mercoledì 20 luglio 2011

Irlanda: continua la piaga dei preti pedofili, continuano le coperture del Vaticano

Una commissione d'indagine indipendente ha scoperto che nella sola diocesi di Cloyne, in Irlanda, tra il 1995 e il 2009 ben 19 sacerdoti furono segnalati alla diocesi per presunti abusi, ma nessuno di essi fu denunciato alle autorità. Un sacerdote accusato di due casi di abusi fu invece segnalato alla polizia, ma senza che ne conseguissero indagini.

Il rapporto, la quarta indagine del governo irlandese sugli abusi dei sacerdoti cattolici sui bambini, ha dimostrato che gli abusi dei sacerdoti e la loro copertura sono continuati ancora 13 anni dopo il 1996, quando il governo irlandese promulgò delle linee guida per la protezione dei bambini.

A gennaio si era scoperto che la conferenza episcopale irlandese aveva promulgato delle direttive che rispettavano le linee guida del governo, ma l'anno successivo il Vaticano, attraverso una lettera dell'arcivescovo Luciano Storero, aveva comunicato la posizione contraria della Congregazione per il Clero riguardo queste disposizioni, affermando che non vigeva l'obbligo di denuncia dei sacerdoti a meno che questa non fosse esplicitamente prevista dalle leggi dello Stato (ne avevo parlato nell'articolo «Il Vaticano chiese ai vescovi irlandesi di non denunciare alla polizia gli abusi dei preti»). Il Cloyne Report ha dimostrato che la conseguenza di questa presa di posizione del Vaticano ha reso di fatto carta straccia le disposizioni della conferenza episcopale irlandese a difesa dei bambini: gli abusi sono continuati almeno fino al 2009 e così sono continuate le coperture.

Alan Shatter, Ministro della Giustizia irlandese, si è detto scandalizzato dalla scoperta, in quanto la Chiesa irlandese aveva promesso di denunciare tutti i casi dal 1995 in poi. Le vittime degli abusi vi hanno visto una conferma delle accuse alla Chiesa irlandese di preoccuparsi della protezione dei preti più che delle vittime abusate.

John Magee, segretario particolare di tre papi e vescovo di Cloyne dal 1987 al 2010, se da una parte si è assunto la responsabilità indiretta delle coperture, ha affermato che queste sono state conseguenza della mancata applicazione delle procedure e non della politica vaticana.
Sebbene fossi pienamente sostenitore delle procedure, mi rendo ora conto che avrei dovuto assumere un ruolo più fermo nell'assicurarmi della loro implementazione. Accetto nella sua interezza il punto di vista della commissione secondo il quale la responsabilità principale del fallimento nell'implementazione delle procedure ecclesiastiche nella diocesi ricade su di me.


Insomma, ancora due anni fa la Chiesa irlandese continuava a proteggere i preti che abusano di bambini piuttosto che le vittime, e ancora oggi non si trova nessuno che sappia spiegare per quale motivo ciò avvenga: tutti sembrano fare del proprio meglio, ma c'è sempre qualcuno che non vigila abbastanza e alla fine chi ne subisce le conseguenze sono dei bambini. È vergognoso.

Douglas Dalby e Rachel Donadio, «Irish Report Finds Abuse Persisting in Catholic Church», The New York Times, 13 luglio 2011. «Ireland Versus the Vatican, Continued», Daylight Atheism, 20 luglio 2011.

Nessun commento:

Posta un commento