domenica 10 marzo 2013

È possibile manipolare i giudizi morali mediante campi magnetici?

È possibile manipolare i giudizi morali mediante campi magnetici? La risposta - ovviamente - è sì.

Ho recentemente avuto uno scambio di opinioni con un commentatore anonimo in relazione all'articolo «Peter Turkson, cardinale ghanese in cima alla lista dei papabili, ha difeso le legislazioni omofobe africane», scambio è rapidamente mutato in una discussione sull'esistenza di un dominio "spirituale", di cui si può fare esperienza solo con la mente e che non sarebbe sottoponibile alla verifica in quanto irriconciliabile col mondo fisico (ovviamente il mio interlocutore era per l'esistenza di tale dominio).

La discussione è deragliata definitivamente quando ho fatto presente al mio interlocutore che è possibile manipolare fisicamente i giudizi morali; tale posizione è fermamente negata dall'anonimo commentatore, secondo cui il dominio in cui si formano i giudizi morali è quello "spirituale" e dunque tali giudizi non possono essere manipolati attraverso il mondo fisico.

Mi sono accorto di non aver mai toccato questo punto nel blog. Ritengo sia importante essere a conoscenza delle numerose prove dell'influenza del dominio "fisico" (il cervello) su quello "spirituale" (la mente), quindi ho pensato di riassumere qualche recente scoperta per chi fosse interessato.

Veleno per topi e zucchero

Liane Young
Supponiamo (1) che Grace e la sua amica stiano prendendo un caffè insieme; Grace prende dello zucchero e lo mette nella tazzina dell'amica, che beve soddisfatta il caffè.

Supponiamo (2) che Grace prenda dello zucchero e lo metta nel caffè dell'amica, ma che questa muoia, perché lo zucchero, ad insaputa di Grace, era stato sostituito con del veleno.

Supponiamo (3) che Grace prenda del veleno e lo metta nel caffè dell'amica, con lo scopo di ucciderla, e che questa muoia.

Supponiamo infine (4) che Grace prenda del veleno e lo metta nel caffè dell'amica, con lo scopo di ucciderla, ma che questa non muoia, poiché il veleno, ad insaputa di Grace, era stato sostituito con dello zucchero.

I quattro casi sono la composizione di due parti: l'intenzione di Grace (uccidere l'amica o non ucciderla) e il risultato ottenuto (l'amica assume dello zucchero o del veleno). Qual è il nostro giudizio morale sui quattro casi? Uno studio di Liane Young del Brain and Cognitive Sciences dell'MIT ha posto questa domanda ad una serie di soggetti, e il risultato non è stato certo sconvolgente: l'azione di Grace è considerata immorale quando ha l'intenzione di uccidere l'amica, a prescindere dal risultato ottenuto (casi 3 e 4); oltre al caso in cui Grace offre un normale caffè all'amica (1), anche in quello in cui il caffè contiene del veleno il gesto di Grace è considerato moralmente innocente in quanto si è trattato di un errore.

Giunzione temporo-parietale destra e stimolazione magnetica transcranica

Giunzione temporo-parietale sinistra
L'esperimento della professoressa Young non è finito qui, ovviamente. Gli sperimentatori hanno usato una tecnica non invasiva, detta stimolazione magnetica transcranica (TMS), attraverso la quale è possibile stimolare una parte dei circuiti nervosi del cervello, per scoprire in che modo influisca sulla formazione dei giudizi morali una porzione del cervello nota come giunzione temporo-parietale destra (RTPJ). Questa regione è nota per essere coinvolta nei processi mentali che permettono al cervello di comprendere il comportamento altrui.

I soggetti dell'indagine sono stati sottoposti a quattro diversi tipi di stimoli: uno stimolo blando della RTPJ oppure di un'altra area scelta come controllo, stimolo fornito molto prima dell'analisi dei casi riguardanti Grace oppure durante tale analisi.

