lunedì 20 settembre 2010

«Non abbastanza prove, Dio»

John Loftus è un ex-predicatore protestante divenuto ateo. Ha conseguito tre lauree in Filosofia della Religione e argomenti simili e ha una laurea in Teologia. E' l'autore del libro Why I Became an Atheist e curatore del libro The Christian Delusion.

A proposito della verità del Cristianesimo e della sua accettazione, ha scritto:

Quando chiesero a Bertrand Russell cosa avrebbe detto a Dio nel giorno del giudizio sul fatto che non credeva, pare che Russell abbia risposto: «Non abbastanza prove, Dio, non abbastanza prove».

Anche se la fede cristiana finisse per essere vera, non ci sarebbe comunque ragione per cui persone ragionevoli dovrebbero accettarlo, perché solo affermazioni che possono essere ragionevolmente giustificate dovrebbero essere accolte. Vedete, dobbiamo rigettare molte affermazioni vere perché non superano la verifica delle prove. Questo è sia ovvio che indiscusso. Alieni provenienti dallo spazio potrebbero aver rapito qualcuno, ma senza prove sufficienti e commisurate a una tale affermazione non c'è ragione perché qualcuno debba credere alla persona che la sostiene. Ci sono certo casi in cui qualcuno ha ucciso un'altra persona, ma nessuno sospetta che abbia commesso il fatto, semplicemente perché non ci sono prove che portino qualcuno a sospettarlo. Ci sono centinaia di affermazioni cui non dovremmo mai credere, anche se sono vere. E' questo il caso del Cristianesimo. Anche se è vero, persone ragionevoli non possono credervi perché è estremamente improbabile.
Eppure vi sono persone perfettamente ragionevoli che accettano il Cristianesimo o un'altra religione. Per quale motivo? La mia impressione è che per quanto riguarda la religione, essi accettano di sospendere volontariamente il proprio spirito critico e di accettare acriticamente (o "umilmente", come dicono loro) le affermazioni sul divino.

7 commenti:

  1. È fuor di dubbio che, da persona ragionevole e critica, lei, trovandosi in difficoltà su un pericoloso passo di montagna, chiederebbe criticamente le prove di quanto affermato dal suo soccorritore nel momento in cui egli le riferisca che aggrapparsi allo spuntone più prominente è il solo modo per salvarsi.

    Allo stesso modo immagino che avendo una spina conficcata su un dito mostrerebbe un sano scetticismo seguito da una pesante critica verso chi asserirebbe che solo un'altra ferita potrà calmare il suo dolore.

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  2. Se il mio soccorritore fosse il mio nemico più acerrimo avrei tutto il diritto di dubitare delle sue affermazioni, mentre se fosse un soccorritore o un medico, avrei tutte le buone ragioni per credergli.

    Se invece parliamo di lei che viene da me e mi dice che una certa divinità esiste, ho tutto il diritto (e il dovere) di non crederle. Come, del resto, farebbe lei per tutte le divinità ad eccezione della sua...

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  3. [avevo postato questo ieri, ma penso sia andato perduto. riprovo]

    Davvero molto bello questo post. Il vangelo che ho meditato oggi [ieri,Ndr], proprio quello che la Chiesa ci in questo giorno, è questo:

    «Nessuno accende una lampada e poi la copre con un vaso, o la mette sotto il letto; anzi la mette sul candeliere, perché chi entra veda la luce. Poiché non c'è nulla di nascosto che non debba manifestarsi, né di segreto che non debba essere conosciuto e venire alla luce. Attenti dunque a come ascoltate: perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, anche quello che pensa di avere gli sarà tolto» (Lc 8,16,18)

    E' esattamente ciò che è capitato a questo John Loftus: "attenti dunque a come ascoltate, altrimenti ciò che pensi di avere ti viene tolto".
    Penso che nel cammino di ognuno di noi ci sia sempre una qualche maturazione: anche John Loftus sulla base del suo personale vissuto ed esperienza lo ha fatto proprio alla maniera di Cristo: era un predicatore quindi parlava molto; ma in che modo ascoltava, soprattutto?

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  4. [mi dispiace, ma il commento originario non mi risulta da nessuna parte. forse non l'ha neppure sottomesso]

    «in che modo ascoltava, soprattutto?»

    Non so risponderti, ma considerato che era un sacerdote e che ha studiato teologia e filosofia della religione, le orecchie dure non doveva averle...

    Ma mi interessa il brano evangelico da te citato. Si dice che la lampada si mette sul piedistallo affinché chi entra nella stanza veda la luce; poi, però, si ammette che ci deve essere un modo particolare di ascoltare, di "vedere la lampada". Perché? Perché un Dio onnipotente dovrebbe usare una sorta di codice, di linguaggio per iniziati, che richiede un particolare atteggiamento nell'ascoltatore, senza il quale il messaggio può essere travisato?

