domenica 21 dicembre 2008

Paese a religiosità controllata

Siamo un paese in cui la Costituzione sancisce l'aconfessionalità dello stato, per rispetto di tutte le religioni e di tutti i non-religiosi. Eppure rimane salda la presa clericale (cattolica) sulla scuola e sulla vita pubblica degli italiani.

A Giarre, in Sicilia, ci sono scuole in cui si praticano normalmente atti culto in orario scolastico, anche in presenza di alunni che non si avvalgono della catechesi della Religione cattolica (e già il fatto che a scuola si faccia catechesi dovrebbe far riflettere). A Terni, in Umbria, un professore che rimuove il crocifisso dall'aula durante le proprie ore di lezione è stato "processato" dal consiglio di istituto. A Busto Arsizio, in Lombardia, un luogo di culto aperto a tutte le religioni ha trovato l'opposizione di un certo partito politico.

La cosa buffa è che Joseph Ratzinger chiede ai sauditi di rispettare la libertà di religione: perché non la concede prima a noi in Italia? Magari un giorno anche noi potremo aspettarci, come nella civile Spagna, che gli uffici pubblici non abbiano simboli religiosi.

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