martedì 17 maggio 2011

«Le pagine "oscure" della Bibbia»


Nell'articolo «Persone pie che massacrano in nome di Dio: Bin Laden e Saul», citavo la storia narrata nel capitolo 15.1-9 del Primo libro di Samuele, in cui Yahweh dice a Saul, per mezzo del profeta Samuele («Amalek» sta qui a indicare il popolo degli Amaleciti):
Ho considerato ciò che ha fatto Amalek a Israele, ciò che gli ha fatto per via, quando usciva dall'Egitto. Va' dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini.

Nella successiva discussione è emersa la risposta «standard» dei cattolici, secondo la quale quei testi vanno interpretati, la rivelazione è progressiva, va intesa nel contesto storico, eccetera. Sono andato allora alla fonte di questa interpretazione, e ho trovato il seguente brano nell'«esortazione apostolica post-sinodale» Verbum Domini (l'enfasi è nell'originale):
Le pagine «oscure» della Bibbia

42. Nel contesto della relazione tra Antico e Nuovo Testamento, il Sinodo ha affrontato anche il tema delle pagine della Bibbia, che risultano oscure e difficili per la violenza e le immoralità in esse talvolta contenute. In relazione a ciò si deve tenere presente innanzitutto che la rivelazione biblica è profondamente radicata nella storia. Il disegno di Dio vi si manifesta progressivamente e si attua lentamente attraverso tappe successive, malgrado la resistenza degli uomini. Dio sceglie un popolo e ne opera pazientemente l’educazione. La rivelazione si adatta al livello culturale e morale di epoche lontane e riferisce quindi fatti e usanze, ad esempio manovre fraudolente, interventi violenti, sterminio di popolazioni, senza denunciarne esplicitamente l’immoralità; il che si spiega dal contesto storico, ma può sorprendere il lettore moderno, soprattutto quando si dimenticano i tanti comportamenti «oscuri» che gli uomini hanno avuto sempre lungo i secoli, anche ai nostri giorni. Nell’Antico Testamento, la predicazione dei profeti si erge vigorosamente contro ogni tipo d’ingiustizia e di violenza, collettiva o individuale, ed è così lo strumento dell’educazione data da Dio al suo popolo in preparazione al Vangelo. Pertanto, sarebbe sbagliato non considerare quei brani della Scrittura che ci appaiono problematici. Piuttosto, si deve essere consapevoli che la lettura di queste pagine richiede l’acquisizione di un’adeguata competenza, mediante una formazione che legga i testi nel loro contesto storico-letterario e nella prospettiva cristiana, che ha come chiave ermeneutica ultima «il Vangelo e il comandamento nuovo di Gesù Cristo compiuto nel mistero pasquale». Perciò esorto gli studiosi e i Pastori ad aiutare tutti i fedeli ad accostarsi anche a queste pagine mediante una lettura che faccia scoprire il loro significato alla luce del mistero di Cristo.
A mio parere questa posizione ha tre pecche.

Circolarità

La prima considerazione riguarda l'affermazione secondo la quale i cristiani dovrebbero «accostarsi anche a queste pagine mediante una lettura che faccia scoprire il loro significato alla luce del mistero di Cristo».

Questo atteggiamento, però, presuppone che quelle pagine (e tutte le pagine della Bibbia, più in generale) contengano un significato di tale natura. Dunque l'atteggiamento qui suggerito è riassumibile nell'assunto «uso il messaggio di Dio per leggere la Bibbia».

Ma, d'altro canto, la Bibbia è comunemente considerata dai fedeli il libro col quale Dio comunica il proprio messaggio agli uomini; dunque è corretto anche l'atteggiamento «leggo la Bibbia per conoscere il messaggio di Dio».

La combinazione di questi due atteggiamenti porta ad un ragionamento circolare: «leggo la  Bibbia per conoscere il messaggio di Dio, attraverso il quale leggo la Bibbia». Credo che il problema che si crea sia peggiore di quello che si vuole risolvere.

Progressività

La seconda considerazione è a proposito della «progressività» della rivelazione. Si afferma infatti che «il disegno di Dio vi [nella storia] si manifesta progressivamente e si attua lentamente attraverso tappe successive, malgrado la resistenza degli uomini».

