Sbraitano (La Russa), insultano (Sgarbi) e minacciano se si tocca il crocifisso nelle aule: «si tratta di un simbolo culturale», affermano, «e poi non ha mai fatto male a nessuno», continuano dimenticando secoli di persecuzioni.
Si lamentano della presunta persecuzione laicista, ma in realtà preparano il terreno alla discriminazione di chi non la pensa come loro.
«
All'asilo comunale si accettano solo bimbi di famiglie cristiane». E' un titolo che non si vorrebbe leggere sul giornale, tanto meno nel proprio Paese, che si penserebbe laico e aconfessionale, come voluto dai Padri costituenti.
E invece no, si tratta proprio di un asilo comunale italiano, di Goito, in provincia di Mantova. Il sindaco Anita Marchetti, esponente dell'UDC e a capo di una giunta di centro-destra, non si è confusa, non è a digiuno di Costituzione: ha scientemente preso questa posizione.
Ecco la giustificazione cattolicista: «pur essendo l'asilo pubblico, da sempre viene gestito secondo criteri che si ispirano al cristianesimo». Come a dire, chi se ne frega della Costituzione italiana, qui comanda il Vaticano.
AggiornamentoI cattolicisti non si smentiscono mai. Quando sono sbugiardati, quando sono messi davanti alle loro responsabilità, si arrampicano sugli specchi pur di dimostrarsi innocenti, ma spesso riescono solo a confermare di avere la coscienza sporca.
Il 25 febbraio
L'Avvenire, quotidiano della CEI, pubblica sul caso un articolo di Davide Rondoni, intitolato «
Quell'asilo di Goito: ipocrisia e verità». Ecco il brano centrale:
In un Consiglio comunale si alza un polverone perché nel piano didattico di una scuola materna comunale compaiono due parole: visione cristiana. Da oltre cinquant’anni la scuola era gestita da suore Orsoline con generale soddisfazione della popolazione, e ora è passata in regime di convenzione ad altro ente, [...]. E, per amore di chiarezza, tale ente indica che i bambini che, in una sezione delle dieci a disposizione delle famiglie di quel territorio, i bambini potranno avvalersi di una proposta educativa ispirata alla visione cristiana. Per amore di chiarezza, l’ente lo dichiara, lascia ai genitori la scelta e non esclude nessuno [...]
Il titolo dell'articolo, devo ammettere, è azzeccato: solo che l'ipocrisia e la verità non sono distribuite nel modo che l'autore dell'articolo si attenderebbe.
L'articolo conferma infatti che in una sezione di una scuola
pubblica è proposto un percorso di formazione di
ispirazione cristiana. Non solo, dunque, vi è l'ora di religione cattolica, ma l'intero insegnamento è basato sulla "visione cristiana". In una scuola pubblica.
L'autore dell'articolo sembra ignorare la gravità del problema. Non conta che la sezione sia una sola su dieci. Non conta che la richiesta sia stata fatta dai genitori. Non conta (anzi, peggiora la situazione) che questa pratica sia di lungo corso. Conta che in una scuola pubblica si faccia un percorso formativo confessionale. Alla faccia della laicità dello Stato e delle sue istituzioni.
Poco più sotto, commentando la protesta sollevata in consiglio comunale, Rondoni afferma:
Perché, dicono, una scuola del Comune, una scuola pubblica non può e non deve ispirarsi a principi cristiani. Bene. E allora come la mettiamo con tutte le scuole che, senza nemmeno dichiararlo, si ispirano a principi anti-cristiani cancellando le feste di Natale, trasformandole in banali feste della luce o dell'arcolbaleno? [sic] Non dichiarano, quelle scuole, ma lo fanno. E anzi dichiarano di essere laiche e di rispettare tutti.
Questo basta a comprendere quanto perniciosa sia l'ideologia cattolicista. Per far tornare il mondo di qualche secolo, a quando la Chiesa deteneva il potere culturale e politico, i cattolicisti fanno finta di fraintendere il concetto di laicità.
Secondo loro, infatti, "laico" non significa "autonomo dall'autorità ecclesiastica", ma "non appartenente al clero". Secondo Rondoni e gli altri che la pensano come lui, un atteggiamento di indifferenza e terziarietà rispetto alla religione è un atteggiamento anti-cristiano; infatti i cattolicisti non riescono neppure a concepire che si possa essere autonomi dalle gerarchie ecclesiastiche senza essere loro avversi.
Il crocifisso nelle aule, il presepe, i canti natalizi, come pure il catechismo mascherato che si pratica durante l'ora di religione, sono attività confessionali. La loro assenza dalla scuola pubblica è una condizione necessaria per avere una laicità piena e sana, e non costituisce quell'attacco al cristianesimo di cui parlano i cattolicisti.