martedì 24 luglio 2012

Il primatista degli aborti

I dati non sono certi, per motivi legati alla difficoltà di registrare la fine di gravidanze che le donne non si accorgono neppure di aver iniziato, ma gli studi effettuati hanno registrato un mancato impianto del 30-50% degli ovuli fecondati; delle restanti gravidanza, il 10-20% termina in aborti spontanei.
Dunque fino al 60% delle gravidanze termina in un aborto spontaneo.

Questa statistica mi ha ricordato la posizione cristiana (cattolica) sull'aborto: per la Chiesa cattolica l'ovulo fecondato è una persona, e pertanto l'aborto corrisponde alla morte di una persona.

Prendiamo ora in considerazione il caso degli aborti spontanei nelle prime settimane, quel 30-50% degli ovuli fecondati che non riescono neppure ad impiantarsi: come giustifica un cattolico questa strage di esseri umani, strage che non ha nessuna causa antropica? Come giustifica un cattolico la scelta di Dio di non intervenire, di lasciar «morire» tutte queste «persone»?

La risposta consueta è quella che Dio opera per il bene, e che le sue decisioni sono per il meglio, anche se questo meglio ci è incomprensibile.

Eppure in questo caso è davvero difficile credere che vi sia una ragione plausibile per la quale sia indispensabile che tutte queste «persone» (sempre dal punto di vista cattolico) «muoiano»; con un tasso di circa 19 nati ogni 1000 abitanti, parliamo di quasi 66 milioni di «persone» (cioè ovuli non fecondati) che «morirebbero» (non si impiantano) ogni anno! A quale più alto bene Dio sacrificherebbe tutte queste vite?

Un Dio onnipotente e onnisciente che non interviene a salvare tutti quegli ovuli fecondati è definito dai suoi fedeli «infinitamente buono»; una donna che decide di abortire, invece, sarebbe un'assassina. Forse chi dispensa questi giudizi dovrebbe riflettere di più.

Aggiornamento 19 settembre 2012
Johnatan MS Pearce, autore dell'articolo cui mi sono ispirato per questo, ha cortesemente e concisamente riassunto la questione in un commento:
Se Dio ha delle ragioni per causare l'aborto naturale dei feti (cosa che deve avere, altrimenti sarebbe, per definizione, inutile), allora la moralità dell'atto di permettere a questi feti di morire deriva dalle sue conseguenze.
Allora la moralità di Dio (almeno in questo caso, e in tutti quelli simili, come per le alluvioni) non è intrinseca, ma deriva dalle conseguenze. Per tanto Dio è un consequenzialista morale.
Cosa che implica che sia difficile sostenere che la moralità sia fondata oggettivamente in Dio stesso.

Jonathan MS Pearce, «God loves abortion!», Debunking Christianity, 30 maggio 2012.

44 commenti:

  1. Or bene,
    io ho riflettuto e penso che la donna che abortisce compie un male morale,mentre l'aborto spontaneo è un male fisico.

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  2. Se la differenza sta nella scelta di non operare il bene (nel primo caso) e nel non poter operare (nel secondo), allora l'aborto volontario è un "male morale" (secondo la dottrina cattolica) mentre quello spontaneo è un "male fisico", quando il "soggetto" è la donna.

    Ma qui si parla di Dio: egli può evitare gli aborti spontanei e non lo fa. Il suo è dunque un "male morale (il peccato)", in base alla tua definizione.

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  3. Eh no,
    Dio non dovrebbe neanche permettere alle foglie di cadere dagli alberi e gli uomini non dovrebbero mai morire!

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  4. Non ho detto questo, ho detto che si tratta di morti inutili, che potrebbe tranquillamente evitare.

    Un anziano che muore può essere visto come un bene superiore; un giovane deceduto mentre monta un palco può essere visto come l'effetto della scelta del datore di lavoro di non rispettare le condizioni di sicurezza. Un ovulo fecondato e non impiantato non ha scopo e non è l'effetto di nessuna scelta.

