lunedì 30 maggio 2011

«L'aborto mi ha salvato la vita»: perché l'obiezione di coscienza è un diritto sulla pelle delle donne

Qualche tempo fa avevo dato la notizia della suora scomunicata per aver salvato la vita di una donna autorizzando un aborto. Sempre dagli Stati Uniti arriva questa testimonianza di una donna che ha rischiato seriamente di morire perché i medici di guardia al pronto soccorso erano tutti obiettori di coscienza.

Quale tipo di coscienza possano avere queste persone, però, resta un mistero.

La testimonianza

La signora è madre di due figli, e ha avuto altre due gravidanze non andate a buon fine.

La notizia della quinta gravidanza arriva inattesa, in quanto sono assenti tutti i normali indicatori; la ginecologa l'avverte che si tratta di una gravidanza a forte rischio, con una certa possibilità che non si concluda positivamente. La signora e il marito discutono della possibilità di interromperla, ma decidono di provare non di meno a portarla a termine, malgrado sanguinamenti intermittenti.

domenica 29 maggio 2011

Rabbini e vescovi uniti per la circoncisione dei bambini: proibirla è «un'incosciente violazione dei diritti religiosi»

Senza anestesia: il «rituale arcaico» può
diventare un «trauma fisico» (Reuters)
A febbraio avevo parlato della circoncisione dei bambini nell'articolo «Infibulazione e circoncisione: due pesi e due misure?», in cui riportavo la posizione di un religioso musulmano secondo la quale un eventuale bando della circoncisione sui bambini sarebbe una violazione della libertà religiosa, e concludevo:
In altre parole, si tratta di un contrasto tra due diritti: il diritto dei genitori all'educazione (religiosa) dei figli da una parte, il diritto dei figli all'integrità fisica dall'altra.
Mi è successivamente sfuggita la notizia che alcuni cittadini di San Francisco hanno raccolto le firme necessarie per un referendum che proibisca di praticare la circoncisione sui bambini; i cittadini di San Francisco saranno chiamati a votare per questo referendum il prossimo 8 novembre.

Ovviamente i religiosi si schierano dalla parte del no, affermando che un eventuale bando sarebbe una violazione dei diritti religiosi.

Ha iniziato il rabbino Gil Leeds, in un articolo esplicitamente intitolato «Il bando sulla circoncisione vìola i diritti» («Circumcision ban infringes on rights», SFGate, 20 maggio 2011). Secondo Leeds, quello di San Francisco sarà un referendum sulla libertà di religione in cui una maggioranza secolare imporrà l'abolizione una delle più antiche tradizioni religiose. La proposta sarebbe anche ingannevole: presentata come una proibizione delle «mutilazioni genitali», è in realtà un bando della circoncisione. Leeds continua ricordando che la circoncisione, il cui nome ebraico significa «alleanza», viene praticata dagli Ebrei dai tempi di Abramo, da 35 secoli; afferma che abbia anche un fine igienico, sostenendo che abbia alcuni benefici medici come una riduzione delle infezioni. Conclude affermando:
Non è solo la tradizione della circoncisione ad essere oggetto di voto a novembre a San Francisco, ma il diritto di ciascuna persona di seguire la fede religiosa che custodisce e il diritto di un genitore di educare il figlio ai valori che ha cari.
Quello che il rabbino Leeds dimentica di dire è l'altra metà della storia: che la circoncisione (e più in generale le «mutilazioni genitali», che sono proibite in blocco da questo referendum) è una violazione del diritto del bambino alla propria integrità fisica, e che l'antichità di una tradizione religiosa (e no, mi dispiace, non risale ad Abramo, dato che Abramo non è mai esistito) non giustifica la violazione di questa libertà. Tra il diritto del bambino ad avere un corpo sano e quello del genitore a mutilarlo per motivi religiosi deve prevalere il primo: che i credenti si evirino pure, se lo ritengono necessario, ma non decidano di farlo per i loro bambini.

A sostegno della posizione di Leeds si è schierato anche l'arcivescovo di San Francisco George Niederauer, secondo il quale
Il proposto bando sulla circoncisione rappresenta un'incosciente violazione dei santuari della fede e della famiglia da parte del governo di San Francisco. [...] A parte l'aspetto religioso, i cittadini di San Francisco dovrebbero essere oltraggiati dalla prospettiva di un governo cittadino che dia ordini ai genitori in una materia così sensibile come la salute e l'igiene dei loro bambini.
Niederauer non sembra essere a conoscenza del fatto che il governo di San Francisco, in quanto espressione della volontà democraticamente espressa dei cittadini di San Francisco, ha diritto di legiferare sulla fede e la famiglia, sulla salute e sull'igiene dei bambini. All'arcivescovo fa comodo «dimenticare» che lo scopo dell'iniziativa è quello di proteggere i bambini, e che una persona che voglia dirsi «umana» dovrebbe quanto meno dar segno di prendere in considerazione questo fatto, invece di travisare la situazione a bella posta.

