sabato 27 ottobre 2012

Cardinale di Chicago teme future persecuzioni dei cattolici

Francis George, cardinale e arcivescovo di Chicago, ritiene che le recenti campagne elettorali presidenziali statunitensi abbiano «portato in superficie il sentimento anti-religioso, in gran parte esplicitamente anti-cattolico», in crescita negli Stati Uniti per decenni; ha inoltre confermato di aver detto «io mi aspetto di morire nel letto, il mio successore morirà in prigione e il suo successore morirà martire nella pubblica piazza», precisando che queste parole volevano avvertire in un modo «estremamente drammatico» di ciò cui potrebbe portare la «completa secolarizzazione della nostra società».

Nell'editoriale del Catholic New World, George ha affermato che il risultato delle prossime elezioni presidenziali è una questione di minore importanza rispetto al vero problema: la secolarizzazione della cultura statunitense. Il secolarismo è infatti, secondo George, il «compagno di letto più pulito del comunismo», che è morto ma ha lasciato «molti dei suoi peccaminosi effetti» con noi.

Per George chi non si riunisce presso la croce di Gesù e la sua tomba vuota, «è dalla parte sbagliata dell'unica storia che alla fine conta», così come il mondo moderno, che ha «divorziato dal Dio che l'ha creato e redento».

È significativo che questa dichiarazione di George venga dopo che l'ennesimo sondaggio ha mostrato come gli statunitensi siano sempre meno credenti, e che i credenti siano sempre meno istituzionalizzati. A voler pensare male, parrebbe che i cristiani si stanno rendendo conto di perdere il controllo delle coscienze (e delle leve di potere), e rispolverino l'antica e collaudata tattica di fare le vittime.

Francis George, «The wrong side of history», Catholic New World, 21 ottobre-3 novembre 2012; «Cardinal George warns US secularization is more serious than elections», Catholic News Agency, 23 ottobre.

4 commenti:

  1. Si racconta che,re Artù, quando fu mortalmente ferito nell’ultima battaglia, i cavalieri chiesero e ottennero da Dio una grazia. Artù non è morto. Si è immerso in un sonno profondo, trasportato sull’Isola di Avalon, e da questo sonno sarà risvegliato dal grido corale dell’Inghilterra – o così narra la leggenda – quando un giorno di fronte all’estrema prova avrà nuovamente bisogno del suo re.
    La Cristianità dorme, è ferita, non è morta. La nostra cultura, delle radici cristiane dell’Europa, e fuori dell'Europa non è morta, ma è ferita, dorme, dev’essere risvegliata.

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    1. Certo certo: guardacaso gli orfici asserivano la medesima cosa, come riporta Plutarco nel De Facia Orbe Luna In Apparentis riguardo Crono e più sibillinamente (per due volte, di cui una mutata in koan pitagorico) nel De Defectu.
      Crono nell'Isola Ogigia fornisce in sogno a Zeus le misure del mondo, il sonno è la sua catena.

      Sarà pure una metafora astronomica come ha dimostrato abbondantemente Santillana, ma è proprio per questo che sconsiglio di mischiare le carte: Re Artù, come Crono, certo non dorme. Perché di per sé non esiste. Ergo il paragone diventa ben più imbarazzante del comune.

      Piuttosto io starei ben attento alla settrizzazione dei cosiddetti movimenti: il cristianesimo sarà pure dormiente, ma i suoi cani mordono, sia mai si rivoltino contro il padrone (l'Opus Dei in tal senso s'è già portata avanti)...

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  2. Il simbolo del sonno è complesso. Nel mito della creazione prometeica è l’uomo ancora privo di anima che dorme, e Psiche- l'anima- è ben sveglia,figura della Chiesa che nei secoli,cerca di dare un’anima alla nostra condizione umana, alla storia, alla civiltà, con l’amore e la conoscenza. A Castel Sant’Angelo c'è stata recentemente una bella mostra su Il mito di Amore e Psiche,in questo caso è Psiche, l’Anima, che si è addormentata. Questa è una storia universale, che l’arte ha proposto attraverso le sue tante belle dormienti di tante leggende che sono più che leggende. Tante anime oggi sono addormentate e attendono il risveglio, con l’amore e con la conoscenza.
    De te fabula narratur!



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    1. Dovresti ripassarti la differenza che passa tra mito e leggenda.

      Anche perché potrei rigirarti la cosa: per Eraclito il sonno è il raggiungimento con il Logos, un modo per creare mondi.

      Certo non basta la retorica spiccia a scusare un esempio malfatto, peggio se questa pretende di posarsi su ulteriori esempi fatti anch'essi coi piedi(e io che ricordavo del tradimento prometeico nei confronti di Zeus... Esiodo non è più di moda?). [O comunque di nulla attinenza col mito cosmogonico-logico di poc'anzi]

      "la Chiesa che nei secoli,cerca di dare un’anima alla nostra condizione umana, alla storia, alla civiltà, con l’amore e la conoscenza."

      Curioso per chi professa l'immortalità e l'universalità nel genere umano (solo?) dell'anima uscirsene con la retorica dell'infusione pro tempore. Come se secondo la stessa teologia cristiana l'uomo non avesse sempre avuto tale "elemento"...

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