giovedì 9 aprile 2009

Partecipazione

Riporto una dichiarazione agghiacciante di un sacerdote cattolico che esprime le proprie opinioni da Radio Maria.

Secondo Livio Fanzaga, il terremoto dell'Aquila che ha causato quasi trecento morti è stato voluto da Dio per far partecipare le popolazioni abruzzesi alla "sua passione" e alla gloria della risurrezione.

Il fatto che per giustificare questi eventi un credente debba scendere a questi bassi livelli dimostra le solide basi su cui fondano la loro vita.

La bella vignetta è opera di Giovanni Berti, dal sito http://www.gioba.it/


Aggiunta del 28 febbraio 2010. Questa è la registrazione del discorso di Fanzaga; la parte incriminata inizia intorno al 38".

2 commenti:

  1. Ho commesso un errore e rifiutato il commento di fabrizio, invece di accettarlo. Mi scuso con fabrizio Il post era il seguente:

    "riporto testualmente il testo di fanzaga (è si... è proprio un personaggio strano...) che non è facile trascrivere perchè è molto colloquale; le parentesi quadre sono mie; le "eeee" sono i versi colloquiali:

    [essi, i terremotati]...partecipino [o partecipiamo "noi", non si capisce bene] con lore [forse vuol dire "con loro" o con "dolore"? non si capisce] a questa...a questa...a questa...sofferenza....eeeeee....che il Signore ha voluto che...eeeeee....in questa Settimana Santa in qualche modo anche loro partecipassero...eeeee... diciamo così...aaaa....alla sofferenza della Sua Passione.....

    Questo episodio è un buon esempio di cosa succede quando un testo (detto alla radio, in modo molto colloquiale, quindi sgrammaticato e facilmente manipolabile) viene letto con l'intento malizioso di trovarci qualcosa di scandaloso, che evidentemente non c'era nell'intenzione del parlante: per il cristiano infatti è evidente che quel "che" (in grassetto) non si riferisce a "sofferenza" ma a "partecipassero": il cristiano infatti sa che il Signore "vuole" che il suo discepolo si faccia partecipe della sofferenza allo stesso modo di come ha fatto Cristo. Ma non "vuole" certo la sofferenza; non "manda" sofferenze, ma si aspetta (cioè "vuole") che il proprio discepolo lo imiti. Tutto qui. In effetti sarebbe stato più chiaro se quel "che" non ci fosse stato proprio... ma, ripeto: solo un fazioso e un malizioso che cerca l'errorino formale può leggerlo in quel modo li: gli ascoltatori di radio maria certamentente l'hanno inteso diversamente.

    La polemica mi sembra una lettura molto faziosa e strumentale del testo, che di per se è facile manipolare perchè di carattere colloquiale.

    Censore: cerca di trovare argomenti più seri, e magari prova a fare una critica tu stesso prima di aprire un post: sono certo hai gli strumenti per farlo. "

    RispondiElimina
  2. Mi dispiace, fabrizio, ma su questo non siamo d'accordo per nulla. Senza offesa, ma per difendere l'indifendibile (per farti capire il personaggio, stiamo parlando di un prete che augura il cancro agli atei) ti devi arrampicare sugli specchi.

    Il link alla registrazione audio della trasmissione di Fanzaga è: http://www.youtube.com/watch?v=obKwqICewQA&feature=player_embedded

    Fanzaga dice proprio "il Signore ha voluto che in questa Settimana Santa in qualche modo anche loro [gli abruzzesi colpiti dal terremoto] partecipassero, diciamo così, alla sofferenza della sua passione". Anche rimuovendo il "che", la frase è chiara e inchioda Fanzaga.

    Io non voglio discettare della teodicea cattolica, quello che sottolineo è che Fanzaga afferma che Dio ha voluto che gli abruzzesi partecipassero alla sua passione, e dato che si sta parlando del terremoto (che ha fatto 308 morti, 1500 feriti e circa 65.000 sfollati, per inciso), e che delle tue sottili precisazioni non c'è traccia (che si metta o non si metta il "che") Fanzaga sta affermando che il modo in cui Dio li ha fatti partecipare è il terremoto.

    Un saluto.

    RispondiElimina