martedì 23 febbraio 2010

L'ombra lunga del pensiero cattolicista

Sbraitano (La Russa), insultano (Sgarbi) e minacciano se si tocca il crocifisso nelle aule: «si tratta di un simbolo culturale», affermano, «e poi non ha mai fatto male a nessuno», continuano dimenticando secoli di persecuzioni.

Si lamentano della presunta persecuzione laicista, ma in realtà preparano il terreno alla discriminazione di chi non la pensa come loro.

«All'asilo comunale si accettano solo bimbi di famiglie cristiane». E' un titolo che non si vorrebbe leggere sul giornale, tanto meno nel proprio Paese, che si penserebbe laico e aconfessionale, come voluto dai Padri costituenti.

E invece no, si tratta proprio di un asilo comunale italiano, di Goito, in provincia di Mantova. Il sindaco Anita Marchetti, esponente dell'UDC e a capo di una giunta di centro-destra, non si è confusa, non è a digiuno di Costituzione: ha scientemente preso questa posizione.

Ecco la giustificazione cattolicista: «pur essendo l'asilo pubblico, da sempre viene gestito secondo criteri che si ispirano al cristianesimo». Come a dire, chi se ne frega della Costituzione italiana, qui comanda il Vaticano.

Aggiornamento

I cattolicisti non si smentiscono mai. Quando sono sbugiardati, quando sono messi davanti alle loro responsabilità, si arrampicano sugli specchi pur di dimostrarsi innocenti, ma spesso riescono solo a confermare di avere la coscienza sporca.

Il 25 febbraio L'Avvenire, quotidiano della CEI, pubblica sul caso un articolo di Davide Rondoni, intitolato «Quell'asilo di Goito: ipocrisia e verità». Ecco il brano centrale:

In un Consiglio comunale si alza un polverone perché nel piano didattico di una scuola materna comunale compaiono due parole: visione cristiana. Da oltre cinquant’anni la scuola era gestita da suore Orsoline con generale soddisfazione della popolazione, e ora è passata in regime di convenzione ad altro ente, [...]. E, per amore di chiarezza, tale ente indica che i bambini che, in una sezione delle dieci a disposizione delle famiglie di quel territorio, i bambini potranno avvalersi di una proposta educativa ispirata alla visione cristiana. Per amore di chiarezza, l’ente lo dichiara, lascia ai genitori la scelta e non esclude nessuno [...]

Il titolo dell'articolo, devo ammettere, è azzeccato: solo che l'ipocrisia e la verità non sono distribuite nel modo che l'autore dell'articolo si attenderebbe.

L'articolo conferma infatti che in una sezione di una scuola pubblica è proposto un percorso di formazione di ispirazione cristiana. Non solo, dunque, vi è l'ora di religione cattolica, ma l'intero insegnamento è basato sulla "visione cristiana". In una scuola pubblica.

L'autore dell'articolo sembra ignorare la gravità del problema. Non conta che la sezione sia una sola su dieci. Non conta che la richiesta sia stata fatta dai genitori. Non conta (anzi, peggiora la situazione) che questa pratica sia di lungo corso. Conta che in una scuola pubblica si faccia un percorso formativo confessionale. Alla faccia della laicità dello Stato e delle sue istituzioni.

Poco più sotto, commentando la protesta sollevata in consiglio comunale, Rondoni afferma:

Perché, dicono, una scuola del Comune, una scuola pubblica non può e non deve ispirarsi a principi cristiani. Bene. E allora come la mettiamo con tutte le scuole che, senza nemmeno dichiararlo, si ispirano a principi anti-cristiani cancellando le feste di Natale, trasformandole in banali feste della luce o dell'arcolbaleno? [sic] Non dichiarano, quelle scuole, ma lo fanno. E anzi dichiarano di essere laiche e di rispettare tutti.

Questo basta a comprendere quanto perniciosa sia l'ideologia cattolicista. Per far tornare il mondo di qualche secolo, a quando la Chiesa deteneva il potere culturale e politico, i cattolicisti fanno finta di fraintendere il concetto di laicità.

