martedì 17 maggio 2016

Cardinali milionari

Una curiosità che i miei lettori cristiani potrebbero togliermi: ma esattamente, quando Gesù disse «Va', vendi tutto ciò che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi», per poi aggiungere «È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio», a chi si riferiva?


Paolo Biondani, «Cardinali milionari: la mappa delle proprietà private del clero», l'Espresso, 15 luglio 2014.

9 commenti:

  1. Non si è capito bene, era uscito con gli amici, due chiacchiere, un bicchiere, un altro, Matteo aveva un po' di fumo... insomma si sa che in certi frangenti si straparla.

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  2. Si riferiva esattamente a quel tipo li a cui risponde, a domande precise.

    Era uno che non si accontentava dei comandamenti, ma voleva «essere perfetto» e chiede «che mi manca ancora?».
    Per estensione si riferisce dunque a tutti coloro che non sanno fare rinunce in seguito a una vocazione, cioè la chiamata. Il «ricco» non è altro che colui che ha un attaccamento al quale non vuole rinunciare, perfino se è Dio a chiederglielo. Infondo il «ricco» è colui che non si fida di dio e preferisce confidare nelle proprie forze, le proprie ricchezze appunto. Può essere il denaro, certo, ma anche molte alte cose.

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    1. Si accetta uno scambio solo quando ciò che si ottiene ha per noi maggior valore di ciò che si cede; per il giovane ricco dio non vale le sue ricchezze, per i cardinali una vita secolare vale il potere e la ricchezza della carriera ecclesiastica.

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  3. Mi sembra di ascoltare papa Ratzinger. Fossero tutti come te gli atei! Purtroppo l'ateismo di oggi è solo quello libertino, come ha meritamente fatto notare il filosofo Methol Ferrè

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  4. Mi stai sopravvalutando, nel mio ateismo non c'è _nulla_ di originale, tutto ciò che dico o sostengo è stato già formulato e detto da altri atei (magari il mio merito è quello di scegliermi le fonti giuste, ma non ho dovuto operare una selezione poi così ardua).

    Ho in generale l'impressione che i teisti scelgano di dare retta alle versioni dell'ateismo che trovano più comode per la loro coscienza; l'esempio lampante è stata la selezione degli interlocutori per il "Cortile dei Gentili", ma è un tema che si ripropone costantemente. Tra quelli che conosco, pochi atei sono libertini e ancora di meno sono quelli che si sono fatti atei per essere libertini; alcuni lo sono per motivi culturali (ma molti di questi sono di pensiero marxista, ovvero sono atei solo in un senso molto ristretto del termine), la maggior parte sono diventati atei per rispetto della verità, la verità sopra di tutto, anche sopra la nostra consolazione

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  5. L'ateismo militante in senso classico, come potrebbe essere questo blog,o tanti altri sulla stessa linea stile uaar per intenderci, non é culturalmente influente.

    L'ateismo libertino invece non ha basi ideologiche e non é ciò che hai lasciato intendere che fosse: mi pare sia stato confuso con il libertinaggio, non sono la stessa cosa. L'ateismo libertino al contrario del libertinaggio é un fenomeno di massa. L'ateismo classico con le sue argomentazioni razionaliste risulta alla fine noioso proprio perché non fa altro che parlare di Dio, cosa che interessa solo i credenti. E quindi alla fine é un dibattito ininfluente fra gruppi ininfluenti, che non interessa a quasi nessuno.

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  6. Visto che da noi non ci sono cammelli, se non allo zoo o al circo, avranno pensato che queste regole, in Italia, non si applicano.

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  7. La morte di questo inutile blog è una boccata d'aria per chi crede che l'ateismo debba essere propositivo e non distruttivo e immaturo. Il Censore invece propone come stile di vita atea il gossip religioso fondato sugli scandalucci dei preti...Nietzsche si rivolterebbe nella tomba. Consiglio di lasciar morire questo blog ed edificare le vostre menti su siti di ben altra portata: http://www.uccronline.it/ultimissime/

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    1. Suggerire il blog dell'UCCR (scimmiottamento involontariamente ridicolo dell'UAAR) fa perdere ogni credibilità all'anonimo che si è erto a giudice di ciò che l'ateismo debba essere e di ciò che questo blog è/era

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