giovedì 14 ottobre 2010

Ricerca del Gesù storico: Gesù il rivoluzionario (Eisenman)

Robert eisenman gardenRobert Eisenman è uno studioso particolare all'interno del panorama della ricerca sul Gesù storico.

Innanzitutto l'oggetto principale della sua ricerca non è Gesù stesso, quanto la ricostruzione della storia delle comunità cristiane e delle loro relazioni reciproche nel periodo che va dalla morte di Gesù e alla scrittura dei vangeli e degli Atti degli apostoli. La figura di Gesù emerge in relazione a questa ricostruzione, mediate l'attribuzione ad esso delle posizioni autentiche dei suoi primi seguaci. Una descrizione della visione eisenmanniana del Gesù storico sarebbe dunque incomprensibile senza l'esposizione della "preistoria" del Cristianesimo da lui ricostruita.

Va inoltre ricordato come Eisenman sostenga alcune posizioni alquanto "eterodosse" in ambito scientifico. I suoi colleghi rispettano la maggior parte delle sue conclusioni, sia pure non condividendole, ma ne rigettano alcune come eccessivamente spericolate; purtroppo Eisenman è famoso presso il grande pubblico soprattutto per queste ultime, come quelle che collegano Giacomo il Giusto e Paolo di Tarso agli Esseni e in particolare ai Rotoli del Mar Morto. Ma, come dice Peter Kirby, «fortunatamente, le sue identificazioni dei personaggi dei Rotoli del Mar Morto non debbono essere considerate essenziali per le sue tesi».


Metodo e visione

Carlo Crivelli 064-2Eisenman ha il merito di attingere a numerose fonti, spesso tralasciate dagli altri studiosi, per verificare la storicità delle narrazioni dei testi del Nuovo Testamento che trattano delle prime comunità cristiane. A fianco degli Atti degli apostoli e delle lettere paoline, in fatti, Eisenman mette «i Rotoli del Mar Morto, come pure le Ricognizioni e le Omelie clementine, le Costituzioni apostoliche, Eusebio, le due Apocalissi di Giacomo di Nag Hammadi, e persino il Testo occidentale degli atti e la versione slavonica delle opere di Giuseppe Flavio» (dalla recensione di Robert Price).

Questo confronto gli permette di vagliare l'affidabilità delle narrazioni canoniche e di gettare luce su una serie di irregolarità e stranezze lì riportate. Robert Price scrive:
La maggior parte di noi si è talvolta interrogata sulla confusione disorientante latente nella strana ridondanza di nomi simili nelle narrazioni del Nuovo Testamento. Com'è possibile che Maria avesse una sorella di nome Maria? C'è qualche differenza tra Giuseppe Barsabba Giusto, Giuda Barsabba Giusto, Gesù Giusto, Tizio Giusto e Giacomo il Giusto? Da dove vengono tutti questi Giacomo e Giuda? Chi sono Simone lo Zelota e Giuda lo Zelota (che compaiono in alcuni manoscritti del NT e in altri documenti cristiani delle origini)? Cleopa e Cleofa sono la stessa persona? Che succede con Gesù ben Anania, Gesù Barabba, Elima bar-Gesù e Gesù Giusto? Cosa significa realmente Boaneres? Nataniele è il soprannome di qualcuno che conosciamo? E così via. La maggior parte di noi si interroga su queste stranezze per un momento, e poi passa avanti. Dopo tutto, quanto potrebbero essere importanti? Eisenman non si muove finché non l'ha capito.
Un altro merito di Eisenman è quello di studiare attentamente i testi lucani (Vangelo secondo Luca e Atti degli apostoli)  ricostruirne le fonti originali da cui, attraverso un processo di mescolamento e intersezione, i testi sono nati. La premessa fondamentale per l'applicazione di questa tecnica al caso lucano è l'uso da parte di Luca delle opere di Giuseppe Flavio come fonte: si tratta di una premessa che pone Eisenman tra i relativamente pochi studiosi di questi testi che li datano tardivamente, al II secolo.

Il risultato finale della sua analisi verte dunque sull'assunzione che gli scritti del Nuovo Testamento, composti da autori favorevoli ai gentili e ai Romani, raffigurano Gesù come un Messia spirituale e portatore di una morale pacifista, e nascondono la preminenza di Giacomo. Secondo Eisenman, però, tra le pieghe dei vangeli e con l'ausilio delle altre fonti, è possibile riconoscere la posizione di rilievo di Giacomo e dei cosiddetti desposyni, membri della famiglia di Gesù suoi parenti di sangue, quanto meno all'interno della cristianità palestinese. Le ripetizioni, le contraddizioni e le confusioni nelle narrazioni nascerebbero dunque dal tentativo degli autori, vicini alle posizioni paoline, di sminuire il ruolo della parte avversa.

