domenica 23 dicembre 2012

Misurare l'influsso dell'appartenenza religiosa sul sostegno alla democrazia

In psicologia è noto il fenomeno del priming: quando siamo sottoposti a un particolare stimolo, questo avrà un effetto su una nostra reazione successiva anche quando lo stimolo sarà dimenticato a livello conscio.

Ad esempio, come dice l'articolo di Wikipedia, leggere una lista di parole che include "tavola" farà sì che se successivamente ci chiedono di scegliere una parola che inizia per "tav" sarà estremamente probabile scegliere "tavola", anche dopo che la lista iniziale sarà dimenticata. L'effetto vale anche quando lo stimolo era incorrelato alla reazione; si è visto che se alle persone si mostra un numero casuale prima di chiedere loro domande del tipo "quanti stati africani fanno parte dell'ONU", la risposta sarà fortemente correlata al numero visto anche se lo sperimentatore chiarisce che quel numero non ha alcuna attinenza con la risposta.

Il priming è un fenomeno di cui si deve tenere considerazione quando si conducono indagini demoscopiche. Allo stesso tempo è un interessante oggetto di indagine; Patiz Ben-Nun Bloom e Gizem Arikan, studiose di scienze politiche rispettivamente della The Hebrew University di Gerusalemme e della Yasar Universitesi di Izmir, hanno scelto di studiare l'influenza delle credenze religiose sul sostegno alla democrazia proprio attraverso il priming (Pazit Ben-Nun Bloom e Gizem Arikan, "Priming Religious Belief and Religious Social Behavior Affects Support for Democracy", International Journal of Public Opinion Research, prima pubblicazione in linea 18 novembre 2012 doi:10.1093/ijpor/eds030).

Le studiose hanno preso due gruppi di studenti, uno composto da studenti israeliani ebrei e uno di studenti turchi musulmani, e hanno sottoposto a ciascuno di essi lo stesso insieme di domande, estratto da un test internazionale noto come World Values Survey, per misurarne il sostegno alla democrazia. La particolarità del loro studio consiste nell'aver suddiviso ciascun gruppo in tre sotto-gruppi: uno cui erano state somministrate preventivamente somande sul loro comportamento religioso sociale (se partecipavano alle cerimonie di culto, se avevano amici della loro stessa religione, eccetera); uno cui erano state prima somministrate domande sulla loro credenza religiosa (credenza in Dio, nel paradiso, nella vita dopo la morte, eccetera); infine un terzo sotto-gruppo, di controllo, cui non erano state somministrate domande precedenti.

Il risultato dello studio è stato che, indipendentemente dalla religione professata e dal livello di religiosità dichiarato, coloro che appartenevano al primo gruppo (quello soggetto a priming relativo al proprio comportamento religioso sociale) mostravano un incremento nel loro sostegno alla democrazia.

Sempre indipendentemente dalla religione professata e dal livello di religiosità dichiarato, coloro che appartenevano al secondo gruppo (quello soggetto a priming relativo alla propria credenza religiosa) mostravano un decremento nel loro sostegno alla democrazia.

Le studiose concludono che la continua esposizione a idee e messaggi religiosi costituisce una sorta di priming che dura tutta la vita. La socializzazione religiosa incoraggia la coesione di gruppo, cosa che potrebbe influenzare il sostegno per la democrazia. Le credenze religiose stimolano pensieri legati al tradizionalismo, alla sicurezza, alla conformità, che potrebbero agire nella direzione della riduzione del sostegno alla democrazia.

L'articolo è basato sul seguente post, rilasciato sotto licenza Creative Commons by-sa 2.0: Tomas Rees, "Religious belief and religious involvement have opposite effects on support for democracy", Epiphenomenom, 22 dicembre 2012.

sabato 22 dicembre 2012

Ma davvero Ratzinger ha benedetto la promotrice della legge ugandese "Ammazza i gay"?

Ratzinger riceve Rebecca Kadaga,
promotrice della legge "uccidi-omossessuali"
Ancora un altro scandalo per Ratzinger. Sui media nazionali e internazionali si è diffusa la notizia dell'incontro tra il pontefice e Rebecca Kadaga, presidente del parlamento ugandese e promotrice di una legge anti-omosessuali, anche nota come "Kill the Gays" perché prevedeva la pena di morte per alcuni omosessuali. Ratzinger è stato criticato per aver accolto e benedetto Kadaga praticamente nello stesso periodo in cui ha diffuso un messaggio in cui definisce le unioni tra omosessuali "ferita alla giustizia e alla pace".

La legge ugandese "Uccidi l'omosessuale"

Ecco come Wikipedia (quella inglese, la versione italiana non ha una pagina corrispondente) descrive la legge anti-omosessualità ugandese:
La Proposta di legge Anti-Omosessualità ugandese (spesso chiamata la "proposta di legge Uccidi gli omosessuali" dai media) è una proposta legislativa che amplierebbe la criminalizzazione delle relazioni tra persone dello stesso sesso in Uganda, dividendo il comportamento omosessuale in due categorie: "omosessualità aggravata", in cui il reo sarebbe punito con la pena di morte, e "reato di omosessualità", in cui il reo sarebbe punito con l'ergastolo. L'"omosessualità aggravata" è definita in modo da includere atti omosessuali compiuti da una persona che sia HIV-positiva, che sia un genitore o una figura di autorità, o che somministri sostanze intossicanti, oltre ad atti omosessuali compiuti su minori o persone con disabilità, e infine i pregiudicati. Il "reato di omosessualità" è definito in modo da includere rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso, la partecipazione in un matrimonio tra persone dello stesso sesso, o il tentativo di compiere un reato di omosessualità aggravata. La proposta di legge include provvedimenti contro gli ugandesi che siano coinvolti in rapporti tra persone dello stesso sesso al di fuori dell'Uganda, affermando che possono essere estradati per essere puniti in Uganda, e include punizioni per individui, aziende, gruppi di informazione o organizzazioni non governative che siano a conoscenza di persone omosessuali o sostengano i diritti LGBT.
La legge è stata proposta nel 2009, ed è stata ispirata da diversi gruppi di cristiani evangelici statunitensi, ma ha subito un forte rallentamento a causa delle pressioni internazionali, ivi incluse quelle del Vaticano. Nel 2011 l'attivista ugandese per i diritti omosessuali David Kato è stato assassinato dopo che un giornale locale aveva pubblicato una foto che lo ritraeva insieme ad altri omosessuali sotto un titolo che invitava a "impiccarli".

venerdì 21 dicembre 2012

Ma Ratzinger ha davvero definito aborto, unioni di fatto e tra omosessuali "ferite alla giustizia e alla pace"?

Ha avuto notevole riscontro il messaggio di Ratzinger in occasione della XLVI Giornata Mondiale della Pace, soprattutto per le parole attribuitegli contro il matrimonio tra omosessuali e l'aborto, paragonati ad una "ferita alla giustizia e alla pace":
I «tentativi» di rendere il matrimonio fra un uomo e una donna «giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione» sono «un'offesa contro la verità della persona umana» e «una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace» ("Benedetto XVI: matrimoni gay «offesa contro la verità della persona umana»", Il Sole24Ore).
Duro attacco del pontefice alle nozze tra coppie omosessuali: per Benedetto XVI i "tentativi" di rendere il matrimonio "fra un uomo e una donna" "giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione" sono "un’offesa contro la verità della persona umana" («Papa: “I matrimoni gay sono una ferita alla giustizia e alla pace”», Il Fatto Quotidiano).
il Papa non ha fatto sconti in merito dicendo che i «tentativi» di rendere il matrimonio «fra un uomo e una donna giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione» sono «un'offesa contro la verità della persona umana» e «una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace» («Il Papa: unioni gay offensive per la pace», Il Giornale).
Queste affermazioni di Ratzinger non sono passate sotto silenzio, fortunatamente, e diversi commentatori hanno fatto notare quanto inopportuni e sbagliati siano stati questi attacchi alle unioni tra omosessuali: Marco Politi ha sottolineato come «Le parole contro i gay allontanano la pace», mentre Paola Concia ha dichiarato che «Così “il Papa alimenta l’odio contro i gay” [...] perché sono “parole pericolose, che esprimono qualcosa di profondamente violento”» e che «rappresentare come minaccia “noi cittadini, che siamo senza diritti, significa fomentare aggressività contro i gay”».

giovedì 6 dicembre 2012

Australia, continuano di "nascosto" i corsi di etica alternativi all'ora di religione


Adrian Piccoli
I corsi di etica nelle scuole del New South Wales, in Australia, potranno continuare, ma i genitori saranno informati della loro esistenza solo dopo aver rinunciato al corso di religione.

