giovedì 7 gennaio 2010

Divini concepimenti e umano scetticismo

Il concepimento di Alessandro Magno, raccontato da Plutarco (Vite parallele, Alessandro, 94,3-6):
Allora, la notte precedente a quella in cui fu consumato il matrimonio, la sposa sognò che vi fu lo scoppio di un tuono e che un fulmine cadde sul suo grembo, e che in tal modo si accese un grande fuoco, che divenne fiamme che viaggiavano tutto intorno, e poi si spense. In un secondo momento, poi, dopo il matrimonio, Filippo sognò di mettere un sigillo sul grembo di sua moglie; e l'immagine del sigillo, come gli sembrò, era la figura di un leone. Gli altri veggenti, ora, furono spinti dalla visione a sospettare che Filippo dovesse controllare da vicino i suoi rapporti matrimoniali; ma Aristandro di Telmesso disse che la donna era incinta, poiché nessun sigillo si mette su ciò che è vuoto, e incinta di un figlio la cui natura sarebbe stata coraggiosa e leonina. Inoltre, un serpente fu visto una volta disteso al fianco di Olimpia mentre lei dormiva, e ci viene detto che questo, più di ogni altra cosa, raffreddò l'ardore delle attenzioni di Filippo a sua moglie, in modo che egli non andò più spesso a dormire al suo fianco, o perché temeva che alcune magie e incantesimi potessero essere praticati su di lui da lei, o perché si era ridotto, per gli amplessi di lei, alla convinzione che essa era la compagna di un essere superiore.
Il concepimento di Gaio Ottavio Turino, come narrato da Svetonio (Vite dei dodici Cesari, Il divino Augusto, 94):
Nei libri delle «Avventure divine» di Asclepiade di Mende leggo questo racconto. Atia, recatasi a mezzanotte ad una cerimonia solenne in onore di Apollo, fece collocare nel tempio la sua lettiga e mentre le altre donne ritornavano a casa, si addormentò; tutto ad un tratto un serpente strisciò fino a lei e subito dopo se ne andò; quando si svegliò Atia si purificò come se uscisse dalle braccia di suo marito. E da quel momento portò sul corpo una macchia in forma di serpente che non poté più far sparire, tanto che dovette rinunciare per sempre ai bagni pubblici. Augusto nacque nove mesi dopo e per questo fu considerato figlio di Apollo.
Il concepimento di Gesù secondo il racconto tramandato dal Vangelo secondo Luca (1,25-36):
26 Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria. 28 L'angelo, entrato da lei, disse: «Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te». 29 Ella fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. 32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. 33 Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine». 34 Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?» 35 L'angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. 36 Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia; e questo è il sesto mese, per lei, che era chiamata sterile; 37 poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace». 38 Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola». E l'angelo la lasciò.
Questi sono racconti della nascita di tre figure importanti, tre personaggi storici, certamente ammirati da coloro che ne narrarono i concepimenti soprannaturali. Sono tre brani scritti nell'antichità, che dimostrano come allora fosse normale pensare che una persona molto illustre avesse un concepimento divino o comunque soprannaturale.

Eppure ci sono moltissime persone che, poste davanti a questi tre brani, si comportano in modo particolare: leggono i primi due con un distaccato scetticismo, comprendendo immediatamente che si tratta di racconti fantasiosi, magari pie invenzioni di persone in buona fede, ma cionondimeno fantasie, favole; poi leggono i terzo e immediatamente mettono da parte lo scetticismo, e credono che si tratti di un evento storico, veramente accaduto.

Anzi, questa sospensione dello scetticismo è vista come una virtù, come una meritevole prova di fede.

La mia opinione è differente: io credo che la vera virtù sia, al contrario, quella di sottoporre al vaglio del dubbio i fondamenti della nostra morale, della nostra visione del mondo, o, quanto meno, di essere disposti a farlo con onestà. Credo che lo scetticismo, inteso in senso positivo come predisposizione ad analizzare e verificare quanto sappiamo o quanto ci viene detto, sia una qualità umana, peculiare e caratterizzante uno stato superiore dello spirito umano. Insomma, che di fronte a presunti concepimenti "divini", l'antidoto sia un sano e "umano" scetticismo.

L'immagine è l'Annunciazione di El Greco.

