martedì 24 maggio 2011

«Sette regole d'oro per i teologi cristiani riguardo l'Antico Testamento e il suo rapporto col Nuovo Testamento»

«Seven Golden Rules for Christian Theologians concerning the Old Testament and Its Relationship to the New Testament» è un interessante articolo di Gerd Lüdemann, che riassume alcune conclusioni della ricerca accademica sull'Antico Testamento che possono essere d'aiuto ai teologi cristiani.

Lüdemann, professore di Storia e letteratura del Cristianesimo delle origini all'Università di Gottinga, ritiene che i teologi cristiani dovrebbero essere coscienti dei seguenti fatti:
  1. gli autori del Nuovo Testamento hanno frainteso praticamente tutte le profezie dell'Antico Testamento che citano: gli autori veterotestamentari non avevano cioè in mente ciò che quelli neotestamentari attribuiscono loro, sia che si tratti di errori, sia che si tratti di manipolazioni (Lüdemann cita come esempio le cinque profezie riportate da «Matteo» riguardo la natività di Gesù);
  2. la storia del popolo di Israele nasce col sorgere del regno davidico e il lento passaggio dal politeismo all'adorazione preferenziale di Yahweh, seguito dal culto esclusivo di quest'ultima divinità a seguito degli eventi dell'Esilio. La narrazione precedente (Patriarchi e Giudici) non è storia, ma letteratura risultante dalla proiezione della cultura ebraica di epoca persiana ed ellenistica al periodo antecedente la monarchia;
  3. tradizioni cultuali, legali o sapienziali che non avevano basi storiche ne furono provviste tramite la loro invenzione e attribuzione a profeti e patriarchi. Ciò mina la validità storica delle narrazioni antecedenti l'Esilio;
  4. «nessuno dei libri di Mosè viene da Mosè; nessuno dei salmi di Davide viene da Davide; nessuno degli oracoli di Salomone viene da Salomone; nessuna delle visioni di Daniele viene da Daniele. Solo pochissime parole dei Profeti provengono dai profeti che danno i nomi a quei libri. Non ci fu Esodo fuori dall'Egitto, nessuna rivelazione sul Sinai, e nessuna trasmissione dei Dieci Comandamento. Abramo, Isacco, Mosè e Giosuè sono semplicemente dei nomi; Gerico non fu mai conquistata. Queste affermazioni non possono essere mai ripetute abbastanza, poiché sono i necessari correttivi alla fallace storia sacra che permise ai funzionari ecclesiastici e ai politici collaboratori di mantenere il potere per circa 2000 anni.»;
  5. poiché nelle facoltà teologiche tedesche lo studio dell'Antico Testamento è indirizzato alla sua interpretazione in chiave neotestamentaria, e poiché i principali studiosi veterotestamentari rigettano la validità storica di questo approccio, questi studiosi hanno abbandonato le facoltà confessionali;
  6. l'Antico Testamento non è un'anticipazione del Nuovo, e il Nuovo Testamento non è un completamento dell'Antico. Si tratta di due raccolte di testi tra loro indipendenti, riferite a culture differenti;
  7. l'Esodo dall'Egitto e la risurrezione di Gesù, cuore rispettivamente dell'Antico e del Nuovo Testamento, sono storicamente indimostrati. Continuare a sostenere la validità di questi eventi costituisce un errore che mina alle fondamenta la dottrina cristiana.
Gerd Lüdemann, «Seven Golden Rules for Christian Theologians concerning the Old Testament and Its Relationship to the New Testament», The Bible and Interpretation, novembre 2009. Post ispirato (al limite del plagio, in effetti) da «7 regole da non dimenticare della storia del cristianesimo», Keraunia, 26 novembre 2009.

4 commenti:

  1. Questo per dire: se mettessimo Harry Potter al posto della Bibbia otterremmo soltanto qualche risolvibilissimo problema di esegesi.

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  2. Questo commento mi ha colpito, perché per coincidenza sto leggiucchiando la recensione del libro Jesus Potter Harry Christ, che, al di là del titolo, è una discussione seria sul Gesù storico.

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  3. Beh, sono (sono stati) tutti e dei maghi, no?, l’associazione nasce spontanea.
    Non vedo perché si debba confinare Harry e la sua magia - descritti solo nei libri - nell’impossibile fantastico e invece promuovere Cristo e i suoi miracoli (magia), i vari “maghi” dell’AT e i loro miracoli, anche descritti solo nei libri, in vera verità.

    [...] the Christian myth can be explained as a mutation of preceding myths.
    C’è scritto verso la fine della recensione, e io concordo pienamente: Harry Potter è uno dei miti dei nostri tempi (assieme a Nembo Kid, l’Uomo Ragno e innumerevoli altri: con l’avvento del cinema bisogna stupire di più), quindi seguendo questo tracciato si può tranquillamente osare ad includere anche il maghetto Potter nella mutazione.

    La bella immagine a margine dell’articolo, San Giorgio che uccide il drago, si è subito associata alla riproduzione di “Apollo che uccide Pitone” di Bernardo Buontalenti appesa nel mio studio (qui, chiedo scusa, non ho trovato di meglio in rete).
    Anche Hary Potter ha avuto a che fare con i draghi, se non sbaglio: miti sempre diversi ma anche sempre uguali.

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  4. Preferisco Eywah che sorprendendo Neytiri ascolta Jakesully in Avatar

    Davide

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