Adrian Piccoli, Ministro dell'Educazione, ha accolto il parere di una commissione parlamentare, secondo il quale i corsi di etica saranno mantenuti come alternativi all'ora di religione, ma che ritiene opportuno rivelare l'esistenza di tali corsi ai genitori solo dopo che essi abbiano espresso l'intenzione di non avvalersi dei corsi di religione per i propri figli:
«Le classi di etica possono essere fatte conoscere», ha affermato Piccoli, «ma questo significa, in un senso tecnico, che quando i genitori si sentono rivolgere la domanda "volete che vostro figlio segua l'educazione speciale religiosa", quella è la prima domanda che viene posta e se dicono no allora rispondono "allora potete o fare altre cose o le classi di etica"».
Il parlamentare dei Verdi John Kaye ha criticato questa scelta:
«Nulla all'interno dell'Education Act, che è stato emendato alla fine del 2010 per includere il diritto di avere accesso ai corsi di etica, assolutamente nulla in quell'atto afferma che dobbiamo discriminare i corsi di etica in questo modo.
[Non c'è bisogno] di tenerli nascosti, chiusi nell'armadietto, così che nessuno ne sappia nulla al momento in cui prendono la decisione.»
La notizia della prosecuzione delle classi è stata presa con sollievo da Simon Longstaff, membro del St James Ethics Centre, l'istituzione che si occupa di organizzare i corsi, il quale è però rimasto sorpreso dalla decisione di "oscurare" i corsi:
«È curioso che non si dica neppure alla gente che un'opzione esiste fintanto che non hanno scelto qualcos'altro». «È un po' come avere le classi di etica all'interno della sezione sigillata di una rivista».
Il St James Ethics Centre recluta e organizza volontari per tenere i corsi, cui partecipano 7000 studenti. I corsi di etica, come quelli di religione, sono pagati tramite donazioni; le donazioni ai corsi di religione, però, sono esentate dalle tasse, e il St James sta cercando di ottenere lo stesso riconoscimento per le donazioni in favore dei corsi di etica.

L'insegnamento dell'etica nelle scuole del New South Wales fu introdotto nel 2010, dopo un periodo di sperimentazione, come corso facoltativo alternativo al corso di religione (anch'esso facoltativo). All'epoca incontrò l'opposizione dell'associazione che riunisce i gestori dei corsi di religione delle varie religioni; sei mesi dopo fu reso noto che quasi la metà degli iscritti all'ora di religione erano passati a quella di etica. Il successo dell'iniziativa australiana ha portato qualche mese fa alla proposta di istituire corsi simili anche in Francia.

«Parents 'left in the dark' about ethics classes», ABC News, 5 dicembre 2012.

martedì 4 dicembre 2012

Le scommesse sui cavalli e la risurrezione di Gesù (II)


Nell'ultimo articolo ho usato un piccolo problema ippico/matematico per introdurre il teorema di Bayes nella sua forma basata sull'odds, cioè sul rapporto tra la probabilità p che un evento 'A' si verifichi e quella 1-p che non si verifichi: O (A) = p / (1-p).

Alla fine di quello stesso articolo, promettevo anche un qualche collegamento tra questa formulazione del teorema di Bayes e la risurrezione di Gesù. Ovviamente la chiave di questa promessa si trova nell'articolo subito anteriore, «Validità della testimonianza degli apostoli riguardo la risurrezione di Gesù», in cui spiegavo a parole per quale motivo la testimonianza degli apostoli di Gesù riguardo la sua risurrezione non è una prova sufficiente per accettare come vera l'ipotesi che un essere umano sia risorto. Ora, con l'aiuto del teorema di Bayes, possiamo calcolare quanto sia improbabile questa ipotesi.

La formula di Bayes

Prima un piccolo riepilogo. Detti O(H) l'odds dell'ipotesi 'H' a prescindere dal verificarsi dell'evento 'E', P(E|H) la probabilità di osservare l'evento 'E' quando l'ipotesi 'H' è vera, P(E|¬H) la probabilità di osservare l'evento 'E' quando l'ipotesi 'H' è falsa, e O(H|E) l'odds dell'ipotesi 'H' quando si osserva l'evento 'E', il teorema di Bayes si esprime nella seguente forma:
O ( H | E ) = O ( H ) * P ( E | H ) / P( E | ¬H ),
ovvero che l'odds dell'ipotesi 'H' osservato l'evento 'E' è pari all'odds dell'ipotesi 'H' indipendentemente dall'osservazione di 'E' moltiplicato per il rapporto di verosimiglianza, cioè il rapporto tra la probabilità di osservare l'evento 'E' quando l'ipotesi 'H' è vera e la probabilità di osservare l'evento 'E' quando l'ipotesi 'H' è falsa. Attraverso tale rapporto è quindi possibile aggiornare l'odds di un'ipotesi a seguito dell'osservazione di un evento.

L'oggetto dell'indagine

L'ipotesi 'H' che ci interessa è «Gesù è realmente risorto», intendendo che Gesù fosse un essere umano e che "risorto" significhi che il suo corpo sia tornato a vivere. Non abbiamo un'osservazione diretta di questa risurrezione, ma abbiamo osservato l'evento 'E' «gli apostoli di Gesù ne testimoniarono la risurrezione».
La domanda che ci poniamo è quanto valga O(H|E), ovvero quale sia l'odds che l'ipotesi «Gesù è realmente risorto» sia vera considerato l'evento 'E' «gli apostoli di Gesù ne testimoniarono la risurrezione». Applicando il teorema di Bayes, scopriamo che questa quantità dipende da tre fattori:
  1. l'odds che l'ipotesi 'H' sia vera a priori, O(H), ovvero l'ipotesi che Gesù sia risorto a prescindere dalla testimonianza degli apostoli;
  2. la probabilità che gli apostoli testimonino la risurrezione nel caso in cui Gesù sia realmente risorto, P(E|H);
  3. la probabilità che gli apostoli testimonino la risurrezione nel caso in cui Gesù non sia realmente risorto, P(E|¬H).

Quanti uomini sono vissuti sulla Terra?

Qual è la probabilità che Gesù sia risorto, a prescindere dalla testimonianza degli apostoli? Considerato che tale testimonianza è l'unica prova di tale evento, non è irragionevole pensare che la risurrezione di Gesù abbia in generale la stessa probabilità di verificarsi della risurrezione di ogni altro essere umano.

domenica 2 dicembre 2012

Le scommesse sui cavalli e la risurrezione di Gesù (I)


Un vostro amico appassionato di ippica vi ha convinti ad andare all'ippodromo in una giornata di corse. State aspettando l'inizio delle gare e decidete che, in fin dei conti, una piccola scommessa ci starebbe bene. Leggete il programma della prima corsa e il nome di un cavallo vi salta agli occhi: Soldatino!

Chiedete al vostro amico se Soldatino sia un buon cavallo, ma la risposta è decisamente negativa: di 105 gare alle quali ha partecipato, si è piazzato (cioè è arrivato entro i primi tre posti) in appena 7, ovvero per ogni piazzamento ottenuto non si è piazzato per ben 14 volte! Insomma, non esattamente il favorito della gara..