Aggiornamento. Evidentemente qualcuno legge i miei post, dato che spuntano risposte come questa. Lungi da me elevarla ad archetipo delle posizioni cristiane in materia, ma devo dire che mi colpisce per la sua ingenuità. In pratica vi si dice che l'annunciazione a Maria contenuta nel Vangelo secondo Luca non sarebbe un mito in quanto è differente dai miti greci, in quanto non vi si narra l'unione carnale tra Maria e lo Dio, e perché l'autore, "Luca", descrive l'evento con delicatezza; a questi si aggiungono il consenso di Maria e "la mole filosofica e teologica dell'Annunciazione" sviluppata in seguito dalla Chiesa cattolica nell'arco di duemila anni.

Credo che l'obiezione sollevata sia facilmente rigettabile. Lo stile narrativo differente, la diversa sensibilità dell'autore, gli elementi peculiari del racconto non lo rendono più veritiero, e questo fa parte della nostra esperienza quotidiana. A tutti può essere capitato di aver letto un libro o aver visto un film fatti tanto bene da sembrare narrazioni di fatti accaduti, eppure siamo in grado, alla fine della lettura o della visione, di chiudere il libro e tornare alla realtà quotidiana, senza portarci dietro il dubbio che quello che abbiamo letto o visto sia vero.

Questo, però, non è vero in taluni casi, vale a dire quando la narrazione è di tipo religioso. In questi casi siamo in grado di sospendere l'incredulità ben oltre la chiusura del libro, di credere al suo contenuto, per quanto inverosimile e romanzesco che sia, e di accettarne le conseguenze nella nostra vita. Naturalmente a patto che il libro che abbiamo letto sia quello della nostra religione, perché siamo in grado di inibire lo stesso meccanismo di fronte ai racconti mitologici di altre religioni.

11 commenti:

  1. caro censore ,sei troppo fazioso e arrogante nel mettere insieme la nascita di GESù ,con le nscite di alessandro e ottaviano ,infatti per quest ultime gli autori compongono la nascita per cosi dire "miracolosa"per celebrarne la potenza e la grandiosità .invece la nascita di GESu dimostra la fede in un DIO che si incarna per la salvezza del genere umano in un grembo immacolato e mostra la sua onnipotenza a servizio dell uomo e non per comandarlo ,ma lo ama e lo invita ad amare

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  2. Tutti e tre inventano una nascita miracolosa per esaltare l'oggetto della loro narrazione.

    Solo un credente, poi, può leggere in quel brano del Vangelo secondo Luca tutto quello che ci hai letto tu.

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  3. caro censore dato che tu non credi ,perchè perdi tempo a scrivere su GESù?

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  4. L'argomento è molto interessante. E' vero che i tre racconti "presi di per se" possono certo apparire simili.

    Sul piano strettamente letterario è esattamente così. Non mi pare arrogante o fazioso come dice l'Anonimo sopra, se fa parte di una ricerca sincera. La questione e la domanda è invece assolutamente fondata e pone delle questioni molto serie, anche sul piano della fede. E' vero che lo stile letterario dei Vangeli è particolarmente asciutto e si distingue in modo assoluto sul piano letterario da tutti i miti proprio per il fatto che non descrive troppi dettagli (si pensi ad esempio a come viene raccontato le moltiplicazioni dei pani), tuttavia questo non prova nulla sul piano della loro veridicità.

    I vangeli, bisogna ricordare, sono stati scritti non per "dimostrare" qualcosa ma per approfondire e dare testimonianza a persone che già credevano in Gesù Cristo Risorto. Chi li legge pensando che siano stati scritti per altri motivi, sbaglia completamente strada.

    Tutti i libri della Bibbia nascono in un contesto di fede e vanno riletti, per essere veramente compresi, in un contesto di fede, altrimenti il risultato è solo una valanga di assurdità assolutamente incomprensibili.