I cittadini di San Francisco, e quelli di tutto il mondo, dovrebbero essere oltraggiati dalla prospettiva che persone come Leeds e Niederauer, così alieni da una mentalità che privilegi i bambini rispetto alle cruente tradizioni religiose, detengano una forte influenza, e dovrebbero votare di conseguenza.

martedì 24 maggio 2011

«Sette regole d'oro per i teologi cristiani riguardo l'Antico Testamento e il suo rapporto col Nuovo Testamento»

«Seven Golden Rules for Christian Theologians concerning the Old Testament and Its Relationship to the New Testament» è un interessante articolo di Gerd Lüdemann, che riassume alcune conclusioni della ricerca accademica sull'Antico Testamento che possono essere d'aiuto ai teologi cristiani.

Lüdemann, professore di Storia e letteratura del Cristianesimo delle origini all'Università di Gottinga, ritiene che i teologi cristiani dovrebbero essere coscienti dei seguenti fatti:
  1. gli autori del Nuovo Testamento hanno frainteso praticamente tutte le profezie dell'Antico Testamento che citano: gli autori veterotestamentari non avevano cioè in mente ciò che quelli neotestamentari attribuiscono loro, sia che si tratti di errori, sia che si tratti di manipolazioni (Lüdemann cita come esempio le cinque profezie riportate da «Matteo» riguardo la natività di Gesù);
  2. la storia del popolo di Israele nasce col sorgere del regno davidico e il lento passaggio dal politeismo all'adorazione preferenziale di Yahweh, seguito dal culto esclusivo di quest'ultima divinità a seguito degli eventi dell'Esilio. La narrazione precedente (Patriarchi e Giudici) non è storia, ma letteratura risultante dalla proiezione della cultura ebraica di epoca persiana ed ellenistica al periodo antecedente la monarchia;
  3. tradizioni cultuali, legali o sapienziali che non avevano basi storiche ne furono provviste tramite la loro invenzione e attribuzione a profeti e patriarchi. Ciò mina la validità storica delle narrazioni antecedenti l'Esilio;
  4. «nessuno dei libri di Mosè viene da Mosè; nessuno dei salmi di Davide viene da Davide; nessuno degli oracoli di Salomone viene da Salomone; nessuna delle visioni di Daniele viene da Daniele. Solo pochissime parole dei Profeti provengono dai profeti che danno i nomi a quei libri. Non ci fu Esodo fuori dall'Egitto, nessuna rivelazione sul Sinai, e nessuna trasmissione dei Dieci Comandamento. Abramo, Isacco, Mosè e Giosuè sono semplicemente dei nomi; Gerico non fu mai conquistata. Queste affermazioni non possono essere mai ripetute abbastanza, poiché sono i necessari correttivi alla fallace storia sacra che permise ai funzionari ecclesiastici e ai politici collaboratori di mantenere il potere per circa 2000 anni.»;
  5. poiché nelle facoltà teologiche tedesche lo studio dell'Antico Testamento è indirizzato alla sua interpretazione in chiave neotestamentaria, e poiché i principali studiosi veterotestamentari rigettano la validità storica di questo approccio, questi studiosi hanno abbandonato le facoltà confessionali;
  6. l'Antico Testamento non è un'anticipazione del Nuovo, e il Nuovo Testamento non è un completamento dell'Antico. Si tratta di due raccolte di testi tra loro indipendenti, riferite a culture differenti;
  7. l'Esodo dall'Egitto e la risurrezione di Gesù, cuore rispettivamente dell'Antico e del Nuovo Testamento, sono storicamente indimostrati. Continuare a sostenere la validità di questi eventi costituisce un errore che mina alle fondamenta la dottrina cristiana.
Gerd Lüdemann, «Seven Golden Rules for Christian Theologians concerning the Old Testament and Its Relationship to the New Testament», The Bible and Interpretation, novembre 2009. Post ispirato (al limite del plagio, in effetti) da «7 regole da non dimenticare della storia del cristianesimo», Keraunia, 26 novembre 2009.

domenica 22 maggio 2011

Anche questa volta la fine del mondo non è arrivata: è in ritardo di due millenni

Harold Camping aveva convinto migliaia di americani che il 21 maggio 2011 ci sarebbe stato il «Rapimento», l'ascesa al cielo dei cristiani salvati che precederebbe, secondo l'Apocalisse di Giovanni, la fine del mondo vera e propria.


