sabato 16 luglio 2011

Ravenna, ragazza lesbica: «Insegnante di religione dice che gay sono malati e finiranno all’inferno»

Riprendo la notizia dal sito dell'UAAR:
Una diciassettenne lesbica che frequentava una scuola superiore della provincia di Ravenna ha reso noto un episodio di omofobia a sfondo religioso. La ragazza sostiene infatti di aver avuto una discussione con la sua insegnante di religione in classe, come riporta il sito Ravenna e Dintorni. L’insegnante avrebbe definito l’omosessualità una “malattia” e detto che i gay “finiscono all'inferno”, proprio dopo aver saputo che la ragazza era lesbica. La studentessa ha quindi abbandonato quell'istituto prima di finire l’anno scolastico.
Dal canto suo la maestra nega di aver usato il termine “malattia”. Ma ha ammesso di aver detto che l’omosessualità deriva da disturbi di natura psichica e di relazione, proprio rifacendosi ad un libro di Luca Di Tolve (ex omosessuale che si definisce ‘guarito’ grazie ad un percorso religioso, come da Ultimissima del 26 febbraio 2007).

Ricapitolo.

Sulla base di testi scritti venti secoli fa (all'epoca in cui era normale avere schiavi e morale considerare le donne esseri inferiori, per intenderci), l'organizzazione più influente in Italia - che ha il potere di indottrinare i bambini italiani dalla scuola dell'infanzia alle superiori e che detta l'agenda politica nazionale - sostiene che gli omosessuali sono persone con disordini mentali il cui comportamento non è mai accettabile.

La conseguenza peggiore di questo atteggiamento repressivo e oscurantista è il dramma psicologico vissuto dagli omosessuali cattolici, ai quali viene detto che ciò che sono è sbagliato, che i loro sentimenti e le loro pulsioni sono malate. L'alternativa cui sono posti di fronte è quella tra il sopprimere questa parte del loro sé o patire una sofferenza indescrivibile in eterno.

Trovo abominevole questa situazione, e credo che ogni cattolico razionale dovrebbe farsi un serio esame di coscienza e capire se vuole essere complice di questi misfatti o ribellarsi ad essi.

10 commenti:

  1. La mia si limitava a dire che i gay erano inevitabilmente più stupidi delle "persone normali".

    RispondiElimina
  2. La UAAR è una fonte un po' sul faziosetto andante :-) ... dovresti confrontare più modi in cui è stata riportata la notizia !

    ... Insomma, per parallelismo: informarsi su Berlusconi ascoltando Travaglio o Bondi mica è la stessa cosa, no ?

    ---

    Davide

    RispondiElimina
  3. Questo è il resoconto di Ravenna e dintorni (ma magari sono faziosi anche loro...):

    «L’omosessualità è una malattia». Sarebbe questa la frase pronunciata da un’insegnante di religione di una scuola superiore della provincia che ha dato il via a una segnalazione alla Rete contro la discriminazione della Regione per omofobia. La vittima è una ragazza di 17 anni, lesbica, che dopo pochi mesi dall’episodio incriminato ha abbandonato la scuola.

    [...] La 17enne ci rivela invece di aver sentito l’insegnante di religione dire che gli «omosessuali finiscono all’inferno». Accuse pesantissime, che la professoressa però rimanda con forza al mittente. Non avrebbe detto quelle frasi, ma si sarebbe limitata a citare Luca Di Tolve, il protagonista della celebre canzone Luca era gay, di Povia. Lui era gay, cantava, e adesso non lo è più. Sintomo, secondo la professoressa, che l’omosessualità è frutto di disturbi relazionali, magari di un’infanzia difficile. Non proprio una malattia, ma, detta semplicisticamente, un modo in cui reagiscono ai problemi persone presumibilmente più deboli.»


    Insomma, Davide, sei sempre meno credibile...

    RispondiElimina
  4. Che cos'è la morale se non l'istinto vagliato dalla ragione.L'uomo essere razionale è ragione.volontà,istinto.
    Ora l'omosessualità non ha niente di razionale.

    bruno

    RispondiElimina
  5. Caro bruno, anche l'amore non ha niente di razionale, e lo stesso dicasi per la passione; sono tutte malattie? Sono tutte immorali?

    A me pare sconvolgente come delle persone razionali siano costrette a inventare scuse debolissime per giustificare posizioni che hanno scelto di sostenere a priori; molti cattolici razionali devono accettare alcune posizioni chiaramente insostenibili perché così sta scritto in libri "sacri", e devono arrampicarsi sugli specchi per giustificarle.

    In questo, i cattolici mi ricordano l'atteggiamento di Kurt Wise, di cui ho parlato nell'articolo «Fede, scienza e onestà intellettuale»; ti consiglio di darci un'occhiata.

    RispondiElimina
  6. l'amore è certamenta razionale ,perchè ha un fine personale et anche sociale,per il bene comune.Tutte le passioni sono buone e necessarie se tuttavia temperate dalla ragione.

    bruno

    RispondiElimina
  7. «l'amore è certamenta razionale ,perchè ha un fine personale et anche sociale»

    Bruno, grazie per avermi fatto capire che discutere con lei è inutile.

    RispondiElimina
  8. Naturalmente l'amore tra uomo e donna.

    bruno

    RispondiElimina
  9. Bruno è un sacerdote, con tanto di pulpito, ad honorem.

    (La malattia degli omosessuali - così come di tutte le categorie discriminate - è la società in cui si trovano)

    RispondiElimina
  10. Le Leggi in Italia le fa il Parlamento ... non la CEI !

    Pretendere che la Chiesa cambi idea è tempo perso: il problema sono quei politici che una volta eletti non rappresentano tutti quanti i cittadini ma soltanto i loro correligionarii !

    Contro questi qui e il loro fare anticostituzionale ipso facto sarebbe proficuo "battagliare" ... come dicono i militanti dei Movimenti Politici che vogiono cambiare le cose !

    ---

    Davide

    ... Chiaro così ?

    RispondiElimina