giovedì 19 novembre 2009

La seconda morte di Ipazia

Già a maggio avevo parlato del film Agorà di Alejandro Amenábar, dedicato alla vita e alla morte di della scienziata e filosofa alessandrina Ipazia, ma non scrissi quello che sentivo come un presentimento: che la distribuzione del film avrebbe potuto avere problemi a causa della immancabile opposizione delle strutture clericali.

Ma è andata peggio di quanto temevo, dato che questo film - uscito il 12 ottobre in Spagna e acquistato per i circuiti cinematografici di mezzo mondo, Taiwan e Thailandia incluse - in Italia non sarà distribuito. Nessuna casa di distribuzione ha infatti annunciato di aver acquistato i diritti per la distribuzione in Italia, sebbene il film, al di là dei suoi contenuti culturali, sia anche un investimento economico di una certa importanza, dati i mezzi profusi nella sua produzione, il curriculum del regista (autore di The Others e Mare dentro) e il successo che sta avendo in Europa.

Ma che il tema fosse delicato è indicato dai dibattiti che si sono sviluppati anche in mancanza del clamore successivo alla distribuzione del film. Un esempio è l'agghiacciante post (non che gli altri siano molto migliori) del blog Totalitarismo Totale (Roberto Manfredini), "Ipazia, la Salomè dei filosofi", in cui l'autore uccide per la seconda volta la scienziata e filosofa alessandrina.

Per comprendere il retroterra culturale del signor Manfredini basti sapere che, oltre a sistemare Amenábar definendolo "un pederasta", definisce Rachel Weisz, interprete di Ipazia nel film: "una genuina rappresentante di quel filone ugrico-khazaro trapiantato in America (vedi Zsa Zsa Gabor, Jamie Lee Curtis, Goldie Hawn, Debra Winger ecc…), che ad ogni generazione sforna le “zoccole altolocate” per la mondanità di Hollywood". Lettore avvisato...

L'autore inizia la sua opera tentando di infangare la reputazione filosofica di Ipazia. "Ipazia, dal punto di vista filosofico, era una nullità: lo sanno anche i suoi “sostenitori”, che per trarre fuori sangue da una (testa di) rapa, dovettero inventarsi immaginifici scenari culturali e incontri ravvicinati del terzo tipo con Platone", afferma il signor Manfredini, senza specificare le fonti per questa sua affermazione. Eppure proprio "rapa"Ipazia non doveva essere: lo storico cristiano Socrate Scolastico afferma infatti che "ottenne tali successi nella letteratura e nella scienza da superare di gran lunga tutti i filosofi del suo tempo. Provenendo dalla scuola di Platone e di Plotino, lei spiegò i principi della filosofia ai suoi uditori, molti dei quali venivano da lontano per ascoltare le sue lezioni". Ipazia aveva dunque una scuola frequentata da numerosi studenti, tra cui il funzionario, letterato e filosofo (e successivamente vescovo) Sinesio di Cirene, che per tutta la propria vita ebbe grande stima della propria maestra; inoltre aveva una certa influenza sui funzionari locali, oltre ad un'amicizia col praefectus augustalis Oreste, rapporti indicati come causa della morte di Ipazia dallo stesso Socrate Scolastico, dal cristiano Giovanni di Nikiu e dal pagano Damascio; infine, non va dimenticato che tutto questo Ipazia l'aveva ottenuto in un ambiente non certo favorevole al successo di una donna.

Naturalmente l'autore "dimentica" l'Ipazia scienziata: non sarebbe stato infatti funzionale al suo intento far notare che i "trattatelli matematici" che Ipazia compose (un Commentario sull'Aritmetica di Diofanto, un Commentario sulle Coniche di Apollonio e un Canone astronomico, oltre a pubblicare l'Almagesto di Tolomeo e il Commento agli Elementi di Euclide di suo padre) sono opere che pochi lettori del signor Manfredini comprenderebbero, e che Ipazia inventò l'idrometro e un modello di astrolabio, strumenti figli di una cultura scientifica che fu massacrata definitivamente dalla religione difesa del signor Manfredini e che sopravvisse solo grazie ai tanto vituperati musulmani.

