mercoledì 5 ottobre 2011

Il «diritto ad offendersi» dei credenti non può giustificare la censura

In Turchia, il famoso vignettista Bahadir Baruter è stato denunciato per aver disegnato una vignetta in cui un fedele musulmano, durante la preghiera in moschea, telefona a Dio chiedendogli il permesso di saltare la parte finale della cerimonia perché ha degli impegni; in un angolo della vignetta, Baruter ha inserito una scritta che recita «Non esiste Allah, la religione è una menzogna».
La vignetta, pubblicata da Hurriet Daily News, con il testo incriminato cerchiato.
Il pubblico ministero ha chiesto la sua condanna ad un anno di carcere per aver «insultato i valori religiosi adottati da una parte della popolazione».

Che dire? «I soliti fanatici musulmani»? «La Turchia non rispetta la libertà di pensiero»? Certo, per l'ennesima volta i musulmani dimostrano di non avere nessuna considerazione per i diritti delle persone, mettendoli dietro la religione. Ma forse dovremmo guardare anche in casa nostra, perché la situazione non è poi migliore.


Una pubblicità «blasfema»

L'azienda di abbigliamento Fracomina ha recentemente diffuso una campagna pubblicitaria in cui alle modelle sono attribuiti slogans come:
Si tratta di una pubblicità che ha causato reazioni differenti, da chi la considera un modo di rompere i luoghi comuni a chi la considera sessista.



E poi ci sono quelli che si sono sentiti offesi perché «Eva», «Maria» e «Maddalena» richiamano personaggi religiosi.
L’imam di Perugia, Abdel Qader Mohammad, si è scagliato contro le due modelle che hanno ‘interpretato’ Maria e Maddalena. “Sono al servizio di Satana e danno un messaggio satanico”, ha dichiarato riferendosi all’ucraina Valusha Dovhanyuk e alla polacca Ania Chiz. Per un musulmano è “inaccettabile che una figura come quella di Maria, un simbolo, una figura chiave anche dei testi sacri della nostra religione, venga strumentalizzata per diffondere un messaggio blasfemo”, prosegue. Una “operazione disgustosa e condannabile”, quella degli stilisti, “che trova terreno fertile in un sistema di valori degradato”. La donna è “accostata in maniera offensiva a figure sacre e intoccabili”, sostiene.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi ha invocato anche una presa di posizione dell’Agcom. È una pubblicità “degradante e offensiva per i milioni di credenti che ci sono in Italia”, ha detto, “un vero e proprio vilipendio alla religione”. In questo caso si “cerca lo scandalo, con la consapevolezza di offendere, per promuovere un brand”, ma “quando si toccano elementi che hanno a che fare con la sfera religiosa, l’autocensura dovrebbe essere automatica”, non ha esitato ad aggiungere il sottosegretario.
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha emesso un'ordinanza in cui si dispone l'oscuramento o la rimozione dei cartelli, poiché «lesivi della dignità della donna» e centrati sul «palese accostamento a significati afferenti la sfera della sensibilità religiosa della comunità», causando «un effetto di intollerabile affermazione di pregiudizi culturali e di stereotipi sociali fondati sulla discriminazione di genere e sul credo religioso». A Brindisi e Gallipoli, invece, sono state direttamente le concessionarie pubblicitarie a mettere in atto l'«autocensura automatica» auspicata da Giovanardi.


Manifestazioni «non rispettose dei valori religiosi»

Lightmatter Basilica of StFrancis AssisiSe nel caso precedente le richieste di censura sono state una reazione ad un evento percepito come «offensivo», un altro politico nostrano ha stabilito la censura preventiva di ogni manifestazione che possa distinguersi dal pensiero religioso.

Il sindaco di Assisi Claudio Ricci, infatti, ha promulgato un'ordinanza comunale secondo la quale saranno permesse solo...
le mostre d’arte, sia all’interno che all’esterno, le cui opere abbiano un alto valore artistico e siano coerenti con i luoghi, la cultura e la spiritualità dei siti, in particolare religiosi, e, comunque, il patrocinio e le autorizzazioni saranno concesse solo a seguito della presentazione preventiva del catalogo delle opere esposte.
Le limitazioni non sono finite; sono infatti proibiti a priori...
in prossimità di siti, luoghi religiosi e culturali, sfilate di moda e/o concorsi di bellezza che non siano coerenti con il rispetto dei luoghi e con gli orari degli eventi e manifestazioni religiose.
e la situazione non è migliore neppure per gli artisti di strada...
Il sindaco vieta inoltre le autorizzazioni agli artisti da strada che non siano rispettosi dei valori religiosi e culturali di Assisi e anche l’utilizzo di piazze e spazi in prossimità di luoghi religiosi per eventi che non siano rispettosi dei valori culturali e spirituali.

