venerdì 29 ottobre 2010

«Il sorgere del monoteismo nell'Antico Israele: prove bibliche ed epigrafiche»

«The Rise of Monotheism in Ancient Israel: Biblical and Epigraphic Evidence» («Il sorgere del monoteismo nell'Antico Israele: prove bibliche ed epigrafiche») è il titolo di un articolo di Christopher Rollston, in cui l'autore, assistant professor di Antico Testamento e Studi semitici alla Emmanuel School of Religion, indaga sulle prove bibliche ed epigrafiche dell'evoluzione della religione ebraica, in particolare per quanto riguarda l'aspetto monoteistico.
Basandosi su di un'analisi induttiva delle prove dell'Antico Testamento,  appare chiaramente che l'antica religione israelita non era originariamente monoteistica. Piuttosto, durante i secoli del periodo dell'Antico Testamento, il monoteismo si sviluppò gradualmente. In aggiunta al materiale biblico, prove epigrafiche ebraiche dell'Età del Ferro e altri tipi di prove del Vicino Oriente sono usati in questo articolo, in quando forniscono una vista sul contesto culturale più ampio sull'antico Israele. In sintesi, dunque, questo articolo suggerisce che la fede monoteistica di Israele fu il prodotto finale di un lungo processo di sviluppo e rivelazione.
Qui di seguito riporto il contenuto dell'articolo di Rollston.

martedì 26 ottobre 2010

Ricerca del Gesù storico: Gesù l'uomo dello Spirito (Géza Vermes)

Géza Vermes è uno dei più importanti studiosi del Gesù storico, che colloca pienamente all'interno della cultura ebraica del I secolo.

Per Vermes, Gesù era un ebreo osservante e pio, che proponeva una sua visione peculiare del Regno di Dio. Questa visione era prettamente ebraica e i suoi insegnamenti avevano radici chiare nelle scritture e nell'autorità carismatica.

A differenza dei farisei, che erano interessati ad una interpretazione legalistica ed elitaria delle Scritture, Gesù era un hasid, un uomo santo interessato principalmente agli aspetti spirituali, sacri e popolari della fede.

Capo carismatico, guaritore, esorcista e profeta, proclamava l'avvento del Regno di Dio come intervento diretto e prossimo futuro del Dio di Israele nel mondo.

La caratteristica peculiare di Gesù, che lo distingue da tutti i pensatori della sua epoca, era che combinava una figura estremamente carismatica (come ve ne erano altre all'epoca, anche se meno spiccate) con un messaggio grande e penetrante.

Questo gli garantì un successo che però ne decretò la fine: il favore che riscuoteva presso le fasce basse del popolo lo rese sospetto di sedizione presso le autorità politiche del suo popolo, e fu per questo arrestato e messo a morte.

Anche la vita di Géza Vermes è interessante. Nacque in Ungheria nel 1924 da una famiglia ebrea. All'età di sette anni la sua famiglia si convertì al Cattolicesimo (a battezzarlo fu il beato Vilmos Apor). Malgrado ciò, i Vermes furono perseguitati durante la Seconda guerra mondiale, e i genitori di Vermes morirono in un campo di concentramento. Dopo aver provato ad entrare nell'ordine domenicano, da cui fu respinto per le sue origini ebraiche, Vermes entrò nell'ordine dei Fratelli di Nostra Signora di Sion; fu in questo periodo che iniziò a studiare l'ebraico e la Bibbia ebraica. Ebbe l'occasione di studiare i Rotoli del Mar Morto, scoperti nel 1947. Nel 1957 abbandonò il cattolicesimo per tornare all'ebraismo e l'anno successivo si sposò. Nel 1973 pubblicò un libro rivoluzionario per gli studi del Gesù storico, Jesus the Jew, seguito, vent'anni dopo, dall'altrettanto importante The Religion of Jesus the Jew. Nel frattempo era entrato all'Università di Oxford, occupando la cattedra di Studi ebraici che ha tenuto fino al pensionamento, nel 1991.

Fonti: Peter Kirby, «Historical Jesus Theories»; «The Spirit of Things», intervista di Rachael Kohn. Le opere di Vermes in italiano sono: Gesù l'ebreo, Borla, 2001; La religione di Gesù l'ebreo, Cittadella 2002; I volti di Gesù, Bompiani, 2000.

Ricerca del Gesù storico: Gesù l'uomo dello Spirito (Stevan Davies)

Stevan Davies fa parte di quel gruppo di studiosi del Gesù storico che ne sottolineano la relazione con lo Spirito, gli aspetti spirituali, carismatici e legati alle guarigioni e agli esorcismi.