Dunque il «disegno di Dio» si rende manifesto «progressivamente», un po' per volta, secondo i registri in vigore nell'epoca storica («la rivelazione si adatta al livello culturale e morale di epoche lontane»). Questo solleva, a mio vedere, una domanda: perché la scelta di una rivelazione progressiva, invece di una completa e definitiva?

Perché non mandare Gesù all'epoca di Adamo, Noè, Abramo o Mosè? Perché non rivelare tramite i profeti, o prima ancora tramite le apparizioni dirette ai patriarchi, il messaggio completo?

Una risposta frequente a questa domanda è che gli Ebrei dell'epoca, diciamo, di Mosè non avrebbero capito il messaggio di Gesù, che doveva passare del tempo e un'educazione «paziente» da parte di Dio per giungere ad una situazione in cui fosse opportuno rivelare il messaggio completo. Ma è davvero così?

Va osservato, per esempio, che gli Ebrei capirono molto bene norme come quella sulla circoncisione, sulla purità alimentare, sul rispetto del sabato (che però furono annullate da Gesù). Non sarebbe stato meglio puntare su norme e comandamenti che fossero al cuore del messaggio di Dio, invece che queste norme marginali e caduche?

Va anche notato che l'epoca in cui Gesù visse, in cui il messaggio di Dio fu completato, non sembra particolarmente ricettiva: i vangeli spiegano come sia necessario l'intervento divino per far comprendere il messaggio gesuano agli apostoli, e del resto Gesù stesso è messo a morte da persone che non ne hanno capito né gli insegnamenti né l'identità. Dunque in che modo il periodo che va da Adamo a Giovanni Battista sarebbe necessario a preparare la rivelazione finale di Gesù?

Infine, non sembra neppure che dopo la rivelazione completa del messaggio, il mezzo di comunicazione scelto da Dio si sia rivelato efficace: basti considerare l'elevato numero di confessioni cristiane (mi pare si aggirino intorno ai 30.000), con messaggi tra loro incompatibili, e di confessioni non cristiane. Era necessario aspettare millenni (per la tradizione biblica) per avere questo risultato?

Insomma, dove sta la necessità o l'opportunità di avere una rivelazione «progressiva»? Mi sembra sia piuttosto una pezza a colore messa lì per giustificare le differenze teologiche tra Antico e Nuovo Testamento alla luce dell'idea che il Cristianesimo non sia una nuova religione rispetto all'Ebraismo biblico.

Falsità

Mi interessa infine sottolineare il cuore della posizione espressa nell'esortazione:
La rivelazione si adatta al livello culturale e morale di epoche lontane e riferisce quindi fatti e usanze, ad esempio manovre fraudolente, interventi violenti, sterminio di popolazioni, senza denunciarne esplicitamente l’immoralità; il che si spiega dal contesto storico [...] Nell’Antico Testamento, la predicazione dei profeti si erge vigorosamente contro ogni tipo d’ingiustizia e di violenza, collettiva o individuale, ed è così lo strumento dell’educazione data da Dio al suo popolo in preparazione al Vangelo.
A me pare evidente che questo non sia il caso dell'episodio citato, quello dell'ordine di Yahweh di sterminare gli Amaleciti.

Lì, infatti, il profeta Samuele non «predica vigorosamente contro la violenza collettiva» (lo sterminio degli Amaleciti); lì la rivelazione, che giunge attraverso la parola diretta di Yahweh, non si limita a «non denunciare esplicitamente l'immoralità» dell'atto.

No, in quel brano Yahweh ordina a Saul di sterminare degli innocenti e Samuele predica vigorosamente a favore di questo atto di ingiustizia e di violenza.

Il problema di Dio che ordina di commettere il male non è risolto.


Articolo ispirato da: Giovanni Bazzana, «Verbum Domini III: Bibbia ebraica», Ta Biblia, 31 dicembre 2010.

23 commenti:

  1. Il fatto è che è sempre "l'uomo" a dire che ha ricevuto un messaggio da Dio che riguarda l'uccisione di altri (i messaggi divini dovrebbero riguardare la propria coscienza). Questo, nei secoli, ha sempre portato a guerre"tra" gli uomini che hanno sempre cercato una giustificazione "divina". Succede anche oggi. Adesso però dalla giustificazione divina si sta passando a quella "umanitaria".
    LA chiesa se, in questo caso, richiama il contesto storico in altri casi non lo fa, lasciando le menti libere insoddisfatte delle sue interpretazioni.