La libertà di parola e la libertà di offendersi

Nei tre casi presentati - Turchia, pubblicità, manifestazioni - vi è un conflitto tra due diverse necessità: quella di una persona a manifestare il proprio pensiero e quello di un'altra persona a vedersi tutelato il proprio sentimento religioso.

In entrambi i casi si vanno a toccare aspetti molto delicati della personalità di un essere umano, ma credo vi sia una differenza fondamentale tra le due necessità: in un caso si chiede di poter esprimere un pensiero; nell'altro si chiede che un certo pensiero sia tutelato, che non sia messo in discussione. In un caso si tutela la persona in sé, nell'altro ciò in cui essa crede.

Che la differenza tra i due casi sia radicale, salta agli occhi anche considerando il fatto che la Dichiarazione universale dei diritti dell'essere umano tutela il diritto di pensiero e quello di religione, intesi come il diritto a avere una propria opinione, e renderla manifesta e quello ad avere una propria religione, e a renderla manifesta; non si fa parola di diritti delle opinioni o delle religioni ad essere tutelate di per sé.


Postscritto

Poco prima di terminare questo articolo, ho letto una notizia che trovo agghiacciante. Cito dal sito UAAR ultimissime:
Faryal Tauseef, una ragazzina di 13 anni di famiglia cristiana che vive ad Abbottabad in Pakistan, rischia l’incriminazione per blasfemia a causa di un errore di ortografia. La bambina, riporta tra gli altri l’AFP, ha sostenuto di recente un esame in lingua urdu nella sua scuola. Ma ha scritto per errore lanaat (”maledizione”) invece di naat (”poesia di lode”) riferendosi al profeta Maometto. In poco tempo la notizia si è diffusa, gli stessi insegnanti, la gente della zona e i dotti islamici locali hanno manifestato contro la bambina chiedendo che venisse accusata di blasfemia. Faryal è stata cacciata dalla scuola e sono state fatte pressioni per licenziare la madre, che fa l’infermiera.
Ancora una volta, la giustificazione addotta per la cacciata dalla bambina dalla scuola, per il licenziamento della madre, nonché per la sua messa in stato di accusa per blasfemia (reato che in Pakistan, lo ricordo, è punito con la morte) è quella che la bambina ha offeso il sentimento religioso dei credenti.

Anche mettendo da parte, con uno sforzo enorme, il fatto che la bambina abbia commesso un errore, resta il nucleo centrale del problema: persone che vengono punite perché ciò che dicono è contrario a ciò che altri credono.

Quanto a lungo bisognerà ancora tollerare questo «diritto ad offendersi» concesso ai credenti?

5 commenti:

  1. Quanto? Ancora parecchio, mi sa.

    Un saluto

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  2. troppo lunghi questi post, non ce la faccio a leggerli tutti.

    comunque... non tutti i marketing sono azzeccati tanto per dirne una in questi giorni c'è la publicità della vodafone per una offerta per piccole aziende e professionisti in cui si sente una bambina che dice tutta felice "il mio papà fa il notaio e..." e poi a seguire tutti i vantaggi dell'offerta. Vorrei sapere quel genio del marketing che ha scelto proprio il notaio! La categoria più odiata proprio da molti liberi professionisti... insomma poteva mettere che so... il consulente, l'autotrasportatore, il rappresentante... ma proprio il notaio!

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  3. Faccio notare come i nomi delle donne (tranne Emma) sono scelti in modo non affatto casuale ma rievocano, nell'immaginario collettivo, proprio grandi santi e personaggi Cristiani o della tradizione biblico-evangelica.

    Evidentemente i pubblicitari hanno giocato proprio su questi binario della rievocazione contrapposta.

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  4. «Faccio notare come i nomi delle donne (tranne Emma) sono scelti in modo non affatto casuale ma rievocano, nell'immaginario collettivo, proprio grandi santi e personaggi Cristiani o della tradizione biblico-evangelica.»

    Eva, Maddalena e Maria ok, ma Emma è la protagonista di Casa di bambola di Ibsen, e Monica è la Lewinski...

    «Evidentemente i pubblicitari hanno giocato proprio su questi binario della rievocazione contrapposta. »

    Già, e qualcuno li ha censurati perché si "sente offeso".

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  5. Ovviamente Emma è la protagonista di Madame Bovary di Flaubert...

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