    Ergo se la donna che abortisce compie un "male morale", Dio che non fa impiantare gli ovuli fecondati è altrettanto malvagio, anzi, di più.

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  5. Il suo ragionamento non è molto razionale,morti inutili? Il suo errore consiste nel mettere Dio e l'uomo sullo stesso piano.Lede così il pricipio di giustizia ,dare a ciascuno il suo,lei dà la stessa cosa a due cose differenti.Quando il relativismo inpera!!

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  6. @sgatoio

    ...Disse quello che predicava il "Dio fatto uomo" dalle umanissime caratteristiche quali la bontà o, più spesso a sentire il suo testo sacro, l'ira e il pentimento.

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  7. @sgatonio: se uccidere un innocente è sbagliato, è sbagliato sia che a farlo sia un uomo sia che si tratti di Dio. A meno che lei non si dichiari relativista!

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  8. Insomma non vuol capire!,l'uomo uccide compiendo un male morale, Dio crea e dà l'essere.L'uomo non è sullo stesso piano di Dio

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  9. sgatonio, rispondi alla mia domanda: se "uccidere un feto" è male, è male sia che a compiere l'atto sia una donna sia Dio o no?

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  10. Perentorio!,
    intanto lei deve ammattere che l'uomo e Dio sono su due piani diversi.
    Dio non ammette il male morale il male fisico dal punto di vista di Dio non è un "male" infatti Geù lo ha preso su di sè

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  11. Che significa "Dio non ammette il male morale"? Che ciò che Dio compie è di per sé bene o che Dio non è capace di compiere il male?

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  12. Evidentemente Dio non può peccare

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  13. Dio non può peccare perché non vuole farlo o non può peccare perché qualunque cosa faccia è buona?

    Se Dio comanda agli Ebrei "non uccidere", e poi lui manda il diluvio e annega tutta la popolazione mondiale, quell'atto è buono di per sé (e quindi ogni ente morale sarebbe giustificato se lo compiesse) o perché a compierlo è Dio?

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  14. Il male fisico funge da argine al male morale,ci ricorda che abbiamo un destino che non si esurisce su questa terra

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  15. sgatonio, è difficile discutere se ogni volta che ti faccio una domanda non mi dai una risposta pertinente.

    Ti ho chiesto se Dio non può peccare perché non vuole farlo o perché qualunque cosa faccia è per definizione buona, se non hai intenzione di rispondere a questa domanda, il nostro confronto è un'inutile perdita di tempo.

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  16. Dio non può peccare, sottolineo non può, perchè è bene assoluto

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  17. Questa statistica mi ha ricordato la posizione cristiana (cattolica) sull'aborto: per la Chiesa cattolica l'ovulo fecondato è una persona, e pertanto l'aborto corrisponde alla morte di una persona.

    Sei fuori strada. Nessuno sa "quando" si diventa persona. San Tommaso proponeva dopo 15 giorni, ma era solo una ipotesi teologica, mai confermata dal Magistero ufficiale e non supportata da osservazioni, per l'epoca.
    Il concetto di "persona" (concetto teologico-filosofico e non scientifico) richiede quanto meno il concetto di unicità: se un ovulo fecondato può generare più persone (lo fa la natura stessa con i gemelli omozigoti) allora ne consegue che non può "essere" persona.
    Il Magistero cattolico infatti afferma soltanto che la vita umana (quindi l'ovulo fecondato) ha la stessa dignità della persona umana. Detto in altro modo: per garantire la dignità della persona, è necessario riconoscere alla vita umana tutta la medesima dignità dell'essere umano. Da nessuna parte però si dice "cosa è esattamente" un ovulo fecondato: sappiamo solo dalla scienza che si tratta di vita umana. E questo basta. Si può non essere daccordo con questa posizione, Censore, ma siccome già in passato ti ho spiegato questa differenza trovo davvero ostinato e ottuso continuare a scrivere falsità e visioni distorte.