Vedendo la vostra delusione, il vostro amico cerca di tirarvi un po' su il morale: «Durante la notte è piovuto molto, e quindi la pista è molto pesante». Notando la vostra espressione interrogativa, il vostro amico vi spiega che nel 70% delle volte che Soldatino si è piazzato, il terreno era pesante, mentre in quelle volte in cui è arrivato dal quarto posto in poi, il terreno era pesante nel 10% dei casi.

venerdì 30 novembre 2012

Validità della testimonianza degli apostoli riguardo la risurrezione di Gesù

 

Alcuni apologeti cristiani (William Lane Craig, Is There Historical Evidence for the Resurrection of Christ?; Mike Licona, The Case for the Resurrection of Jesus) sostengono che la risurrezione di Gesù debba essere stata un evento reale perché altrimenti non si spiegherebbe la disponibilità degli stessi apostoli a farsi martirizzare per testimoniarla: se Pietro non fosse stato convinto che Gesù era realmente morto e realmente risorto, non si sarebbe fatto uccidere nel suo nome, ma avrebbe confessato l'inganno e si sarebbe salvato.

Su questo argomento andrebbero discusse alcune considerazioni preliminari: ad esempio, non siamo sicuri che Pietro sia stato effettivamente martirizzato, né sappiamo con certezza che il rinnegare la risurrezione di Gesù gli avrebbe salvato la vita, né possiamo escludere che avesse ragioni particolari per preferire la morte allo svelamento della menzogna (si pensi a Ron Hubbard e a Scientology). Ma per questa discussione, daremo per scontato che Pietro potesse rinnegare Gesù senza ulteriori conseguenze ma che abbia scelto di morire per portare testimonianza della sua risurrezione.

giovedì 29 novembre 2012

Un ebreo ortodosso riconosce che Dio non può essere perfetto

Il filosofo israeliano Yoram Hazoni, ebreo ortodosso, ha scritto un articolo sul The New York Times in cui spiega perché Dio non può essere perfetto:
Dio è perfetto? Si sentono spesso i filosofi descrivere il “teismo” come la credenza in un essere perfetto — un essere i cui attributi sono ritenuti includere l'essere onnipotente, onnisciente, immutabile, perfettamente buono, perfettamente semplice e necessariamente esistente (tra le altre cose). E oggi una visione simile a questa è diffusa anche tra la gente comune.
Ci sono due famosi problemi con questa visione di Dio. Il primo è che appare impossibile renderla coerente. Per esempio, sembra improbabile che Dio possa essere sia onnipotente sia perfettamente buono se il mondo è pieno (come è ovvio che sia) di casi di terribile ingiustizia. Similmente, è difficile vedere come Dio possa detenere il suo infinito potere di operare alterazioni e cambiamenti in tutte le cose, se è completamente immutabile. E ci sono altre contraddizioni simili a queste.

mercoledì 21 novembre 2012

Una domanda agli anti-abortisti

Molti anti-abortisti scelgono di schierarsi contro l'aborto perché ritengono che un ovulo fertilizzato sia un essere umano e come tale l'aborto sia un omicidio. E per tale motivo ritengono che l'aborto dovrebbe essere proibito per legge.

Adam Lee, del blog Daylight Atheism, ha pubblicato una serie di domande per questi anti-abortisti, nell'articolo "Questions for Pro-Lifers". Non le riporto tutte, ma una di esse mi ha colpito particolarmente e la voglio riproporre, nella speranza che qualche lettore anti-abortista vi risponda.
Se vi va, rispondete a questa situazione puramente ipotetica. Scoppia un allarme anti-incendio in una clinica per la fertilità, e tu sei il vigile del fuoco che per primo entrare nell'edificio. In una sua ala è custodita una piastra di Petri con una mezza dozzina di embrioni congelati. Nell'altra c'è una bambina di cinque anni rannicchiata. Hai il tempo per salvare solo uno dei due. Quale sceglieresti e perché?
Adam Lee, "Questions for Pro-Lifers", Daylight Atheism, 21 novembre 2012.

giovedì 15 novembre 2012

Sale 103 piani con la prima gamba bionica controllata per via neurale

Il 4 novembre Zac Vawter ha salito a piedi le scale che conducono alla sommità dei 103 piani della Willis Tower di Chicago. Se l'impresa si salire a piedi il più alto grattacielo dell'emisfero occidentale non fosse sufficiente a colpire l'immaginazione, si aggiunga il dettaglio che Vawter ha perso una gamba in un incidente motociclistico e che ha compiuto la sua impresa usando la prima gamba bionica controllata col pensiero.

La protesi è infatti controllata da un microprocessore che riceve i propri input dai nervi normalmente utilizzati per comandare i muscoli della gamba. Quando Vawter fu sottoposto all'intervento di amputazione, nel 2009, il chirurgo ridiresse i nervi che conducono normalmente i comandi ai muscoli della parte inferiore della gamba, in modo che terminassero sotto la pelle del lato posteriore della coscia: lo scopo di questa operazione, detta "reinnervamento mirato", fu proprio quella di permettere l'uso di una futura protesi controllata da questi nervi, sebbene tale tecnologia all'epoca non fosse ancora esistente.

mercoledì 14 novembre 2012

Irlanda, una donna muore perché i medici si sono rifiutati di farla abortire: "Questo è un paese cattolico", le hanno detto

Michael Nuget racconta l'assurda morte di una donna cui è stata negata l'interruzione di gravidanza che le avrebbe salvato la vita. E non si tratta di qualche paese retrogrado, ma dell'Irlanda:
Savita Praveen Halappanavar, una dentista di 31 anni che viveva a Galway, in Irlanda, era alla diciassettesima settimana di gravidanza quando si è recata allo University Hospital col mal di schiena, domenica 21 ottobre. I medici si sono subito accorti del pericolo di aborto, e che il feto non sarebbe potuto sopravvivere. Tuttavia, si sono rifiutati di rimuovere il feto, perché aveva ancora un battito cardiaco.
Savita ha trascorso tre giorni di dolore, a volte di agonia, mentre l'ospedale ha ignorato le sue ripetute richieste di una interruzione medica della gravidanza. Suo marito, l'ingegnere trentaquattrenne Praveen Halappanavar, afferma che è stato spiegato loro che «Questo è un paese cattolico».
Poiché la sua cervice è rimasta completamente aperta per tutto questo tempo, Savita è stata in prolungato pericolo di infezione, paragonabile a quello che si ha con una ferita aperta e non trattata alla testa. Savita ha poi sviluppato la setticemia, ed è morta domenica 28 ottobre, una settimana dopo l'ingresso in ospedale.
A quel punto i medici avevano già rimosso il feto, ma solo dopo che il suo battito cardiaco si era fermato. Se avessero tolto il feto quando era chiaro che non poteva sopravvivere, la cervice di Savita si sarebbe chiusa prima e lei avrebbe avuto meno probabilità di sviluppare l'infezione.
Rachel Donnelly, portavoce di attivisti pro-choice a Galway, dice: «È stata un'emergenza ostetrica che avrebbe dovuto essere trattata in un modo convenzionale. Eppure i medici irlandesi sono trattenuti dal fare ovvie decisioni mediche per paura di conseguenze potenzialmente gravi».
La situazione irlandese è riconducibile, secondo Nuget, all'unione di due cause: la presa dei dogmi cattolici e la codardia dei politici irlandesi.

Il 13 novembre, il vescovo di Killala, John Fleming, ha affermato:
Infatti, l'Irlanda, senza l'aborto, è riconosciuta come uno dei paesi più sicuri al mondo per essere una madre incinta. Questo è qualcosa di cui dovremmo essere fieri ed è un omaggio alle cure eccellenti fornite dal personale ospedaliero che tratta sia la madre che il bambino non ancora nato con pari dignità e rispetto come persone a pieno titolo. Chiaramente, se la vita della madre è in pericolo, a causa di malattia o di altre condizioni mediche, l'assistenza prestata dai medici farà in modo che riceva tutte le cure mediche necessarie.
Nuget fa notare come questo sia palesemente falso, e, aggiungo io, come sia incredibile che Fleming abbia il coraggio di dire che le donne in pericolo di vita ricevano "tutte le cure mediche necessarie", se queste cure prevedono esplicitamente che il feto non venga rimosso neppure in caso di pericolo di vita.