Ovviamente la previsione si è dimostrata sbagliata. Ovviamente tutti prenderanno, giustamente, per i fondelli Camping e quelli che da lui si sono fatti prendere in giro.

Tra le migliori satire sul fallimento della sua profezia c'è questo video (ovviamente in inglese):


Meno divertente sarà il pensiero di tutta quella gente che si è dimessa dal lavoro, che ha venduto tutto e che per qualche mese è andata in giro a cercare di convincere altre persone dell'evento che si sarebbe dovuto manifestare ieri; non riesco proprio a divertirmi, pensando a tutte queste vite «demolite» dalla credenza in un'idiozia del genere.

Molte di queste persone saranno così scosse da riconoscere Camping per quello che è, un ciarlatano, e da abbandonare il suo gruppo per tentare di rifarsi una vita. In bocca al lupo a loro.

Altre persone, invece, razionalizzeranno questo fallimento, ad esempio convincendosi che Camping avesse ragione, ma che le preghiere dei buoni cristiani abbiano rimandato l'evento, o che vi sia un errore di conto, e che la profezia vada ri-datata (del resto nel 1992 aveva previsto il Rapimento per il 1994). Lungi dall'accettare di essere state ingannate, queste persone rafforzeranno la propria convinzione, contro ogni evidenza empirica, scendendo ancor più nella spirare dell'auto-suggestione.

Infine, tutti quelli che hanno razionalmente rigettato la profezia di Camping, o che l'hanno comunque considerato l'ennesimo invasato, non saranno sorpresi di scoprire che in passato molti hanno predetto la fine del mondo per un ben determinato periodo, fallendo poi clamorosamente. Un elenco è a questo indirizzo; ma attenzione, è incompleto, in quanto vi manca la prima e più clamorosa profezia fasulla sulla fine del mondo, direttamente dal Nuovo Testamento:
«In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno» Vangelo secondo Matteo 16:28
Ciò nonostante, l'autore di questa profezia non avveratasi è considerato come capo spirituale di centinaia di milioni di persone; anche loro, leggendo questa profezia, ne razionalizzano il fallimento, anche loro, come i seguaci di Camping, si illudono.

«After the rapture», RichardDawkins.net, 22 maggio 2011; Jerry Coyne, «We're still here!», Why Evolution Is True, 21 maggio 2011. L'immagine The Rapture è di Austin White (CC-by-2.0); la foto Are you ready for the Rapture? è di Marc Nozell (CC-by-nc-sa-2.0).

giovedì 19 maggio 2011

Il culto della Mela: il cervello dei «devoti» della Apple regisce come quello dei fedeli

La BBC ha recentemente prodotto un documentario intitolato «Secrets of Superbrands», in cui si indagano i motivi che hanno portato alcune aziende come Apple, Microsoft e Google, a diventare delle superbrands, «supermarchi».

Nella prima puntata, in cui si studia il caso della Apple, sono andati a studiare il cervello di un fanatico di Apple, confrontando le sue reazioni alla vista di prodotti Apple e di prodotti non-Apple.

Gli scienziati che conducevano l'esperimento hanno scoperto che il cervello del Mac-fanatico reagisce differentemente alle immagini di prodotti Apple, rispetto agli altri prodotti. Non solo, hanno scoperto che le zone del cervello che sono attivate dalle immagini di prodotti Apple sono le stesse zone che sono attivate da immagini sacre nei cervelli di persone religiose.

«Ciò suggerisce che le grandi marche tecnologiche abbiano utilizzato, o sfruttato, le aree cerebrali che si sono evolute per elaborare la religione», ha affermato uno degli studiosi coinvolti nello studio.

martedì 17 maggio 2011

«Le pagine "oscure" della Bibbia»


Nell'articolo «Persone pie che massacrano in nome di Dio: Bin Laden e Saul», citavo la storia narrata nel capitolo 15.1-9 del Primo libro di Samuele, in cui Yahweh dice a Saul, per mezzo del profeta Samuele («Amalek» sta qui a indicare il popolo degli Amaleciti):
Ho considerato ciò che ha fatto Amalek a Israele, ciò che gli ha fatto per via, quando usciva dall'Egitto. Va' dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini.