Successivamente l'autore giunge all'esposizione del proprio contributo originale: Ipazia sarebbe "una Salomè per filosofi", e la fonte usata per una tale affermazione è lo storico cristiano Giovanni di Nikiu, vissuto nel VII secolo (due secolo dopo la morte di Ipazia); la credibilità della testimonianza di Giovanni è resa evidente dalle accuse di magia che porta contro Ipazia, affermando che legò a sé molti credenti, incluso Oreste, e che fu per questo motivo che i cristiani di Alessandria fecero a pezzi la filosofa.

Solo ripetendo queste ridicole affermazioni il signor Manfredini può giustificare il gesto dei sostenitori cristiani di "san" Cirillo, giungendo a lamentare la loro reazione in quanto "perseguitati da pagani e giudei e accerchiati da ogni tipo di eretici (già da allora)"! Certo, come se non fossimo ottant'anni dopo fine delle persecuzioni con Costantino I e venti dopo la proclamazione del cristianesimo a religione di Stato! Come se "san" Cirillo non avesse fatto espellere gli ebrei e il suo predecessore Teofilo non avesse distrutto il Serapeo, il tempio di Serapide ad Alessandria (evento celebrato dai cristiani come un trionfo e raffigurato qui di fianco).

Manfredini conclude dicendo: "se penso a tutte le Sante che subirono il martirio, non provo nessun senso di colpa, né come cristiano, né tantomeno come uomo (ovvero rappresentante del potere patriarcale)". Al che io mi chiedo se il signor Manfredini si renda conto o meno che sta parlando del linciaggio di una donna innocente di qualsiasi colpa, persino per la legislazione dell'epoca, estremamente discriminatoria nei confronti di chi non era cristiano ortodosso, e che la sua morte dovrebbe far inorridire un uomo moderno. Il mancato senso di colpa del signor Manfredini getta un'ombra lunga sulla pretesa superiorità morale del cristianesimo.

"Forse sarà questione di carattere," aggiunge Manfredini "ma in questi casi giudico doveroso una sorta di “apologetica di reato”, poiché è difficile non vedere la giustizia della punizione nei confronti di Ipazia. Fu un moto spontaneo in difesa del vescovo Cirillo, santo eroe ecclesiastico, minacciato dalla Nuova Salomè". Non si tratta di una questione di carattere, signor Manfredini, ma di fanatismo: un gruppo di persone che prendono una donna, la linciano, la uccidono e fanno scempio del suo cadavere perché (secondo un tizio vissuto duecento anni dopo) faceva uso di arti magiche non è una "giusta punizione", come lei azzarda, ma un crimine infame, aggravato da motivazioni religiose. E' per questo che Ipazia è considerata una "martire" del libero pensiero, perché è stata uccisa per il fatto di avere un'opinione differente da quella che i cristiani dell'epoca avevano; e il "santo eroe ecclesiastico" Cirillo, che non mosse un dito per impedire questo scempio o per far punire i colpevoli, è il mandante di questo omicidio religioso.

La notizia sulla mancata distribuzione di Agorà è presa da un articolo di Flavia Amabile pubblicato su La Stampa, "La Weisz fa paura al Vaticano", il 7 ottobre 2009. Estratti delle fonti antiche che parlano di Ipazia sono disponibili sul sito di HomoLaicus. Un post che invece evidenzia i tratti essenziali della figura è "Ipazia, la donna che non trova perdono" da Il nuovo mondo di Galatea.

21 commenti:

  1. Lei si sbaglia

    http://illuministicamentando.splinder.com/post/21502566/Sull%27uccisione+di+Hypatia+d%27Eg

    http://piccolozaccheo.splinder.com/post/21636529/Sapienza+e+storicità

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  2. Il primo post da lei linkato è pieno di errori. Damascio non cita nessun "Clemente" (semmai "Cirillo"); Sinesio di Cirene morì nel 413 e non nel 414, e non fu martirizzato; Ipazia fu uccisa nel 415, non nel 422.

