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Senza anestesia: il «rituale arcaico» può
diventare un «trauma fisico» (Reuters) |
A febbraio avevo parlato della circoncisione dei bambini nell'articolo «
Infibulazione e circoncisione: due pesi e due misure?», in cui riportavo la posizione di un religioso musulmano secondo la quale un eventuale bando della circoncisione sui bambini sarebbe una violazione della libertà religiosa, e concludevo:
In altre parole, si tratta di un contrasto tra due diritti: il diritto dei genitori all'educazione (religiosa) dei figli da una parte, il diritto dei figli all'integrità fisica dall'altra.
Mi è successivamente sfuggita
la notizia che alcuni cittadini di San Francisco hanno raccolto le firme necessarie per un referendum che proibisca di praticare la circoncisione sui bambini; i cittadini di San Francisco saranno chiamati a votare per questo referendum il prossimo 8 novembre.
Ovviamente i religiosi si schierano dalla parte del no, affermando che un eventuale bando sarebbe una violazione dei diritti religiosi.
Ha iniziato il rabbino
Gil Leeds, in un articolo esplicitamente intitolato «Il bando sulla circoncisione vìola i diritti» («
Circumcision ban infringes on rights»,
SFGate, 20 maggio 2011). Secondo Leeds, quello di San Francisco sarà un referendum sulla libertà di religione in cui una maggioranza secolare imporrà l'abolizione una delle più antiche tradizioni religiose. La proposta sarebbe anche ingannevole: presentata come una proibizione delle «mutilazioni genitali», è in realtà un bando della circoncisione. Leeds continua ricordando che la circoncisione, il cui nome ebraico significa «alleanza», viene praticata dagli Ebrei dai tempi di Abramo, da 35 secoli; afferma che abbia anche un fine igienico, sostenendo che abbia alcuni benefici medici come una riduzione delle infezioni. Conclude affermando:
Non è solo la tradizione della circoncisione ad essere oggetto di voto a novembre a San Francisco, ma il diritto di ciascuna persona di seguire la fede religiosa che custodisce e il diritto di un genitore di educare il figlio ai valori che ha cari.
Quello che il rabbino Leeds dimentica di dire è l'altra metà della storia: che la circoncisione (e più in generale le «mutilazioni genitali», che sono proibite in blocco da questo referendum) è una violazione del diritto del bambino alla propria integrità fisica, e che l'antichità di una tradizione religiosa (e no, mi dispiace, non risale ad Abramo, dato che
Abramo non è mai esistito) non giustifica la violazione di questa libertà. Tra il diritto
del bambino ad avere un corpo sano e quello
del genitore a mutilarlo per motivi religiosi deve prevalere il primo: che i credenti
si evirino pure, se lo ritengono necessario, ma non decidano di farlo per i loro bambini.
A sostegno della posizione di Leeds
si è schierato anche l'arcivescovo di San Francisco
George Niederauer, secondo il quale
Il proposto bando sulla circoncisione rappresenta un'incosciente violazione dei santuari della fede e della famiglia da parte del governo di San Francisco. [...] A parte l'aspetto religioso, i cittadini di San Francisco dovrebbero essere oltraggiati dalla prospettiva di un governo cittadino che dia ordini ai genitori in una materia così sensibile come la salute e l'igiene dei loro bambini.
Niederauer non sembra essere a conoscenza del fatto che il governo di San Francisco, in quanto espressione della volontà democraticamente espressa dei cittadini di San Francisco, ha diritto di legiferare sulla fede e la famiglia, sulla salute e sull'igiene dei bambini. All'arcivescovo fa comodo «dimenticare» che lo scopo dell'iniziativa è quello di proteggere i bambini, e che una persona che voglia dirsi «umana» dovrebbe quanto meno dar segno di prendere in considerazione questo fatto, invece di travisare la situazione a bella posta.
I cittadini di San Francisco, e quelli di tutto il mondo, dovrebbero essere oltraggiati dalla prospettiva che persone come Leeds e Niederauer, così alieni da una mentalità che privilegi i bambini rispetto alle cruente tradizioni religiose, detengano una forte influenza, e dovrebbero votare di conseguenza.