Nella successiva discussione è emersa la risposta «standard» dei cattolici, secondo la quale quei testi vanno interpretati, la rivelazione è progressiva, va intesa nel contesto storico, eccetera. Sono andato allora alla fonte di questa interpretazione, e ho trovato il seguente brano nell'«esortazione apostolica post-sinodale» Verbum Domini (l'enfasi è nell'originale):
Le pagine «oscure» della Bibbia

42. Nel contesto della relazione tra Antico e Nuovo Testamento, il Sinodo ha affrontato anche il tema delle pagine della Bibbia, che risultano oscure e difficili per la violenza e le immoralità in esse talvolta contenute. In relazione a ciò si deve tenere presente innanzitutto che la rivelazione biblica è profondamente radicata nella storia. Il disegno di Dio vi si manifesta progressivamente e si attua lentamente attraverso tappe successive, malgrado la resistenza degli uomini. Dio sceglie un popolo e ne opera pazientemente l’educazione. La rivelazione si adatta al livello culturale e morale di epoche lontane e riferisce quindi fatti e usanze, ad esempio manovre fraudolente, interventi violenti, sterminio di popolazioni, senza denunciarne esplicitamente l’immoralità; il che si spiega dal contesto storico, ma può sorprendere il lettore moderno, soprattutto quando si dimenticano i tanti comportamenti «oscuri» che gli uomini hanno avuto sempre lungo i secoli, anche ai nostri giorni. Nell’Antico Testamento, la predicazione dei profeti si erge vigorosamente contro ogni tipo d’ingiustizia e di violenza, collettiva o individuale, ed è così lo strumento dell’educazione data da Dio al suo popolo in preparazione al Vangelo. Pertanto, sarebbe sbagliato non considerare quei brani della Scrittura che ci appaiono problematici. Piuttosto, si deve essere consapevoli che la lettura di queste pagine richiede l’acquisizione di un’adeguata competenza, mediante una formazione che legga i testi nel loro contesto storico-letterario e nella prospettiva cristiana, che ha come chiave ermeneutica ultima «il Vangelo e il comandamento nuovo di Gesù Cristo compiuto nel mistero pasquale». Perciò esorto gli studiosi e i Pastori ad aiutare tutti i fedeli ad accostarsi anche a queste pagine mediante una lettura che faccia scoprire il loro significato alla luce del mistero di Cristo.
A mio parere questa posizione ha tre pecche.

Circolarità

La prima considerazione riguarda l'affermazione secondo la quale i cristiani dovrebbero «accostarsi anche a queste pagine mediante una lettura che faccia scoprire il loro significato alla luce del mistero di Cristo».

lunedì 16 maggio 2011

Messaggio di Christopher Hitchens agli atei statunitensi

Christopher Hitchens è un famoso giornalista e saggista statunitense, uno dei cosiddetti «quattro cavalieri» dell'ateismo moderno. Ha pubblicato il saggio Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa, sulle nefaste conseguenze del pensiero religioso, e La posizione della missionaria. Teoria e pratica di madre Teresa, sulle deprecabili pratiche della santa albanese.

Quello che segue è il suo messaggio alla conferenza degli atei statunitensi, che traduco perché mi pare molto significativa. Per cogliere alcune allusioni, bisogna sapere che Hitchens, da circa un anno, lotta contro un cancro all'esofago, che recentemente gli rende impossibile parlare. Per apprezzare la prosa di Hitchens, va considerato il fatto che la traduzione, col conseguente appiattimento e l'introduzione di errori, è mia.