Giacomo, il fratello di Gesù

La figura di Giacomo gioca un ruolo centrale nella ricostruzione di Eisenman, e dunque a questo personaggio misconosciuto è intitolato suo libro più famoso, Giacomo, il fratello di Gesù - Dai Rotoli di Qumran le rivoluzionarie scoperte sulla Chiesa delle origini e il Gesù storico (anche se nell'originale il sottotitolo era «la chiave per aprire i segreti del Cristianesimo delle origini e dei Rotoli del Mar Morto»).

La comunità che a lui faceva riferimento era composta da ebrei che osservavano i comandamenti della Legge, ma che erano al contempo nazionalisti con tendenze insurrezionali. E' infatti noto che alcune fonti attribuiscono alla morte di Giacomo la scintilla che innescò la prima rivolta giudaica (66-70/74), al termine della quale il Tempio di Erode fu distrutto per non essere mai più ricostruito. Fu dopo questo evento nefasto che la posizione di Giacomo e dei desposini si indebolì a favore del Cristianesimo ellenistico di Paolo, maggiormente accettabile dal mondo romano in quanto meno antagonista del potere (almeno rispetto al nazionalismo ebraico dei seguaci di Giacomo).

Come detto, successivamente gli autori dei libri del Nuovo Testamento formularono una versione della storia che minimizzava l'importanza di Giacomo, anche nel tentativo di liberare la figura di Gesù dall'ombra di un fratello così ingombrante. Ma si trovarono con un personaggio pubblico di una certa importanza, citato persino da fonti non cristiane (Giuseppe Flavio); il risultato fu, secondo Eisenman, un pastrocchio di nomi doppi, corrispondenti a figure relative alla stessa persona. Come scrive Peter Kirby:
Per rimuovere l'associazione di Giacomo il Giusto con suo fratello Gesù, i Vangeli lo divisero in due: da una parte, la famiglia di Gesù, incluso Giacomo, pensa che Gesù sia matto; dall'altra parte, Giacomo il figlio di Zebedeo è un membro del trio Giacomo, Pietro e Giovanni citato dai Vangeli. Eppure questa finzione è scoperta quando si leggono le prime lettere di Paolo, in cui il trio è composto da Giacomo il fratello del Signore, Pietro e Giovanni - che strana coincidenza, che tanti studiosi assumono per vera, che un Giacomo figlio di Zebedeo sia morto solo per essere convenientemente rimpiazzato da un altro Giacomo, il fratello di Gesù! Eppure, Eisenman sostiene, i Vangeli e Atti sono pieni di questo tipo di disinformazione progettata per oscurare l'importanza del partito di Giacomo e per addomesticare il Cristianesimo a consumo dei gentili.
Un'altra duplicazione volta a diminuire la presenza di Giacomo sulla scena del Cristianesimo delle origini è quella che diede origine a:
Giacomo figlio di "Alfeo", il cui nome Papia sostiene essere intercambiabile con "Cleofa", che casualmente è il padre di Simeone, successore di Giacomo come vescovo di Gerusalemme e al tempo stesso suo fratello. E infine sia Giacomo il figlio di Alfeo sia Giacomo figlio di Zebedeo sostituiscono Giacomo il Giusto nel circolo dei discepoli. Nel frattempo, Tommaso si sottopose ad una mitosi simile in Giuda di Giacomo, Taddeo, Teuda (=Taddeo + Giuda), Lebbeo e Giuda Iscariota. Simone lo Zelota è Simone bar Cleofa e potrebbe anche essere Simone Cefa.
Il processo di scomposizione delle fonti (in particolare lucane) e il loro confronto con altri testi della letteratura sub-apostolica ha permesso ad Eisenman di ricostruire i seguenti dettagli della vita di Giacomo.

Compatibilmente con diverse fonti cristiane antiche, Giacomo divenne vescovo di Gerusalemme per ordine di Gesù; Luca rielabora la storia e la trasforma nella successione di Mattia a Giuda Iscariota come membro del collegio apostolico, in cui giunge secondo un certo "Giuseppe Barsabba detto Giusto".