Peter Kirby descrive il pensiero di Davies con queste parole:
Sbarazzantosi del modello infruttuoso del Gesù storico come un maestro, Stevan Davies propone che la possessione spirituale giocò un ruolo cruciale nel Cristianesimo delle origini. Gli stessi testi - Atti, Giovanni, Paolo - ce lo dicono.

Davies utilizza la ricerca contemporanea sulla possessione spirituale per gettare nuova luce sulla storia del Cristianesimo primitivo. Sostiene che Gesù sviluppò una personalità alternativa come "lo spirito di Dio", per mezzo della quale allontanava demoni durante le sue guarigioni. In questo modo è possibile che la maggior parte del materiale dei detti di Giovanni e i detti di come quello di Q «nessuno conosce il Padre tranne il Figlio» riflettano una tradizione dei detti di Gesù mentre posseduto dallo spirito di Dio.

Davies spiega l'origine della Cristianità teorizzando che si sviluppò in reazione a queste esperienze dis-associative. Per quanto riguarda l'idea che Gesù era divino, ci volle solo la semplice equazione che identificava Gesù con il suo alter ego come spirito di Dio. In questo modo, la teoria di Davies soddisfa un criterio che è ignorato in molte ricostruzioni, quello di spiegare lo sviluppo della teologia cristiana a partire dalla vita del Gesù storico.

lunedì 25 ottobre 2010

L'evoluzione di Yahweh nella Bibbia ebraica

Ecco un estratto dell'intervista di Thom Stark, intitolata «Polytheism and Human Sacrifice in Early Israelite Religion». Thom Stark è autore del libro The Human Faces of God, sul politeismo e il sacrificio umano nella religione israelitica delle origini.

D. Chi è lo Yahweh degli Israeliti?
R. Come studiosi del livello di Frank Cross, Chris Rollston, Mark Smith e altri hanno dimostrato e sanno da qualche tempo, i testi più primitivi della Bibbia ebraica forniscono indizi decisivi che la concezione iniziale di Yahweh fosse quella di una divinità tribale dell'antico Vicino Oriente. Come sostengo nel mio libro, in accordo con Rollston, la «Canzone di Mosè» di Deuteronomio 32 indica che Yahweh era considerato uno dei figli della divinità cananea El Elyon (Dio l'Altissimo). La canzone descrive come le nazioni furono formate in origine, e ciò che dice è che i popoli della Terra furono divisi in accordo al numero dei figli di El Elyon (i membri minori del pantheon divino). Yahweh, la divinità patrona di Israele, era uno dei figli di Elyon.

Gli indizi migliori suggeriscono che Yahweh non ebbe inizio come l'"unico vero Dio" del più tardo monoteismo ebraico; non ebbe inizio come il creatore del mondo. Yahweh iniziò come una giovane divinità tribale in ascesa la cui forza eccezionale tra gli altri dèi rispecchiava le aspirazioni di Israele a fronte delle tribù e delle nazioni circostanti.

D. Sta dicendo che Dio evolve nell'Antico Testamento?

R. Esattamente. Sorpresa delle sorprese, mentre Israele aspirava alla grandezza e cercava di farsi un nome, circondata da vasti imperi, Yahweh divenne sempre più grande, finché non divenne così grande nelle loro teologie che non ebbe più senso riferirsi alle altre divinità nazionali come dèi — tanto più largamente superiore era Yahweh agli dèi delle altre nazioni, secondo la letteratura propagandistica giudea.

D. Ci dica qualcosa di più a riguardo di questa evoluzione da divinità tribale a monoteismo.

R.  Come sostiene Chris Rollston, ci sono varie fasi nella progressione di Israele dal politeismo al monoteismo. Yahweh inizia come membro minore del pantheon divino. Questa è la visione durante il periodo della storia di Israele caratterizzato dalla confederazione tribale. Dopo che Israele divenne una monarchia, Yahweh ottenne una promozione a capo del pantheon, prendendo il posto di suo padre Elyon (si tratta di un parallelo con idee simili presenti nella letteratura babilonese, in cui l'ascesa di Marduk a re degli dèi rispecchia il sorgere dell'impero babilonese).

Col tempo, Yahweh ed Elyon furono uniti, in un certo senso si fusero in un solo dio. In questa fase Yahweh inizia ad essere visto come un dio creatore. Ma in questo periodo, Israele crede ancora in altre divinità; è solo che non devono venerare altri dèi perché devono la loro lealtà a Yahweh, il loro patrono. Naturalmente, si credeva che Yahweh avesse una moglie, Asherah, ed è chiaro che gli Israeliti la veneravano come la consorte di Yahweh.

