venerdì 22 novembre 2013

I dieci principali risultati dell'analisi del Westar Institute sulla composizione degli Atti degli Apostoli

Tra il marzo 2000 e il marzo 2011, alcuni studiosi del Cristianesimo delle origini si sono riuniti nel cosiddetto Acts Seminar per studiare la composizione degli Atti degli Apostoli. Il risultato del loro lavoro è stato pubblicato in Acts and Christian Beginnings: The Acts Seminar Report.

Ecco la «top ten» delle conclusioni degli studiosi (ripreso dall'articolo «Top Ten Findings of The Acts Seminar»):

  1. Autore. L'autore non si limitò a ricucire insieme una collezione di varie fonti e non aveva interesse nel conservare o trasmettere informazioni storiche genuine. Era un narratore di alto livello che aveva il controllo completo del proprio materiale e che poteva mutarlo in qualsiasi messaggio ideologico desiderasse trasmettere.
  2. Datazione. L'opera fu composta nei primi decenni del secondo secolo. Tra le varie implicazioni di questa conclusione ci sono quelle che l'autore non può essere considerato un compagno di viaggi di Paolo e che l'opera non può essere considerata una testimonianza affidabile del primo secolo.
  3. Le lettere paoline come fonte. È probabile che l'autore conoscesse le lettere paoline e la teologia ivi contenuta, sebbene talvolta la sua teologia sia opposta a quella dell'apostolo.
  4. Assenza di altre fonti storiche. A parte le lettere paoline, non è possibile identificare altre fonti storiche della narrazione di Atti. Materiale di contorno e modelli di ispirazione possono essere identificati (Giuseppe Flavio, Omero, Virgilio, Settanta), ma non costituiscono fonti della narrazione.
  5. L'origine gerosolimitana  del Cristianesimo non è storicamente fondata. L'intera narrazione della nascita della Chiesa a Gerusalemme (Atti 1-7) ha scarso valore storico.
  6. Atti non è una fonte indipendente per la vita e la missione di Paolo. Sono infatti le lettere di Paolo a costituire fonte sufficiente di tutti i dettagli e gli itinerari della vita dell'apostolo.
  7. Il modello letterario di Atti è l'epica. Atti è composto secondo gli stilemi dell'epica classica, e secondo tali stilemi va interpretato.
  8. I nomi dei personaggi sono scelti per scopi narrativi. Nella letteratura antica i nomi avevano spesso significati simbolici adeguati alle storie in cui erano trovati, e quindi frequentemente erano creati dall'autore per fornire credibilità alle storie; lo stesso fenomeno è presente in Atti.
  9. Atti è una narrazione ideologica. Atti fu composto per convogliare un certo messaggio ideologico; quando esaminati, la maggior parte del contenuto, della forma e della struttura delle storie mostrano come chiave primaria tali scopi ideologici.
  10. Atti deve essere presupposto come non-storico fino a prova contraria. Si tratta del riassunto di tutte le conclusioni precedenti. Sebbene non sia una fonte storica valida per il Cristianesimo del primo secolo, però, è da considerarsi una fonte storica valida per il Cristianesimo dell'epoca in cui fu composto, l'inizio del secondo secolo.
La lista degli studiosi partecipanti:
  • Rubén Dupertuis
  • Julian V. Hills
  • Perry V. Kea
  • Nina E. Livesey
  • Gerd Lüdemann
  • Dennis R. MacDonald
  • Shelly Matthews
  • Milton Morehead
  • Todd Penner
  • Richard I. Pervo
  • Thomas E. Phillips
  • Robert M. Price
  • Alan F. Segal
  • Christine R. Shea
  • Dennis E. Smith
  • F. Scott Spencer
  • Hal Taussig
  • Joseph B. Tyson
  • William O. Walker, Jr.
  • L. Michael White
  • Stephen R. Wiest
  • Sara C. Winter
Neil Godfrey,  «Top Ten Findings of The Acts Seminar», Vridar, 22 novembre 2013.

3 commenti:

  1. vero, verissimo: Atti degli Apostoli è una mera, tendenziosa propaganda proto-cattolica (paradossale che per aver detto ''bastarda'' al posto di tendenziosa, sono stato bannato dal forum di consulenza ebraica a causa della pressione che gli admin ricevevano da parte dei soliti folli apologeti cristiani! :D Interessante come uno dei motivi per cui mi piace diffamare Atti è che l'episodio dell'eunuco etiope convertito da Filippo è una parodia sarcastica del principe Izate di Adiabene che fu convertito al giudaismo e quindi alla circoncisione -- altro che ''eunuco!'' --, episodio riferito in Antichità Giudaiche da Flavio Giuseppe. L'indizio del midrash dalle opere di Flavio Giuseppe è evidente. Per non parlare del Paulus Historicus, sdoppiato puntualmente dallo stronzo pseudoLuca nel buono Paolo, nel brutto Simon Mago e nel cattivo Elima di Cipro -- come so avendo letto tutto d'un fiato The Amazing Colossal Apostle del miticista accademico Robert M. Price).

    ulte­riori infor­ma­zioni sulla teo­ria del Mito di Gesù (o del Gesù Mitico), o Miti­ci­smo, è pos­si­bile tro­varle nel mio blog http://mitodicristo.blogspot.it/ che descrive i prin­ci­pali argo­menti a favore della tesi che Gesù non è mai esi­stito sulla terra, ma è sem­pre stato un entità inte­ra­mente cele­ste e mitica, una sorta di Arcangelo celeste.

    Al momento sono ancora indeciso se nel messaggio originario di Paolo la crocifissione si svolse sotto la luna oppure sulla terra, sotto mentite spoglie. Ma ad ogni caso il risultato è lo stesso: Gesù non è probabilmente mai esistito come individuo storico.

    si guardi, Censore, che intrigante discussione ho avuto con Richard Carrier ;)

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    1. Grazie per il contributo, gli spunti e i link. Buone cose!

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  2. Condivido in pieno, Grande Giuseppe !!

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