Giacomo fu assalito da Saulo sulla gradinata del Tempio e, in un'altra occasione, fu lapidato dai farisei. Questi due episodi sono mischiati in quello della morte di Stefano, il cui nome significa "corona", un riferimento alla corona del martirio e alla corona di capelli lunghi portata dai nazirei come Giacomo.

Da Giacomo a Gesù

Nella storia della morte di Giacomo narrata da Egesippo (e conservatasi attraverso Eusebio), Giacomo è chiamato dal Sommo Sacerdote a calmare la folla radunatasi in occasione della parasceve e che inneggiava a Gesù; Giacomo, invece, invocò Gesù come Figlio dell'Uomo, e fu ucciso dai sacerdoti. Eisenman ricostruisce la versione originale della storia, in cui Giacomo alimentava l'attesa messianica (non di Gesù) della folla: infatti come avrebbero potuto i sacerdoti chiamare a sedare la folla di cristiani proprio il capo dei cristiani? Essi lo conoscevano e lo stimavano come ebreo ortodosso, che giunse persino a celebrare alcuni riti nel Tempio.

Giacomo emerge dalla ricostruzione come un ebreo devoto, che prese i voti nazirei di castità e le relative, pesanti regole di purezza; si tratta di una figura religiosa di spicco e assolutamente autonoma da Gesù, suo fratello, che però ne avrebbe ispirato l'insegnamento, a sua volta derivato da quello di Giovanni Battista. Il Gesù storico perderebbe dunque tutti i connotati filo-romani, ellenizzanti e pacifistici che compaiono nella narrazione evangelica - in cui sarebbero stati introdotti proprio per distanziare la nuova religione dal nazionalismo ebraico -, oltre che, ovviamente, le pretese messianiche.

Le principali pubblicazioni di Eisenman sono: I manoscritti segreti di Qumran, Piemme, 2006; Giacomo, il fratello di Gesù. Dai Rotoli di Qumran le rivoluzionarie scoperte sulla Chiesa delle origini e il Gesù storico, Piemme, 2007; Codice Gesù. I manoscritti segreti di Qumran smascherano le manipolazioni e le falsificazioni dei Vangeli, Piemme, 2008; Il codice del Nuovo Testamento. I rotoli di Qumran e il Vangelo di Giuda smascherano le falsificazioni sul Gesù storico, Piemme, 2009.

La foto di Eisenman è di Sasha Eisenman (Courtesy Sasha Eisenman) [pubblico dominio], da Wikimedia Commons.

6 commenti:

  1. Eisenman ha il merito di attingere a numerose fonti, spesso tralasciate dagli altri studiosi,

    Due sono le possibilità:
    1. "Gli altri" studiosi sono tutti ubriachi e l'unico sobrio, evidentemente non può che essere Eisenman.

    2. A Eisenman piace molto il Cherry picking, come a questo blog d'altronde: la fama mediatica, si sa, viene solo se dici cose controverse e controcorrente. Si vendono tanti libri, ma poi non si lascia nessuna traccia feconda nella ricerca storica. Fra qualche anno tutti avranno dimenticato Eisenman, cui avrà dato il cambio qualche altro studioso controcorrente della prossima moda, il prossimo "Cherry picker" con il prossimo libro che va a prendere, quanda un po, altre " numerose fonti, spesso tralasciate dagli altri studiosi", un ottimo modo per farsi pubblicità.: non si diventa famosi, ne ricchi. Poi magari qualche contributo positivo lo darà pure... ma altra cosa è lo studio serio delle fonti.

    Domanda: quanti di questi "studiosi controcorrente" del passato hanno poi effettivamente dato contributi seri e duraturi nella ricerca storica divenuta poi più condivisa? Mi piacerebbe avere una lista... io non l'ho trovata in giro.

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  2. (precisazione: non mi riferisco solo agli studi del Gesù Storico o del cristianesimo, ma di un certo modo di leggere la storia in generale)

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  3. «Due sono le possibilità: 1. "Gli altri" studiosi sono tutti ubriachi e l'unico sobrio, evidentemente non può che essere Eisenman.»

    No, semplicemente Eisenman fa parte di quegli studiosi che sono convinti che alcune fonti siano contemporanee a quelle del Nuovo Testamento e che contengano delle verità.

    In ambito accademico si può ritenere che un certo studioso abbia torto senza necessariamente implicare che sia un ubriacone. Come ho detto nel post, le sue posizioni non sono condivise da tutti, ma, a parte la questione dei Rotoli del Mar Morto, sono rispettate.