Il risultato è stato che applicando la TMS alla giunzione temporo-parietale destra (e solo a questa), è possibile alterare i giudizi morali in alcuni casi, ma non in tutti. In particolare, i soggetti sottoposti a TMS della RTPJ hanno mantenuto intatti i loro giudizi nei casi in cui la morte per veleno fosse intenzionale e quelli in Grace non avesse intenzione di uccidere l'amica; al contrario, lo scenario numero 4, quello in cui Grace tenta di uccidere l'amica ma non ci riesce, è stato invece considerato più accettabile.

La conclusione degli studiosi è stata che la giunzione temporo-parietale destra sia fondamentale per attribuire un'intenzione alle altre persone. Il suo mancato funzionamento elimina dall'analisi morale il fattore "intenzione", lasciando solo quello relativo al risultato delle azioni.


Un altro studio dello stesso gruppo ha dimostrato risultati simili nei pazienti affetti da danni alla corteccia prefrontale ventromediale (VMPC): queste persone considerano più accettabile tentare di danneggiare il prossimo degli appartenenti al gruppo di controllo e ritengono moralmente più accettabile il tentato omicidio (scenario 4) dell'omicidio colposo (scenario 2).

Rebecca Saxe: Come si forma il giudizio morale nel cervello

Una studiosa del gruppo della professoressa Young, Rebecca Saxe, ha portato avanti gli studi, studiando il modo in cui si sviluppano le capacità della giunzione temporo-parietale destra.

Nei bambini questa zona non è dedicata esclusivamente a comprendere il comportamento degli altri, ma viene usata in più funzioni; con la crescita, la zona diventa sempre più specializzata, fino ad essere usata esclusivamente per comprendere le motivazioni altrui negli adulti. Di pari passo, si sviluppa nei bambini la capacità di comprendere che le altre persone possono avere conoscenze e pensieri differenti dai nostri, e, più tardi, modificare di conseguenza il nostro giudizio morale riguardo alle loro azioni.

La capacità di giudicare Grace per le sue intenzioni, in altre parole, è acquisita con la crescita, non un dato di fatto innato.

Ecco un interessante presentazione di Rebecca Saxe, nella quale spiega - meglio di me - queste scoperte:

Significato delle scoperte

Questi (e altri) studi hanno dimostrato che i nostri giudizi morali dipendono dal nostro cervello. Disturbi temporanei o danni permanenti a particolari zone del cervello portano a modificare il giudizio morale. Ne consegue che tale giudizio non viene preso all'interno di un'entità distaccata dal mondo fisico e ad essa irriducibile, ma proprio attraverso il cervello. Per questo motivo alterazioni al funzionamento del cervello possono modificare i giudizi morali.

«Magnetic manipulation of the sense of morality», Science Blogs, 30 marzo 2010. Liane Young et al., «Disruption of the right temporoparietal junction with transcranial magnetic stimulation reduces the role of beliefs in moral judgments», Proceedings of the National Academy of Sciences, April 13, 2010 vol. 107, no. 15, pp. 6753-6758; Liane Young et al., «Damage to Ventromedial Prefrontal Cortex Impairs Judgment of Harmful Intent», Neuron, 25 March 2010 vol. 65, no. 6, pp. 845-851.

7 commenti:

  1. Accidenti, mi sono perso la diretta del carteggio. Invoco a gran voce il ripristino, nella colonna di destra, della lista degli ultimi commenti (non posso mica perlustrare in lungo e in largo il suo blog, Censore, per vedere se ci sono novità).