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  18. @Fab

    In tutta onesta mi pare un modo di cavillare: posto anche che abbia la stessa dignità ciò non rinvia né annulla il giudizio complessivo:
    tra
    "Dio uccide secondo la Chiesa degli esseri umani"
    e
    "Dio uccide secondo la Chiesa delle entità di ugual dignità di un essere umano"
    Se ne viene comunque fuori che o la Chiesa è in contraddizione o Dio è in contraddizione.

    E ad ogni modo non mi pare che tale cavillo sia rispettato dai sedicenti pro-life tanto da additare appunto le abortiste come assassine e cioè coloro che pongono fine in uno specifico caso e modo alla vita di una persona fisica. Delle due l'una.

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  19. «Dio non può peccare, sottolineo non può, perchè è bene assoluto»

    Questo è un grave errore: Dio non può essere il bene, perché il bene non è un ente che opera nel mondo. Il bene, tanto più quello della varietà "assoluto", non è onnisciente ed onnipotente e tanti altri attributi pertinenti a Dio.

    Quindi la domanda resta: tutto ciò che Dio opera è buono perché ad operarlo è Dio o perché Dio non può operare altro che il bene?

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  20. «Sei fuori strada. [...] trovo davvero ostinato e ottuso continuare a scrivere falsità e visioni distorte.»

    Conosci la storia della pagliuzza e della trave?

    Se una donna che usa la pillola del giorno dopo (cioè compie un'operazione che impedisce all'ovulo fecondato di impiantarsi) compie peccato, allora lo compie anche Dio, che ha creato il mondo in questo modo (cioè compiendo un'operazione che impedisce all'ovulo fecondato di impiantarsi).

    Se Dio è innocente, anche la donna è innocente.

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  21. Ricordo, tanti anni fa, il tetto di una chiesa in Brasile che crollò sulla testa dei fedeli durante la messa. Venti morti.
    Una superstite intervistata poco tempo dopo da una tivvù locale dichiarava: “il tetto è crollato a poco più di un metro da me! È un miracolo se sono ancora viva, è stato Dio che mi ha salvato!”
    Probabilmente la logica qui applicata agli ovuli fecondati è la stessa di quella fortunata signora.

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  22. Il caso che hai citato mi ricorda più quello della ragazza scampata per "miracolo preventivo" alla strage di 12 persone: La "grazia preventiva" di Dio salva una donna dal massacro del cinema Aurora - ma se ne frega degli altri 12

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  23. @fab

    «Conosci la storia della pagliuzza e della trave?»

    Ovviamente intendevo dire «Conosci la storia del dito e della luna?». Chiedo scusa per l'equivoco, non intendevo insinuare l'esistenza di alcuna "trave".

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  24. @Anonimo

    capisco perfettamente che possa sembrare un modo di "cavillare" (in effetti sembrava tale anche a me prima ancora di averlo capito con fatica).

    Tuttavia bisogna riconoscere che la Chiesa Cattolica espone l'unica visione che consente in modo oggettivo di poter identificare quanto e come la dignità umana debba essere riconosciuta e da questo dedurre cosa possiamo o non possiamo fare in certe circostanze.

    Se poi abbiamo certe difficolotà a definire in modo chiaro cosa sia o non sia persona.... è vero. Ma questo dipende dalla complessità in cui viviamo.

    Per chi fosse curioso esistono comunque molti studi teologici si questo punto (il magistero non si esprime al riguardo, ma un giorno potrebbe farlo). Contrariamente a quanto si pensa in giro anche il sapere teologico ha dignità scientifica nel senso che progredisce la conoscenza nel tempo, così come ogni sapere umano.

    grazie per la tua osservazione

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  25. "Tuttavia bisogna riconoscere che la Chiesa Cattolica espone l'unica visione che consente in modo oggettivo di poter identificare quanto e come la dignità umana debba essere riconosciuta e da questo dedurre cosa possiamo o non possiamo fare in certe circostanze."

