A commento del mio post «Suora scomunicata per aver salvato una vita"» Fabrizio ha scritto un post nel suo blog, «Il Caso McBridge». La posizione di Fabrizio è che nella morale cattolica esistano "zone grigie", casi per i quali la Chiesa non fornisce risposte dirette ma che sono lasciati alla coscienza dei fedeli; che nel caso della suora e dell'ospedale, la loro colpa sarebbe stata quella di affermare che quella interruzione di gravidanza era invece apertamente compatibile con la dottrina cattolica; che, infine, i medici avrebbero potuto riconoscere di essere nella zona grigia, praticare l'aborto e rimettersi con umiltà al giudizio del vescovo, invece di ribellarsi affermando di avere ragione nella loro interpretazione.
La posizione sostenuta da Fabrizio è fattualmente sbagliata, in quanto non combacia con quello che sostiene la dottrina cattolica; è anche moralmente incompatibile con una religione rivelata.
L'inspiegabile esistenza delle presunte «zone grige» nella morale cattolica
Trovo incredibile che una religione rivelata, secondo la quale Dio ha comunicato esplicitamente il proprio volere e secondo la quale avremmo persino la fortuna di avere il suo vicario in Terra, possa avere una morale in cui esistono «zone grigie».
Nel mondo di oggi ci troviamo ad avere tanti problemi etici, come quello dell'aborto di cui stiamo discutendo, davanti ai quali i cattolici si trovano senza alcuna guida, esattamente come si troverebbero se la loro morale derivasse da insegnamenti di un rabbi del I secolo rielaborati da filosofi medioevali o poco più tardi.
Possibile che in duemila anni di cultura cattolica, la Chiesa non sia riuscita a comprendere se in casi del genere sia giusto far morire donna e feto o piuttosto solo il feto? L'avere dalla vostra parte Dio - Padre, Figlio e Spirito Santo, che vi guida/no e ispira/no in ogni occasione, riuscendo a farvi dire con certezza che un uomo di duemila anni fa morì fisicamente e risorse fisicamente e tante altre affermazioni dottrinali simili - non sarebbe stato in grado di farvi capire se in casi come quelli del St. Joseph's si possa o meno praticare un aborto che salvi la vita di una donna?
In una morale rivelata, problemi come quello teorico del trolley non dovrebbero essere problemi, e men che meno dovrebbe esserlo il salvare una vita ad una donna.
L'inesistenza della «zona grigia» e la mostruosa posizione cattolica
Fabrizio afferma:
Il vescovo Thomas Olmsted, quello che ha ritirato il patronato all'ospedale, non la pensa come lui, e infatti ha dichiarato ("Statements from the Diocese of Phoenix and St. Joseph's", The Arizona Republic, 15 maggio 2010, enfasi mia):
La posizione del vescovo, dunque, è che l'enciclica Evangelium vitae affermi esplicitamente che l'aborto praticato al St. Joseph's fosse immorale, sempre e comunque; in base a quanto detto da Olmsted, l'ospedale sarebbe stato punito anche se i medici avessero praticato l'aborto dopo essersi appellati a presunte "zone grigie" e avessero dichiarato di aver agito "secondo coscienza".
La posizione di Fabrizio è riassunta, secondo me, dalla sua affermazione:
La posizione sostenuta da Fabrizio è fattualmente sbagliata, in quanto non combacia con quello che sostiene la dottrina cattolica; è anche moralmente incompatibile con una religione rivelata.
L'inspiegabile esistenza delle presunte «zone grige» nella morale cattolica
Trovo incredibile che una religione rivelata, secondo la quale Dio ha comunicato esplicitamente il proprio volere e secondo la quale avremmo persino la fortuna di avere il suo vicario in Terra, possa avere una morale in cui esistono «zone grigie».
Nel mondo di oggi ci troviamo ad avere tanti problemi etici, come quello dell'aborto di cui stiamo discutendo, davanti ai quali i cattolici si trovano senza alcuna guida, esattamente come si troverebbero se la loro morale derivasse da insegnamenti di un rabbi del I secolo rielaborati da filosofi medioevali o poco più tardi.