Il fondamento del punto di vista di Fleming è surreale, nota ancora Nuget; Fleming infatti afferma:
Per coloro che vedono la vita attraverso la lente della propria fede cristiana, i nostri corpi sono sacri; templi dello Spirito Santo, creati ad immagine di Dio e redenti attraverso la morte e risurrezione di Gesù Cristo. Per i cristiani, i nostri corpi non sono nostri per farci ciò che vogliamo. I nostri corpi vengono da Dio, sono creati a immagine di Dio e sono destinati a vivere eternamente con lui in cielo. Questa è la nostra fede, e questo è ciò che ci distingue da coloro che non condividono la nostra fede.
Quella qui sopra è la foto di Savita. Questa donna è morta a 31 perché i medici si sono rifiutati di operare l'aborto che l'avrebbe salvata.

È morta perché Fleming crede che il suo corpo non appartenga a lui ma a "Dio", e, insieme ai medici dell'ospedale e ai cattolici irlandesi, ha imposto questa sua credenza a Savita.

Fleming è moralmente responsabile della morte di Savita. E chi lo sostiene è suo complice.

venerdì 9 novembre 2012

Polonia, cristiani offesi dalla campagna a favore dell'ateismo

L'Azione Cattolica dell'Arcidiocesi di Czestochowa e l'Associazione Cattolica dei Giornalisti hanno protestato vivacemente contro una campagna pubblicitaria che promuove l'ateismo.

«Non uccido, non rubo, non credo»
«Chi non crede, non è solo»

Questi due slogan sono stati usati in una campagna pubblicitaria, finanziata dalla Freedom from Religion Foudation e dall'Associazione polacca dei razionalisti, diffusa nella città polacca di Lublino ad ottobre. La rivendicazione da parte degli atei di una propria moralità, accompagnata da un riferimento all'esistenza di un'associazione di non credenti, è stata considerata offensiva dai due gruppi cattolici.

«I cartelloni apparsi nella nostra città, vanno direttamente contro la Chiesa cattolica e la Dottrina cristiana. E tutto si realizza in una società libera e democratica», recita un comunicato delle due associazioni:
«In Polonia è stato colpito il Decalogo: la cosa più sacra per i credenti, nonché il fondamento della  moralità umana. L'invasione degli atei moderni nella santità della legge di Dio attraversa il confine della libertà di religione, e pertanto va almeno chiamato con il suo nome: vandalismo»
Affermare di non rubare né uccidere, e al contempo di non credere, è dunque un'offesa ai credenti, in quanto «colpisce» il Decalogo; con questo atto vandalico, gli atei «invadono la legge di Dio». Ogni uso di riferimenti religiosi è una violazione della libertà di religione, per queste persone. La mera esistenza di persone che la pensano differentemente da loro - che addirittura osano essere morali senza dover ricorrere alla presunta «santa legge di Dio» - costituisce una minaccia che va soffocata.

Ironicamente, la pagina dell'agenzia di stampa Zenit che riporta questa notizia indica come notizia correlata «Pellegrini dal Papa in difesa della libertà e del pluralismo dei media in Polonia»; ovvero, i cattolici polacchi si  battono per la libertà dei media, ma vogliono censurare le libere espressioni altrui. Come si dice, «chiagni e fotti»...

Don Mariusz Frukacz, «Proteste in Polonia contro la campagna a favore dell'ateismo», Zenit, 8 novembre 2012.

sabato 27 ottobre 2012

Cardinale di Chicago teme future persecuzioni dei cattolici

Francis George, cardinale e arcivescovo di Chicago, ritiene che le recenti campagne elettorali presidenziali statunitensi abbiano «portato in superficie il sentimento anti-religioso, in gran parte esplicitamente anti-cattolico», in crescita negli Stati Uniti per decenni; ha inoltre confermato di aver detto «io mi aspetto di morire nel letto, il mio successore morirà in prigione e il suo successore morirà martire nella pubblica piazza», precisando che queste parole volevano avvertire in un modo «estremamente drammatico» di ciò cui potrebbe portare la «completa secolarizzazione della nostra società».

Nell'editoriale del Catholic New World, George ha affermato che il risultato delle prossime elezioni presidenziali è una questione di minore importanza rispetto al vero problema: la secolarizzazione della cultura statunitense. Il secolarismo è infatti, secondo George, il «compagno di letto più pulito del comunismo», che è morto ma ha lasciato «molti dei suoi peccaminosi effetti» con noi.

Per George chi non si riunisce presso la croce di Gesù e la sua tomba vuota, «è dalla parte sbagliata dell'unica storia che alla fine conta», così come il mondo moderno, che ha «divorziato dal Dio che l'ha creato e redento».

È significativo che questa dichiarazione di George venga dopo che l'ennesimo sondaggio ha mostrato come gli statunitensi siano sempre meno credenti, e che i credenti siano sempre meno istituzionalizzati. A voler pensare male, parrebbe che i cristiani si stanno rendendo conto di perdere il controllo delle coscienze (e delle leve di potere), e rispolverino l'antica e collaudata tattica di fare le vittime.

Francis George, «The wrong side of history», Catholic New World, 21 ottobre-3 novembre 2012; «Cardinal George warns US secularization is more serious than elections», Catholic News Agency, 23 ottobre.

giovedì 25 ottobre 2012

Il Vangelo della moglie di Gesù è probabilmente un falso

È estremamente probabile che il cosiddetto Vangelo della moglie di Gesù, un presunto testo cristiano conservatosi in lingua copta su di un unico frammento papiraceo, sia in realtà un falso moderno, per di più copiato da un'edizione on-line del Vangelo secondo Tommaso!

Subito dopo l'annuncio della sua esistenza da parte della professoressa Karen King, erano emersi dubbi sulla sua autenticità; tali dubbi si basavano sull'aspetto del frammento, sulla sua dubbia provenienza e sul fatto che il suo contenuto corrisponde esattamente a ciò di cui si discute in questi anni (la presunta moglie di Gesù).

Successivamente era stata messa in evidenza l'estrema somiglianza tra il testo di questo vangelo e il Vangelo secondo Tommaso, sostenendo che questa fosse una prova della sua falsificazione moderna o antica. Poiché però il numero delle parole contenute nel frammento è estremamente piccolo, non era possibile escludere una normale influenza del vangelo tommaseo su questo o viceversa. Solo il ritrovamento di una porzione più lunga di testo avrebbe potuto permettere di capire se questa somiglianza è dovuta alla conoscenza del Vangelo secondo Tommaso da parte dell'antico autore del Vangelo della moglie di Gesù, o se invece si tratta di una copia.

Porzione del frammento del Vangelo della moglie di Gesù,
riportante il testo ⲛⲁⲉⲓ ⲡⲱⲛϩ senza la ⲙ̅ tra iota e pi.
Ma recentemente Andrew Bernhard ha scoperto una peculiarità del testo copto del nuovo vangelo che fa pendere pesantemente la bilancia dalla parte del falso moderno. Il frammento del Vangelo della moglie di Gesù contiene infatti uno strano errore di ortografia: lì dove il testo riporta la frase «mi diede la vita», il complemento oggetto ⲡⲱⲛϩ («la vita») non è preceduto dal segno ⲙ̅, che indica appunto il complemento oggetto.

giovedì 18 ottobre 2012

Moralità negli animali

Il primatologo Frans de Waal studia la moralità negli animali. In particolare, si è occupato per anni di indagare se gli animali possiedono i tratti fondamentali della morale: empatia (intesa come riconoscimento delle condizioni emotive di loro compagni), tendenze sociali, reciprocità e correttezza.

Il seguente video presenta i risultati della sua ricerca.

mercoledì 10 ottobre 2012

Stati Uniti, per la prima volta i protestanti non sono più maggioranza, mentre la crescita dei "non affiliati" continua

Il Pew Forum on Religion and Public Life ha reso pubblici i risultati di un'analisi demoscopica che rivelano come per la prima volta i protestanti non siano più maggioranza assoluta negli Stati Uniti. Lo stesso studio ha confermato la crescita dei "non affiliati".