Cari compagni d'incredulità,
nulla mi avrebbe trattenuto dall'unirmi a voi se non la perdita della mia voce (almeno della mia voce parlante) che a sua volta è dovuta ad una lunga discussione che sto correntemente avendo con lo spettro della morte. Nessuno vince mai questa discussione, sebbene vi siano alcuni solidi argomenti da sollevare mentre la discussione va avanti. Ho scoperto, mentre il nemico diventa più familiare, che tutte le speciali suppliche per la salvezza, redenzione e liberazione sovrannaturale mi sembrano ancora più vuote e artefatte di quanto non fossero prima. Spero di difendere e tramandare questa lezione per molti anni ancora, ma per ora trovo che la mia fiducia sia meglio riposta in due cose: le capacità e le norme della scienza medica avanzata, e il cameratismo di innumerevoli amici e famigliari, tutti immuni alle false consolazioni della religione. Sono queste forze, tra altre, che affretteranno il giorno in cui l'umanità si emanciperà dagli ostacoli di origine mentale del servilismo e della superstizione. È la nostra innata solidarietà, e non il dispotismo del cielo, la fonte della nostra morale e del nostro senso del decoro.
Questo essenziale senso del decoro è oltraggiato ogni giorno. Il nostro nemico teocratico è in piena vista. Di aspetto proteiforme, si estende dall'aperta minaccia di mullah con armi nucleari alle insidiose campagne per avere della pseudo-scienza istupidente insegnata nelle scuole americane. Ma nei recenti anni passati, ci sono stati confortanti segni di una genuina e spontanea resistenza a questo funesto nonsenso: una resistenza che ripudia il diritto dei bulli e dei tiranni ad avanzare l'assurda affermazione di avere dio dalla loro parte. Aver avuto una piccola parte in questa resistenza è stato il più grande onore della mia vita: il modello e l'originale di tutte le dittature è la resa della ragione all'assolutismo e l'abbandono della ricerca critica e oggettiva. Il nome dozzinale di questa illusione letale è religione, e dobbiamo imparare nuovi modi di combatterla nella sfera pubblica, così come abbiamo imparato a liberarcene noi stessi in privato.
Le nostre armi sono la mente ironica contro il letterale; la mente aperta contro il credulo; la coraggiosa ricerca della verità contro il pavido e le forze abiette che imporrebbero limiti all'indagine (e che stupidamente affermano che abbiamo già tutta la verità di cui abbiamo bisogno). Forse sopra ogni cosa, asseriamo la vita sopra i culti della morte e del sacrificio umano, e abbiamo paura, non dell'inevitabile morte, ma piuttosto di una vita umana che sia intralciata e distorta dalla patetica necessità di offrire irragionevoli adulazioni, o la abominevole credenza che le leggi della natura rispondano ad ululati e incantesimi.
In quanto eredi di una rivoluzione secolare, gli atei americani hanno una speciale responsabilità di difendere e sostenere la Costituzione che vigila sul confine tra Chiesa e Stato. Anche questo è un onore e un privilegio. Credetemi quando vi dico che sono presente tra voi, anche se non corporalmente (e solo metaforicamente in spirito...). Impegnatevi a costruire il muro di separazione di Jefferson. E non mantenete la fede.
Sinceramente,
Christopher Hitchens
Christopher Hitchens, «Message to American Atheists», RichardDawkins.net, 22 aprile 2011.

domenica 15 maggio 2011

Mezzo ateo e mezzo credente: lo strano caso di un paziente neurologico

Nel seguente video, il neurologo Vilayanur S. Ramachandran, professore di neuroscienze e psicologia all'Università della California di San Diego, racconta di un interessante esperimento fatto su di un paziente il cui cervello è diviso a metà.

I due emisferi cerebrali del paziente sono infatti separati, dando vita a due «personalità». Nell'esperimento, Ramachandran ha chiesto al paziente se credesse in Dio: l'emisfero destro ha risposto di sì, quello sinistro di no.

Come giustamente si chiede l'oratore, quando morirà, quest'uomo andrà in paradiso o all'inferno? Un problema per i teologi.



Fonte: «News Bits», Common Sense Atheism, 14 maggio 2011.

mercoledì 11 maggio 2011

Persone pie che massacrano in nome di Dio: Bin Laden e Saul

Saul stermina gli Amaleciti per ordine di Dio
Commentando l'articolo «Luigi Tosti, la rimozione del crocefisso e l'obiezione di coscienza» ho citato un episodio della Bibbia narrato nel Primo libro di Samuele. Nel capitolo 15 si narra infatti:
1 Samuele disse a Saul: «Il Signore ha inviato me per consacrarti re sopra Israele suo popolo. Ora ascolta la voce del Signore. 2 Così dice il Signore degli eserciti: Ho considerato ciò che ha fatto Amalek a Israele, ciò che gli ha fatto per via, quando usciva dall'Egitto. 3 Va' dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini».
[...]
7 Saul colpì Amalek da Avila procedendo verso Sur, che è di fronte all'Egitto. 8 Egli prese vivo Agag, re di Amalek, e passò a fil di spada tutto il popolo. 9 Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio del bestiame minuto e grosso, gli animali grassi e gli agnelli, cioè tutto il meglio, e non vollero sterminarli; invece votarono allo sterminio tutto il bestiame scadente e patito.

La colpa degli Amaleciti sarebbe stata quella di attaccare la carovana degli Ebrei mentre attraversava il deserto, colpendo la retroguardia dove si trovavano i più deboli (Deuteronomio 25,17-19). Per punire questa razzia, Yahweh ordina a Saul di colpire Amalek e di sterminare tutto ciò che gli appartiene, specificando che intende «uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini». Presumibilmente molti di quegli uomini e di quelle donne erano innocenti, certamente lo erano i bambini, i lattanti e gli animali; ma Yahweh è spietato e vuole che anche Saul sia spietato, che non si lasci «prendere da compassione».