Possibile che in duemila anni di cultura cattolica, la Chiesa non sia riuscita a comprendere se in casi del genere sia giusto far morire donna e feto o piuttosto solo il feto? L'avere dalla vostra parte Dio - Padre, Figlio e Spirito Santo, che vi guida/no e ispira/no in ogni occasione, riuscendo a farvi dire con certezza che un uomo di duemila anni fa morì fisicamente e risorse fisicamente e tante altre affermazioni dottrinali simili - non sarebbe stato in grado di farvi capire se in casi come quelli del St. Joseph's si possa o meno praticare un aborto che salvi la vita di una donna?
In una morale rivelata, problemi come quello teorico del trolley non dovrebbero essere problemi, e men che meno dovrebbe esserlo il salvare una vita ad una donna.
L'inesistenza della «zona grigia» e la mostruosa posizione cattolica
Fabrizio afferma:
Quale è la posizione della Chiesa difronte a questi casi? La risposta è che non esiste una risposta certa e chiara a questa domanda, almeno dei documenti ufficiali. Il caso “Trolley” rimane, nella Dottrina Cattolica, in una “zona grigia”: cioè esistono tanto degli argomenti “pro”, che “contro”. Con quale criterio allora dovevano agire i medici dell’ospedale, e con esso la McBridge? Il Catechismo ricorda che la coscienza è il primo vicario di Cristo: in questi casi dunque non si può far altro che ricorrere alla coscienza. [...] questo non vuol dire che non dobbiamo o non possiamo prendere una decisione nel singolo caso concreto: non possiamo affidarci solo sulle regolette del Cetechismo (che tra l’altro non è scritto affatto in forma di “regolette”) o al Vangelo o a ogni altra fonte “giuridica” della Chiesa come fosse una specie di Corano o un Codice di Procedura Civile.
[...]
L’ospedale e la McBridge avrebbero potuto avere un comportamento diverso: riconoscere che il fatto era un caso-limite, che era chiarita la posizione della Chiesa, descrivere le cose come sono andate, che alla fine si è consigliato di agire secondo coscienza pur sapendo della “zona grigia”, e agendo comunque con l’intenzione di salvare la madre, senza fare appello a nessuna legge morale cattolica, direttiva o documento della Chiesa, e infine rimettersi umilmente al giudizio del Vescovo: che a quel punto non avrebbe certo proceduto ne a scomunica ne alla revoca.
Il vescovo Thomas Olmsted, quello che ha ritirato il patronato all'ospedale, non la pensa come lui, e infatti ha dichiarato ("Statements from the Diocese of Phoenix and St. Joseph's", The Arizona Republic, 15 maggio 2010, enfasi mia):
L'uccisione diretta di un bambino non nato è sempre immorale, indipendentemente dalle circostanze, e non può essere permessa in nessuna istituzione che affermi di essere autenticamente cattolica.
Come il nosto precendete Santo Padre, papa Giovanni Paolo II, insegnò solennemente nella sua enciclica 'Evangelium vitae', "l'aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente" (Evangelium vitae #62).
Le Ethical and Religious Directives for Catholic Healthcare Institutions (ERDS) sono molto chiare su questo argomento: 'Il ministero cattolico della cura della salute è testimone della santità della vita dal monento del concepimento fino alla morte. La difesa della vita della Chiesa include il non-nato e la cura delle donne e dei loro figli durante e dopo la gravidanza.' (ERD, Parte quarta, Introduzione)
Le ERDs affermano anche che "l'aborto [...] non è mai permesso. Ogni procedura il cui unico immediato effetto sia la conclusione della gravidanza prima della vitalità è un aborto ... Le strutture sanitarie cattoliche non hanno il permesso di fornire servizi abortivi, anche semplicemente basati sul principio di cooperazione materiale. In questo contesto, le istituzioni sanitarie cattoliche devono preoccuparsi del pericolo dello scandalo per ogni associazione con praticanti di aborti." (ERD 45)
La posizione del vescovo, dunque, è che l'enciclica Evangelium vitae affermi esplicitamente che l'aborto praticato al St. Joseph's fosse immorale, sempre e comunque; in base a quanto detto da Olmsted, l'ospedale sarebbe stato punito anche se i medici avessero praticato l'aborto dopo essersi appellati a presunte "zone grigie" e avessero dichiarato di aver agito "secondo coscienza".