    «2. A Eisenman piace molto il Cherry picking, come a questo blog d'altronde:»

    Trovo alquanto fuori luogo questa accusa, sia rivolta ad Eisenman che a me. Eisenman usa fonti aggiuntive rispetto a quelle normalmente usate e per questo sarebbe accusabile di usare solo le fonti che dicono quello che sostiene? Eisenman formula, corretta o errata che sia, una visione che è più generale di quelle correnti, che prende in considerazione più elementi delle normali storie del Cristianesimo delle origini: l'ultima cosa di cui lo si può accusare è lo "cherry picking".

    «Fra qualche anno tutti avranno dimenticato Eisenman, [..] Poi magari qualche contributo positivo lo darà pure... ma altra cosa è lo studio serio delle fonti.»

    Faccio io una domanda a te: in base a cosa stai dando questo giudizio di irrilevanza dei contributi di Eisenman? Conosci i suoi studi, sai le critiche che gli sono rivolte e i meriti che gli sono riconosciuti?

    «Domanda: quanti di questi "studiosi controcorrente" del passato hanno poi effettivamente dato contributi seri e duraturi nella ricerca storica divenuta poi più condivisa? Mi piacerebbe avere una lista... io non l'ho trovata in giro.»

    Eisenman ha certamente dato un contributo importante alla rivalutazione della figura di Giacomo, se era questo che intendevi.

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  4. Mi pare che non sia stato colto l'intento volutamente provocatorio del commento: non sono in grado di confutare ne Eisenman ne Price, perchè non li ho letti (ma devo dire le info in rete su di loro sono alquanto divertenti: non potevo immaginare che potessero esistere "Atei Cristiani" e addirittura "Atei cattolici"). Per la verità non ho letto completamente neanche tutto il post.

    Ciò che invece mi ha subito colpito era quella espressione "un merito" riferito a "l'attingere a numerose fonti, spesso tralasciate dagli altri studiosi". Infatti dopo un rapido controllo è venuto fuori che si trattava di un tuo aggettivo, una tua aggiunta personale alla citazione di Price, visto che l'originale in inglese non presenta tale espressione (operazione invero discutibile perchè quando si fa una citazione è buona regola non modifcarla con giudizi propri). Price infatti dice: "FIRST, Eisenman considers a much wider range of historical sources than most think they need to".

    Quindi qui non è in discussione Price ne Eisenman (per quanto ci sarebbe molto da discutere su di loro), ma il Cherry picking: In questo senso è proprio vero, come hai saggiamente scritto in un precedente post , che Crediamo solo a ciò che ci dà ragione visto che hai appena mostrato di avere tu stesso questo approccio; permettimi però di notare che questo schema non è molto dissimile da quelli che tu, più volte, critichi radicalmente. Non insinuo che quell'aggiunta sia frutto di tua malafede: al contrario l'avrai certo scritta senza neanche accorgertene, ne dargli troppo peso; ma è proprio questo il mecccanismo che volevo svelare.

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  5. A me, invece, piacerebbe capire in che modo io possa essere accusato di "cherry picking" quando dedico post a tutte le diverse visioni del Gesù storico, senza privilegiarne nessuna. In che modo tu possa accusare Eisenman di fare "cherry picking" per il fatto di usare ulteriori fonti rispetto agli altri studiosi.

    Mi accusi infine di credere solo a ciò in cui voglio credere. Eppure questo post non riporta quanto credo io, così come non lo riportava il post su N.T. Wright sul Gesù Salvatore (lui non lo accusi di cherry picking, però).

    Lascio cadere la cosa del "first/merito" perché non mi pare degna di menzione. Non posso fare a meno di notare come il commento da te sottoposto dia giudizi taglienti su Eisenman e su me senza, per tua ammissione, essere stato scritto dopo una lettura completa delle argomentazioni.

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  6. al nostro amico fab direi, anche senza entrare nel merito del libro, che il fatto che l'autore sia ricordato o meno in futuro dipende in molti casi dalla cultura dominante e dalla disponibilità di mezzi di informazione e risorse.
    Peraltro fab ricorda che il cristianesimo che conosci è stato deciso in un concilio, voluto e deciso da un imperatore romano sedicente cristiano.
    In tale sede si è scelto: "questo si, questo no", ovviamente sulla base del giudizio di uomini.
    Infine, ti ricordo che la storia è scritta dai vincitori.

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