martedì 29 marzo 2011

«Contraffatti: Scrivere nel nome di Dio - Perché gli autori della Bibbia non sono chi crediamo che siano». Il nuovo libro di Bart Ehrman

È appena uscito il nuovo libro di Bart Ehrman, Forged: Writing in the Name of God - Why the Bible's Authors Are Not Who We Think They Are, HarperOne.

Ehrman è professore di Studi Religiosi all'Università della Carolina del Nord e autore di diversi libri di divulgazione sulla storia del Cristianesimo delle origini e del Gesù storico, tra cui Gesù non l'ha mai detto - Millecinquecento anni di errori e manipolazioni nella traduzione dei Vangeli, I cristianesimi perduti - Apocrifi, sette ed eretici nella battaglia per le sacre scritture, Pietro, Paolo e Maria Maddalena - Storia e leggenda dei primi seguaci di Gesù, Il vangelo del traditore - Una nuova lettura del Vangelo di Giuda, e La verità sul Codice da Vinci.

Dal suo libro, non tradotto in italiano, Jesus, Interrupted: Revealing the Hidden Contradictions in the Bible (And Why We Don't Know About Them) ho tratto diversi articoli della serie «Contraddizioni evangeliche».

Ecco una presentazione dell'argomento centrale del libro, tratta dall'articolo di Ehrman «Who Wrote the Bible and Why It Matters» («Chi ha scritto la Bibbia e perché è importante»), dall'Huffington Post:
I buoni studiosi cristiani della Bibbia, inclusi i principali studiosi statunitensi protestanti e cattolici, sostengono che la Bibbia è piena di bugie, anche se si rifiutano di usare questa parola. Ecco la verità: molti dei libri del Nuovo Testamento furono scritti da persone che mentirono sulla loro identità, sostenendo di essere un apostolo famoso - Pietro, Paolo o Giacomo - sapendo molto bene che erano qualcun altro. Nel linguaggio moderno, questa è una bugia, e un libro scritto da qualcuno che mente sulla propria identità è una contraffazione.

La maggior parte dei moderni studiosi della Bibbia arretrano intimoriti di fronte a questi termini, e per ragioni comprensibili, alcune che hanno a che fare con la loro clientela. Insegnando in seminari cristiani, o a popolazioni universitarie ampiamente cristiane, chi vuole denigrare i preziosi testi delle Scritture definendoli contraffazioni costruite su bugie? E così gli studiosi usano un termine differente per questo fenomeno, e chiamano libri di questo genere «pseudepigrapha».

Troverete questo termine asettico ovunque negli scritti dei moderni studiosi della Bibbia. È il termine usato nei corsi universitari sul Nuovo Testamento, e nei corsi dei seminari, e nei seminari dei dottorati di ricerca. Ciò che la gente che usa questo termine non vi dice è che esso significa letteralmente «testo inscritto con una bugia».

Consiglio sinceramente la lettura dell'articolo intero.

5 commenti:

  1. secondo me la questione andrebbe impostata così: opere false come le pseudo paoline ,le pastorali e parte delle cattoliche, opere di autori anonimi falsamente attribuite come vangeli e atti, opere autentiche come le letttere di paolo,di giovanni e l'apocalisse,quest' ultima però scritta da un giovanni diverso dal precedente.

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  2. Credo sia la soluzione per la quale propendono gli studiosi moderni.

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  3. Per eventuali altri tuoi post sul Gesù storico potrei suggerire una analisi/recensione del nuovo libro di Flores d'Arcais "Gesù: l'invenzione del Dio cristiano", uscito nelle librerie poche settimane fa. L'autore sostanzialmente tira le somme delle principali acquisizioni del mainstream degli studi sul Gesù storico ("questo libriccino deve tutto a grandi studiosi contemporanei del Gesù storico come Geza Vermes, Ed Parish Sanders, Bart D. Ehrman, ecc."ci comunica l'autore nell' introduzione. L'eccetera è mio, gli studiosi citati sono una decina). Certo non vuole essere un' opera specialistica o particolarmente approfondita (consta di sole 127 pagine), ma data la difficoltà di trovare nelle nostre librerie opere di autori quali quelli sopra citati ed il suo carattere conciso ma puntuale penso valga la pena di essere letto. Semplice suggerimento, ovviamente. Ciao :-)

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  4. *Andrea.

    Dimenticavo di firmarmi :P

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  5. Grazie per la segnalazione, non ne ero a conoscenza.

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