La posizione di Fabrizio è riassunta, secondo me, dalla sua affermazione:
E’ priva di fondamento, e basata sull’ignoranza, l’idea che l’unica opzione giusta secondo la diocesi e il Vescovo e secondo la Dottrina Cattolica dovesse essere quella di lasciar morire sia la madre che il bambino: se così fosse allora da qualche parte nel Catechismo o del Magistero o altre fonti ci dovrebbe essere scritto che la cosa giusta da fare in problemi come quello del Trolley è quello di non toccare la leva dello scambio: ma questo non è vero.
Anche in questo caso, Olmsted non concorda con Fabrizio, in quanto sostiene invece che:
Dobbiamo sempre ricordare che quando una situazione medica difficile coinvolge una donna incinta, ci sono due pazienti che hanno bisogno di cure e attenzione; non solo una. La vita del bambino non nato è sacra tanto quanto quella della madre, e nessuna vita può essere preferita all'altra.
[...]
Ogni istituzione cattolica è obbligata a difendere la vita umana in tutte le sue fasi; dal concepimento alla morte naturale. Questo obbligo è imposto a ciascun cattolico. Se un cattolico coopera formalmente nella pratica di un aborto, egli è automaticamente scomunicato a causa di quell'atto. La Chiesa cattolica continuerà a difendere la vita e a proclamare il male dell'aborto senza compromessi, e deve agire per correggere anche i suoi membri se non rispettano questo loro dovere.
Considerazione finale
Fabrizio non è il primo cattolico che, di fronte a certe mostruose posizioni della Chiesa, lotta e si impegna per difenderle e giustificarle, pur senza loro stessi condividano tali posizioni. Anzi, il loro impegno a trovare una giustificazione in favore della Chiesa nasce proprio dal loro disagio di fronte a quelle che sono, a tutti gli effetti, delle oscenità morali dell'autorità ecclesiastica, oscenità partorite da un'istituzione cui attribuiscono, invece, il ruolo di bussola morale della loro vita.
Questo contrasto tra due credenze - che salvare la vita di una donna sia importante e che la Chiesa non possa avere delle posizioni immorali - è proprio la causa della lotta interiore di queste persone, lotta che prende il nome di "dissonanza cognitiva".
Secondo la mia esperienza, la soluzione di questa dissonanza non è quella diretta, ma sempre faticosa e spesso impossibile, ricerca di una conciliazione tra le due credenze; la soluzione sta nel comprendere che almeno una delle due è sbagliata, che la credenza che la Chiesa sia moralmente infallibile è sbagliata.
Le persone sono spesso più buone della religione che professano.
hai giustamente detto:
RispondiEliminaL'uccisione diretta di un bambino non nato è sempre immorale, indipendentemente dalle circostanze, e non può essere permessa in nessuna istituzione che affermi di essere autenticamente cattolica.
Vale la pena soffermarsi su questa parola: diretta. Se McBridge/S.Giuseppe avessero operato con intenzioni rette, non sarebbe stata una uccisione diretta.
Mi dispiace davvero che tu continui a manipolare la Dottrina Cattolica e le parole senza conoscerne il contesto e il significato in quel contesto, continuando a forzare la tua interpretazione, nonostante qualcuno con pazienza e dedizione cerchi di mostrarti come stanno davvero le cose, in un caso peraltro davvero complesso.
Mi dispiace anche che tu abbia completamente ignorato che il presupposto per un aborto (e quindi per una azione immorale) sta anche nelle intenzioni, come mi sono dilungato a spiegare (ma lo sforzo vedo è stato inutile).
Mi sorprende poi il fatto che non vuoi accetti l'esistenza di "zone grigie": se perfino il linguaggio matematico non riesce ad descrivere tutto,perchè dovrebbe scandalizzarti che il linguaggio naturale in un sistema di pensiero non riesce ad abbracciare e chiarire "tutto"? E poi non è vero che non abbraccia tutto: come ho già scritto (ma hai letto bene il post?) c'è il discorso della coscienza che hai completamente ignorato.
Comprendo perfettamente che per una logica dicotomica che tendi ad applicare verrebbee "logico" pensare che se l'uccisione diretta è immorale, allora sarebbe "morale" far morire tutte e due: ma questo è proprio quella dicotomia che non è consentita dal fatto che siamo in presenza del paradosso del Trolley. Solo la coscienza può risolvere il dilemma, purché impostata in modo retto. Cosa che non è avvenuta nel caso McBridge/S.Giuseppe.