    Non sono d'accordo: trattandosi di una "visione", di una "scelta" arbitraria, non è affatto un modo "oggettivo", ma "soggettivo". Per di più quando questo modo (presunto) oggettivo si basa su scritti dell'età del Bronzo...

    "Se poi abbiamo certe difficolotà a definire in modo chiaro cosa sia o non sia persona.... è vero. Ma questo dipende dalla complessità in cui viviamo."

    Allora, invece di mostrare un'intransigenza degna di migliori scopi, bisogna riconoscere tale complessità, non arroccarsi su posizioni degne dell'oscurantismo.

    "Contrariamente a quanto si pensa in giro anche il sapere teologico ha dignità scientifica nel senso che progredisce la conoscenza nel tempo, così come ogni sapere umano."

    Una conoscenza che "progredisse nel tempo" non garantirebbe al sapere teologico la dignità di "sapere scientifico"; a maggior ragione ciò vale quando è mal definito il concetto di "progresso nel tempo".

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  26. Se può offrire un esempio per quanto riguarda l'evoluzione del sapere o presunto tale (in quanto mi risulta che già Il Censore abbia risposto a sufficienza sul resto) ricordo che anche la pseudo-scienza vanta una certa "evoluzione": prima invocavano testimonianze del tipo "la mia fonte è un discorso dato da un vecchio tibetano/indiano/sacerdote muto che la riferita al suo allievo sordo che, scrivendo un testo da analfabeta l'ha nascosto e bla bla bla bla finché questo testo non è giunto a me", ricordo in proposito le dure parole di Plutarco su Evemero, mentre oggi hanno la tendenza di citarsi tra loro (vd. qui: http://deusnondatur.wordpress.com/2009/06/17/la-fantarcheologia-biblica/ ). Si tratta di evoluzione? Senza dubbio, ma ciò non rende certo le loro ipotesi degne del titolo di scientifiche.
    Così anche la teologia: sarebbe scienza se si basasse sui fatti e non sulle opinioni, stranamente invece quando si tratta della questione noto sempre come ci si appigli alla giustificazione dei dogmi e del cosiddetto Magistero sulla base di quello stessa serie di libri che non sono già solo fonti ma anche giustificazione del pensiero divino. Una petizione di principio con tutti i crismi.

    E ciò basta di per sé a chiudere la questione.

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  27. Anonimo.
    io non chiuderei la questione.anche perchè la teologia si basa su un fatto .Il fatto è la rivelazione divina che, piaccia o no. esiste

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  28. @sgatoio

    Solo se pretendi che il punto di vista di una categoria sia preso come assoluto.

    E poi mi chiedo: di quale dio? Non sono (state) anche rivelazioni divine quelle di Krsna, Zarathustra, Apollonio e Maometto: allora perché si contraddicono a vicenda sulla maggior parte dei punti avendo solo in comune, se va bene, una teologia?
    Ma facciamo pure conto che quest'ultimo punto valga come prova: perché vi sono sempre dei retropensieri astronomici: Apollonio che intrerpreta gli astri come sommo sapere, gli "angeli" di Horomazes che han nome di pianeti, Hallah che presiede ad una costellazione... non è che qui qualcuno non ha capito la vera natura di certi culti?

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  29. Bisogna saper distinguere tra filosofia e teologia quindi tra ragione e fede,da cui naturale e soprannaturale .La filosofia affida la sua indagine alla sola ragione,procede da principi naturalmente conosciuti, la teologia invece sul dato soprannaturalmente rivelato da Dio e altrettanto soprannaturalmente creduto dall'uomo. Pertanto quesye distinzioni vanno accettate se si vuole rispettare la fede nella sua reale obiettività e la ragione nella sua reale indipendenza dalla fede.

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  30. @sgatoio

    Leggo solo ora la tua obiezione, e devo dire: che stai solo rinviando il busillis.