E Saul è spietato: fa prigioniero il re amalecita Agag e risparmia il bestiame migliore per sacrificarlo a Yahweh, ma passa «a fil di spada tutto il popolo»; uomini e donne, bambini e lattanti, trovano la morte violenta, come aveva chiesto Yahweh (alla fine anche Agag sarà squartato dinanzi a Yahweh, per placarne l'ira).

martedì 10 maggio 2011

Un monumento a Lucifero

Rino Cammilleri, già diverse volte involontario ospite su questo blog, ha recentemente scritto un articolo dedicato a «Lucifero», in cui il rinomato apologeta se la prende con la bella statua dell'Angelo Caduto, eretta nel Parco del Ritiro di Madrid, al centro dell'omonima fontana. L'opera fu realizzata in bronzo (non in pietra, come dice Cammilleri) da Riccardo Bellver nel 1874, ed è ispirata al Paradiso perduto di John Milton.

Cammilleri chiosa:
Erano i tempi dell'«Inno a Satana» di Carducci, niente di strano che a qualcuno sia venuto in mente di celebrarlo in pietra.


Questa affermazione mi ha ricordato un altro articolo, ben più interessante, pubblicato sul sito Dwindling in Unbelief: «Who has killed more, Satan or God?», «Chi ne ha uccisi di più, Satana o Dio?».

L'autore, Steve Wells, fa notare come nella Bibbia - che certo non si può definire un testo neutrale, schierata com'è dalla parte di Dio, anzi, essendo la parola di Dio - a Satana siano attribuite appena dieci morti. Dieci.

Al contrario, secondo i conti di Wells e limitandosi solo alle uccisioni descritte nella Bibbia delle quali è dato esplicitamente il contro delle vittime, Dio ha ucciso 2.476.633 persone. Quasi due milioni e mezzo. E il conto non include «le vittime del diluvio di Noè, Sodoma e Gomorra, o le molte pestilenze, carestie, fiere e serpenti, eccetera, di cui il buon libro è pieno».

Riepilogando:
Conto dei morti nella Bibbia
Dio - Satana 2.476.633 - 10

Direi che, dovendo proprio erigere una statua a qualcuno di questi due assassini, sia Satana a meritarsela di più. O no?

La foto Angel Caido è opera di Thermos, ed è rilasciata sotto licenza Creative Commons by-sa 2.5.

lunedì 9 maggio 2011

Le prove della risurrezione di Gesù che mancano all'appello

Dal blog Debunking Christianity, segnalo un articolo di John Loftus intitolato «There Is a Lot of Evidence Concerning the Resurrection of Jesus We Don't Have But Would Like To Have» («Ci sono molte prove della risurrezione di Gesù che non abbiamo ma che ci piacerebbe avere»). Eccone un estratto:
Non abbiamo conferme di fonti indipendenti sulle affermazioni evangeliche che il velo del Tempio fu squarciato in due alla morte di Gesù (Marco 15:38), né che l'oscurità scese «su tutta la terra» da mezzogiorno alle tre del pomeriggio (Marco 15:33) perché il «sole smise di splendere» (Luca 23:45) né che vi fu un terremoto alla sua morte (Matteo 27:51,54), con un altro «violento» il giorno che sarebbe uscito dalla tomba (Matteo 28:2), né che i santi furono riportanti in vita alla sua morte, poi attesero fin quando Gesù sarebbe uscito dalla tomba per uscire dalle proprie tombe aperte, e che successivamente «entrarono nella città santa e apparvero a molte persone» (Matteo 27:52-53). Possono questi eventi essere realmente accaduti, senza che la successiva letteratura rabbinica, o Filone, o Giuseppe li menzionassero?

domenica 8 maggio 2011

Abbà, Dio «babbino» o «paterfamilias»?