Ti sfido a trovare una sola frase del Vescovo Olmsted o di qualunque altro dicastero della Chiesa che asserisca esplicitamente che sia giusto in questi casi (o nel caso specifico della McBridge/S.Giuseppe) far morire tutte e due le due vite. Sei in grado di mostrarla?
Buon capodanno.
Vale la pena soffermarsi su questa parola: diretta. Se McBridge/S.Giuseppe avessero operato con intenzioni rette, non sarebbe stata una uccisione diretta.
RispondiEliminaNo, "diretta" è una qualifica della tecnica abortiva (vedi ERD 45), non delle motivazioni dietro la decisione di praticarla.
Del resto l'Evangelium Vitale di Giovanni Paolo II è estremamente chiara: "l'aborto diretto, cioè voluto [...] come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente"; è evidente che in questo caso l'aborto fosse l'unico mezzo per salvare la vita alla donna.
Mi dispiace davvero che tu continui a manipolare la Dottrina Cattolica [...] in un caso peraltro davvero complesso.
A me, invece, piacerebbe che tu mi fornissi una spiegazione delle parole del vescovo, per il quale il caso non è complesso e la dottrina è molto chiara: un aborto come quello del St. Joseph's è sempre immorale, anche quando salva la vita di una persona.
Mi dispiace anche che tu abbia completamente ignorato che il presupposto per un aborto (e quindi per una azione immorale) sta anche nelle intenzioni
Non l'ho ignorato, ho dimostrato che quello che affermi non corrisponde a quanto sostenuto da Olmsted.
Mi sorprende poi il fatto che non vuoi accetti l'esistenza di "zone grigie": se perfino il linguaggio matematico non riesce ad descrivere tutto,perchè dovrebbe scandalizzarti che il linguaggio naturale in un sistema di pensiero non riesce ad abbracciare e chiarire "tutto"?
Forse perché non stiamo disquisendo della coerenza di un sistema formale, ma della pretesa della Chiesa di aver ricevuto la rivelazione divina. Forse neppure Dio riesce ad abbracciare e chiarire "tutto"? Non credo che tu sostenga questo, ma allora la tua critica è infondata.
E poi non è vero che non abbraccia tutto: come ho già scritto (ma hai letto bene il post?) c'è il discorso della coscienza che hai completamente ignorato.
Ancora una volta, non l'ho ignorato: ti ho spiegato che la dottrina cattolica sull'aborto non ammette discorsi di "coscienza", né "zone grigie", ma dice esplicitamente che quello è un atto sempre immorale (EDS 45)
Ti sfido a trovare una sola frase del Vescovo Olmsted o di qualunque altro dicastero della Chiesa che asserisca esplicitamente che sia giusto in questi casi (o nel caso specifico della McBridge/S.Giuseppe) far morire tutte e due le due vite. Sei in grado di mostrarla?
(1) Ti ho citato le parole di Olmsted, in cui il vescovo dice che "La vita del bambino non nato è sacra tanto quanto quella della madre, e nessuna vita può essere preferita all'altra", dunque è esplicitamente vietato "uccidere" il feto per salvare la donna.
(2) Ribalto la domanda: mi fornisci una frase del vescovo Olmsted o di qualunque altro documento ufficiale della Chiesa che dica che in caso di patologia che porti con certezza alla morte della madre sia ammissibile praticare l'aborto?
Saluti
Mi dispiace anche che tu abbia completamente ignorato che il presupposto per un aborto (e quindi per una azione immorale) sta anche nelle intenzioni
RispondiEliminaQuindi tu faresti morire la donna nel caso in questione?
Claudio
Buon anno,caro Cens.
@IlCensore
RispondiEliminala tua conclusione (1) e (2) mi lasciano concludere che non accetti nulla di quanto ho scritto sul problema del Trolley. Mi dispiace e ne prendo atto. Non ho niente altro da dire se non ripetendo cose già dette.
Grazie comunque per la tua attenzione.
@Anonimo / Cluadio 18:14
No, ma avrebbero dovuto farlo con le giuste intenzioni, che non c'erano. Leggi tutto il mio post, li c'è scritto cosa personalmente credo abbia potuto fare la McBridge.