    In più: stai distruggendo millenni di tentativi di non far apparire logica (ergo anche scienza) e fede non antitetici? Perdono: ma qui mi pare come se uno schermidore per parare un dritto si girasse di schiena senza nemmeno un minimo di protezione.

    "la fede nella sua reale obiettività"

    Come puoi dichiarare obiettiva una cosa che, essendo illogica per la definizione che tu stesso hai dato, non può o non vuole essere scandagliata (Plutarco e Celso si stanno rivoltando nella tomba)?

    O forse è solo un giro di parole per dire "è così e basta"?

    No, perché così fosse cadrebbe anche la premessa:

    "la teologia invece sul dato soprannaturalmente rivelato da Dio"

    Se non può e non vuole essere scandagliato cadono le pretese per essere ritenuto dato obiettivo non essendoci a monti modi per determinare alcunché: una Teiera di Russell.

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  31. la distinzione riguarda l'approccio intellettivo alla conoscenza del vero , vi è un vero in natura e uno in soprannatura del primo si occupa la filosofia e la ragione della seconda, la fede e la teologia
    Distinti non significa che si oppongono ma vi è coerenza vicendevole ,non si contraddicono, poiché, se non tutto ciò che è coerente (non-contraddittorio) è vero, certamente tutto ciò che è vero è invece coerente
    Il fideismo è una fede senza ragione, il razionalismo una ragione senza fede.
    Entrambi dichiarano che il pensiero del cristiano è privo di qualsivoglia razionalità naturale solo che il fideismo se ne rallegra mentre il razionalismo ne fa un capo d'accusa.

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  32. Mai pensato di farvi Pastafariani ?

    DAVIDE

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  33. in che modo si è rivelato?

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  34. @Sgatoio

    "la distinzione riguarda l'approccio intellettivo alla conoscenza del vero"

    Aridaje co' sta cosa del voler assolutizzare un punto di vista.

    "vi è un vero in natura"

    E sin qui ci posso anche stare. I termini cono abbastanza stirati a mio parere ma ci posso stare.

    " e uno in soprannatura"

    Sino a prova contraria il primo ritiene per questioni di praticità del tutto superfluo il secondo. E qui siam punto a capo. Sempre tu non voglia spiegare come

    un ente che non è nulla
    riesce ad interagire con un altro ente anch'esso non-nulla ma distinto dal primo
    senza che il primo comprenda e/o abbia altre comunanze con il secondo oltre il non-essere nulla

    Su: è da una vita che aspetto un credente che mi risponda a questo dubbio. Mai nessuno che si sia degnato di rispondere.

    "del primo si occupa la filosofia e la ragione della seconda, la fede e la teologia "

    Ma la fede NON è per definizione un metodo di ricerca.
    Ora: posto che il secondo proviene dal primo, come può il secondo avere un metodo di ricerca degno di questo nome?

    "Distinti non significa che si oppongono ma vi è coerenza vicendevole ,non si contraddicono, poiché, se non tutto ciò che è coerente (non-contraddittorio) è vero, certamente tutto ciò che è vero è invece coerente "

    Si è difatti notata, come non ricordarla, la diatriba sul Purgatorio o su quando viene infusa l'Anima o ancora, quando proprio si era all'origine, le belle discussioni con gli Albigesi o le profonde confutazioni del Concilio di Nicea contro i seguaci di Ario e gli gnostici in generale.
    Spero tu non sia serio...

    "Il fideismo è una fede senza ragione, il razionalismo una ragione senza fede."

    Se per arrivare alle conclusioni che lasci intendere c'è bisogno anche della fede invece ch'essere un dato di fatto auto-evidente stai ammettendo che esiste una discrepanza non da poco. In pratica dici che per arrivare ad una conclusione VUOI già arrivarci e usi la ragione come pretesto per fartela piacere.
    Non è stata una distinzione molto furba...

