domenica 8 novembre 2009

"Dalla ragione alla fede": un viaggio possibile?

Ho scoperto un blog in lingua italiana molto interessante. Si intitola "Ragione e Fede" (l'indirizzo è in realtà "dalla ragione alla fede") e ha lo scopo di dimostrare che la religione è razionale, al contrario dell'ateismo. Nel leggerlo, ho trovato diverse cose che mi piacerebbe discutere.

Inizio dalla pagina che presenta lo scopo del blog. Qui si dice che l'autore vuole dimostrare come «la fede in Dio, al contrario dell'ateismo, sia pienamente pertinente alla ragione umana: chiunque affermi o neghi l'esistenza di Dio è tenuto anche a spiegarne le ragioni». Non so quali argomentazioni l'autore del blog utilizzerà per dimostrare che la fede è razionale e l'ateismo no, ma l'inizio non sembra confortante. Infatti, se io affermo l'esistenza di Dio, sono tenuto a darne una dimostrazione, a fornirne le prove; chi invece nega l'esistenza di Dio ha il privilegio di poter semplicemente smontare le prove della controparte, non deve dimostrarne la non esistenza. Quantomeno, questo è quanto si deve fare se ci si intende appellare alla ragione.

Una nota prima di concludere questo primo post. Il sottotitolo del blog, molto significativo, è «Siate sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in voi», un brano della Prima lettera di Pietro (3,15). Ora, il problema che sorge è che secondo la fede quest'opera fu scritto da un pescatore palestinese del I primo secolo chiamato Simone "Cefa" (la "pietra") e meglio noto come l'apostolo Pietro; secondo la ragione, invece, la lettera sarebbe pseudoepigrafa, scritta da un cristiano ellenistico, esperto di retorica e fluente nella lingua greca, successivo al Pietro apostolo. Se la religione fosse compatibile con la ragione, la Chiesa dovrebbe riconoscere l'errore e rigettare la paternità dell'opera, ma non lo fa...

3 commenti:

  1. Anche a me quel blog lascia un po' perplesso. Non ho letto i dettagli, ma l'impostazione generale mi pare un' po ideologica. Aprire un blog su fede e ragione è un argomento molto serio: io ci penserei molto bene prima di aprirne uno così.

    Non penso affatto che l'ateismo sia irrazionale: se mai un tipo razionalità diverso. Trovo molto ragionevole invece l'agnosticismo (ma devo anche rivelare che di fatto molti agnostici si comportano spesso da atei militanti e radicali, contraddicendo così se stessi). Se mai alcune correnti dell'ateismo, come ad esempio lo scientismo, quello si lo trovo profondamente irrazionale (come ho detto in miei due post: [1] e [2]). Insomma la galassia non credente ha molte stelle e molte faccie. Come anche quella dei credenti, d'altra parte.

    Caro Censore, non andare a prendere in giro siti mediocri facilmente attaccabili come questo: cerca qualcosa di più serio che sia paragonabile al tuo livello :-) altrimenti anche il livello del tuo blog ne paga le conseguenze.

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  2. Non sono d'accordo in quanto la ragione deve sempre partire dalla posizione di neutralità rispetto a un argomento, nello specifico uno non può sapere nulla circa l'esistenza o meno di qualcosa, in altre parole affermare che qualcosa non esiste è molto diverso dall'affermare di non saperlo,, in quanto si aggiunge una informazione che come tale va motivata razionalmente. Per cui gli atei sono tenuti a fornire delle prove autonomamente dalla critica delle prove portate dalla controparte. Per quanto riguarda i titoli dei libri biblici è sufficiente che il messaggio originario appartenesse all'autore, poi nella forma e nelle espressioni poteva essere cambiato successivamente.

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    1. La risposta alle sue affermazioni è duplice.

      Da un lato, è possibile che vi siano affermazioni la cui falsità è indimostrabile; in tali casi è lecito pretendere che sia colui che ne afferma la verità a dimostrarla. Un esempio classico è quello dell'invisibile unicorno rosa: come potrebbe lei dimostrare razionalmente la falsità dell'affermazione che dietro di lei, in questo momento, c'è un invisibile unicorno rosa alle sue spalle? Il fatto che lei non possa dimostrare l'inesistenza di tale essere implica che lei debba tenere una posizione neutrale sulla sua esistenza? No, spetta a me che dico che c'è portare prove della sua esistenza. Come nel caso dell'invisibile unicorno rosa, un Dio che sia inconoscibile, che possa nascondersi a piacere, non è confutabile: spetta a coloro che ne sostengono l'esistenza portare prove a favore della loro tesi.

      Dall'altro lato, è possibile affermare che qualcosa è talmente improbabile da poterne negare l'esistenza. Sempre nel caso dell'invisibile unicorno rosa, sebbene sia possibile che esista, non c'è nessuna prova, nessun indizio, nessuna considerazione che ne avvalori l'esistenza. Tale presenza è dunque un'eventualità talmente improbabile che è lecito negarla.

      Infine, sul titolo dei libri evangelici. Se scrivessi un libro intitolato "Il pensiero di Joseph Ratzinger" e mi firmassi "IlCensore", il mio comportamento sarebbe lecito; se scrivessi un libro intitolato "Il mio pensiero" e mi firmassi "Joseph Ratzinger", fingendo poi nel testo di essere Ratzinger, il mio sarebbe un comportamento disonesto. Lo stesso vale per Pietro e la sua "Prima lettera".

      La saluto.

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