    Il senso e la verità di quello che in essi viene "raccontato" va letto alla luce dello Spirito e con l'aiuto dello Spirito, cioè in un contesto di fede. Con questo non voglio dire che chi non ha fede non ha il "diritto" di leggere e interpretare la Bibbia, ma dico solo che non vi scorgerà alcun senso. Questo però avviene perchè quella persona ha già deciso che il suo approccio non è orientato al credere, ma è orientato al non credere. E' una precomprensione che il lettore fa a priori. Per chi invece crede (anche solo potenzialmente), una volta approfondito il significato spiriuale non solo di un episodio, ma di tutto il Vangelo, e solo dopo che l'ha "fatto suo" nell'intimo del cuore, solo allora si può dare un senso di verità a quel racconto. Solo allora possiamo "accettare" con fede il mistero dell'Incarnazione. L'episodio dell'Incarnazione preso "di per se" non dice nulla.

    Nella mia vita la fede in Cristo Risorto e nel Vangelo ha degli effetti concreti, reali, potrei dire benefici (semplicando!). La mia vita è cambiata: sono meno orgoglioso, più attento a molte realtà che mi circondano, so riconoscere meglio i miei difetti e correggerli. Sono diverso a quello che ero prima e riesco a lavorare con più facilità su me stesso. La fede in Cristo mi da un profondo senso di libertà che difficilmente si può descrivere a parole. Sento di aver colmato un vuoto spirituale. Non è facile da descrivere tutto questo perchè queste cose appartendendo alle "vita spirtiuale" in cui ogni parola o espressione rischia sempre di essere insufficiente e mal compresa. Questa è una esperienza concreta che non mi pare sia paragonabile a quella fatta da nessuna persona che abbia "creduto" alla storia di Turino o di Alessandro Magno, o almeno non ne abbiamo testimonianza.

    Abbiamo invece testimonianza documentata nella Storia e di oggi che molte persone fanno delle opere di umanità straordinarie (i Santi) fino ad offrire la propria vita per amore di Cristo e vediamo che questo genera conversione e amore in altre persone che vivono da vicino queste testimonianze.

    Io dico sempre che chi si vuole accostare alla fede non dovrebbe partire a leggere il Vangelo ma iniziare da "l'antipasto": la storia dei santi e delle loro opere e vite straodinarie.

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  5. Carissimo, ti ringrazio per il commento ponderato e significativo. Mi permetto di ricucirne un sunto e di esprimere le mie impressioni.

    "Tutti i libri della Bibbia nascono in un contesto di fede e vanno riletti, per essere veramente compresi, in un contesto di fede, altrimenti il risultato è solo una valanga di assurdità assolutamente incomprensibili. [...] Per chi invece crede (anche solo potenzialmente), una volta approfondito il significato spiriuale non solo di un episodio, ma di tutto il Vangelo, e solo dopo che l'ha "fatto suo" nell'intimo del cuore, solo allora si può dare un senso di verità a quel racconto."

    Quello che mi pare di capire è che per leggere la Bibbia bisogna avere fede; il problema è che la fede si basa sulla Bibbia, senza la quale sarebbe senza fondamenta (vedi il caso delle "religioni" New Age). Ma questo è un ragionamento circolare, che non sta in piedi, dato che se per capire la Bibbia devo avere fede, se non ho fede non posso leggere "proficuamente" la Bibbia per cui non posso avere fede! E il problema non cambia leggendo le vite dei santi, dato che per poter prendere in considerazione la loro testimonianza devo avere fede in loro.

    Fai la controprova. Prendi il Corano o il Kitab-i-Aqdas, il libro sacro del Baha'i, e leggili in un contesto di fede. Cosa ti direbbero? Ti farebbero convertire?

    Per inciso, questa circolarità di ragionamento è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della mia deconversione. Mi sono chiesto se, da agnostico, mi sarei convertito al cristianesimo: quando mi sono accorto che non l'avrei fatto, ho realizzato che la mia strada era quella dell'agnosticismo.

    "Nella mia vita la fede in Cristo Risorto e nel Vangelo ha degli effetti concreti, reali, potrei dire benefici (semplicando!). [...] La fede in Cristo mi da un profondo senso di libertà che difficilmente si può descrivere a parole. [...] La mia vita è cambiata: sono meno orgoglioso, più attento a molte realtà che mi circondano, so riconoscere meglio i miei difetti e correggerli. [...] Sento di aver colmato un vuoto spirituale."

    Sono contento per te, e lo dico seriamente; questo aspetto della religione è naturalmente positivo. Ti chiedo, e mi chiedo, però se questo effetto positivo sia una prova della corrispondenza tra questa esperienza e la verità, se, cioè, il sentirsi cambiati in meglio sia una prova del fatto che la propria religione è quella vera. Io non continuerei ad essere cristiano per avere questi benefici, se sapessi che la mia fede è riposta in un'illusione.