    Cirillo fece qualcosa per assicurare alla giustizia gli assassini? No, alla faccia dell'orrore che avrebbe dovuto provare in quanto cristiano.

    Riguardo alla scusa "erano pochi e fondamentalisti", la rimando al mio commento a quel post.

    Il secondo post, poi, è fuori tema.

    Saluti

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  3. Quelle dette mi sembrano solo imprecisioni. Sulla data della morte di Ipazia, si tratta di un semplcie errore, che però non c'entra nulla con le testimonianze riportate.
    E poi che doveva fare Cirillo? Denunciare ignoti ai carabinieri? Si rende conto che siamo nel 5 secolo?

    Quanto alla sua ultima ridicola obiezione, le hanno già risposto.
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    Lei continua inesorabilmente a sbagliarsi

    http://www.zammerumaskil.com/rassegna-stampa-cattolica/formazione-e-catechesi/ipazia.html

    http://sivanart.altervista.org/artgiugno08/cirillo_ipazia_bis.htm

    http://www.cattolicesimo.eu/forum/viewtopic.php?t=1695&view=previous&sid=9a9d3d6d97d649549aab10e6ba9776e0

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  4. Continua ad accusarmi, ma continua anche a presentare post pieni di errori.

    Il post di Cammilleri porta come testimone Eusebio di Cesarea, morto 70 anni prima dei fatti che narrerebbe, i parabolani non erano eretici, erano sostenitori del vescovo, e Ipazia non era "la favorita", ma la consigliera di Oreste (come detto nel mio post).

    Il secondo post non parla di Ipazia, malgrado il titolo.

    Il terzo giustifica la morte di Ipazia in quanto Oreste avrebbe fatto uccidere un'altra persona.

    Riassumendo, a fronte di numerose interpretazioni volte a giustificare la morte di Ipazia, c'è solo il dato di fatto che questa fu uccisa da dei fanatici cristiani legati al "santo" vescovo Cirillo, che non poteva non conoscerli (fonti posteriori forniscono il nome di uno di essi).

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  5. Lei si sbaglia, non è un'accusa, è un dato di fatto.

    I fanatici non erano legati a nessuno, Cirillo non li conosceva. Non faccia inutile dietrologia.

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  6. Troppo comodo dare la colpa ai "fanatici". Cirillo creò la situazione in cui questi cristiani proliferarono e non fece nulla per assicurarli alla giustizia, anzi. Non ci crede? Le racconto un evento antecedente l'assassinio di Ipazia da parte di questi presunti "fanatici" (che si chiamavano "parabolani" e svolgevano compiti caritatevoli). La fonte è lo storico cristiano Socrate Scolastico (VII.14), ripreso da Wikipedia:

    "Un gruppo di cinquecento monaci di Nitria, sostenitori di Cirillo, aggredirono il prefetto [Oreste] che attraversava la città sul proprio carro, accusandolo di essere un pagano e rivolgendogli altri insulti. Uno di questi, Ammonio, gli lanciò una pietra alla testa, ferendolo tanto gravemente che il sangue lo ricoprì. La scorta di Oreste fuggì, temendo di essere lapidata dai monaci, ma la popolazione di Alessandria accorse in soccorso del proprio governatore, catturando il feritore e mettendo in fuga gli altri monaci. Oreste fece torturare pubblicamente Ammonio così ferocemente che questi morì; poi riferì all'imperatore i fatti accaduti. Cirillo scrisse a sua volta a Teodosio II, presentandogli la propria versione dei fatti, e tentò un colpo di mano, facendo deporre il cadavere di Ammonio in una chiesa, concedendogli il titolo di Thaumasius e inserendolo nella lista dei martiri; ma i cristiani erano coscienti che Ammonio era morto per la sua violenza e non per non aver voluto negare il suo Dio, e Cirillo fece gradualmente passare sotto silenzio i fatti."

    Questo personaggio, che sembra sempre essere innocente dei fatti ma che non si fa scrupolo di utilizzarli ai propri fini, è stato proclamato "santo" dalla Chiesa!

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  7. Socrate scolastico non può mai aver scritto una cosa del genere. Lei è un falso.