    "Entrambi dichiarano che il pensiero del cristiano è privo di qualsivoglia razionalità naturale"

    Perché nel cristianesimo non esiste fideismo, che equivale a dire che non esistono derive fanatiche. Come no.

    "solo che il fideismo se ne rallegra mentre il razionalismo ne fa un capo d'accusa."

    Ma il secondo è basato sulla logica per il sapere, il primo è basato sul mantenimento dell'opinione per l'auto-compiacimento.
    Ciò detto la falsa dicotomia si ribalta.

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  35. la filosofia,che usa la ragione,ed in particolare la filosofia greca che non era "corrotta" dal pensiero cristiano arriva a concepire un principio,causa e fine di tutte le cose ossia Dio.L'uomo cerca Dio e indaga con la ragione da qui la filosofia.
    -Dio si rivela all'uomo,siamo nel campo della soprannatura la ragione (che si occupa della natura)non ha competenza specifica in questo campo.Ce l'ha la fede ma la fede non è in contrasto con la ragione perchè per credere all'annuncio della morte e resurrezione di Cristo bisogna esser persuasi che un Dio esista e che Dio esiste è un dato di ragione.
    Gli atei razionalisti ,sono ben irrazionali proprio perchè pretendono di indagare la rivelazione(soprannatura) con solo raziocinio che a ben vedere non ha competenza in tale ambito.

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  36. @sgatoio

    "la filosofia,che usa la ragione,ed in particolare la filosofia greca che non era "corrotta" dal pensiero cristiano arriva a concepire un principio,causa e fine di tutte le cose ossia Dio."

    Appunto non sono mai esistiti filosofi atei e agnostici.
    Oh,e soprattutto il Dio greco-romano non era un movitor delle celesti sfere, soprattutto perché non ritenevano l'universo limitato al solo Sistema Solare e certo non ritenevano Dei e/o spiriti sottoposti al dio-cielo stesso gli astri e i pianeti. Tant'è vero che la maggior parte dei culti presi a modello della filosofia ellenista non hanno queste idee astronomiche come loro fondamento come ammettono gli stessi "commentatori".

    Di nuovo: spero tu NON sia serio.

    "L'uomo cerca Dio e indaga con la ragione da qui la filosofia."

    Appunto non esiste la branca dell'etica nella filosofia, men che meno esiste(va) l'eziologia nata CONTRO le spiegazioni tradizionali.

    Non ritengo necessario ripetere le mie speranze.

    "Dio si rivela all'uomo,siamo nel campo della soprannatura la ragione (che si occupa della natura)non ha competenza specifica in questo campo"

    Allora di che parliamo scusa?
    Lo sai che in soldoni mi stai dicendo "l'unico modo per indagare razionalmente l'universo è trascendere l'universo e prendere come buona una spiegazione irrazionale a prescindere (fede)" e ti pare che sia così ingenuo da darti retta?

    "Ce l'ha la fede ma la fede non è in contrasto con la ragione perchè per credere all'annuncio della morte e resurrezione di Cristo bisogna esser persuasi che un Dio esista e che Dio esiste è un dato di ragione."

    Hai TU l'onere della prova di dimostrarmi che è un dato della ragione, io dal canto mio sono ben più umile ritenendo come detto simili miti un prodotto dell'antico limite umano nel sapersi spiegare l'andare delle stagioni e dei corpi celesti... mi par a onor del vero che non sia la tua idea la più probabile ma ad ogni modo sempre pronto a sentire le tue ragioni. Se ve ne sono e sono tali.

    "Gli atei razionalisti ,sono ben irrazionali proprio perchè pretendono di indagare la rivelazione(soprannatura) con solo raziocinio che a ben vedere non ha competenza in tale ambito."

