Francis George, cardinale e arcivescovo di Chicago, ritiene che le recenti campagne elettorali presidenziali statunitensi abbiano «portato in superficie il sentimento anti-religioso, in gran parte esplicitamente anti-cattolico», in crescita negli Stati Uniti per decenni; ha inoltre confermato di aver detto «io mi aspetto di morire nel letto, il mio successore morirà in prigione e il suo successore morirà martire nella pubblica piazza», precisando che queste parole volevano avvertire in un modo «estremamente drammatico» di ciò cui potrebbe portare la «completa secolarizzazione della nostra società».
Nell'editoriale del Catholic New World, George ha affermato che il risultato delle prossime elezioni presidenziali è una questione di minore importanza rispetto al vero problema: la secolarizzazione della cultura statunitense. Il secolarismo è infatti, secondo George, il «compagno di letto più pulito del comunismo», che è morto ma ha lasciato «molti dei suoi peccaminosi effetti» con noi.
Per George chi non si riunisce presso la croce di Gesù e la sua tomba vuota, «è dalla parte sbagliata dell'unica storia che alla fine conta», così come il mondo moderno, che ha «divorziato dal Dio che l'ha creato e redento».
È significativo che questa dichiarazione di George venga dopo che l'ennesimo sondaggio ha mostrato come gli statunitensi siano sempre meno credenti, e che i credenti siano sempre meno istituzionalizzati. A voler pensare male, parrebbe che i cristiani si stanno rendendo conto di perdere il controllo delle coscienze (e delle leve di potere), e rispolverino l'antica e collaudata tattica di fare le vittime.
Francis George, «The wrong side of history», Catholic New World, 21 ottobre-3 novembre 2012; «Cardinal George warns US secularization is more serious than elections», Catholic News Agency, 23 ottobre.