Secondo loro, infatti, "laico" non significa "autonomo dall'autorità ecclesiastica", ma "non appartenente al clero". Secondo Rondoni e gli altri che la pensano come lui, un atteggiamento di indifferenza e terziarietà rispetto alla religione è un atteggiamento anti-cristiano; infatti i cattolicisti non riescono neppure a concepire che si possa essere autonomi dalle gerarchie ecclesiastiche senza essere loro avversi.

Il crocifisso nelle aule, il presepe, i canti natalizi, come pure il catechismo mascherato che si pratica durante l'ora di religione, sono attività confessionali. La loro assenza dalla scuola pubblica è una condizione necessaria per avere una laicità piena e sana, e non costituisce quell'attacco al cristianesimo di cui parlano i cattolicisti.

5 commenti:

  1. Come ho più volte avuto modo di ripetere in questo interessante blog, i testi biblici non vanno mai letti in senso letterale, altrimenti si rischia il baratro fondamentalista.

    L'ideale è integrare vari approcci: quello storico-critico, quello simbolico, quello del genere letterario (ce ne sono anche altri). Se infine usiamo anche la meditazione e la preghiera, meglio ancora così aggiungiamo anche l'importantissimo approccio Spirituale.

    Provo a dare un contributo personale per le (limitate) conoscenze e sensibilità che ho avuto, in seguito ad alcuni approfondimenti, meditazioni e preghiere che ho fatto su questo brano, in seguito allo stimolo avutomi da questo post.

    I libri dei Re, secondo una teoria abbastanza accreditata nota come http://it.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_documentale appartiene alla tradizione deuteronomica, il cui intento fondamentale era quello cetechetico-didattico. Per comprendere il racconto in questione bisogna iniziare a leggere dal verso 2Re 2,1 in poi e inserirlo nel contesto storico in cui il libro si è via via creato, non escludendo anche vari elementi di carattere mitico utilizzati dal narratore e redattore del testo. Non dimentichiamo infatti che nel mondo semitico, nel quale il mondo ebraico era culturalmente integrato e inserito e specialmente del IX-VII secolo a.C., il mito era considerato uno strumento narrativo "standard", ne troviamo quindi tracce anche in alcuni brani della Bibbia (pur non essendo essi mai un racconto mitico nella sua globalità).

    Il tema fondamentale mi sembra essere quello della vita e della morte (non tanto corporale ma anche spirituale e metafisica): Dio, e la fede in lui, dona la vita; la miscredenza e l'allontanamento dalla sue legge provoca la morte; L'acqua salata indica la sterilità, ossia la Parola di Dio inquinata dal peccato, quindi la morte. Il miracolo della sorgente simbolegga la vita: Dio che dona la vita e purifica l'acqua; questo il "popolo" non si è voluto fidare di Eliseo (vv 16-18), nonostante Dio li ricolmi di queste grazie e miracoli. Anche il beffeggiamento dei ragazzi è lo stigma sociale tipico che ogni profeta è costretto a sopportare per via della propria missione e delle proprie parole scomode, e quindi quasi sempre non accettate; uno stigma causato da quello che "dice la gente": è il rifiuto da parte del popolo amato da Dio di accettare veramente la sua legge, nonostante il Suo amore. Questo è un tema costante e centrale in tutta la Bibbia. Anzi, è il leit-motif principale, fin da Gn 1.

    (segue al commento successivo)

    RispondiElimina
  2. (segue dal commento precedente)

    L'epilogo un po' favolesco simboleggia la morte: ovvero la conseguenza cui va incontro la non adesione alla legge di Dio; non si tratta di una punizione, ma un espediente narrativo che usa il redattore deuteronomico per descrivere le conseguenze della ostinazione nel peccato; che queste orse si avventino su dei giovani ragazzi, tutto sommato innocenti, simboleggia il fatto che se una generazione è incredula e non pratica la virtù, trascina in rovina anche le nuove generazioni, e saranno proprio queste a pagare il prezzo più alto. Quindi la legge di Dio non va solo accettata e praticata, ma anche trasmessa.

    C'è anche da dire senz'altro che il racconto è affetto da una concezione veterotestamentaria del peccato che si pensava si "trasmettesse" da padre in figlio (vedi ad esempio il libro di Giobbe). Ma questa concezione verrà definitivamente superata e ben compresa solo con il messaggio di Gesù Cristo e il mistero della testimonianza della Croce (interessante confrontare anche Gv 9,1-3).