    Delle due l'una: 1) o fede e ragione non sono in contrasto e quindi pur indagando tutto appare razionale e sensato anche a chi non ha preso l'ideologia dello specifico culto come vera per partito preso per non dire l'esatto opposto o 2) la fede e la ragione sono in contrasto quindi è stata creata dai sostenitori della prima la scappatoia dell'impossibilità dell'indagine perché "non è il suo campo"(!)...

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  37. Un ateo razionalista dovrebbe raccogliere meglio le sue argomen tazioni.
    I filosofi greci avevano un’idea di Dio che non era del tutto estranea al Dio che annuncia loro s.Paolo,-vedere atti apostoli cap.17- convertendo molti di loro.

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  38. @Sgatoio

    Tu piuttosto:
    1) Il Dio Ignoto era tale perché una la capra espiatoria era morta lì, ma non essendoci alcun recito sacro lo dedicarono a un protettore di cui ovviamente non sapevano il nome che presiedeva quel luogo non certo l'intero universo
    2) Il dio che non abita in case fatte da uomini era già noto ai persiani come insegna Plutarco, altresì egli insegna (De Iside et Osiride)come il suo mito, "dottrina dei Magi" la chiama, abbia palesi analogie con il millenarismo cristiano tant'è che la storia dei 6000 anni la troviamo anche nel De Civitate Dei
    3) Il dio di sopra poteva aver creato SOLO il Sistema Solare perché era l'unica concezione dell'universo che avevano come dimostra il Fedone (la storia della "vera terra", alias i cieli ove "gli dei abitano realmente") e il Timeo
    4) In proposito di Timeo, i Greci sapevano benissimo come chiamarlo, solo che per via del cosmopolitismo ellenistico per cui un dio può avere più nomi senza che alcuno di essi sia meno "divino" di un altro non gli importava granché (vd. la preghiera ad Iside di Apuleio)
    5) Oh, in proposito: Cristo non sarebbe stato per i Greci né il primo né l'ultimo dio ad aver fatto resuscitare i morti e sé stesso, ma se vuoi invece trattare di un uomo ti farò solo un nome Apollonio di Tiana, di certo non misconosciuto allo stesso tarsiota visto che surante i suoi viaggi passò un paio di volte proprio in quel di Tarso

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  39. @sgatoio

    Preciso:
    "una capra espiatorio divenuta tale per placare la Peste di Atene"
    *curioso in proposito che se Paolo avesse avuto ragione il suo dio sarebbe stato lo stesso che da una parte cura un popolo a lui non devoto mentre dall'altra punisce con la medesima peste il suo popolo eletto per aver osato mangiato in preda alla fame più nera degli uccelli che altrimenti gli avrebbe inviato proprio per soddisfarli: e ben ci credo che gli ateniesi abbaino deriso Saul!*

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  40. A lei mancano come al solito le distinzioni,
    s. Paolo sa distinguere tra la religione popolare dell antica grecia che identificava Dio con gli idoli e la concezione di Dio elaborata dai grandi filosofi greci e quella giudica più appropriata per il messaggio cristiano.

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  41. @Sgatoio

    Appunto il passo che hai citato (e rimarco TU NON IO) dimostra che lo sapeva tanto da andar a far prediche al Buddha in pubblica piazza: come se i filosofi non si riunissero già nei luoghi pubblici come il resto dei comuni mortali...

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  42. To me, it comes down to this:

    If God had reasons to do naturally abort foetuses (which he must, otherwise it is, by definition, needless), then the act of allowing these foetuses to die has its morality derived by the consequences.

    Therefore, the morality of God (at least in this instance, and all others, such as the flood) is derived not intrinsically, but by the consequences. Thus God is a moral consequentialist.

    Which then means it is hard to argue that morality is objectively grounded in God himself.

    I hope you understand this! (I wrote the original post!) Thank goodness for Google Translate!

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    1. Yes, I understand (and I know you :)). Thank you for this clarification, I shall add it to the article.

      Best regards.

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  43. FYI http://www.skepticblogs.com/tippling/

    My new blog with lots of other great bloggers on Skeptic Blogs.

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