domenica 15 maggio 2011

Mezzo ateo e mezzo credente: lo strano caso di un paziente neurologico

Nel seguente video, il neurologo Vilayanur S. Ramachandran, professore di neuroscienze e psicologia all'Università della California di San Diego, racconta di un interessante esperimento fatto su di un paziente il cui cervello è diviso a metà.

I due emisferi cerebrali del paziente sono infatti separati, dando vita a due «personalità». Nell'esperimento, Ramachandran ha chiesto al paziente se credesse in Dio: l'emisfero destro ha risposto di sì, quello sinistro di no.

Come giustamente si chiede l'oratore, quando morirà, quest'uomo andrà in paradiso o all'inferno? Un problema per i teologi.



Fonte: «News Bits», Common Sense Atheism, 14 maggio 2011.

4 commenti:

  1. Siamo già alla sperimentazione su cavie umane ?

    Ma quale legge lo permette ?

    Davide

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  2. ma secondo tè gli studi psicologici su cosa si fanno sui paguri?...ci sono leggiche governano tali esperimenti ovvio che episodi come stanford non sono ripetibili....

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  3. Davide, non penso che gli emisferi di questo signore siano stati separati chirurgicamente a scopo di ricerca.

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  4. Anche se penso che il sig. Davide non sia così sprovveduto e che la sua fosse solo una provocazione, la risposta è molto semplice.
    In massima parte, gli studi sulle funzioni del cervello si basano sull'osservazione e l'analisi delle conseguenze dei danni arrecati da traumi e da malattie.
    Oggi la tecnologia offre nuovi strumenti per monitorare l'attività cerebrale e per cercare di comprederne i meccanismi, tuttavia, non esiste ancora nulla di "meglio" di un incidente o di un ictus in grado di dire qualcosa di rilevante ai neuroscienziati sui compiti di specifiche aree cerebrali (si paragonano le performance del cervello danneggiato con quelle di uno sano).
    Restando in tema religioso, i radicali cambiamenti nella personalità di individui con danni al cervello, a fronte di capacità immutate in tutte le principali facoltà cognitive, pongono interrogativi sull'anima e sulla sua dislocazione quando siamo, anche se un po' ammaccati, ancora vivi e vegeti.

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