Pare che questa sia stata l'ortodossia accettata fino al VII secolo a.e.v. circa. A quel punto, profeti come Geremia iniziarono a entrare in polemica contro altri dèi, mettendo in dubbio la loro stessa esistenza. Questa idea che Yahweh solo è Dio si solidificò durante l'esilio babilonese nel VI secolo, per un insieme complesso di ragioni. Questo è il momento in cui la religione israelitica ufficiale divenne finalmente monoteistica.

Per un approfondimento sulle tesi di Christopher Rollston, si veda l'articolo «"Il sorgere del monoteismo nell'Antico Israele: prove bibliche ed epigrafiche"».

Articolo ripreso da «Thom Stark Interviewed About  His New Book», Debunking Christianity, di John Loftus.

sabato 23 ottobre 2010

Insegnamento dell'etica nelle scuole pubbliche australiane

Conclusa con un successo la sperimentazione dell'ora alternativa di etica nelle scuole primarie dello stato australiano del New South Wales,  il governo considera di introdurle stabilmente. Non sarebbe una buona idea anche per l'Italia?

Insegnamento della religione nelle scuole del New South Wales

Una legge dello stato australiano del New South Wales (quello dove si trova Sydney) obbliga le scuole a inserire nel normale orario scolastico un'ora settimanale facoltativa di «Special religious education» (SRE).

Si tratta di un'ora di «istruzione alle credenze e pratiche di una confessione religiosa approvata da parte di rappresentanti autorizzati di quella confessione»; gli scopi di questa ora di lezione settimanale è quello di insegnare al bambino:
a) a sviluppare l'abilità di interpretare dati religioni all'interno delle tradizioni della loro fede particolare;
b) ad apprezzare le interpretazioni della loro religione su questioni e problemi ai quali i fedeli applicano la fede durante la propria vita;
c) a tradurre le loro conoscenze sulla loro fede in espressioni attive all'interno della comunità di adoratori;
d) a incontrare, all'interno di un gruppo di coetanei, l'insegnamento religioso fornito da un fedele praticante esplicitamente associata con la comunità religiosa;
e) ad essere coscienti della disponibilità di un sostegno personale e di gruppo nell'ambito delle necessità religiose, ove sorga l'occasione.
Quindi non si tratta di lezioni sulle varie religioni del mondo intese come fenomeni sociali, culturali e storici, ma ore di indottrinamento nelle credenze e nelle pratiche di quelle confessioni, per mano di insegnanti selezionati da quelle stesse religioni, e la scuola non ha voce in capitolo sull'argomento delle lezioni.

La frequenza non è obbligatoria. All'atto dell'iscrizione, i genitori indicano la confessione religiosa del bambino e possono ritirarlo dal corso in ogni momento dell'anno semplicemente avvisando il preside.

A differenza dell'Italia, c'è da dire, qui l'ora di religione non è appannaggio di una sola religione, ma si divide tra oltre novanta diverse confessioni approvate (la maggior parte delle quali sono cristiane, sebbene vi siano anche istituzioni ebraiche e musulmane).

Come in Italia, i bambini che non seguono l'insegnamento di religione restano a scuola a fare studio indipendente, fare i compiti o leggere, ma non possono in alcun modo ricevere lezioni su argomenti presenti nel curricolo scolastico: sarebbe un indebito vantaggio rispetto ai bambini che seguono l'SRE!

venerdì 22 ottobre 2010

Sulla dottrina vaticana riguardo i diritti degli embrioni

non sequitur
Fabrizio scrive, commentando la posizione della Chiesa sullo status dell'embrione e sull'aborto:
Mi pare ovvio che il Magistero parta da consideraioni dottrinali e di fede: su cosa vuoi che si basi? Il punto è proprio questo: non è la fede o la ragione ma è la fede e la ragione insieme formano la proposta della Chiesa: per questo essa pensa che tale visione sia accessibile a tutti, credenti e non. Altrimenti non avrebbe senso proporla. Tanto è vero che nei documenti citati si parla anche di evidenze scientifiche.
Bene, analizziamo queste evidenze scientifiche, che secondo Fabrizio accompagnerebbero la fede in questa decisione.

giovedì 14 ottobre 2010

L'ideologica opposizione del Vaticano al Nobel di Edwards

Come molti sapranno, il premio Nobel 2010 per la medicina è andato ad Robert Edwards, il medico che per primo applicò la fecondazione in vitro sugli esseri umani. La tecnica pionieristica di Edwards ha dato letteralmente la vita, negli ultimi 32 anni, a ben quattro milioni di persone, che non sarebbero mai nate altrimenti

Questo premio ha ricevuto una copertura mediatica maggiore del solito dai mezzi di informazione, in quanto esponenti della Chiesa cattolica hanno immediatamente criticato il premio ad Edwards e alla fecondazione in vitro come una scelta non etica.