    "Questa è una esperienza concreta che non mi pare sia paragonabile a quella fatta da nessuna persona che abbia "creduto" alla storia di Turino o di Alessandro Magno, o almeno non ne abbiamo testimonianza."

    Stai dubitando del fatto che le altre religioni siano meno "soddisfacenti" di quella cristiana? Pensi che un fedele buddista, indù, politeista, islamico, ebraico, eccetera, non facciano le tue stesse esperienze all'interno del loro cammino di fede? Se così fosse, non ci sarebbero tante religioni, ma una sola! Coloro che pregavano Apollo lo facevano con la stessa intensità di come preghi tu, coloro che erano iniziati ai Misteri Eleusini credevano in quella rivelazione come tu credi nell'Incarnazione. E' proprio questa capacità consolatoria e (permettimi) illusoria della religione che essa è diffusa su tutta la terra; importa poco l'esperienza particolare, importa poco cercare il nirvana o la vita eterna, ciò che importa realmente è quella sensazione di completezza, di mutamento positivo di cui hai parlato. E che rispetto senza condividere.

    Ciao.

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  6. Ringrazio te della risposta e del bel confronto che stiamo avendo.

    Sulla questione del ragionamento circolare hai proprio ragione te! E proprio così! Sembra un paradosso... eppure è possibile interrompere questa circolarità. Come? Non "leggendo la Bibbia" ma facendosi trasmettere la fede (se davvero la cerchiamo) da qualcuno chi ce l'ha.

    Io ad esempio non sono un biblista ne un esperto esegeta, eppure dopo qualche anno di aver gustato la Parola di Dio, quasi tutti i passi della Bibbia mi sono incredibilmente chiari se mi metto a meditarli: come è possibile? Semplice: è lo Spirito che me lo consente. Se sei in gruppo funziona ancora meglio, tanto che oggi insieme a mia moglie facciamo dei gruppi di Lectio Divina in cui (senza essere troppo esperti) "guidiamo" -si fa per dire- altre persone alla scoperta della Parola. Non è solo "studio" e conoscienza, ma anche meditazione e preghiera. Questo si, ha un senso.

    La fede infatti non si trasmette o si acquista "leggendo la Bibbia", ma facendo una esperienza. Lo Spirito Santo non è stato donato sul testo scritto della Bibbia (il vangelo il giorno di Pentecoste non era ancora stato scritto) ma si trasmette all'interno della Chiesa, ossia da chi crede. Le primissime generazioni di cristiani non avevano nessun vangelo su cui meditare. Avevano conosciuto solo delle persone cui il Signore aveva comandato: "andate e annunziate la buona novella". Noi crediamo perché qualcuno prima di noi ha creduto e ci ha trasmetto la fede...e altri prima di loro etc... fino ad arrivare agli Apostoli del Signore (e prima ancora con gli ebrei etc...).

    Come ho fatto io a rompere con questa circolarità? Innanzitutto mi sono affidato a persone che avevano in un certo senso guadagnato la mia fiducia e stima (dei missionari qui a roma) e mi sono fatto istruire da loro sulla comprensione del Vangelo. Con loro poi ho fatto un cammino più approfondito. Proprio con la Povertà di Spirito di cui abbiamo già parlato nel mio blog ho potuto "interrompere" questo circolo vizioso con l'affidarmi a qualcuno che la fede l'aveva e sapeva trasmetterla. Il resto è avvenuto da se, e ho potuto continuare il mio cammino con maggiore autonomia. Come vedi la fede sembra a prima vista davvero piena... anzi lasciami dire stracolma di contraddizioni, come ad esempio questa che abbiamo individuato della "circolarità". Che a te ha fatto "traboccare il vaso". A me invece incuriosiva; e mi chiedevo: ma possibile che questa gente crede a queste cose? Eppure, pensavo, è gente che ha studiato, che non è stupida... e vive una vita piena di vitalità che io invece sento di non avere. E poi a ogni domanda hanno una risposta che mi lascia perplesso ma allo stesso tempo vedo che ha una coerenza interna che a me sfugge. Deve esserci qualcosa altro sotto... devo scoprirlo. E così mi sono messo in gioco. La fede è una sfida. Una vera lotta (come Giuseppe che lotta contro L'Angelo del Signore). Non è un lasciarsi "friggere" il cervello come molti pensano, ma un confronto "a tu-per-tu" con Cristo, che ti mette a nudo completamente, lasciandoti da solo difronte a te stesso.