    RispondiElimina
  2. Ehi ,complimenti ,ma sei proprio intelligente tu!Tu sei proprio nato imparato.
    Sei come il mio amico MINCHIATARI (frequenta l'universita' senza aver fatto le elementari).Cosi' impara tutto subito .Mica fesso lui.
    Geppo

    RispondiElimina
  3. La verità è che, per Gesù, Paolo e i primi predicatori che hanno diffuso il messaggio cristiano in Israele e nelle sinagoghe dell'Asia ellenizzata era fondamentale sottolineare la continuità con la religione ebraica veterotestamentaria. Quindi l'unità tra il Dio impegnato in prima persona in massacri, persecuzioni religiose e scontri tra insignificanti tribù medio-orientali e il Dio cristiano (legato alla mistica ebraica come al neoplatonismo) fa parte della dottrina di quasi tutte le confessioni del mondo. Io credo che teologi e prelati farebbero volentieri a meno di questa ingombrante tradizione, e probabilmente in qualche centinaio di anni (per i cattolici) il cordone ombelicale verrà tagliato. Per il momento sono costretti a balbettare delle giustificazioni tiratissime.

    RispondiElimina
  4. @Cachorro

    Non sono molto convinto della tua ricostruzione, quanto meno riguardo a Paolo.

    Sappiamo che Paolo fu considerato come l'unico vero maestro da Marcione, il quale non considerava Yahweh come il Padre di cui parlava Gesù. Inoltre sappiamo che alcuni maestri gnostici escludevano la continuità tra religione ebraica e cristiana per questa stessa ragione.

    I proto-ortodossi combatterono attivamente queste visioni alternative alla loro, rivendicando la continuità tra le due religioni.

    Dunque mi pare quanto meno probabile che gli insegnamenti di Gesù e dei suoi immediati discepoli fossero quanto meno interpretabili in questo senso; trovo anche improbabile chela Chiesa voglia tagliare questo cordone ombelicale.

    RispondiElimina
  5. Uticense, mai sentito parlare di Concilio Vaticano II ?


    Davide

    RispondiElimina
  6. Se anzicché lanciare sempre invettive contro i preti cattolici immaginarii "incontrati" nelle pagine dei tuoi libri o siti preferiti tu andassi in incognito a una messa o a un oratorio (perché non provi, sarebbe un esperimento interessante, no ?) vedresti preti che si "accontentano" felici se un bambino dopo aver visto "Avatar" dice "illuminato" che Dio sulla Terra è la stessa cosa di Eywah su Pandora ... In fondo, interpretazione meno "infondata" di quel che sembra ...

    Oppure tante altre cose "pratiche" lontanissime da quel che comanderebbe il presunto Dio Rivelato Padre Padrone Sadico !



    Davide

    RispondiElimina
  7. Nell'udienza generale di mercoledi'18 maggio il Papa interviene sul tema, oggi controverso, dei castighi di Dio.Leggere prego
    Bruno

    RispondiElimina
  8. @Davide: sono certo che lei abbia sentito parlare di quel concilio, e che possa spiegarmi in che modo risponde ai quesiti sollevati.

    @Bruno: sono altrettanto certo che lei sia in grado di dirmi come il tema dei castighi risponda alle tre questioni sollevate nell'articolo.

    RispondiElimina
  9. Quel Concilio ha fatto vacillare, forse cadere il famoso "Extra Ecclesian Nulla Salus" ... un distacco enorme dalla tradizione, una fortissima spinta centrifuga verso un ecumenismo allargato a qualsiasi altra religione ... tante cose dapprima impensabili.

    La Rivelazione è stata concettualmente ampliata in "spore / semi di verità" ... chiedere a un prete di oggi di rendere conto della bibbia è diventato come chiedere a un sindachetto del PD di rendere conto de "Il Capitale" di Marx



    Davide

    RispondiElimina
  10. EcclesiaM ovviamente ...

    Davide

    PS

    A proposito di maiuscole che avrai notato nella formula, in un URSS si scriveva "dio" e "Partito" ...

