetta la severità della visione di Popper, bisogna stare attenti a non cadere preda del vizio della permissività, cosa che possiamo fare, secondo Dawes, assicurandoci di considerare spiegazioni alternative durante il processo di corroborazione.

Questo si chiama approccio storico. Perché? Perché le spiegazioni alternative sono normalmente predecessori della spiegazione proposta, come nel precedente esempio Einstein-Newton; la nuova spiegazione è corroborata se rende conto di qualcosa di cui la vecchia spiegazione non rende conto (e che avrebbe dovuto fare).

Questo potrebbe essere un problema durante l'analisi delle spiegazioni teistiche, perché spesso non ci sono spiegazioni competitrici. Per esempio, Richard Swinburne afferma che Dio possa spiegare le leggi della natura; non c'è una teoria precedente che tenti di fare lo stesso, dunque il questo teismo vince la battaglia esplicativa perché è l'unico competitore?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo fare una deviazione in alcuni degli argomenti di Elliot Sober contro Swinburne.

4 L'ipotesi esplicativa isolata

Sober rigetta la tesi di Swinburne in quanto la giudica un'ipotesi esplicativa isolata e non-testabile. Sober, come Swinburne, esprime le sue argomentazioni in termini di teoria della confermazione, così la sua affermazione precisa è che non è possibile assegnare probabilità significative all'ipotesi isolata.

Possiamo comprenderlo se consideriamo l'argomentazione di Swinburne più attentamente. Swinburne sta affermando che la probabilità che vi siano leggi di natura (O) è alta nell'ipotesi del teismo (T) e bassa in assenza di una spiegazione, da cui:
  • Pr (O | T) > Pr (O)
Ciò che Sober afferma è che Swinburne non ha il diritto di assegnare una probabilità bassa ad O e alta a O|T, principalmente per il motivo che non esiste una teoria competitrice.

Se Sober avesse ragione, allora il programma filosofico di Swinburne sarebbe severamente rovinato. Ma ha ragione? Dawes offre due ragioni per rigettare l'argomento di Sober.

Primo, potrebbe essere possibile confrontare la spiegazione teistica con l'«ipotesi nulla», cosa che si fa normalmente nelle indagini scientifiche. Per esempio quando si verifica l'efficacia di una medicina, i suoi inventori predicono che porterà a differenze misurabili tra due gruppi di soggetti sperimentali (formati da chi riceve la medicina e da chi non la riceve); l'ipotesi nulla predice che ogni differenza tra i due gruppi sarà attribuibile al caso.

Qualcosa di simile potrebbe essere fatto nel caso di Swinburne. In questo caso, l'ipotesi nulla sarebbe quella che le leggi della natura sono venute quelle che sono per puro caso. Questo implicherebbe la definizione dello spazio di probabilità (cioè dell'insieme di valori o formulazioni assumibili dalle leggi della natura) di interesse, cosa difficile da fare.

La seconda risposta a Sober è più interessante. L'argomentazione di Sober è, sorprendentemente, troppo generosa con Swinburne, accettando al forma vaga di teismo che Swinburne adotta. Dawes sostiene che Swinburne dovrebbe salire sul palco e presentare un'intenzione divina specifica come spiegazione delle leggi della natura.

Se Swinburne facesse questo, di solito ne deriverebbero delle implicazioni nette, ovvero ulteriori fatti che sarebbero spiegati da quella stessa intenzione; potremmo allora andare a verificare se quei fatti avvengono realmente. In questo modo, l'ipotesi isolata diverrebbe testabile.

È, probabilmente, rivelatore che Swinburne non lo faccia.

Va bene, è tutto per ora. Nella prossima parte di questa serie considereremo quanto si comportino bene le spiegazioni teistiche quando sono confrontate con i requisiti di coerenza con le conoscenze contestuali e di capacità esplicativa del passato.

http://philosophicaldisquisitions.blogspot.com/2010/05/successful-theistic-explanations-part-1.html

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