Le argomentazioni dell'opposizione vaticana alla fecondazione in vitro sono riassumibili in tre punti:
  1. questa procedura richiede la produzione di numerosi ovuli fecondati, ma solo pochi sono effettivamente impiantati, mentre gli altri sono distrutti, uccisi;
  2. la possibilità di attuare l'atto della fecondazione esternamente al corpo della donna ha dato vita a fenomeni eticamente inaccettabili quali quello della fecondazione eterologa e quello degli "uteri in affitto";
  3. la fecondazione in vitro è una manipolazione diretta e tecnologica di un aspetto fondamentale dell'essere umano, il suo concepimento.
La mia posizione a riguardo è che le critiche avanzate alla fecondazione in vitro e quindi ad Edwards siano mal dirette e fondamentalmente originate da una posizione ideologica. Cercherò di spiegare il perché.

Ricerca del Gesù storico: Gesù il rivoluzionario (Eisenman)

Robert eisenman gardenRobert Eisenman è uno studioso particolare all'interno del panorama della ricerca sul Gesù storico.

Innanzitutto l'oggetto principale della sua ricerca non è Gesù stesso, quanto la ricostruzione della storia delle comunità cristiane e delle loro relazioni reciproche nel periodo che va dalla morte di Gesù e alla scrittura dei vangeli e degli Atti degli apostoli. La figura di Gesù emerge in relazione a questa ricostruzione, mediate l'attribuzione ad esso delle posizioni autentiche dei suoi primi seguaci. Una descrizione della visione eisenmanniana del Gesù storico sarebbe dunque incomprensibile senza l'esposizione della "preistoria" del Cristianesimo da lui ricostruita.

Va inoltre ricordato come Eisenman sostenga alcune posizioni alquanto "eterodosse" in ambito scientifico. I suoi colleghi rispettano la maggior parte delle sue conclusioni, sia pure non condividendole, ma ne rigettano alcune come eccessivamente spericolate; purtroppo Eisenman è famoso presso il grande pubblico soprattutto per queste ultime, come quelle che collegano Giacomo il Giusto e Paolo di Tarso agli Esseni e in particolare ai Rotoli del Mar Morto. Ma, come dice Peter Kirby, «fortunatamente, le sue identificazioni dei personaggi dei Rotoli del Mar Morto non debbono essere considerate essenziali per le sue tesi».

venerdì 8 ottobre 2010

Parallelismi (nelle opposizioni ai premi Nobel 2010)

4 ottobre:
8 ottobre:
Stavo considerando di scrivere un post sul perché, a mio parere, opporsi al Nobel ad Edwards sia una scelta ideologica, ma credo che questo parallelo parli da solo.
Popes blessings, ideologues, candle, red cross, snakes, corpses, knives, José Clemente Orozco Mural, Governor's Palace, (Palacio de Gobierno built in 1774), Guadalajara, Jalisco, Mexico

Il regime oppressivo russo e la complicità della Chiesa ortodossa

Vent'anni dopo la fine del Comunismo, la Russia è tornata a diventare un regime oppressivo, in cui gli oppositori del potere sono perseguitati e persino uccisi. E la Chiesa ortodossa non ha dubbi su quale sia la parte dove stare.

La Russia di Putin è un regime oppressivo

Molto scalpore ha fatto in Occidente l'assassinio di Anna Politkovskaja, giornalista che ha documentato i retroscena delle azioni russe nella guerra in Cecenia e che si è opposta al Presidente Vladimir Putin: avvenuto in circostanze misteriose, non ha un colpevole dopo che la polizia ha indagato con poca solerzia.

Ma Politkovskaja non è l'unico oppositore del regime che ha dovuto pagare personalmente il proprio impegno civile contro la corruzione.

martedì 5 ottobre 2010

Ricerca del Gesù storico: Gesù il profeta del cambiamento sociale

All'interno del panorama della ricerca sul Gesù storico, ricoprono una certa importanza quegli studiosi che identificano il cuore della predicazione di Gesù con il suo messaggio rivoluzionario di mutamento della società.