    Sulle altre religioni: me ne sono interessanto molto, soprattutto nello studio della storia delle religioni, ma non ne ho fatto esperienza e quindi non mi sento di giudicare. Quello che so adesso è che per me sono dei "pezzi" di Spirito Santo, una testimonianza che la tendenza all'assoluto e a l'oltre è innata nell'uomo. Ed è anzi ciò che veramente ci distingue dalle bestiole.

    In conclusione, quello che so è che anche io ero agnostico. Il Signore poi mi ha sedotto, e io mi sono lasciato sedurre (Ger, 20,7).

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  7. Purtroppo non trovo la tua risposta soddisfacente.

    Basare la propria fede sulla fede altrui non permette, a mio giudizio, di fornirle solide basi, ma mi pare si limiti a spostare il problema, anzi ne crei altri.

    Un atteggiamento come il tuo, infatti, mi pare troppo influenzabile dall'ambiente. Vivi in un paese cattolico, hai incontrato dei cattolici che avevano fede e che sapevano trasmetterla con carisma e quindi sei diventato cattolico. Se fossi nato in un paese islamico e avessi incontrato fedeli islamici in grado di trasmettere la loro fede ti saresti convertito all'Islam? Se un domani decidessi di trasferirti, poniamo, negli Stati Uniti, e finissi in una comunità evangelica, resteresti cattolico o diventeresti evangelico?

    Inoltre hai affermato che la fede non proviene dalla lettura della Bibbia, ma è trasmessa da chi ce l'ha già. Allora per quale motivo studi la Bibbia? Dovresti credere a quanto ti dicono quelli che ce l'hanno, a prescindere dal contenuto della Bibbia.

    Affermi: "Lo Spirito Santo non è stato donato sul testo scritto della Bibbia [...] ma si trasmette all'interno della Chiesa, ossia da chi crede". Ci sono migliaia di denominazioni cristiane, e la maggior parte dei fedeli sono convinti che lo Spirito Santo sia dalla loro parte. Come fai ad essere sicuro che le persone da cui hai "ricevuto" la tua fede fossero piene di Spirito Santo?

    Mi ha colpito molto questo tuo pensiero: "Eppure, pensavo, è gente che ha studiato, che non è stupida... e vive una vita piena di vitalità che io invece sento di non avere". In tutta sincerità, la tua apertura mi mette in difficoltà, non so se sono all'altezza della confidenza che mi dai. Eppure permettimi di esprimermi su questo punto.

    Ti capisco quando dici che altre persone hanno una vitalità che tu senti di non avere, perché è la stessa sensazione che ho io. Quello che voglio avere l'arroganza di fare è darti un consiglio che ho imparato a mie spese, con molta sofferenza: cerca la tua via in te stesso, non attaccarti a quella degli altri.

    Spesso vediamo persone carismatiche, piene di fiducia in sé stessi, che hanno un'idea chiara e affascinante e la seguono. Certo sarebbe bello avere la stessa fiducia, la stessa sicurezza, ma ho imparato che è un errore scegliere una via solo per assorbire un po' di quella sicurezza.

    L'aver "perso" la fede ha comportato perdere la sicurezza derivante dall'amore di Dio, ma mi ha costretto a trovare dentro di me spinte e motivazioni per godere (nel senso buono del termine) pienamente della mia vita. Certo non è facile, certo esiste il rischio di perdersi, di sbagliare strada, ma la consapevolezza di poter trovare ciò che davvero è mio, che mi si adatta pienamente, è un aiuto determinante.

    Un abbraccio

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  8. Non ho usato il termine "basare". Il cristiano (io almeno) non si basa sul carisma di altri cristiani, ma sulla fede in Cristo. Il carisma possono essere degli esempi, dei riferimenti, degli stimoli: necessari, si, ma non sono "la base".