Come al solito il censore è un abile manipolatore di cose che non conosce, o meglio, sa sempre come interpretare malignamente le parole e gli scritti altrui, dottrina cattolica inclusa. Mi chiedo se al proverbio "prendere lucciole per lanterne" cominci a obiettare cercando vere lucciole e confutando la presenza di ipotetiche lanterne. In conclusione si tratta di mentire rigirando le cose: questa non è logica e non è razionalità, alla faccia della presunzione ateista.
RispondiEliminaVisto che siamo in tema, suggerisco anche questo: Ateismo È barbarie
Quanto alla vita, mister censore non ha capito una cippa, se il valore della vita è alto e si deve scegliere fra due individui, sono si sceglie mai per la soppressione di entrambi. Questo è cattolicamente ovvio, solo chi è in malafede può arrampicarsi sugli specchi asserendo il contrario.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaHai ragione, Censore: ho verificato meglio. Mi sono sbagliato e ho fatto confusione sulla distinzione fra diretta e indiretta, mi spiace.
RispondiEliminaUna buona distinzione e spiegazione si trova qui.
errata
RispondiElimina* non si sceglie mai per la soppressione
ci sono aggiornamenti nel mio post. alcune cose erano sbagliate.
RispondiEliminaHo riflettuto a lungo alla domanda di Anonimo/Claudio
RispondiElimina(solo in parte argomenti negli aggiornamenti del mio post).
La mia risposta è che non so cosa avrei fatto ne se fossi stata la mandre, ne la suora, ne un familiare ne un medico. Penso che dobbiamo arrenderci al fatto che non sempre riusciamo a dire con troppa certezza cosa facciamo perché la verità è che la decisione che diciamo di prendere probabilemnte non coinciderebbe con quella che davvero prenderemmo se ci tromassimo sul serio in tale situazione.
Quello che so adesso è che non asserirei che l'aborto sia giusto, anche se lo compissi per le ragioni che ho spiegato nel commento ulteriore del mio post.
ciao.
@fab: avevo scritto una risposta lunga e articolata, ma ho perso il file. Cercherò di riassumerla.
RispondiEliminaTu hai affermato che ci sono delle "zone grige" nella morale cattolica, casi per i quali non esiste una decisione pre-confezionata che dica come ci si deve comportare e che sono lasciati alla coscienza di chi deve agire; a condizione, hai aggiunto, che chi prende una decisione lo faccia con l'umiltà d'animo che è necessaria.
Credo di averti dimostrato che la tua visione non corrisponde a quella della Chiesa cattolica, quantomeno secondo Olmsted. A questo punto puoi ammettere che ho ragione, oppure puoi confutare la mia dimostrazione, mostrandomi dove ho sbagliato.
Puoi naturalmente scegliere di interrompere il dialogo, è un tuo diritto; sebbene non condivida la scelta, sappi che sono sempre disponibile a riprendere la discussione, con franchezza e passione.
Buone cose.
P.S.: non ho capito cosa intendi con "non asserirei che l'aborto sia giusto"; (a) non mi esprimo sulla bontà dell'atto, (b) penso che l'atto non sia giusto, o (c) penso che l'atto sia sbagliato.
@Anonimo
RispondiElimina«se il valore della vita è alto e si deve scegliere fra due individui, non si sceglie mai per la soppressione di entrambi»
Quanto affermi è smentito da Olmsted: «nessuna vita può essere preferita all'altra».
Ora puoi fare tre cose: (1) prendere atto del fatto che la morale cattolica non è compatibile con la tua coscienza e rigettare la morale cattolica; (2)prendere atto del fatto che la morale cattolica non è compatibile con la tua coscienza e mortificare la tua coscienza; (3) continuare a credere che non vi sia incompatibilità.
In tutti e tre i casi, sappi che non sono interessato alla propaganda.
@Censore; riguardo la zona grigia e sulla definizione di aborto diretto ho già mostrato le correzioni sul mio post.
RispondiEliminaMolti scritti, molte citazioni, molte posizioni teoriche, ma nessuno ha dichiarato esplicitamente che cosa avrebbe fatto, quale decisione avrebbe preso, se si fosse trovato al posto della signora Margaret McBride.
RispondiEliminaCi sono due possibilità: praticare un aborto e salvare la madre o non fare nulla.
