martedì 30 novembre 2010

Contraddizioni evangeliche: la natività di Gesù

La nascita di Gesù è un evento carico di importanza, sia culturale che teologica. Ho toccato questa fase della vita del Gesù storico con il post «Divini concepimenti e umano scetticismo», in cui notavo il fenomeno di sospensione di incredulità che i credenti hanno in eventi miracolosi appartenenti alla loro religione, ma che invece non hanno quando i miracoli sono di altre religioni (un esempio pratico del fenomeno trattato nell'articolo «Crediamo solo in ciò che ci dà ragione»).

Questa volta vorrei dedicarle più attenzione, analizzando le due narrazioni evangeliche, quella tramandata dal Vangelo secondo Matteo e quella conservatasi nel Vangelo secondo Luca; si tratta delle uniche due narrazioni della nascita di Gesù su ventisette libri che compongono il Nuovo Testamento!

La nascita di Gesù fa talmente parte del nostro bagaglio culturale che ciascuno di noi ne conosce la storia: l'annunciazione a Maria, il censimento, il viaggio fino a Betlemme, la nascita nella stalla, gli angeli che si recano dai pastori, le visite dei pastori e quella dei magi, la visita al Tempio e la circoncisione di Gesù, la fuga in Egitto e la strage degli innocenti, e infine il ritorno a Nazaret.

Ma c'è una cosa che molti non sanno, o a cui non danno peso: questa storia non è mai stata narrata da nessuno dei due evangelisti.

Certo, ciascuno di questi elementi si trova in una delle due narrazioni evangeliche, ma la storia che conosciamo non è quella raccontata da Matteo, o quella che Luca conosceva. Vale dunque la pena di indagare per comprendere meglio le differenze tra le due narrazioni.


Le due narrazioni

Il primo passo è quello di leggere ciascuna narrazione come se fosse la prima volta, senza presupporre di conoscere nulla. Sgombrare la mente serve a dare la possibilità alla voce del narratore di farsi sentire oltre la cortina dei preconcetti che abbiamo, dalle influenze di altri narratori e di altri pensatori.

Il Vangelo secondo Matteo si occupa della nascita di Gesù proprio all'inizio, nei primi due capitoli. Ho riassunto i passi salienti nel seguente articolo:
Il Vangelo secondo Luca, inizia con una prefazione, per poi passare a narrare la nascita di Giovanni Battista e quella, ad essa intrecciata, di Gesù. Anche in questo caso ho riassunto i passi salienti della narrazione lucana in un articolo:
Il passo successivo è quello di analizzare le differenze, presunte e reali, tra le due versioni, sia narrative che stilistiche. A questo fine è importante ricordare qualche cosa sulla composizione dei due testi, la cui somiglianza li fa rientrare, insieme al Vangelo secondo Marco, nel gruppo dei vangeli sinottici.

Composizione dei due vangeli

Secondo la maggioranza degli studiosi moderni, il Vangelo secondo Matteo fu composto tra l'80 e l'85, da un autore anonimo (non Matteo apostolo), ed era destinato a lettori e ascoltatori appartenenti alla comunità dei giudei cristiani. L'opinione più diffusa è che l'autore di Matteo abbia usato come canovaccio per la sua narrazione il Vangelo secondo Marco, col quale ha in comune 517 versetti su 1071, e abbia fatto uso di un'altra fonte, detta fonte Q, per aggiungere materiale in comune con Luca; solo 370 versetti sono peculiari di Matteo, e tra questi molti di quelli della natività.

Per quanto riguarda la data di composizione del Vangelo secondo Luca, la maggior parte degli studiosi è orientata per il periodo 80-90; gli studiosi si dividono più o meno a metà tra quelli che sostengono l'identificazione con Luca compagno di Paolo di Tarso e quelli che la rigettano; i destinatari, infine, sarebbero stati cristiani non-ebrei, con una particolare attenzione per le autorità romane. Le fonti per il Vangelo secondo Luca sarebbero state il Vangelo secondo Marco, col quale condivide il 42% dei versetti, e la fonte Q (attraverso la quale sarebbe collegato a Matteo, col quale condivide il 23% dei propri versetti).

Differenze tra le narrazioni

Come ci si accorge facilmente andando a leggere le due narrazioni separatamente, i punti di contatto tra le due versioni sono relativamente pochi:
  • Gesù discende dalla casa di Davide;
  • Maria è vergine e concepisce Gesù dallo Spirito Santo, ma si sposa con Giuseppe;
  • Gesù nasce a Betlemme, in Giudea;
  • dopo la nascita del bimbo, la famiglia va a vivere a Nazaret, in Galilea.

Vangelo secondo Luca Vangelo secondo Matteo
Annunciazione a Maria manca
manca Annunciazione a Giuseppe
Censimento e viaggio a Betlemme manca ed è incompatibile
Visita dei pastori manca
manca Visita dei magi
manca ed è incompatibile Fuga in Egitto
Presentazione al Tempio e circoncisione di Gesù manca
Ritorno a Nazaret (da Betlemme) manca ed è incompatibile
manca Strage degli innocenti
manca ed è incompatibile Trasferimento a Nazaret (dall'Egitto)

Alcune di queste differenze sono «armonizzabili». Con questo intendo dire che è possibile ipotizzare che i due evangelisti abbiano semplicemente «dimenticato» o comunque scelto di narrare un certo episodio ed escluderne un altro secondo le loro intenzioni.