    Viviano in un mondo fatto di relazioni con altre persone e queste hanno degli effetti su di noi. Cosa c'è di strano? Non siamo forse influenzati dall'educazione ricevuta dai nostri genitori? E dalla scuola? E dalle persone che amiamo? E di colui/colei di cui ci innamoriamo? E dalla pubblicità..... etc....etc... Faccio notare inoltre che anche gli atei hanno fondamento in idee fatte in gran parte da altri, alle quali aderiscono libertamente. Così allo stesso modo le ideologie più o meno radicali, il comunismo, in nazismo etc.... tutto: nel bene e nel male: siamo immersi in una realtà complessa che ci influenza. Cosa c'è di strano? Non è forse questo umano?

    Ciò che è in gioco è la nostra libertà: sono le nostre scelte che contano, non conta se ci facciamo influenzare "da chi", ma conta "per che cosa" lo facciamo.

    Non "studio" la Bibbia. La medito e ne faccio fonte di ispirazione, apprendimento e preghiera nella mia vita. Personalmente ho trovato coerenza e riscontro fra il contenuto che io ho trovato nella Scrittura, il magistero della Chiesa e le persone che me l'hanno trasmessa.

    Non so quante denominazioni cristiane ci siano, ma "migliaia" mi pare decisamente eccessivo.
    Per questo motivo è importante l'ecumenismo e proprio la chiesa cattolica è la più impegnata in questo fronte. Ho già detto che lo Spirito vive in tutti gli uomini. Credo però che l'unica Chiesa che ha fondato Cristo sussista nella chiesa cattolica (sia orientale che occidentale), ma questo non significa che lo Spirito non "soffi" in altre denominazioni cristiane, anzi!
    Riguardo l'affermazione "la maggior parte dei fedeli sono convinti che lo Spirito Santo sia dalla loro parte": si tratta di una posizione da tempo ormai superata da quasi tutti i cristiani; in particolare dal concilio vaticano secondo; e oggi il cammino ecumenico sta affrontando ben altri problemi, ma certo non questo, sia da parte cattolica, ortodossa che protestante. Secondo: nella Chiesa non ha mai contato cosa pensa "la maggior parte dei fedeli", ma essa si nutre dell'ispirazione e dell'esempio dei Santi: se vuoi avere un esempio guarda cosa ha fatto il protestante Roger di Taizé e dei frutti straordinari che ha portato (per inciso sono stato in viaggio di nozze a Taizé -un minuscolo e insignificante villaggio francese- e abbiamo davvero respirato un "aria straordinariamente diversa").

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  9. Riguardo la "confidenza": ti prego non sertirti in imbarazzo; qualora fosse un problema posso interrompere questo confronto; oppure possiamo scriverci per mail; a me non disturba ma non vorrei forzare troppo la mano; personalmente penso che se non apriamo davvero il nostro cuore, a cosa serve la relazione con il prossimo?

    Non sto qui per "convertirti", perchè non sta a me farlo ma allo Spirito e alla tua libertà; sto qui per avere relazione; questo mi sembra importante.

    "cerca la tua via in te stesso, non attaccarti a quella degli altri."

    Sono perfettamente daccordo: attaccarsi agli altri può essere pericoloso. Ma possiamo prendere esempio da loro; prendere esempio non vuol dire dipendere o essere succubi; faccio un esempio: se devi costruire una casa (la fede) hai bisogno del materiale: cemento, mattoni (vangelo,catechismo...); poi di architetti, muratori, (le persone di fede che ti sono vicine) ma la casa è tua personale: non sarà uguale a nessun altra perché è tua e irripetibile, sarà fatta secondo tua personale libertà e peculiarità: tu avrai deciso dove va la finestra, dove le porte, di che colore il pavimento...etc... Le fondamenta della casa sono Gesù Cristo. Ecco... è così che si costruisce la fede. A proposito: la casa è sempre in ristrutturazione!! e abbiamo sempre bisogno dei mattoni e del muratore; ma le fondamenta sono sempre quelle.

    Hai "perso" la fede? Beh.. succede anche a chi era sull'orlo della santità: pensa che perfino Madre Teresa di Calcutta "pensava" di aver perso la fede (ma non era esattamente così): San Giovanni della Croce parla di "notte oscura dello spirito".