Lo studio ha trovato che solo il 48% degli statunitensi si dichiara affiliato ad una delle confessioni che compongono la galassia protestante. Questo risultato conferma una tendenza, stabile negli anni, che vede il numero dei protestanti diminuire: nel 2007, infatti, i protestanti erano ancora la maggioranza assoluta, costituendo il 53% degli intervistati. Incidentalmente, il primo studio a suggellare con certezza questo cambiamento cade in un periodo in cui nessun giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti è protestante (sei sono cattolici e tre ebrei) e in cui, per la prima volta, i Repubblicani non hanno un protestante nell'accoppiata candidato presidente-candidato vicepresidente (Romney è mormone, Ryan è cattolico).

Una delle ragioni di questo calo dei protestanti è l'aumento dei "non affiliati", passati dal 15% al 20% nello stesso periodo; uno statunitense su cinque, dunque, dichiara di non appartenere ad alcuna religione. Questo 20% è composto in maggioranza da teisti senza affiliazione (14%), con una componente rilevante di atei/agnostici dichiarati (6%).

La scomposizione per età dei risultati mostra come l'incidenza dei non affiliati sia maggiore al diminuire dell'età: le generazioni più recenti mostrano percentuali superiori al 30% di non affiliati, a fronte del 9% che caratterizza la classe di età maggiore.

Inoltre, a coloro che si sono dichiarati "non affiliati" è stato chiesto se cercassero una religione adatta a loro, e la risposta è stata negativa per l'88% degli intervistati, a conferma che la mancata affiliazione ad una particolare denominazione religiosa è stabile.

"“Nones” on the Rise", The Pew Forum on Religion and Public Life, 9 ottobre 2012. Rachel Zoll, "Rise of the atheists: U.S. Protestants lose majority status as church attendance falls", National Post, 9 ottobre 2012.

venerdì 5 ottobre 2012

Sam Harris sulla libertà di offendere un Dio immaginario

La libertà di pensare ad alta voce su taluni argomenti,
senza aver paura di essere costretti a nascondersi o di essere uccisi,
è stata già perduta.

E le uniche forze su questa Terra che possono riottenerla
sono governi laici e forti
che affrontino le accuse di blasfemia con disprezzo.
Non è necessario scusarsi.

I musulmani devono imparare che se fanno
affermazioni bellicose e fanatiche
sulla tolleranza delle società libere,
si scontreranno coi limiti di quella tolleranza.


Il resto dell'articolo di Sam Harris, "On the Freedom to Offend an Imaginary God" ("Sulla libertà di offendere un Dio immaginario"), è disponibile sul suo blog.

mercoledì 26 settembre 2012

Il pastore che rubava la beneficenza e l'8xmille

Carl Keynes
Il pastore statunitense Carl Keyes è accusato di aver stornato una cifra considerevole da un fondo di 4,8 milioni di dollari; il fondo conteneva i contributi versati da migliaia di persone per sostenere le vittime dell'11 settembre 2001 e poi quelle dell'uragano Katrina. Una commissione di indagine ha però esaminato i conti di Keyes con risultati sconvolgenti. Mentre da un lato si accreditava delle opere benefiche portate avanti da altri, dall'altro Keyes dirottava una parte consistente dei fondi per ripianare i debiti della sua congregazione, per coprire spese di centinaia di migliaia di dollari fatte con la sua carta di credito e per pagare le tasse scolastiche dell'università privata del figlio.

Il comportamento di Keyes è scandaloso: ha chiesto contributi in denaro per aiutare le persone in difficoltà, ma poi ha usato una parte considerevole di quanto ricevuto per altri scopi, per finanziare le proprie attività religiose, per ripianare i propri debiti e per altri usi "privati". E mi ha ricordato quello della Chiesa cattolica con l'8xmille.

Cartellone pubblicitario a Roma Termini
L'8xmille è un meccanismo in base al quale, volente o nolente, il contribuente versa l'8xmille del proprio IRPEF ad alcune confessioni religiose e allo Stato. La proporzione con la quale il gettito complessivo è distribuito agli aventi diritto è determinata dalla proporzione dei voti espressi con una firma: se una confessione è beneficiaria dell'X% delle firme apposte, riceverà l'X% dell'8xmille di tutti i contribuenti, sia di quelli che hanno firmato per lei, sia di quelli che hanno firmato per altri, sia di quelli che non hanno firmato.

La parte del leone va alla Chiesa cattolica, la quale ogni anno mette in piedi una campagna pubblicitaria faraonica per rammentare ai fedeli di mettere la firma nella casella giusta (incluso un concorso a premi per la raccolta dei modelli CUD correttamente firmati...); circa l'85% del gettito, pari a quasi 1 miliardo di euro (dati 2010), va alla Chiesa cattolica, a fronte del 37% delle firme espresse in suo favore (anche grazie alle campagne pubblicitarie).

Come sono ripartiti questi soldi? Dell'oltre 1 miliardo di euro ricevuto per il 2012 (fonte: rendiconto 2012),
  • il 22% è speso per "Interventi caritativi",
  • il 32%  è speso per  "Sostentamento del clero",
  • il 48%  è speso per  "Esigenze di culto e pastorale" (voce che include l'edilizia di culto, nuove chiese comprese).
Insomma, l'attività che è la punta di diamante della campagna per l'8xmille alla Chiesa cattolica, quella delle opere di beneficenza, è anche quella più negletta dalla distribuzione del denaro ricevuto.

L'articolo su Keyes dice:
Secondo gli investigatori, [i documenti esaminati] rivelano un lato oscuro al ruolo umanitario internazionale interpretato da Keyes, confondendo i confini tra le sue organizzazioni benefiche, il suo ministero e le sue finanze personali.
Questo confine, nel caso dell'8xmille alla Chiesa cattolica, è del tutto inesistente, dato che essa chiede denaro in nome degli interventi benefici, ma poi destina loro solo il 22% del gettito.

Chissà se Keyes ha usato più o meno di quella percentuale per le opere di beneficenza a favore delle quali l'aveva ricevuto. Chissà se un criminale come lui è stato più onesto della Chiesa cattolica.

"Ground Zero pastor 'funneled cash from $4.8million 9/11 and Hurricane Katrina donations to pay his mortgage, credit card bill and son's private college fees'", Daily Mail, 24 settembre 2012. L'immagine della campagna pubblicitaria per l'8xmille alla Chiesa cattolica proviene da Lanfranco Palazzolo, "Chiedilo a loro: Cosa ne pensano delle dimissioni di Gotti Tedeschi e del corvo Vaticano?", Lanfranco Palazzolo, 26 maggio 2012.

martedì 25 settembre 2012

Il vero significato del trailer "L'innocenza dei musulmani"

Mi sono imbattuto in una vignetta che mi ha illuminato sul vero significato del trailer de L'innocenza dei musulmani, la cui pubblicazione su Youtube ha causato morti e devastazioni nel mondo arabo.

L'"illuminazione" deriva dal mettere insieme due punti: sebbene il presunto film raffiguri Maometto, il titolo fa riferimento all'innocenza dei musulmani, non del loro profeta; inoltre quello pubblicato su Youtube non è il film, ma un suo trailer, in quanto pare che il film di per sé non sia stato prodotto.

L'illuminante vignetta, pubblicata su r/atheism, è stata composta da un musulmano, ed è la seguente:


Il testo recita: "Il film che diffama il Santo Profeta Hazrat Maometto non era un film, era un trailer. Noi siamo il film!" L'immagine sottostante raffigura atti vandalici.