    RispondiElimina
  11. @Davide: e in che modo questo ha mutato il modo di interpretare le pagine «oscure» della Bibbia?

    Le rammento che la Verbum Domini è del settembre 2010...

    RispondiElimina
  12. Un conto è la "dettatura" e un conto la "ispirazione" divina ... un conto è tradizione di "appartenenza e di "riferimento"

    Davide

    RispondiElimina
  13. E dunque? Riesce a spiegarmi in che modo le differenze tra «dettatura» e «ispirazione» rendono conto del fatto che un Dio ipoteticamente infinitamente buono ordini lo sterminio di bambini e lattanti?

    RispondiElimina
  14. Non saprei, ma da qualche parte ci sarà pure qualche giustificazione teologica ... se la trovo "ti faccio un fischio" ;-) ok ?

    Ad esempio, De Mattei come la mette ?

    Davide

    RispondiElimina
  15. Davide, lei sta scherzando, vero?

    Se n'è uscito con un simpatico «Uticense, mai sentito parlare di Concilio Vaticano II ?», come se il mio ragionamento fosse senza senso e disinformato, e ora rivela di non avere la più pallida idea di quanto sta sostenendo?

    Spero sinceramente di aver capito male, altrimenti vorrebbe dire che lei scrive commenti a caso.

    RispondiElimina
  16. "Dunque mi pare quanto meno probabile che gli insegnamenti di Gesù e dei suoi immediati discepoli fossero quanto meno interpretabili in questo senso; trovo anche improbabile chela Chiesa voglia tagliare questo cordone ombelicale."

    Bè però i Vangeli Canonici fanno sforzi non indifferenti per far rientrare gli eventi della vita di Gesù negli schemi delle profezie di Isaia... Gli gnostici arrivano dopo, ma all'epoca erano soprattutto gli ebrei a dover essere convinti e soprattutto ad ebrei predicavano Gesù e i suoi discepoli (e tutto sommato anche Paolo)!

    RispondiElimina
  17. «Bè però i Vangeli Canonici fanno sforzi non indifferenti per far rientrare gli eventi della vita di Gesù negli schemi delle profezie di Isaia.»

    Appunto perché sappiamo che fecero quegli sforzi possiamo capire che il sostrato culturale era di un certo tipo, favorevole alla continuità.

    Quanto a Paolo, se era interpretabile dagli gnostici e da Marcione vuol dire che non si era schierato apertamente per la posizione a loro opposta, non trova?

    RispondiElimina
  18. Allora, esistono moltissime scuole di pensiero diverse circa il Dio Infanticida, e forse chissà, ciò è la base della bestemmia popolare "Dio Boia" che, in un Mondo culturalmente Latino e Cattolico, antropologicamente diversissimo da quello Anglosassone e Protestante a quale l' AntiClericalismo odierno incompetentemente s' ispira, in un simile mondo_ dicevo_ ha sempre convissuto tranquillamente accanto alle preghiere in un latino involontariamente comicamente stravolto ... in Italia, storicamente, ai preti non è mai fregato nulla di discutere queste cose bibliche con i fedeli, i quali basta che votassero DC !

    In realtà il Papa inizia a perdere autorevolezza su tutti i Cattolici quando le Armate Massoniche conquistano la Breccia di Porta Pia, e le Diocesi, si ritagliano econsolidano un potere tipo Muftì Islamici.

    Gesù (tradizionalmente) è sempre stato un iconoclasta della bibbia, solo per l' eresia divenuta religione a parte del Protestantesimo la Bibbia (che scrivono maiuscolo) è una specie di Corano Cristiano ... ovvero un testo vero in ogni sua parte.

    Come accennava in altro commento un altro lettore, il Magistero della Chiesa può anche deliberare che quel determinato profeta in quel determinato momento dicesse di essere ispirato da Dio ma non lo fosse.

    La giustificazione principale è sempre stata che se Dio fa morire prematuramente gli innocenti è solo per mandarli in un mondo migliore ...

    ... ad ogni buon merito, secoli fa De Mattei sarebbe stato probabilmente inquisito per Giansenismo.

    Per farla breve, giusto o sbagliato che sia, il Cattolicesimo tradizionalmente non si sente in dovere di giustificare la bibbia.