    Vita di Ipazia - Dalla Historia Ecclesiastica di Socrate Scolastico

    "Ad Alessandria c'era una donna chiamata Ipazia, figlia del filosofo Teone, che ottenne tali successi nella letteratura e nella scienza da superare di gran lunga tutti i filosofi del suo tempo. Provenendo dalla scuola di Platone e di Plotino, lei spiegò i principi della filosofia ai suoi uditori, molti dei quali venivano da lontano per ascoltare le sue lezioni.

    Facendo conto sulla padronanza di sé e sulla facilità di modi che aveva acquisito in conseguenza dello sviluppo della sua mente, non raramente apparve in pubblico davanti ai magistrati. Né lei si sentì confusa nell'andare ad una riunione di uomini. Tutti gli uomini, tenendo conto della sua dignità straordinaria e della sua virtù, l'ammiravano di più.

    Fu vittima della gelosia politica che a quel tempo prevaleva. Ipazia aveva avuto frequenti incontri con Oreste. Questo fatto fu interpretato calunniosamente dal popolino cristiano che pensò fosse lei ad impedire ad Oreste di riconciliarsi con il vescovo.

    Alcuni di loro, perciò, spinti da uno zelo fiero e bigotto, sotto la guida di un lettore chiamato Pietro, le tesero un'imboscata mentre ritornava a casa. La trassero fuori dalla sua carrozza e la portarono nella chiesa chiamata Caesareum, dove la spogliarono completamente e poi l'assassinarono con delle tegole. Dopo avere fatto il suo corpo a pezzi, portarono i lembi strappati in un luogo chiamato Cinaron, e là li bruciarono.

    Questo affare non portò il minimo obbrobrio a Cirillo, e neanche alla chiesa di Alessandria. E certamente nulla può essere più lontano dallo spirito del cristianesimo che permettere massacri, violenze, ed azioni di quel genere.

    Questo accadde nel mese di marzo durante la quaresima, nel quarto anno dell'episcopato di Cirillo, sotto il decimo consolato di Onorio ed il sesto di Teodosio".

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  8. In realtà Socrate scolastico scrisse quelle frasi, ma esse sono riferite soltanto allo scontro tra il prefetto Oreste e il vescovo Cirillo, non riguardano Ipazia in alcun modo, infatti il testo citato da saccente è la parte sucessiva della historia eccelsiastica. In definitiva, sono entrambi veri. Vediamo di conciliare le due versioni: all'epoca il popolo egiziano tutto, compresi cristian, pagani ed ebrei, mal tollerano la dominazione dei bizantini, specie per via delle loro pesanti tasse, e quindi se la prende con il prefetto Oreste, inviato per l'appunto dalla capitale dell'impero d'oriente, Costantinopoli. Il fatto che il vescovo cononscesse queste persone non vuol dire certo che potesse arrestarli, visto che competeva ad altre persone l'arresto. Ad ogni modo, chi attaccò Oreste non era lo stesso che attaccò Ipazia, quindi non vedo motivo perché le colpe del primo dovesser ocadere sul secondo. Lei dice che erano "sostenitori" di Cirillo, ma lo erano solo per motivi politici, stavano con un egiziano invece di stare con un greco, per i motivi sovraespressi. E' del tutto infondata quindi la visione descritta su wikipedia del fatto che tali persone fossero la milizia privata del vescovo.

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  9. P.S. Su Manfredini, la invito a leggere il post del piccolo zaccheo linkato da saccente, e capirà che anche i cristiani hanno facile l'ironia.

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  10. Socrate scolastico può anche aver scritto quella roba ma non cambia la sostanza del Censore: disonesto e molesto. I link sono tutti lì a testimoniarlo.

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  11. nel 361 un vescovo imposto da costantinopoli, GIorgio di cappadocia, era stato linciato; sette anni dopo la morte di ipazia stessa sorte era toccata al nuovo prefetto; nel 457 venne ucciso a furor di popolo un altro vescovodi nomina imperiale, Proterio

    In pratica, Ipazia fu una vittima tra le tante di una faida che colpiva anche i cristiani. Era tutta una questione tra Costantinopoli e Alessandria, e spesso le vittime erano anche i vescovi cristiani.