Non so se il tutto sia stato fatto di proposito o se sia solo una clamorosa coincidenza, ma è significativo che il  film sull'"innocenza dei musulmani" lo stiano girando i musulmani stessi con le loro violenze in reazione all'"offesa" del loro profeta. In un certo senso, sono attori non pagati di una produzione anti-islamica.

lunedì 24 settembre 2012

Non tutte le religioni sono uguali: un uomo è stato macellato per questo filmato

Theo Van Gogh è stato un regista e un attivista olandese. Nel 2004 girò il cortometraggio Submission, sceneggiato insieme ad Ayaan Hirsi Ali, una politica e scrittrice somala naturalizzata olandese, attiva in favore dei diritti umani, in particolare quelli delle donne nei paesi musulmani.

Il cortometraggio Submission (Sottomissione; la parola è la traduzione letterale dell'arabo «Islam») è una denuncia delle violenze subite in famiglia dalle donne islamiche. Per questo filmato, Van Gogh è stato macellato da un fanatico musulmano appartenente ad un gruppo terroristico.

Un uomo è morto perché ha condannato i crimini giustificati da una particolare religione. Un uomo è morto perché un fanatico ha ritenuto che un film offendesse la sua religione.

Credo sia giusto diffondere questo film, in memoria di un uomo che ha scelto di denunciare la perversione di una religione e per questo è morto.


domenica 23 settembre 2012

Non tutte le religioni sono uguali: nessuno è stato ucciso per questa vignetta

Come certamente i miei pochi lettori sapranno, la rivista francese Charlie Hebdo ha pubblicato una vignetta su Maometto, in relazione alle note violenze nei paesi arabi "giustificate" dalla pubblicazione di un (orripilante) film su Maometto.

Il governo francese ha difeso il diritto di satira dalle richieste di censura da parte della comunità musulmana internazionale. Allo stesso tempo ha deciso di rafforzare la protezione delle ambasciate francesi nel mondo, a causa dei prevedibili attacchi di fanatici musulmani.

Sul giornale satirico The Onion, è stata pubblicata un articolo contenente un'immagine (attenzione: raffigura divinità in atteggiamenti sessualmente assertivi :-)). Come dice il titolo dell'articolo, «Nessun morto a causa di questa immagine»:

sabato 22 settembre 2012

È un'oca!

Un utente di reddit, jerfoo, ha creato un "fotoromanzo" che spiega la differenza tra un approccio scettico-sperimentale alla vita e uno fideistico e dogmatico.

Ho tradotto in italiano le immagini, trasformandole in una presentazione. Conto che risulti simpatica e che faccia riflettere.


Phil Plait, «The puzzle of dogma», Bad Astronomy, 22 settembre 2012.

mercoledì 19 settembre 2012

Alcuni dubbi sull'autenticità del Vangelo della moglie di Gesù

Karen King e il frammento
La divulgazione dal parte della professoressa Karen King del frammento di un vangelo altrimenti sconosciuto, da lei intitolato Vangelo della moglie di Gesù in quanto caratterizzato dalla presenza di un riferimento al moglie di Gesù, ha scatenato i mezzi di informazione di tutto il mondo.Il papiro è stato dichiarato da King e da altri esperti un autentico frammento di un codice del IV secolo, contenente una traduzione in lingua copta di un vangelo in lingua greca composto probabilmente nella seconda metà del II secolo.

Alcuni studiosi hanno però avanzato dubbi sull'autenticità del frammento. Fatta salva la correttezza professionale di King, James R. Davila, Louis Painchaud, Larry Rothfield, Alin Suciu, e altri partecipanti al congresso al quale il papiro è stato presentato, sostengono che il frammento sia probabilmente falso.

Scoperto vangelo precedentemente sconosciuto che parla della moglie di Gesù

Karen King e il frammento del vangelo sconosciuto
In un congresso internazionale tenutosi a Roma, Karen King, professoressa alla Harvard Divinity School, ha rivelato l'esistenza di un frammento di papiro egiziano contenente un brano di un vangelo precedentemente sconosciuto, che la studiosa ha intitolato Vangelo della moglie di Gesù.

Il frammento è scritto in lingua copta e risale al IV secolo; il vangelo che contiene fu probabilmente scritto in lingua greca nella seconda metà del II secolo. Poco più grande di una carta di credito (4x8 cm) e scritto sia sul recto che sul verso, contiene una narrazione in cui Gesù sembra dialogare con i discepoli, facendo riferimento a «Maria» (probabilmente Maddalena) e alla propria moglie, affermando poi che «essa sarà in grado di essere mia discepola».

Caratteristiche del frammento e del testo


Il proprietario del frammento è un collezionista rimasto anonimo. Il frammento è di origine sconosciuta, ma le sue condizioni di conservazione e la lingua copta adottata per trascriverne il contenuto puntano ad un'origine egiziana; è possibile che, come molti altri manoscritti di papiro, provenga da un antico deposito di rifiuti.

giovedì 6 settembre 2012

Neanche il Papa crede più ai vangeli

Gli studiosi contemporanei hanno riconosciuto da tempo lo scarso valore storico dei vangeli, narrazioni teologiche in contraddizione tra loro, ma devo ammettere che mi sorprende constatare come neppure più il Papa creda alla storicità delle narrazioni evangeliche.

L'ultimo esempio di questo scetticismo è legato alla figura di Giuda e in particolare al suo tradimento. Nel suo libro Gesù di Nazaret - Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione, Ratzinger ha dedicato una sezione a "Il mistero del traditore" (Libreria Editrice Vaticana, 2011, pp. 78 ss.). Nell'Angelus del 26 agosto, è poi tornato sull'argomento, affermando:
Giuda si sentiva tradito da Gesù, e decise che a sua volta lo avrebbe tradito. Giuda era uno zelota, e voleva un Messia vincente, che guidasse una rivolta contro i Romani. Gesù aveva deluso queste attese.
Dunque per Ratzinger il tradimento di Giuda è politico: Gesù non vuole porsi al comando di una rivolta militare contro i Romani, e Giuda lo consegna agli stessi Romani.

mercoledì 5 settembre 2012

Anche nelle scuole francesi ci saranno i corsi di morale laica

Tema: «Quanto è importante l'etica
nella società di oggi?»
Vincent Peillon, ministro dell'Istruzione francese e professore liceale di filosofia, ha annunciato un progetto per portare nelle scuole francesi, a partire dal prossimo anno scolastico, un insegnamento di "morale laica", il cui scopo sarà insegnare ai bambini i princìpi e i comportamenti del «vivere insieme».
Non si tratterà di "indottrinamento morale" né di "educazione civica":
Lo scopo della morale laica è di permettere a ciascun studente di emanciparsi, poiché il punto di partenza della laicità è il rispetto assoluto per la libertà di coscienza. Per fornire la libertà di scelta, bisogna essere in grado di strappare lo studente da tutti i determinismi, familiare, etnico, sociale, intellettuale, per poi fare una scelta.

mercoledì 15 agosto 2012

L'Assunta, l'imperatore e lo sproloquio dell'apologeta

Tiziano, Assunzione della Vergine
Rino Cammilleri, noto apologeta cattolico e frequentatore suo malgrado di queste pagine, ha pubblicato sul periodico on-line ciellino ilsussidiario.net l'articolo «L'Assunta e Napoleone» in cui fa a pezzi da par suo le critiche dei laicisti al dogma dell'Assunzione. E quando scrivo «da par suo» intendo proprio «come sua consuetudine»: in maniera inetta, inefficace e ridicola.