A questa categoria appartengono l'annunciazione a Maria, quella a Giuseppe, la visita dei pastori e quella dei magi, la presentazione al Tempio e la strage degli innocenti: è assolutamente possibile che un autore non abbia narrato alcuni di questi episodi, per scelta o per ignoranza, senza che la loro veridicità sostanziale ne sia scalfita.

È però lecito avere dubbi riguardo questa armonizzazione dei due testi. Gli evangelisti sembrano infatti essersi messi d'accordo per spartirsi gli episodi relativi alla nascita di Gesù: a te l'annunciazione a Maria, la visita dei pastori e la presentazione al Tempio; a me l'annunciazione a Giuseppe, la visita dei magi e la strage degli innocenti. E questo quando questi due evangelisti non hanno problemi a condividere tra loro fino al 60% dei versetti dei loro vangeli. Per di più non vi sono buone ragioni apparenti per le quali Luca abbia dimenticato di nominare la strage degli innocenti o Matteo abbia deciso di non raccontare del censimento e del conseguente viaggio da Nazaret a Betlemme.

Inoltre, è significativo il fatto che, anche quando concordano su qualcosa,  le due narrazioni siano simili solo superficialmente. Per entrambi gli evangelisti Gesù discende dalla casa di Davide, ma le due genealogie sono insanabilmente differenti; entrambe le narrazioni fanno nascere Gesù a Betlemme, ma in Matteo quella è la residenza dei genitori (non vi è traccia di censimento o trasferimento), mentre in Luca vi si debbono recare a seguito di un censimento (di cui storicamente non vi è riscontro), tanto che Gesù nasce in una stalla; infine, in tutti e due i casi la famiglia va a vivere a Nazaret, ma mentre in Luca vi fa semplicemente ritorno dopo il censimento, in Matteo vi si trasferisce perché, al ritorno dall'Egitto, in Giudea vi è ancora pericolo per Gesù.

Infine, vi sono le parti totalmente «irriconciliabili», per le quali o è vera la versione tramandata da Matteo oppure è vera quella narrata in Luca, ma non entrambe (naturalmente è possibile che siano false entrambe).

Nel Vangelo secondo Luca, quaranta giorni dopo la nascita, Gesù è presentato al Tempio di Gerusalemme; subito dopo la fine dei riti, Giuseppe e famiglia tornano a casa loro, a Nazaret. Dunque il percorso lucano è Betlemme - Gerusalemme - Nazaret.

In Matteo, invece, è detto esplicitamente che dopo la visita dei magi, Giuseppe porta moglie e figlio in Egitto e che solo dopo la morte di Erode li riporta indietro, ma, dato, che non può andare in Giudea (dove si trova Betlemme) va in Galilea, a Nazaret. Dunque il percorso è Betlemme - Egitto - Nazaret.

In altre parole, o sono veri il censimento e la presentazione al Tempio (Luca) o sono veri la fuga in Egitto e il trasferimento a Nazaret (Matteo), ma non tutte queste cose contemporaneamente.

2 commenti:

  1. Mi sono imbattuto in questo scritto cercando sul web delle spiegazioni esattamente allo stesso problema posto dall'autore: perchè in Matteo il tragitto è Betlemme-Egitto-Nazaret e in Luca è Betlemme-Gerusalemme-Nazaret? Possibile che Luca, che dichiara di aver "deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi" e di aver raccolto testimonianze e parole molto vicine a Maria non abbia raccolto anche l'esperienza immagino non semplice di un'emigrazione in terra straniera con un neonato? Qui non entriamo nelle motivazioni dottrinali legate alle diverse comunità a cui erano indirizzati i due vangeli, che giustificano diversi tagli editoriali, ma restiamo ai racconti in alcuni punti incompatibili. La risposta può essere quella che ho trovato nel vangelo apocrifo dello Pseudo-Matteo, riportato in alcuni punti nel libro di Vito Mancuso "La vita segreta di Gesù". Al cap.16,1, dopo la descrizione della nascita, si legge: "Dopo due anni arrivarono dei Magi dall'Oriente, ecc..". Questo, a mio avviso, è molto interessante e consente di conciliare i due racconti. Innanzitutto, spiegherebbe ciò che scrive Matteo al cap. 2,16, a proposito della strage degli innocenti "da due anni in giù". Perchè Erode, che aveva saputo della prossima nascita dai Magi in arrivo, avrebbe dovuto accanirsi su bambini che erano ben più avanti in età? Quindi, si può ipotizzare questo andamento dei fatti: nascita a Betlemme, presentazione al tempio di Gerusalemme (molto vicina), ritorno a Betlemme fino ai 2 anni, arrivo dei Magi, fuga in Egitto e ritorno definitivo a Nazaret. Questa cronologia avrebbe anche un altro punto di forza: come avrebbe fatto un neonato a quei tempi e in quelle condizioni logistiche a sopravvivere ad un viaggio così lungo? Grazie a chi vorrà replicare. Mario

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    1. Il problema è che nel Vangelo secondo Luca, subito dopo la presentazione di Gesù a Gerusalemme, la sua famiglia ritorna immediatamente al posto da cui proviene, ovvero Nazareth. In questa narrazione non c'è spazio per un ritorno a Betlemme, poi la fuga in Egitto e il ritorno dopo anni a Nazareth.

      Qualunque tentativo di armonizzazione si scontra con questo ostacolo: per l'autore del Vangelo secondo Luca non possono che tornare da Gerusalemme a Nazareth (da cui sono partiti); per l'autore del Vangelo secondo Matteo devono fuggire in Egitto e da lì tornare, ma per precauzione non a Betlemme (dove vivevano) ma a Nazareth

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