Segnalo, con ritardo, l'interessante articolo di Giovanni Bazzana sul modo in cui Gesù chiama Dio Padre ai Getsemani, «abbà», che prende spunto dall'interpretazione datane da Ratzinger:
In particolare, rifacendosi a un passo di Marco 14:36, nel quale viene riportata la preghiera di Gesu', Ratzinger dice che "i tre testimoni hanno conservato la parola ebraica o aramaica con la quale il Signore ha parlato al Padre ... questa formula, abba', e' una forma familiare del termine padre, una forma che si usa solo in famiglia, che non si e' mai usata nei confronti di Dio". In questa affermazione praticamente tutto e' sbagliato a cominciare dalla menzione dei tre testimoni, visto che solo Marco ha la traslitterazione greca del semitico abba', mentre i paralleli (Mt 26:42 e Lc 22:42) hanno solo pater. Inoltre, come si fa notare in questo post di WIT in cui si commenta l'ultimo libro papale, l'ipotesi secondo la quale l'uso di abba' sia unico di Gesu' e sia un segno di particolare familiarita', oltre che puzzare non poco di anti-giudaismo, e' stata totalmente confutata da ricerche nemmeno tanto recenti.
Giovanni Bazzana, «Getsemani», TA BIBLIA, 26 aprile 2011.

sabato 7 maggio 2011

Ma i cattolici credono realmente a ciò in cui dovrebbero credere?

Qualche anno fa scoprii un gioco di carte intitolato Credo! The Game of Dueling Dogmas. Non ci ho mai giocato, ma leggendo il regolamento e guardando il materiale, mi sembra un gioco dall'ambientazione molto affascinante.

I giocatori impersonano dei patriarchi che partecipano ad un concilio ecumenico (non è detto esplicitamente, ma sembrerebbe il concilio di Nicea del 325): il loro compito è votare i nove articoli del Credo (o meglio, di una sua versione fittizia). Per ciascun articolo esistono diverse varianti, «ortodossa», «apollinare», «monofisista», eccetera, e ciascun patriarca ha un suo «credo» personale che è una combinazione di queste dottrine. I giocatori-patriarchi si alleano tra di loro e si combattono a colpi di anatemi, persecuzioni, conversioni, eccetera, acquistando e perdendo vescovi e fedeli, fin quando l'imperatore convoca una sessione del concilio per votare un articolo: dopo il voto, i giocatori-patriarchi che hanno una versione dell'articolo diversa da quella vincente vengono perseguitati e perdono fedeli, in numero tanto maggiore quanto più quell'articolo era per loro importante.

Parlo di questo gioco perché leggendo le versioni non-ortodosse degli articoli rimasi colpito della varietà delle credenze cristiane di quell'epoca: sebbene si tratti di un gioco e non di un testo accademico, infatti, ciascuna versione è stata realmente sostenuta da qualche cristiano dell'epoca. Tendiamo a vedere il Cristianesimo come qualcosa di ben definito, eppure ci sono state persone che si definivano cristiane e che credevano in cose che molti cristiani oggi troverebbero assurde.

martedì 3 maggio 2011

Il sostegno vaticano a Guantanamo

l'Espresso sta pubblicando alcuni cablogrammi diplomatici statunitensi che sono stati recuperati da Wikileaks. In particolare, il settimanale si sta occupando di quelli che riguardano l'Italia o, come in questo caso, il Vaticano.

Nel gennaio 2002, Jim Nicholson, ex-colonnello dell'esercito e ambasciatore di Bush presso la Santa Sede dal 2001 al 2005, comunicava di aver avuto dei colloqui col cardinale Mariano Montemayor sulle reazioni del Vaticano riguardo all'istituzione del carcere di Guantanamo.

Secondo Montemayor, l'enorme numero di talebani e terroristi catturati dalle truppe statunitensi in Afganistan fece sorgere una corrente, all'interno del Vaticano, che si preoccupava della possibile violazione dei diritti umani da parte degli Stati Uniti e che chiedeva, per questa ragione, una ferma presa di posizione della diplomazia vaticana contro il trattamento dei prigionieri.

Nicholson narra anche che Montemayor gli riferì, con zelo, che alla fine aveva vinto un'altra corrente, la quale garantì, con qualche riserva, il sostegno del Vaticano alle pratiche di detenzione dei detenuti istituite dall'amministrazione Bush. Ed è purtroppo tristemente noto quali fossero queste pratiche.

Camp x-ray detainees
Detenuti appena giunti a Camp X-Ray, Guantanamo, gennaio 2002

Interessante anche il commento di Nicholson su Montemayor. L'ambasciatore fu colpito dallo zelo col quale il cardinale perorava la causa degli statunitensi e comunica le ragioni del cardinale argentino: Montemayor è figlio di un alto ufficiale della marina argentina; inoltre, «Come argentino, Montemayor si trova in acque familiari, legalmente ed eticamente, nello sviluppo del suo approccio a Guantanamo. E si è chiesto se i tribunali militari argentini del passato potranno presto trovare i loro equivalenti americani».