    Ti invito a una riflessione (ti prego non devi dare a me la risposta ma solo a te stesso) e prova a farti le seguenti domande, scrivi le risposte su un pezzo di carta, sono certo ti aiutaranno a capire le ragioni profonde di questa esperienza:

    - come era quella fede che avevo?
    - cosa adesso non mi piace di quella fede che avevo?
    - cosa invece rimpiango di quella fede che avevo?
    - che contributo hanno dato gli altri (genitori, catechisti, sacerdoti, altre persone...) alla nascita di quella mia fede che avevo? Ci sono buoni esempi che ho visto/vissuto particolarmente significativi per me? O soltanto belle parole?
    - che contributo hanno dato gli altri (genitori, catechisti, sacerdoti, altre persone...) alla perdita di quella mia fede che avevo? Ci sono cattivi esempi che ho visto/vissuto particolarmente significativi per me?
    - Crescendo sono cambiato. La mia fede è cambiata insieme a me, o è rimasta sempre la stessa? (ricorda la metafora della casa e della ristrutturazione)

    Ti prego di non prendere in considerazione cose/persone/fatti che "hai letto" o "sentito dire" o "visto in televisione". Contano solo le esperienze personali e dirette.

    Spesso lavorare sul nostro vissuto è un ottimo esercizio: se non altro è utile a trovare la radice delle nostre esperienze, per capire davvero chi siamo e perchè. Non a caso gli psicologi cominciano sempre da questi approcci.

    ciao!

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  10. "Non ho usato il termine "basare". Il cristiano (io almeno) non si basa sul carisma di altri cristiani, ma sulla fede in Cristo. Il carisma possono essere degli esempi, dei riferimenti, degli stimoli: necessari, si, ma non sono "la base"."

    Sono davvero confuso, non riesco a comprendere quello che dici.

    Prima affermi che "I vangeli, bisogna ricordare, sono stati scritti non per "dimostrare" qualcosa ma per approfondire e dare testimonianza a persone che già credevano in Gesù Cristo Risorto", osservando che "Tutti i libri della Bibbia nascono in un contesto di fede e vanno riletti, per essere veramente compresi, in un contesto di fede, altrimenti il risultato è solo una valanga di assurdità assolutamente incomprensibili." Suggerisci allora di leggere le vite dei santi, ma neghi che sul loro esempio si basi la fede.

    Allora la fede da dove arriva? Se non dallo studio della Bibbia e ciò che ad esso è collegato, e non dall'esempio degli altri cristiani, su cosa si poggia la fede del cristiano, cosa funge da fondamenta alla fede in Cristo?

    "Non "studio" la Bibbia. La medito e ne faccio fonte di ispirazione, apprendimento e preghiera nella mia vita. Personalmente ho trovato coerenza e riscontro fra il contenuto che io ho trovato nella Scrittura, il magistero della Chiesa e le persone che me l'hanno trasmessa."

    Perché tratti la Bibbia in modo differente dalle Vite parallele di Plutarco e dalle Vite dei dodici Cesari di Svetonio? Perché la Bibbia è "Parola di Dio"? Ma come fai a sapere che è ispirata se non per fede? Proprio questo è il punto del mio post, che la differenza tra quei tre brani è dovuta solo ad un differente atteggiamento personale, fideistico, senza il quale sono tre racconti egualmente "mitici".

    "Non so quante denominazioni cristiane ci siano, ma "migliaia" mi pare decisamente eccessivo."

    Questo studio ne conta 38.000 circa, io per sicurezza ho diminuito la stima di un ordine di grandezza.

    Vorrei riprendere infine un punto. Tu mi dici:

    "Credo però che l'unica Chiesa che ha fondato Cristo sussista nella chiesa cattolica (sia orientale che occidentale), ma questo non significa che lo Spirito non "soffi" in altre denominazioni cristiane, anzi!"

    Tutte le denominazioni cristiane credono di essere l'unica Chiesa fondata da Gesù, nessuna esclusa, eppure non tutte possono avere ragione; come fai ad essere sicuro che la tua Chiesa sia quella "vera"?

    Il discorso è generale. Tutti i fedeli credono che la propria religione sia giusta, ma qualcuno si deve sbagliare, dato che non si può essere cristiani e musulmani e buddisti e scintoisti e animisti eccetera; come fai a sapere che tu sei stato tanto fortunato da incontrare e riconoscere la religione giusta?

    Ciao

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