Sto leggendo Oltre la Bibbia - Storia antica di Israele, di Mario Liverani. Si tratta di un libro che ricostruisce la storia antica di Israele, intesa come Palestina, a partire dai resti archeologici ed epigrafici, col supporto delle fonti letterarie, ebraiche e mediorientali in genere.
Il risultato di questo approccio, differente da quelli che partono dal testo biblico e lo rielaborano sulla base delle scoperte archeologiche, è riassumibile tramite il sommario del libro. L'opera di Liverani è infatti divisa in due parti, Una storia normale e Una storia inventata.
La prima parte, che narra la storia della Palestina antica come deriva dalle fonti storico-archeologiche, è una storia "normale" di genti che abitavano in quella terra tra l'età del Tardo Bronzo e il Ferro II. Si inizia con la dominazione egiziana, poi l'invasione dei popoli del mare causa il crollo degli imperi, segue il dominio delle culture nomadi su quelle agro-urbane, la creazione di due stati - regno di Israele al nord e regno di Giuda al sud -, poi l'invasione, il dominio e la caduta degli Assiri, un breve periodo di autonomia, e l'invasione babilonese.
Questo significa che la storia di Mosé, dell'Esodo, della conquista di Canaan, di Giosué, non sono storie vere, ma successive rielaborazioni. Il regno di Saul, di Davide e di Salomone, biblicamente diviso tra i figli di questo, non esistette mai come stato unitario: "Saul" e "Davide" furono i re, rispettivamente, del regno di Israele e di quello di Giuda, né, probabilmente, fu Salomone a costruire il Tempio di Gerusalemme.
Anche Yahweh, non fu subito il dio nazionale di Israele, né tanto meno l'unico dio degli Ebrei. Scrive infatti Liverani (op. cit., p. 57):
Il risultato di questo approccio, differente da quelli che partono dal testo biblico e lo rielaborano sulla base delle scoperte archeologiche, è riassumibile tramite il sommario del libro. L'opera di Liverani è infatti divisa in due parti, Una storia normale e Una storia inventata.
La prima parte, che narra la storia della Palestina antica come deriva dalle fonti storico-archeologiche, è una storia "normale" di genti che abitavano in quella terra tra l'età del Tardo Bronzo e il Ferro II. Si inizia con la dominazione egiziana, poi l'invasione dei popoli del mare causa il crollo degli imperi, segue il dominio delle culture nomadi su quelle agro-urbane, la creazione di due stati - regno di Israele al nord e regno di Giuda al sud -, poi l'invasione, il dominio e la caduta degli Assiri, un breve periodo di autonomia, e l'invasione babilonese.
Questo significa che la storia di Mosé, dell'Esodo, della conquista di Canaan, di Giosué, non sono storie vere, ma successive rielaborazioni. Il regno di Saul, di Davide e di Salomone, biblicamente diviso tra i figli di questo, non esistette mai come stato unitario: "Saul" e "Davide" furono i re, rispettivamente, del regno di Israele e di quello di Giuda, né, probabilmente, fu Salomone a costruire il Tempio di Gerusalemme.
Anche Yahweh, non fu subito il dio nazionale di Israele, né tanto meno l'unico dio degli Ebrei. Scrive infatti Liverani (op. cit., p. 57):
L'adozione di Yahweh come dio delle tribù israelitiche, sin dalla fase dell'etnogenesi, è una evidente rilettura storiografica posteriore. Anche il ruolo di Yahweh (nella forma di Yahweh Sebaʿot) in episodi cruciali come la battaglia di Ta'anak appare sospetto. È indicativo che nessuno dei Patriarchi, nessuno degli eponimi tribali, nessuno dei «Giudici» e nessuno dei re della fase formativa porti nomi yahwisti. Questi esistevano (basti pensare a Giosué e poi a Yonatan figlio di Saul) ma in percentuale modesta, non diversa e semmai inferiore ad altri teofori con Baʿal, El, Anat, Sedeq, Shalom e alti. Abbiamo motivo di ritenere che il culto di Yahweh sia divenuto culto «nazionale» per il regno di Giuda durante il cinquantennio 900-850, e per il regno di Israele nel cinquantennio 850-800.Riguardo a Yahweh unico dio di Israele, il momento cruciale è il 622. Il re di Giuda Giosia fa «scoprire» un manoscritto contenente la Legge, e su questo evento fonda la riforma religiosa dello stato: (ri)fondazione di un unico tempio all'unico dio, il tempio di Yahweh a Gerusalemme, e distruzione dei templi degli altri dei, diffusi in tutto il regno. Per quanto riguarda il primo punto, Liverani scrive (op.cit., p. 196):
È probabile che l'importanza dei lavori eseguiti da Giosia al tempio di Gerusalemme sia stata in qualche misura (e magari in forte misura) oscurata dalla volontà della storiografia posteriore di attribuire all'epoca «fondante» di Salomonela costruzione e l'arredo del tempio [...].Riguardo alla obliterazione dei culti concorrenti:
Ma la maggiore insistenza (2Re 23:4-14) viene dedicata allo smantellamento dei luoghi di culto non yahwistici [...] a Gerusalemme stessa e in tutto il territorio di Giuda «da Gebaʿ a Beʾer-Shebaʿ».