    Io poi personalmente al massimo posso essere panteista, ma se rinnegassi di non poter non dirmi cattolico sul piano culturale mentirei a me stesso: RadioMaria e la Mosconimania _guardacaso entrambi fenomeni prettamente italiani nella teatralità_ sono un eloquentissimo esempio del famoso "Et-Et" caro a Vittorio Messori.

    Davide

    RispondiElimina
  19. «Gesù (tradizionalmente) è sempre stato un iconoclasta della bibbia»

    In modo particolare quando disse che non intendeva cambiare una virgola della Legge...

    «la Bibbia (che scrivono maiuscolo) è una specie di Corano Cristiano»

    Loro usano la maiuscola per un nome proprio, tu per un aggettivo. Mi sa che l'italiano lo conoscono meglio loro.

    «il Magistero della Chiesa può anche deliberare che quel determinato profeta in quel determinato momento dicesse di essere ispirato da Dio ma non lo fosse.»

    Il problema sorge quando la Chiesa accoglie nel canone biblico il libro di quel profeta: di fatto sta affermando che il testo sacro su cui basa la propria autorità è falso.

    «La giustificazione principale è sempre stata che se Dio fa morire prematuramente gli innocenti è solo per mandarli in un mondo migliore ...»

    Dunque scannare dei bambini innocenti sarebbe un atto buono? Hanno inserito questa chicca anche nel Catechismo?

    «... ad ogni buon merito, secoli fa De Mattei sarebbe stato probabilmente inquisito per Giansenismo.»

    Già, non bisogna mai scordarsi che quando comandavano loro, i cristiani non ci andavano leggeri con chi la pensava differentemente da loro. Solo nei luoghi in cui sono minoranza chiedono la libertà di religione.

    «Per farla breve, giusto o sbagliato che sia, il Cattolicesimo tradizionalmente non si sente in dovere di giustificare la bibbia.»

    Si chiama ipocrisia.

    «Io poi personalmente al massimo posso essere panteista, ma se rinnegassi di non poter non dirmi cattolico sul piano culturale mentirei a me stesso: RadioMaria e la Mosconimania _guardacaso entrambi fenomeni prettamente italiani nella teatralità_ sono un eloquentissimo esempio del famoso "Et-Et" caro a Vittorio Messori.»

    Se essere cattolici «sul piano culturale» implica accogliere Radio Maria e il tuo idolo Mosconi, sono contento di non essere cattolico.

    RispondiElimina
  20. "Chi adopra la Rottura della Legge" sarebbe linguisticamente definito il "nomoclasta" ... l' iconoclastia, rottura di simboli e immagini consiste in qualcosa che crei scandalo a livello consuetudinario tipo lo "switching" ;-) fra l' Uomo e il Sabato ... Poi va be', se parliamo di Legge Biblica dobbiamo addentrarci nella "Torah" ... cosa di una complessità estrema.

    Per il resto il discorso base è (tradizionalmente) sul rapporto Gesù / Bibbia è sempre quello:

    egli voleva fondare una comunità, "ecclesia" ... non correggere un libro né tanto meno riscriverlo.

    E' il Corano che sarebbe dettatura diretta divina a Muhammad mediante l' Arcangelo Gabriele ... ma se persino i Musulmani dicono che bosogna inerpretare e contestualizzare la parola di Dio su talune cose universale e su talatre contestuale ... perché non lo dovrebbe fare la cosiddetta Cristianità ?

    Per quanto riguarda il rapporto assolutamente unico del Cattolicesimo con la blasfemia, inconcepibile per i Protestanti sputa-sentenze con le loro ossessioni di predestinazione ... mi affascina !


    Davide

    RispondiElimina
  21. cari lettori la legge di Dio si trova nella "Sacra Bibbia" i dieci comandamenti originali si trovano nella Sacra Bibbia, la Bibbia che si usa in varie religioni nn dichiarano cio che e scritto nella Sacra Bibbia ispirata dall unico Dio che e lo stesso di duemila anni fa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi sono sforzato di argomentare il mio pensiero all'interno dell'articolo, e in cambio ottengo solo la ripetizione ottusa di una posizione ideologica.

      Se questo è il livello intellettuale dei credenti...

      Elimina