    Non ricordo dove ho letto un pensiero che diceva che se Dio esiste è un pessimo comunicatore, perché non tutti comprendono esattamente quello che vuole dirci.

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  5. - i protestanti non hanno sacerdoti. Comunque la teologia e filosofia non insegna ad ascoltare. Ci sono molti teologi che sono (o sono diventati) atei: c'è differenza fra ascoltare e sentire: sentire lo facciamo tutti; l’ascolto va anche oltre il semplice “capire” come si potrebbe “capire” il teorema di pitagora o la teoria dei motivmenti tettonici a zolle. L'ascolto è un concetto molto pronfondo, un concetto spirituale, un allargare il nostro cuore per fare spazio a Cristo; per poi penetrare le altezze dello spirito, non dunque superficiale ascolto di una voce o di una canzoncina.

    - non devi mettere troppo in relazione la frase "Attenti dunque..." con il brano precedente. In realà "Attenti dunque..." chiude non tanto il discorso della parabola della lampada, ma tutto il ciclo di parabole e insegmanenti che l’evangelista Luca fa partire da Lc 6,17 e finire proprio qui. quindi la frase "Attenti dunque..." conclude tutti questi insegmanenti. L'evangelista sta probabilmente citando una frase detta da Gesù mettendola proprio a conslcusione dei brani da Lc 6,17 a Lc 8,18, come a dire: per tutto quello che ho detto, ricordiamoci che bisogna saper ascoltare; e chi non sa ascoltare, cioè accogliere nel profondo del cuore questi insegnamenti (cioè non tanto alla lettera, ma nel profondo del loro cuore) allora gli verrà tolto anche quello che (pensa) di avere; non che gli venga tolto per punirlo o per dispetto: ma per purificalro; proprio quello che è accaduto a John Loftus che probabilmetne aveva molta conoscenza, molto studio, ma non ascoltava con il cuore: quindi anche quella speudo-fede che aveva l'ha persa. Infondo è stato meglio per lui: se avesse continuato a vivere con quella illusione non avrebbe purificato niente di se stesso, anzi si sarebbe sempre più gonfiato di una falsa fede, che è pericolosa e distruttiva. E invece diventando ateo ha potuto purificarsi, visto che proprio non riusciva ad ascoltare e l’altra via gli era preclusa. certo sarebbe stato meglio che si fosse purificato nell'altra direzione: ma chi può giudicare tutto questo? A ognuno i suoi doni...

    E' vero che sembra essere un linguaggio da iniziati: ma in realtà anche la capacità di ascoltare (in senso spirituale) è una grazia e può essere chiesta e ottenuta, per esempio con la preghiera. Io ci sono riuscito. E prego affinchè altri che non possono pregare, l'abbiano: ovviamente starà a loro accogliere o no quella grazia.

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  6. «Ci sono molti teologi che sono (o sono diventati) atei: c'è differenza fra ascoltare e sentire [...] L'ascolto è un concetto molto pronfondo, un concetto spirituale, un allargare il nostro cuore per fare spazio a Cristo»

    Allora per "ascoltare" intendi "farsi convincere"? In tal caso, invece di dire "ascoltare" non puoi dire "fidarsi" o "avere fede"? Non è un rimprovero, è solo che se usi le parole con un significato particolare di cui non sono a conoscenza capisco cose diverse da quelle che vuoi dire.

    Non posso parlare per l'ex-pastore, ma considera che era certamente cristiano, dunque "si era fidato" ma poi, da quanto ho capito, ha sottoposto la sua fede allo stesso "test" cui sottoponeva le altre e non lo ha passato.

    «per tutto quello che ho detto, ricordiamoci che bisogna saper ascoltare; e chi non sa ascoltare, cioè accogliere nel profondo del cuore questi insegnamenti (cioè non tanto alla lettera, ma nel profondo del loro cuore) allora gli verrà tolto anche quello che (pensa) di avere;»

    Ciò non spiega l'incompatibilità (per te, mi pare di capire, apparente) tra la presunta chiarezza del messaggio cristiano e la sua evidente ermeuticità (nel senso che richiede una peculiare capacità di credere, di farsi convincere).

    Ciao

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  7. Ora che mi ci fai pensre anche Chiara Badano si è fatta senz'altro "convincere" da un gruppuscolo di integralisti radicali.

    Probabilmente è stata sottoposta a un rude lavaggio del cervello: solo così si spiega il suo comportamento fuori dal normale. E anche peggio ha fatto sua madre, che ha il coraggio di raccontare della morte della figlia con la felicità sul volto e la gioia di una follia. Eh si... sono proprio pazzi: resi pazzi da gente pazza ed esaltata, chissà che bel lavaggio del cervello! Perchè non la mettono in galera questa gente, dico io? Ci vorrebbe proprio qualche legge per vietare simili violenze alla libertà della povera gente....

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