    In conclusione mi sembra un testo molto attuale. Oggi si parla molto di emergenza educativa in cui i giovani vengono visti "privi di valori", quando piuttosto sono gli adulti a non saper trasmettere loro le virtù con il buon esempio: evidentemente perchè neanche gli adulti le praticano, e neanche vogliono davvero crederci. La conseguenza di questo sono sotto gli occhi di tutti: basta parlare con un qualunque insegnate di scuola media o superiore circa la drammatica crisi morale, sentimentale, interrelazionale e affettiva che affligge pesantemente le nuove generazioni: metaforicamente diciamo che stanno incontrando gli orsi.

    Prego il Signore che illumini tutti gli adulti di oggi e di domani. Amen.

    Come vedi, nei secoli i linguaggi e modi di raccontare e trasmettere certi contenuti possono cambiare: ciò che rimane è il valore profondo del messaggio; è la Parola di Dio, che è sempre attuale; se non tiriamo fuori l'oggi dal testo biblico, a cosa ci serve?

    Grazie per avermi dato modo di approfondire, meditare e pregare questo brano.

    (fine)

    RispondiElimina
  3. MANTOVA: una parola un programma! Purtroppo al Nord c'è questa mentalità chiusa che spesso è peggio di quella del sud: come mai infatti al sud queste cose non si verificano mai? Li non arriva l'omba lunga del "potere Vaticano"? La religione qui non c'entra nulla. E il Vaticano (incolpato anche delle Guerre Puniche) c'entra ancora meno. E' invece un problema culturale e politico.

    Appellarsi alla consuetudine, come si sarebbe fatto per quell'asilo, è semplicemente assurdo: purtroppo da quelle parti c'è una mentalità del doversi "ritagliare il giardino di casa" molto diffusa. Tempo fa in libreria mi imbattei in questo libro: "Profondo Nord" che avrei voluto comprare.

    Che siano UDC o Lega fa poca differenza. Di politici cattolici degni di questo nome oggi non ne esistono: esistono solo dei "pezzi" di partito che sono le ceneri della vecchia DC, il cui unico senso d'esistere era il contrastare il pericolo comunista; terminato questo pericolo, anche la DC si è sfaldata. Il 7 settembre 2008 a Cagliari il Santo Padre parlò di "nuova generazione di cattolici impegnati in politica" che tradotto vuol dire "quelli di adesso non sono credibili e ci vuole un rinnovamento radicale". E lo ha ripetuto più volte. Ne è passato di tempo, ma non si è visto nessun rinnovamento nelle fila dei cattolici impegnati in politica, nessuno che abbia almeno preso la palla al balzo. Ma dove sono i gruppi universitari cattolici? Dove sono i giovani? Dormono? Non si è visto neanche il germe di qualche idea o iniziativa. Tutto uguale a se stesso. Certo è che se ma maggioranza degli elettori sono vecchi... non mi sorprende che la "democrazia" esprima atteggiamenti vecchi. Questa è una delle conseguenze che vengono fuori da una mentalità e da politiche anti-nataliste e da inverno demografico, conseguenza in Italia più che altrove di uno squilibrio generazionale. Che tristezza.

    Il problema è generazionale, non cattolico: la classe politica italiana è stravecchia; si parla ormai di gerontocrazia; ma come ci può lamentare se i giovani non vogliono prendere in carico il peso dei problemi che abbiamo? Chi li risolverà? I vecchi? Servono prospettive nuove, ma per fare questo servono volti nuovi e soprattutto comportamenti nuovi. Vale per i cattolici come per tutti.

    Per ironia, proprio un Papa ultraottantenne deve ricordarcelo! Mi pare che "gli spunti" che arrivano dal Vaticano (ma chiamarle "direttive" fa più fico) non siano poi molto ascoltati dai politici di oggi, se da mesi il Santo Padre va ripetendo queste parole.

    Questi sono fatti documentabili. Che invece dal Vaticano arrivino "comandi" di fare asili solo per cattolici sono pure illazioni da osteria e fantacalcio, che non meritano argomentazione.

    No, ne l'asilo, ne il comune, ne i politici che si difendono su questa vicenda possono opporre alcuna scusante. Punto.