Ora, passi per De Mattei, che in fin dei conti non è un esponente del Vaticano, ma è davvero possibile che un cardinale addentro alle cose d'Oltretevere, la cui posizione su di una questione così delicata come la violazione dei diritti dei prigionieri è divenuta quella della diplomazia vaticana, possa rappresentare la Chiesa, per di più quella di Wojtyla?

Gianluca Di Feo e Stefania Maurizi, «La Chiesa approvò Guantanamo», l'Espresso, 29 aprile 2011; Elena Llorente, «Un monseñor argentino en Wikileaks», El Mundo, 29 aprile 2011.

lunedì 2 maggio 2011

Il coraggio di Wafa Sultan

Sulla storia di Wafa Sultan dice molto la sua pagina Wikipedia in italiano: che è una donna di origine siriana, che è stata educata all'Islam, che l'assassinio del suo professore universitario da parte dei "Fratelli musulmani" l'ha costretta a mettere in discussione la sua religione, che si è trasferita negli Stati Uniti, che lì ha iniziato a scrivere articoli critici dell'Islam e che è divenuta una celebrità dopo un suo confronto con un imam in diretta su al-Jazeera.

Sulla sua posizione si può dire che considera i paesi musulmani moderni arretrati rispetto all'Occidente, che condanna l'oscurantismo dell'Islam e la violenza contro gli infedeli, tutte cose che, ovviamente, le hanno garantito minacce di morte dai suoi ex-correligionari.

Per comprendere la forza di questa donna, una forza che la spinge a prendere una posizione per la quale è criticata dai suoi compatrioti, dalle persone che condividono la sua cultura, bisogna vedere il video (purtroppo solo in arabo con i sottotitoli in inglese):


Questo è un piccolo omaggio ad una donna coraggiosa.

domenica 1 maggio 2011

Robert Mugabe vìola i diritti umani, ma è invitato alla cerimonia di beatificazione di Wojtyła

Robert Mugabe detiene il potere nello Zimbawe da 31 anni. È accusato dai suoi oppositori e dai gruppi umanitari internazionali di violare i diritti umani e di contrastare i suoi avversari politici con la violenza; per di più, negli ultimi decenni la situazione del popolo zimbawese è divenuta più grave a causa delle errate politiche economiche del governo Mugabe. Senza contare i suoi recenti attacchi all'Europa, dove, ha detto, «c'è la feccia omosessuale».

Le violazioni dei diritti umani perpetrate dal suo regime hanno portato a sanzioni economiche internazionali, all'esclusione dello Zimbawe dal Commonwealth britannico; inoltre a Mugabe è vietato recarsi nei Paesi dell'Unione Europea e negli Stati Uniti.

Ma oggi Mugabe è a Roma, e non per essere messo sotto processo, ma per partecipare ad una festa. L'ha invitato il Vaticano per la beatificazione di Wojtyła; evidentemente, per Ratzinger le accuse di violazione dei diritti umani non sono ragioni sufficienti per definire Mugabe «persona non grata».

Robert Mugabe e consorte all'arrivo a Fiumicino: si recano a festeggiare in Piazza San Pietro
Ma la cosa che più mi indigna è il modo in cui Mugabe ha aggirato il divieto di arrivare in Italia.

Poiché lo Stato della Città del Vaticano non ha un aeroporto internazionale, Mugabe è arrivato all'aeroporto di Roma, a Fiumicino, in territorio italiano. La Repubblica Italiana ha condiviso le sanzioni europee contro Mugabe, ivi incluso il divieto di entrare nel territorio della Repubblica, ma ha chiesto all'Unione di accordare una deroga temporanea per questo evento.

Fosse stata una scelta del governo Berlusconi, sarebbe stata l'ennesima prova di subalternità dello Stato italiano al Vaticano; la cosa assurda è che, volente o nolente, il governo è stato costretto a chiedere la deroga perché lo richiede la Costituzione italiana! So che sembra assurdo, ma è vero: poiché Mugabe è un invitato del Vaticano, e poiché i Patti Lateranensi obbligano l'Italia a non impedire agli ospiti vaticani di recarsi in visita oltre Tevere, e poiché, infine, i Patti Lateranensi fanno parte della Costituzione e dunque sono materiale costituzionale, l'Italia è costretta a concedere l'accesso a Mugabe!

«Mugabe elude sanzioni UE grazie ai Patti Lateranensi», AGI News, 29 aprile 2011; «Cerimoniali», Bioetica, 1° maggio 2011; «Mugabe a Roma per la beatificazione», laRepubblica.it.