In questa ottica vanno dunque interpretate guarigioni ed esorcismi, prove di un Regno di Dio prossimo a venire o addirittura già presente, come pure le norme volte a scompaginare le convenzioni e le distinzioni sociali fino ad instaurare una società egalitaria e radicale.

Ricerca del Gesù storico: panoramica

Per lungo tempo Gesù è stato solo un personaggio religioso. Certo, per secoli non si è mai dubitato della sua esistenza, e anche oggi questa non è messa in dubbio, ma per molti secoli la sua figura, la sua storia, il suo pensiero erano appannaggio dell'analisi religiosa.

La situazione è però cambiata a partire dal XVIII secolo, quando Hermann Samuel Reimarus applicò la filologia, che si era sviluppata per studiare i testi latini e greci, alle sacre scritture del Cristianesimo. Nacque così la critica biblica.

La via segnata da Reimarus fu seguita da una messe di studiosi del XIX secolo:  David Strauss, Ernst Renan, Johannes Weiss, Albert Schweitzer e Heinrich Julius Holtzmann analizzarono il Nuovo Testamento alla ricerca delle parole e delle azioni autentiche di Gesù, che andavano separate dalle elaborazioni teologiche successive, per scoprire il vero ritratto e il vero messaggio del Gesù storico.

lunedì 4 ottobre 2010

Sudditi del Vaticano: la visita del Papa a Palermo dimostra che l'Italia non è un paese indipendente


Il Papa decide di compiere una visita pastorale a Palermo.

Nulla di strano, è tra i suoi compiti e le sue prerogative quello di visitare i fedeli delle varie diocesi. Il problema è l'impatto che questa visita ha sulla Nazione italiana, che per me è devastante: certifica che non siamo uno Stato indipendente, sovrano e repubblicano, ma che abbiamo un Sovrano, per di più straniero.


I costi della visita papale a Palermo

Innanzitutto, i costi della visita, che ammontano a due milioni e mezzo di euro. A carico di chi? Ma del contribuente italiano, naturalmente, visto che a pagare per le dieci ore di vista papali saranno la Regione Sicilia e il Comune di Palermo, il quale ha illegalmente prelevato 500.000 euro dal fondo straordinario per coprire la propria quota. Tutto questo mentre questo stesso Comune non trova i soldi per pagare le strutture di accoglienza dei minori in affido o le attività di recupero dei bambini autistici o la manutenzione delle scuole. Fortunatamente non tutti sono usi ad obbedir tacendo:
Due milioni e mezzo sono troppi a prescindere dall'ospite - dice Santo Piazzese, scrittore - Il Papa viene a Palermo perché lo hanno invitato i vescovi siciliani? In genere chi invita a casa sua prepara la cena. Le istituzioni avrebbero dovuto dare solo un contributo. Oppure realizzare qualcosa: il prato e piazza Magione sono stati realizzati per la conferenza Onu del 2000. Ma sono rimasti alla città.
Naturalmente, a fronte di queste critiche minoritarie e poco pubblicizzate è giunta la risposta della Chiesa palermitana. Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, ha avuto il coraggio di dire:
Perché nessuno si chiede quanto costa alla cittadinanza la cena di un magistrato con gli uomini di scorta o quella di un politico?
Forse Romeo non si rende conto della bestialità che ha profferito. Qualcuno dovrebbe spiegargli che il magistrato o il politico che viaggiano con la scorta ricoprono una funzione all'interno della comunità che li finanzia: se Romeo vuole davvero paragonare un politico a Ratzinger, capo di Stato straniero e capo spirituale di una parte degli italiani, dovrebbe invece spiegare per quale motivo alle spese per la visita del capo dei cristiani non contribuiscano solo i cristiani. Oppure i soldi che la CEI riceve annualmente dallo Stato italiano sono troppo pochi?

Non vale neppure il paragone, fatto sempre da Romeo, col concerto di Morricone. Quello di Morricone è un evento culturale organizzato dalle amministrazioni pubbliche nell'ambito delle loro funzioni. La visita di Ratzinger è una manifestazione organizzata da un'associazione, la Chiesa, che con la cosa pubblica non c'entra nulla.

La censura degli oppositori

Oltre a viaggiare gratis, evidentemente il Papa ha diritto ad un'accoglienza trionfale, senza contestazioni: vanno perciò oscurate tutte le manifestazioni di protesta, cosa che la solerte Digos si procura di fare con efficienza.