domenica 14 novembre 2010

Lepidezze epistolari: il collaborativo Ahmadinejād e lo speranzoso Ratzinger

Sabato 9 ottobre 2010, il Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran, Mahmud Ahmadinejād, ha preso carta e penna per scrivere a papa Benedetto XVI.

Nella lettera, scritta a seguito della minaccia di ardere il Corano da parte di un pastore statunitense, e pubblicata in parte sul sito della presidenza iraniana, Ahmadinejād afferma che
Il disprezzo dell'uomo per gli insegnamenti delle religioni divine, che emana da scuole [di pensiero] come il secolarismo, l'umanesimo estremista occidentale e la crescente tendenza dell'uomo verso la vita materiale, ... è da tempo in crescita e ha aperto la strada al declino della società umana ... Perciò, è necessaria una collaborazione e un'interazione strette tra religioni divine allo scopo di fermare questi movimenti distruttivi.
La lettera contiene anche la disponibilità di Ahmadinejād di «collaborare col Vaticano allo scopo di fermare gli atti di sacrilegio, la diffusione delle teofobie come l'islamofobia e la destabilizzazione delle famiglie».



Esattamente un mese dopo la lettera di Ahmadinejād, Benedetto ha risposto.

Non so quanto il presidente iraniano si attendesse realmente una risposta positiva, ma Ratzinger ha lasciato cadere la proposta di collaborazione contro secolarismo e umanesimo, ha lamentato le difficoltà dei cristiani in alcuni paesi, e ha proposto una commissione bilaterale «per affrontare problemi d'interesse comune, incluso lo status giuridico della Chiesa cattolica nel Paese».

Della lettera, però, mi pare più interessante la parte iniziale, introduttiva e "programmatica", che getta luce sulla visione vaticana.

Ratzinger, infatti, scrive:
È mia profonda convinzione che il rispetto per la dimensione trascendente della persona umana sia una condizione indispensabile per la costruzione di un ordine sociale giusto e una pace stabile. In effetti, la relazione personale con Dio è il fondamento ultimo dell'inalienabile dignità e carattere sacro di ogni vita umana.
Che dire di queste parole? Una cosa è sostenere che l'essere umano può avere una relazione personale con Dio, più pericoloso è dire che in essa si trova il fondamento della dignità umana: questa posizione, infatti, indebolisce la dignità umana di quelle persone che una relazione personale con Dio non ce l'hanno.

Se qualcuno dovesse pensare che sto esagerando, consideri come il pessimo ministro degli Esteri Franco Frattini abbia tentato di ingraziarsi le gerarchie vaticane, in questo momento di debolezza del governo italiano, con un articolo su L'Osservatore Romano in cui scrive:
I cristiani dovranno essere consapevoli anche di ricercare con i musulmani un'intesa su come contrastare quegli aspetti che, al pari dell'estremismo, minacciano la società. Mi riferisco all'ateismo, al materialismo e al relativismo. Cristiani, musulmani ed ebrei possono lavorare per raggiungere questo comune obiettivo.

Credo che occorra un nuovo umanesimo per contrastare questi fenomeni perversi, perché soltanto la centralità della persona umana è un antidoto che previene il fanatismo e l'intolleranza. Ecco perché la politica estera italiana vede nella promozione della libertà religiosa un punto fondamentale, trattandosi di un diritto fondamentale di ciascuna persona umana. Non è una questione collettiva, è una questione della persona.
C'è bisogno di dire che un ministro della Repubblica non dovrebbe permettersi di dire pubblicamente, per di più tramite un articolo scritto per un giornale "estero", che l'ateismo è un «fenomeno perverso» che «minaccia la società» paragonandolo all'estremismo? C'è bisogno di sottolineare l'incongruenza tra l'evidenziare, come fa all'inizio dell'articolo, le persecuzioni religiose e le uccisioni causate da fanatismo religioso, e poi invocare una "Santa Alleanza" tra «cristiani, musulmani ed ebrei» per combattere l'ateismo? Ci si può attendere da un Ministro degli Esteri di questo stampo una risposta critica alle affermazioni di Ahmadinejād e Ratzinger vari, come ha fatto Zapatero nel caso del pontefice tedesco?

Fintanto che politici abituati a chinarsi di fronte alle gerarchie ecclesiastiche (si veda il ricorso contro la sentenza sul crocifisso nelle scuole) saranno al governo del Paese, non vi sono buone prospettive per gli italiani, credenti o meno.

5 commenti:

  1. Le parole che tu hai citato del Papa non sono poi sue originali. E' la visione della Chiesa di sempre (espresse magari in un linguaggio più moderno).

    Riguardo poi la tua osservazione "Che dire di queste parole? etc..."
    mi permetto di chiarire il pensiero della Chiesa al riguardo, a scanso di equivoci.
    Cosa significa davvero quel "fondamento"? non vuol dire che è meno degno chi non crede, vuol dire al contrario che la dimensione trascendente (non la fede o il credere) sono fondativi. Ovvero: anche l'ateo nel suo interrogarsi (e darsi delle risposte) risponde a una chiamata trascendente.

    Questa dignità non viene meno per chi non ha la relazione personale con Dio (si chiama fede ed è anche una grazia). La realtà è che la coscienza umana è sempre protesa verso una tensione di giustizia, fra il bene e il male. Questa è una dimensione eminentemente umana. Questa "tensione" il cristiano la chiama azione dello Spirito Santo che agisce in ogni uomo, credente o non credente, battezzato o non battezzato.

    Quella dignità di cui si parla non risiede nel fatto di avere o no la fede, ma nella potenzialità dell'uomo di arrivare a Dio (CCC 39). Infatti la parola "fede" non c'è in quella citazione.

    Giusto per puntualizzare.

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  2. Eppure credevo che evidenziare in corsivo la frase "incriminata" potesse essere utile.

    Ratzinger dice espressamente che «la relazione personale con Dio è il fondamento ultimo dell'inalienabile dignità [...] di ogni vita umana».

    Tu affermi, invece, che «Questa dignità non viene meno per chi non ha la relazione personale con Dio»,

    Tra le due, ovviamente, concordo con la tua posizione. Ma ti faccio notare che le due posizioni non sono compatibili, malgrado il tuo encomiabile sforzo.

    Ciao.

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  3. "encomiabile sforzo"

    Lei, sig. Censore (se lo lasci dire!), sa essere sottilmente perfido.

    (se così non fosse, allora significherebbe che lo sono io)

    Buona settimana a tutti.

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  4. Non era mia intenzione essere perfido.

    Saluti.

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  5. L' Ayatollah Ruollah Khomeini lo diceva "l' Islam o è politica o non è nulla !" ... però riuscì a sembrare di sinistra.

    La "convergenza parallela" con il Vaticano mi pare evidente: se non nei mezzi, perlomeno nei fini.



    Davide

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