Da notare che non facendo nulla si “uccide” madre e figlio.
Rispondo io per primo: avrei salvato la madre senza nessuna indecisione.
@Salazar: hai ragione, sono proprio tanti questi scritti. D'altra parte se la situazione non fosse davvero complicata neanche ilCensore ci avrebbe fatto un post: ma egli, a differenza di te, almeno legge con attenzione.
RispondiEliminaAlmeno per quanto mi riguarda le risposta a queste domande le ho date (vedi spec.te i commenti). Te le sintetizzo comunque:
1. Al posto della McBrigde avrei detto quale era la posizione della Chiesa, non la mia: era infatti quello il suo ruolo e il suo dovere.
2. Al posto dei medici ammetto che la scelta sarebbe stata più dura: ma direi che avrei fatto di tutto per salvare entrambe le vite, anche se questo apparisse "probabilisticamente" quasi impossibile. Questo non è facile da dire in modo assoluto: si scontra sopratutto con quanto diceva la madre: se questa inisteva di fare l'aborto, è davvero duro opporglisi con un comportamento differente (ma questo, non influisce sulla valutazione dell'atto, perchè è di circostanza e come dice giustamente anche IlCensore nei commenti del post, stiamo parlando del principio, non di cosa "avremmo fatto veramente").
3. Al posto dei dirigenti dell'ospedale (intervenuti a fatti avvenuti) non avrei avuto alcuna pretesa di interpretare la dottrina della Chiesa al posto del Vescovo: avrei ammesso il problema serenamente.
Oltre alle due possibilità che tu dici ce ne è infatti una terza (probabilisticamente vicina a zero, purtroppo, ma non impossibile): cercare di salvarle entrambe, anche se la cosa è disperata.
Non è vero che non facendo nulla si uccide madre e figlio, perchè non c'è nessun atto diretto di uccisione. E non è neanche vero che l'unica cosa da fare di diverso sarebbe stato "non fare nulla".
La tua "opzione" in realtà non è un atto di "salvare la madre" come dici, ma piuttosto un "uccidere il figlio" perchè l'atto non è quello del salvare (questa è semmai l'intenzione) ma di uccidere deliberatamente (in modo diretto) una vita innocente: questo è quello che viene davvero fatto con quell'atto: le intenzioni, per quanto buone, sono un'altra cosa.
Ti invito, Salazar, ad affrontare il "problema del Footbridge con fucile" che ho descritto nel mio post, commento 06 gen 2011 @ 16:17:35 e rispondere alla domanda: E' lecito sparare all'omino grassottello?
Caro Fabrizio, non lo so a quale domanda hai risposto qui sopra, ma di certo non alla mia.
RispondiEliminaLa riformulo in maniera più figurata: sei in un ospedale, arriva un dottore e ti dice che se non si procede subito ad un aborto la signora Jane Doe muore, nessun dubbio, morte al 100%. La responsabilità è tua, e il dottore chiede: “procedo con l’aborto o no?”
Si o no?, Fabrizio, niente spiegazioni dottrinali, non si accettano questioni di principio ne spiegazioni in tre punti (che con quelle ci sarebbero tre vittime perché il dottore ammazzerebbe te), bisogna operare e bisogna farlo adesso, solo una risposta secca, dunque.
Si o no?
PS: non vedo tutta questa complicazione nel post del Censore. Anzi lo trova di una semplicità estrema. È tutto nel titolo: “La Chiesa cattolica non permette l'aborto neppure per salvare la vita della donna”, tutto il resto dello scritto lo impiega a confutare chilogrammi e chilogrammi di distinguo più o meno inaccettabili.
PS due: “Non è vero che non facendo nulla si uccide madre e figlio, perché non c'è nessun atto diretto di uccisione[...]”.
Questa è la cosa più malvagia, efferata e disumana che ho sentito nella mia vita. Mettiamola così: un serpente morde una donna a mezzo metro da te, tu hai una siringa con l’antidoto in mano ma non la usi, stai fermo, e guardi la donna morire: mica è colpa tua, tu non hai fatto nessun atto diretto di uccisione, è stato il serpente, mica tu.
Sono sicuro che neanche il dottor Mengele da piccolo...
C’era un PS tre che non ho scritto prima per mancanza di tempo.
RispondiEliminaLo aggiungo ora.