    Detto questo, sollevo un dubbio: come mai questa singolare consuetudine di questo asilo viene fuori solo adesso che siamo sotto elezioni, e non prima? Come mai il grido scandalizzato dei laici non si è udito prima, se questa "consuetudine" era tanto antica, nota e radicata? Quanti sono i bambini non cattolici che oggi effettivamente vogliono andare a quell'asilo? Nessuno, perchè le notizie non ne parlano: allora la questione è venuta fuori adesso non perchè si è presentato un vero problema di giustizia, ma perché siamo vicini alle elezioni. Giusto?

    Desolazione e aridità: a destra, a sinistra, al centro.

    RispondiElimina
  4. errore: non pubblicare questo commento.

    mi sa che c'è stato qualche errore nella pubblicazione. volevo pubblicare invece i primi due comm. da
    http://uticense.blogspot.com/2010/02/la-morale-dellantico-testamento-non.html

    boh... ma li sono disabilitati i commenti...
    non so

    RispondiElimina
  5. Riguardo ai due commenti sul brano di Eliseo e le orse: non so per quale motivo, ma effettivamente i commenti erano disabilitati. Ora li ho riabilitati, puoi copiarli lì.

    Per quanto riguarda il commento a questo post...

    "Purtroppo al Nord c'è questa mentalità chiusa che spesso è peggio di quella del sud: come mai infatti al sud queste cose non si verificano mai? Li non arriva l'omba lunga del "potere Vaticano"? La religione qui non c'entra nulla. E il Vaticano (incolpato anche delle Guerre Puniche) c'entra ancora meno. E' invece un problema culturale e politico.

    Hai ragione, è un problema culturale e politico. Ma il Vaticano c'entra eccome, dato che difende a spada tratta e promuove questa cultura e questa politica.

    E' il Vaticano che ha fatto sentire la sua voce contro la sentenza europea sul crocifisso nelle scuole, è il Vaticano che "mette il piede" nella scuola pubblica con l'insegnamento della religione cattolica è il Vaticano che chiede soldi pubblici per le scuole private. Non credi che questi atteggiamenti siano all'origine di una cultura in cui la laicità delle istituzioni statali è sempre più ignorata?

    Non è forse il Vaticano che dimostra un atteggiamento ambiguo verso i politici "cattolici"? E' vero che il Papa sprona la politica a perseguire i temi cari alla Chiesa, ma è altrettanto vero che bastano appannaggi e prebende pubbliche per far sì che le critiche siano attenuate, che la gerarchia ecclesiastica non sia poi così scontenta dei politici cattolici. Non condividi questa mia impressione.

    "Questi sono fatti documentabili. Che invece dal Vaticano arrivino "comandi" di fare asili solo per cattolici sono pure illazioni da osteria e fantacalcio, che non meritano argomentazione."

    Mi posso dunque aspettare una reazione chiara, netta, forte da parte del Vescovo di Mantova contro queste discriminazioni? Perché se non dò l'ordine di discriminare è un bene, ma se mi volto dall'altra parte quando si compiono discriminazioni a nome mio non sono così innocente.

    "Detto questo, sollevo un dubbio: come mai questa singolare consuetudine di questo asilo viene fuori solo adesso che siamo sotto elezioni, e non prima? Come mai il grido scandalizzato dei laici non si è udito prima, se questa "consuetudine" era tanto antica, nota e radicata? Quanti sono i bambini non cattolici che oggi effettivamente vogliono andare a quell'asilo? Nessuno, perchè le notizie non ne parlano: allora la questione è venuta fuori adesso non perchè si è presentato un vero problema di giustizia, ma perché siamo vicini alle elezioni. Giusto?"

    La tua è dietrologia: prima e dopo le elezioni la gente dovrebbe stare zitta e muta? Comunque la ragione per la quale il caso è scoppiato ora è che il comune ha emanato ora una delibera in cui si parla esplicitamente di questo "indirizzo culturale", in quanto le suore che c'erano prima non sono in numero sufficiente per coprire gli insegnamenti e il Comune si è dovuto rivolgere ad altri istituti religiosi.

    Non vedo poi cosa c'entri il numero di bambini non cattolici...

    RispondiElimina