Il titolo di questo post sono le parole pronunciate da Giordano Bruno alla fine della lettura della sentenza di condanna per eresia.
Bruno fu condannato a morte per avere delle posizioni contrarie alla dottrina cattolica e per essersi rifiutato di abiurarle (come invece fece Galileo Galilei). Fu arso vivo il 17 febbraio 1600, 411 anni fa, a Roma, a Campo de' Fiori.
A 400 anni di distanza da quella terribile e infamante condanna a morte, la Chiesa ha fatto marcia indietro. Ma non troppo:
Sul luogo del suo martirio sorse nel 1899 una statua a lui dedicata, che oggi è al centro di una vivace piazza frequentata da gente del posto, turisti e avventori. L'erezione della statua fu però travagliata.
Bruno fu condannato a morte per avere delle posizioni contrarie alla dottrina cattolica e per essersi rifiutato di abiurarle (come invece fece Galileo Galilei). Fu arso vivo il 17 febbraio 1600, 411 anni fa, a Roma, a Campo de' Fiori.
A 400 anni di distanza da quella terribile e infamante condanna a morte, la Chiesa ha fatto marcia indietro. Ma non troppo:
Nel 400esimo anniversario della morte di Bruno, il cardinale Angelo Sodano dichiarò che la morte di Bruno era un «triste episodio». Malgrado il dispiacere, difese i persecutori di Bruno, sostenendo che gli inquisitori «avevano il desiderio di preservare la libertà e di promuovere il bene comune e fecero tutto ciò che era possibile per salare la sua vita», cercando di farlo abiurare e facendo poi appello contro la pena capitale presso le autorità secolari di Roma. («Giordano Bruno», Wikipedia)Sottolineato il fatto che all'epoca a Roma comandava il Papa, credo che, a oltre quattro secoli di distanza, siano ancora i persecutori a dover tremare per quella sentenza e per quello che significa per la Chiesa.
Sul luogo del suo martirio sorse nel 1899 una statua a lui dedicata, che oggi è al centro di una vivace piazza frequentata da gente del posto, turisti e avventori. L'erezione della statua fu però travagliata.
Nel penultimo decennio del 1800 un Comitato internazionale, costituito fra gli altri da Ernst Renan, Victor Hugo, Herbert Spencer e Silvio Spaventa, si fa promotore dell'iniziativa di erigere un monumento in memoria del filosofo. Il potere ecclesiastico si oppose fermamente a tale iniziativa, e la cosa degenerò quando, nel gennaio 1888, una manifestazione di studenti in favore del monumento fu repressa dalla polizia. A dicembre finalmente il Consiglio comunale concesse l'autorizzazione e lo spazio in piazza Campo de' Fiori, dopo che anche l'allora capo del governo Francesco Crispi ebbe espresso parere favorevole. Il 9 giugno 1889 il monumento, opera dello scultore massone Ettore Ferrari, viene finalmente inaugurato.
Papa Leone XIII, che aveva addirittura minacciato di lasciare Roma, rimase l'intero giorno inginocchiato davanti alla statua di San Pietro, pregando contro «la lotta ad oltranza contro la religione cattolica». («Giordano Bruno», Wikipedia)
maiori forsan cum timore sententiam hanc in me fertis quam ego audiam
RispondiEliminaMa parliamo del frammassone Renan che scrisse illuministicamente che è più grave un orologio che si rompe che un negro che muore ?
RispondiElimina... non mi pare un gran sponsor per i diritti umani !
:-)
Davide
No, parliamo dell'assassinio di una persona da parte di un'organizzazione che si spaccia come braccio terreno di un Dio infinitamente buono e giusto.
RispondiEliminaIl singolo giudice che condannò a morte Bruno non è più colpevole di chi oggi sostiene acriticamente quella stessa organizzazione.
« La morte di un Francese è un avvenimento nel mondo morale; quella di un Cosacco non è che un fatto fisiologico: una macchina funzionante che non funziona più. E quanto alla morte di un selvaggio, essa non è più importante nell’insieme delle cose di una molla di un orologio che si rompe; anzi, quest’ultimo avvenimento può avere conseguenze più gravi, solo per il fatto che l’orologio in questione fissa il pensiero e stimola l’attività degli uomini civilizzati. »
RispondiElimina(Ernest Renan, L'Avvenire della scienza - pensieri del 1848, 1890)
Davide
dunque,per il cattolico tradizionale(doc o dop?) anonimo davide,una boiata detta da ernest renan giustifica il rogo di un dissidente.ottimo.
RispondiElimina@ Ruggero Romani :
RispondiEliminaMa che incredibile manicheismo di maniera !
Primo, rappresento solo me stesso: senza etichette !
Secondo, io non giustifico proprio un bel nulla: vorrei solo far notare con quanta superficialità la scuola distribuisca aureole laiciste agli illuministi.
Terzo, "boiata" di Renan ? ... Perché mai ? Io trovo che sia in perfetta linea con il materialismo assoluto antiteista !
Davide
1 è lei stesso che in un altro post si è definito in tale maniera
RispondiElimina2 renan era ateo ma non materialista. 3 chi ha bruciato filippo giordano bruno era teista. maiori forsan cum timore...
1
RispondiEliminaDove mai ? Soprattutto, con quali ridicole etichette gastronomiche ?
2
Più materialismo del dire che se un selvaggio muore l' umanità non perde niente ma se un Francese non si sveglia in tempo forse perde un brevetto ...
3
Chi ha bruciato bruno temeva che un neopanteismo come quello bruniano gli avrebbe potuto mettere in crisi il potere temporale.
3 bis
"Dissidente" è un anacronismo propagandistico, si dice "eretico".
Se non si tiene conto del contesto storico, si fa presto a dire che la "Politeia" di Platone era peggio del "Mein Kampf" di Hitler ... o che Dante sui Musulmani e gli omosessuali era peggio di Borghezio e Gentilini !
___
Davide
Ho letto in giro alcuni commenti di tale ruggerino romani... Veramente ed incredibilmente pervaso da un livore anticattolico ottuso quanto insensato. E di livello intellettuale palesemente infimo, che cerca di nascondere, con risultati poco apprezzabili, dietro qualche frase in latino. Magie del copia-incolla...
RispondiEliminatanto copia e incolla che c' è un errore dovuto alla citazione a memoria. mio coraggiosissimo anonimo, che mi insulti senza prove ad maiorem dei gloriam!
RispondiEliminaGrande personaggio Giordano Bruno, simbolo del libero pensiero. Un sostenitore della VIS MUTATIO, cioè Dio è l'energia mutante. Dio è l'energia che per esprimersi si è materializzata formando delle strutture, prima elementari poi sempre più complesse, espressione di vita.
RispondiElimina