Tanto per fare un po’ di ordine: l’atto di cui stiamo parlando si chiama “aborto terapeutico” ed è perfettamente legale in tutto il mondo (a parte, credo, Nicaragua, Repubblica Dominicana e un paio di altri Stati), quindi praticandolo non accade di “uccidere deliberatamente (in modo diretto) una vita innocente” ma di applicare una terapia. Spiacevole e estrema, sia chiaro, e praticata solo per scongiurare un male peggiore.
Si chiama aborto, quindi, non omicidio. E si chiama in modo diverso perché non lo è, un omicidio. Così dicono le leggi alle quali noi tutti dobbiamo obbedire.
Ultima considerazione: nel caso della signora Jane Doe il feto non ha avuto nessuna possibilità di nascere, a priori, sia fosse stato praticato sia non fosse stato praticato l’aborto: se la madre muore il feto non può crescere e nascere - cosa più che ovvia, ma in questa sede è meglio specificare – e quindi quella “vita innocente deliberatamente uccisa” non avrebbe mai potuto esistere, in nessun caso.
@Salazar
RispondiEliminaE va bene: visto che non nessuna voglia di approfondire e di leggere quello che ci siamo detti, sto al tuo gioco. rispondo in modo secco: la risposta però dipende dalla domanda.
Se sono il medico e la domanda è “procedo con l’aborto o no?” la risposta è: non lo so perchè mi ci dovrei trovare per davvero. Se lo facessi lo farei comunque con la consapevolezza che non sto facendo un "atto buono".
Se sono la McBridge e la domanda è: "è lecito fare l'aborto?" risposta è: "No, non lo è secondo la dottrina della Chiesa. Lo è secondo la legge. La legge, tuttavia, non ci obbliga neanche a praticare l'aborto.".
L'esempio del serpente mi lascia dedurre che non hai minimamente letto ne approfondito quello di cui stiamo parlando: nell'esempio da te formulato non c'è nessun innocente da sopprimere per salvare un'altro innocente. Il punto è tutto li.
Abbiamo capito che non ti va di leggere, Salazar: vuoi solo dire la tua e scrivere. Quanto ancora investirò pazienza?
Leggo, leggo, Fab, solo che per me è tutto fuffa, tutta una cortina fumogena per giustificare, per non essere costretti a spiegare dove spiegazioni logiche non esistono: zone grigie? Maddai!
RispondiEliminaCome sempre salto tutta la fuffa a piedi pari e vado al sodo, e il sodo in questa discussione è: tu cattolico praticante come ti saresti comportato nelle circostanze suddette? La Chiesa proibisce ogni tipo di aborto (abbiamo visto questo caso limite con scomunica) e tu come avresti deciso, cosa avresti scelto, nel caso avessi dovuto mettere in pratica le regole della tua religione?
Niente risposte con se fossi il medico o se fossi quell’altro, niente alibi o paracadute: si o no, non è molto difficile, sono solo due lettere.
E come sempre una risposta diretta non è arrivata. Non è mai arrivata e non arriverà mai.
Ma ho una domanda di riserva: il cielo è blu? Ops, non sarà troppo difficile!?
PS: ”Tanto per fare un po’ di ordine: l’atto di cui stiamo parlando si chiama “aborto terapeutico” ed è perfettamente legale in tutto il mondo (a parte, credo, Nicaragua, Repubblica Dominicana e un paio di altri Stati), quindi praticandolo non accade di “uccidere deliberatamente (in modo diretto) una vita innocente” ma di applicare una terapia.”
Questo ho scritto nell’ultimo post. Vuol dire, in soldoni, che le spiegazioni fondate “sull’innocente da sopprimere“ se per te lo hanno valore, per le leggi di tutto il mondo – e per me – non ne hanno nessuno. Sarebbe meglio quindi trovare una scusa meno settaria e meno campata in aria nelle spiegazioni che si vorrebbero logiche.
Chi è che non legge, a questo punto?
@Salazar: ho grande rispetto per la tua idee, Salazar, davvero. Ma mi dispiace non poter controbbattere, in assenza di vere argomentazioni.
RispondiEliminaCosa infatti potrei rispondere a frasi del tipo "per me è tutto fuffa" "tutta una cortina fumogena" e "Maddai!".
Grazie per il tuo intervento.