Cammilleri inizia attaccando i "laicisti"; riporto le sue parole perché è proprio qui che si dà la proverbiale zappa sui piedi, affermando il contrario di quanto emergerà dalla sua apologia:
Contrariamente a quanto pensano i laicisti (la cui ignoranza religiosa è direttamente proporzionale all’attitudine a dare lezioni ai cattolici e allo stesso papa), i dogmi non sono “fabbricati” dal Vaticano, che a un certo punto decide di gravare i fedeli di un altro fardello «scientificamente indimostrabile» a tutto danno delle loro facoltà razionali. Sono, bensì, verità credute da sempre e alle quali - di solito con ritardi anche millenari - la Chiesa appone il suo autorevole sigillo, dopo ponderate consultazioni e riflessioni, ufficializzandole.
Purtroppo per Cammilleri, i "laicisti" dimostrano una conoscenza della materia religiosa ben superiore alla sua. Vediamo quali sono le prove addotte da Cammilleri per questa «verità creduta da sempre» e quali siano state le «ponderate consultazioni e riflessioni» della Chiesa, prima di apporvi il suo «autorevole sigillo».

domenica 5 agosto 2012

Richard Carrier presenta la sua teoria del Gesù mitico

Al Madison Freethought Festival 2012, Richard Carrier ha presentato la sua teoria del Gesù mitico. Come scrive nel suo blog,
La mia presentazione a Madison è essenzialmente un breve riassunto di quella che ritengo essere la teoria del Gesù-mito meglio sostenibile e dei motivi per i quali probabilmente spiega le origini del Cristianesimo meglio delle teorie tradizionali. Ovviamente non è un'argomentazione a prova di ogni obiezione, solo un primo sguardo a cosa sia e a come dovrebbe procedere la sua difesa.
Il video della presentazione è il seguente (in inglese):



Carrier ha pubblicato la presentazione visibile nel video; di essa è disponibile anche una versione in lingua italiana.

Ho pubblicato altri articoli su Carrier e le sue teorie, raggiungibili attraverso l'apposito tag.

Richard Carrier, «Three New Videos», Richard Carrier Blogs, 20 luglio 2012.

mercoledì 25 luglio 2012

La "grazia preventiva" di Dio salva una donna dal massacro del cinema Aurora - ma se ne frega degli altri 12

Petra Anderson, ferita nella strage
«Il 20 luglio 2012 James Holmes, ex dottorando di neuroscienze 24enne, ha aperto il fuoco durante la proiezione della prima del film Il cavaliere oscuro - Il ritorno in un cinema di Aurora, in Colorado negli Stati Uniti d'America. L'attacco ha ucciso 12 persone e ne ha ferite 59». Inizia così l'articolo di Wikipedia «Massacro di Aurora», che descrive il massacro di 12 persone e il ferimento di un'altra sessantina, avvenuto per mano di uno squilibrato molto armato.

Le reazioni all'episodio potrebbero essere analizzate sotto vari aspetti, dal punto di vista religioso. Il predicatore evangelico Jerry Newcombe ha ricondotto la strage alla cacciata del «timor di Dio» dagli Stati Uniti, operata dai promotori delle libertà civili, e ha affermato che solo le vittime cristiane della strage andranno in paradiso. Il deputato repubblicano Louie Gohmert sostiene che l'episodio è il risultato degli «attuali attacchi contro la fede giudeo-cristiana». Secondo il pastore Rick Warren, la colpa del massacro sarebbe l'insegnamento dell'evoluzione: «quando agli studenti viene insegnato che non sono diversi dagli animali, si comportano come tali», ha scritto su Twitter (cancellando poi il tweet a seguito delle polemiche). Infine, trovo singolare l'atteggiamento di tutti coloro che si sono riuniti in veglia sul luogo del massacro, per «pregare per la pace, per le vittime e per le famiglie degli uccisi»: se Dio non ha reputato intervenire per fermare la mano dell'assassino e salvare le vittime, perché dovrebbe intervenire ora?

Ma la notizia che mi ha spinto a scrivere è la seguente. Secondo il «pastore, professore e mistico cristiano» Brad Strait, una delle vittime della sparatoria è stata miracolata. E, se vi fosse bisogno di rendere ancora più "miracolosa" la storia, il miracolo è stato programmato 22 anni prima della sparatoria!

martedì 24 luglio 2012

Il primatista degli aborti

I dati non sono certi, per motivi legati alla difficoltà di registrare la fine di gravidanze che le donne non si accorgono neppure di aver iniziato, ma gli studi effettuati hanno registrato un mancato impianto del 30-50% degli ovuli fecondati; delle restanti gravidanza, il 10-20% termina in aborti spontanei.
Dunque fino al 60% delle gravidanze termina in un aborto spontaneo.

Questa statistica mi ha ricordato la posizione cristiana (cattolica) sull'aborto: per la Chiesa cattolica l'ovulo fecondato è una persona, e pertanto l'aborto corrisponde alla morte di una persona.

Prendiamo ora in considerazione il caso degli aborti spontanei nelle prime settimane, quel 30-50% degli ovuli fecondati che non riescono neppure ad impiantarsi: come giustifica un cattolico questa strage di esseri umani, strage che non ha nessuna causa antropica? Come giustifica un cattolico la scelta di Dio di non intervenire, di lasciar «morire» tutte queste «persone»?

La risposta consueta è quella che Dio opera per il bene, e che le sue decisioni sono per il meglio, anche se questo meglio ci è incomprensibile.

Eppure in questo caso è davvero difficile credere che vi sia una ragione plausibile per la quale sia indispensabile che tutte queste «persone» (sempre dal punto di vista cattolico) «muoiano»; con un tasso di circa 19 nati ogni 1000 abitanti, parliamo di quasi 66 milioni di «persone» (cioè ovuli non fecondati) che «morirebbero» (non si impiantano) ogni anno! A quale più alto bene Dio sacrificherebbe tutte queste vite?

Un Dio onnipotente e onnisciente che non interviene a salvare tutti quegli ovuli fecondati è definito dai suoi fedeli «infinitamente buono»; una donna che decide di abortire, invece, sarebbe un'assassina. Forse chi dispensa questi giudizi dovrebbe riflettere di più.

Aggiornamento 19 settembre 2012
Johnatan MS Pearce, autore dell'articolo cui mi sono ispirato per questo, ha cortesemente e concisamente riassunto la questione in un commento:
Se Dio ha delle ragioni per causare l'aborto naturale dei feti (cosa che deve avere, altrimenti sarebbe, per definizione, inutile), allora la moralità dell'atto di permettere a questi feti di morire deriva dalle sue conseguenze.
Allora la moralità di Dio (almeno in questo caso, e in tutti quelli simili, come per le alluvioni) non è intrinseca, ma deriva dalle conseguenze. Per tanto Dio è un consequenzialista morale.
Cosa che implica che sia difficile sostenere che la moralità sia fondata oggettivamente in Dio stesso.

Jonathan MS Pearce, «God loves abortion!», Debunking Christianity, 30 maggio 2012.

lunedì 23 luglio 2012

Marco e Giovanni spiegano la "tomba vuota", secondo Tabor

Durer, Sepoltura di Gesù
Il professor James Tabor è preside del Dipartimento di Studi Religiosi della University of North Carolina a Charlotte, dove insegna Origini del Cristianesimo e Giudaismo antico; è anche un archeologo, con molti importanti scavi in Palestina, tra cui quello che ha portato alla scoperta della tomba del sudario ad Akeldamà.

Nel suo blog ha recentemente affrontato il tema della tomba dove fu sepolto, secondo i vangeli canonici, Gesù. L'articolo si intitola «Reading Mark and John: The First Burial of Jesus», e nel titolo riassume i due temi affrontati: il primo è il confronto tra il racconto del Vangelo secondo Marco, il più antico dei vangeli canonici e quello a partire dal quale furono scritti i vangeli secondo Matteo e Luca, e quello del Vangelo secondo Giovanni, l'ultimo ad essere scritto e certamente indipendente dal vangelo marciano; il riconoscimento di una prima sepoltura di Gesù, il secondo.