    Comunque, mi rivolgo al suo interlocutore, che, con la frase "[lei, Censore] non ha alcuna cultura filosofica né scientifica", sembra voler dar ad intendere di averne in abbondanza.
    Non dubitando della sua preparazione, oltre a sentire un suo parere sui riferimenti che si trovano in questo post, gradirei una sua opinione riguardo a semplici letture divulgative (solo queste, mi posso permettere) che certamente avrà avuto modo di affrontare. Mi riferisco ai lavori più conosciuti di signori come Sacks, Damasio, Ramachandran, Dennet (laddove riporta dati e non teorizza); aggiungendo anche - che so - Daniel Kahneman, che non guasta.
    Tutte letture che - per inciso - suggerisco solo a coloro che non temono di vedere crollare le proprie certezze sulla capacità di pensiero genuino ed autonomo del nostro cervello e della effettiva sostanza delle nostre esperienze.


    Saluti
    Marcoz

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    1. "Mi riferisco ai lavori più conosciuti di signori come Sacks, Damasio, Ramachandran, Dennet (laddove riporta dati e non teorizza); aggiungendo anche - che so - Daniel Kahneman, che non guasta"

      La ringrazio delle segnalazioni, due o tre li conosco di fama, ma ammetto che non ho letto nessuno di questi autori.

      Per quanto riguarda i commenti, vedrò cosa posso fare: mi accorgo solo ora della loro assenza dalla colonna di destra.

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    2. Allora, tra i volumi che conosco io, darei la priorità a "L'errore di Cartesio", di Damasio e a "L'uomo che credeva di essere morto", di Ramachandran. Del secondo, se non ricordo male, ci sono anche interessanti speech su TED.

      Saluti
      Marcoz

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  2. La discussione è deragliata definitivamente quando ho fatto presente al mio interlocutore che è possibile manipolare fisicamente i giudizi morali; tale posizione è fermamente negata dall'anonimo commentatore, secondo cui il dominio in cui si formano i giudizi morali è quello "spirituale" e dunque tali giudizi non possono essere manipolati attraverso il mondo fisico.

    a naso una tale affermazione mi pare contraria al dogma dell'incarnazione; non fa parte certamente della visione cristiana. Men che meno cattolica. Riflette piuttosto una visione manicheo-platonica della persona. Questo tuo lettore anonimo o è poco informato sulla reale visione cattolica oppure non è cattolico.

    Il tema della libertà e della moralità degli atti è trattato nello specifico nei Catechismo ai § 1749-1756 e sono perfettamente compatibili con le esperienze qui raccontate.

    Grazie per l'interessante articolo.

    PS: i blog è in pensione?

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    1. Non pretendo di discutere la posizione del catechismo cattolico sulla moralità in un commento di un blog, ma dando una scorsa molto rapida al testo, mi sovviene un'annotazione.

      «1750 La moralità degli atti umani dipende [...] dal fine che ci si prefigge o dall'intenzione [...]»

      L'esperimento qui sopra descritto non è arrivato a studiare il caso in cui le persone volessero uccidere qualcuno, fortunatamente, ma è chiaro che in linea di principio qualcuno potrebbe fare ciò che pensa essere moralmente accettabile.

      Quindi, cosa succederebbe se (per un incidente o una mutazione genetica) qualcuno avesse una giunzione temporo-parietale destra che funziona in maniera differente e quindi considerasse moralmente accettabile cercare di uccidere qualcuno senza riuscirci?

      Mi chiedo anche se sia davvero morale prendere in considerazione le intenzioni, oppure il fatto che normalmente prendiamo in considerazione le intenzioni (per come è fatto il nostro cervello) rende morale questo requisito.

      P.S.: dopo tot anni è difficile trovare stimoli per nuovi articoli. Magari di tanto in tanto scriverò qualcosa.

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    2. Capisco, L'elezione di Papa Francesco ti ha messo in crisi ;-) scherzo.... buone cose!

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    3. Beh, effettivamente il giorno dell'elezione il blog ha ricevuto oltre tremila visite, tutte alla pagina dedicata ai cardinali papabili (tra cui era incluso Bergoglio). Sapere che la pagina più letta di un blog sull'ateismo è stata quella sul Papa forse è stato uno shock troppo grande!

      Ciao

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