Marco e Giovanni contro Matteo: la tomba di Giuseppe di Arimatea



Tabor riepiloga la storia della sepoltura di Gesù, così come nota al grande pubblico:
Tutti "sanno" che secondo i quattro vangeli del Nuovo Testamento, Giuseppe di Arimatea, altrimenti mai menzionato, si reca da Ponzio Pilato, governatore della Giudea, e ottiene il permesso di rimuovere il corpo di Gesù dalla croce. Prende il corpo e lo depone nella propria tomba nella tarda sera del venerdì. Un gruppo di donne, Maria Maddalena e altre, lo segue e vede la collocazione della tomba. Domenica mattina, quando vi si recano in visita per completare i riti ebraici di sepoltura, la tomba è vuota.
Tabor fa notare, però, che la storia non è corretta per quanto riguarda la parte in corsivo: la tomba, infatti, non appartiene a Giuseppe di Arimatea!

mercoledì 27 giugno 2012

Tribunale tedesco equipara la circoncisione religiosa su bambini ad un'aggressione

La corte regionale di Colonia, in Germania, è stata chiamata a giudicare un caso in cui la circoncisione di un bambino di quattro anni, voluta dai genitori musulmani, è terminata con il ricovero del bambino stesso a causa di un forte sanguinamento. Il medico accusato è stato assolto, perché la legislazione relativa è troppo confusa, ma la corte ha riconosciuto la circoncisione del bambino un atto di grave aggressione fisica, non giustificabile neppure dal consenso dato dai genitori.

Relativamente al diritto dei genitori a praticare la propria religione, che prevede la circoncisione, la corte ha stabilito che «il diritto fondamentale del bambino all'integrità corporea prevale sui diritti fondamentali dei genitori». Secondo la corte «il corpo del bambino è irreparabilmente e permanentemente cambiato dalla circoncisione. Questo cambiamento contravviene agli interessi del bambino di decidere successivamente le proprie credenze religiose».

Del problema della circoncisione religiosa dei bambini avevo già parlato in passato («Infibulazione e circoncisione: due pesi e due misure?» e «Rabbini e vescovi uniti per la circoncisione dei bambini: proibirla è "un'incosciente violazione dei diritti religiosi"»); la sentenza della corte regionale tedesca sarà verosimilmente portata in appello dai genitori e dalle organizzazioni religiose, adamantine nel loro intento di ritagliarsi il diritto di "tagliare", di "marchiare" i propri appartenenti. Ma è un primo passo importante sulla strada verso il rispetto del diritto dei bambini (e delle bambine, ovviamente, vittime dell'ancora più abominevole infibulazione) alla propria integrità corporea.

giovedì 21 giugno 2012

Non vi lamentate, se no Gesù manda i serpenti a mordervi!

Michelangelo, Il Serpente di Bronzo,
Cappella Sistina
Steve Wells, autore del blog Dwindling in Unbelief, ha pubblicato un interessante articolo intitolato «So it was Jesus that sent the serpents to bite people for complaining!», «Quindi fu Gesù che mandò i serpenti a mordere la gente che si era lamentata!».

L'articolo fa riferimento ad un episodio biblico (Numeri 21:5-6). Gli israeliti sono usciti dall'Egitto e sono nel deserto; non c'è pane e non c'è acqua, e il popolo si lamenta:
Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Dio aveva in precedenza risposto ad una lamentela simile facendo sgorgare acqua da una roccia percossa con un bastone da Mosè, ma stavolta ha perso la pazienza e punisce il lamentoso popolo eletto:
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d'Israeliti morì.

giovedì 31 maggio 2012

Sfida ai credenti cristiani ;-)

Bugnation BBQ - Orange Snake
Bene, piccola sfida ai «credenti» cristiani.

Siete stati battezzati? Credete al messaggio evangelico? «Sì» a tutte e due le domande?

Allora ecco i segni che Gesù prevede che vi accompagnino (Vangelo secondo Marco, 16:15-18):
Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Allora? Scacciate demòni, parlate lingue nuove e guarite con l'imposizione delle mani? Ma, soprattutto, bevete senza problemi veleni e prendete in mano serpenti?

No? Allora non siete veri credenti, i veri credenti prendono in mano i serpenti:



lunedì 14 maggio 2012

"Sposati e sii sottomessa"...

La copertina è simpatica e franca:
moglie, stai sotto!
...ovvero, Dei danni delle Sacre Scritture.

Costanza Miriano si descrive così sul suo blog:
Costanza Miriano è nata 41 anni fa a Perugia e vive a Roma.
Sposa e mamma di quattro esseri che sarebbe ottimistico e incauto definire bambini, due di razza maschile e due femminile, un tempo era laureata in lettere classiche, ma attualmente studia le tabelline.
Aspirante casalinga, attualmente è giornalista alla RAI,  tg3 nazionale (ma collabora anche con Avvenire e Il Timone). E’ cattolica fervente, e, convinta che in cielo si vada solo per raccomandazione, cerca sempre dei canali preferenziali per arrivare al Capo Supremo. Trova che la messa e il rosario siano quelli che funzionano meglio.
Non c’è molto altro da aggiungere al suo curriculum, se non che ha corso varie maratone, il che poi è venuto utile nel gestire una famiglia estrema.
La signora, giornalista, non ha scelto a caso le parole della propria presentazione, «esseri [...] di razza maschile», «aspirante casalinga», eccetera. Del resto la signora ha pubblicato un libro dal titolo esplicativo: Sposati e sii sottomessa. Pratica estrema per donne senza paura.

domenica 13 maggio 2012

Pensare in maniera analitica indebolisce le credenze religiose

119/365
Il pensiero intuitivo è frequentemente collegato alla credenza religiosa: coloro che ragionano in maniera intuitiva hanno infatti mediamente credenze religiose più forti di coloro che hanno un approccio analitico. È però possibile spingere le persone a ragionare in maniera meno intuitiva e più analitica; l'effetto collaterale è che le loro credenze religiose perdono di forza.

Questi risultati sono stati ottenuti somministrando a diverse persone dei test di ragionamento analitico; una tipica domanda di questi test è all'incirca questa: «Se cinque macchinari costruiscono in cinque minuti cinque manufatti, quanto tempo impiegheranno cento macchinari a produrre cento manufatti?» I risultati di questi test sono stati incrociati con i risultati di test che misuravano la fede religiosa e si è scoperto che chi ragiona in maniera analitica tende ad avere meno credenze religiose.

giovedì 26 aprile 2012

Ehrman difende il suo "Did Jesus Exist?" dalle critiche di Carrier

Come i pochi lettori del blog sapranno, è recentemente uscito l'ultimo libro di Barth Ehrman, Did Jesus Exist?, in cui lo studioso del Cristianesimo delle origini e del Nuovo Testamento difende la storicità della figura di Gesù, sia pure distinguendo il Gesù della storia dal Gesù della fede. Ho parlato di questo libro nell'articolo «"Gesù è esistito?": Bart Ehrman contro l'ipotesi di un Gesù mitologico».

Avevo lasciato gli stessi pochi lettori con la risposta di Richard Carrier ad un articolo divulgativo di Ehrman sull'Huffington Post, risposta con cui Carrier criticava diverse affermazioni di Ehrman («Carrier critica Ehrman che critica i sostenitori del Gesù-mito»).

Nel frattempo Carrier ha proposto una recensione più ampia del libro di Ehrman, intitolata «Ehrman on Jesus: A Failure of Facts and Logic» (più o meno traducibile in: «Ehrman su Gesù: un fallimento di fatti e logica»), in cui afferma che il libro di Ehrman «è pieno di errori fattuali, fallacie logiche e argomentazioni mal formulate; per di più fallisce completamente nel suo scopo esplicito, quello di criticare efficacemente le argomentazioni a favore dell'ipotesi che Gesù sia una persona mitologica».

La risposta definitiva di Ehrman è arrivata, nell'articolo «Fuller Reply to Richard Carrier» sul nuovo blog di Ehrman (Christianity in Antiquity). È «definitiva» nel senso che Ehrman dichiara che non ci saranno risposte alle eventuali contro-argomentazioni di Carrier, in quanto lo scopo di questa risposta è quello di difendere Ehrman dalle accuse di essere uno studioso fasullo e incompetente; malgrado ciò, anzi proprio per questo, Ehrman tocca diverse argomentazioni di Carrier dimostrandone l'infondatezza.

Data la notevole lunghezza dell'articolo di Ehrman, e la non indifferente densità informativa della sua prosa, mi astengo dal riassumerlo qui, invitando chi fosse interessato a dare un'occhiata all'originale.