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  12. @Anonimo: ma lei legge quanto scrivo? Ho detto io stesso che si tratta va di un episodio antecedente all'assassinio di Ipazia. Infatti l'ho riportato per dimostrare che il "santo" vescovo Cirillo non era poi tanto "santo", ma un manipolatore di prima grandezza.

    @Saccente: lei prima afferma che "Socrate scolastico non può mai aver scritto una cosa del genere. Lei è un falso." poi deve ammettere di essere ignorante a riguardo, ma continua protervamente a dire idiozie: "Socrate scolastico può anche aver scritto quella roba ma non cambia la sostanza del Censore: disonesto e molesto."

    @Saccente 2: "Ipazia fu una vittima tra le tante di una faida che colpiva anche i cristiani. Era tutta una questione tra Costantinopoli e Alessandria, e spesso le vittime erano anche i vescovi cristiani" Esatto: Ipazia fu una vittima della violenza e della prepotenza dei cristiani. QED.

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  13. @Anonimo 2: Avevo letto il post del piccolo zaccheo, ma non mi pare gran cosa. Si tratta del solito atteggiamento dei credenti.

    All'inizio tutto quello che c'era nelle Sacre Scritture era vero, dalla creazione del mondo al Cristo.

    Poi si è visto come la creazione in sette giorni sia fasulla, e la posizione è diventata: "non importa se la creazione in sette giorni sia scientificamente confutata, va interpretata in senso simbolico, e tutto il resto è vero".

    Poi si è visto che il diluvio universale è un mito mesopotamico, e la risposta è stata: "non importa se il diluvio è un mito, va interpretato in senso simbolico, e tutto il resto è vero".

    Poi si è dovuto riconoscere che Abramo e il suo ambiente non corrisponde ai dati storici, e la risposta è stata: "non importa se Abramo è un mito, la sua storia va interpretata in senso simbolico, e tutto il resto è vero".

    Poi si è visto che la storia di Mosé e dell'esodo non è storicamente comprovata, e la risposta è stata: "non importa se l'esodo è un mito, va interpretato in senso simbolico, e tutto il resto è vero".

    Ora si sta dimostrando che il grande regno di Davide e Salomone è un falso storico, e probabilmente domani la risposta sarà: "non importa se Davide è un mito, va interpretato in senso simbolico, e tutto il resto è vero".

    Infatti qual'è stata la risposta di altri cristiani? Arroccarsi in un'interpretazione ciecamente letterale delle scritture, che al prezzo di un pericoloso distacco dalla realtà scientificamente dimostrata fornisce loro un senso di solidità nelle loro "scritture".

    Bene, ci sono alcune persone che non intendono rifugiarsi in queste leggende mediorientali dell'età del bronzo per trovare un senso per la propria vita, e che non permettano che chi crede a queste leggende imponga loro questo stile di vita arcaico e mortificante per lo spirito umano. E' forse così strano, allora, che si ribellino all'avanzare del fondamentalismo religioso.

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  14. Lei è davvero triste.

    Ci sono alcune persone che intendono rifugiarsi in idiozie come il relativismo, la laicità e altre ideologie per smettere di cercare un senso per la propria vita, e che impongono a chi crede il loro stile di vita sterile e mortificante per lo spirito umano. E' forse così strano, allora, che la cristianità si ribelli all'avanzare di questi individui?

    La cosa grave è che non capisce che a fare una vita mortificante è proprio lei, censore

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  15. "Ci sono alcune persone che intendono rifugiarsi in idiozie come il relativismo, la laicità e altre ideologie per smettere di cercare un senso per la propria vita,"

    Davvero? E chi sono queste persone?

    "e che impongono a chi crede il loro stile di vita sterile e mortificante per lo spirito umano."

    Lei vuole credere che il pane e vino si trasformino in carne e sangue? Lo faccia. Vuole credere che il matrimonio sia un vincolo indissolubile? Lo faccia. Vuole sostenere che Dio non si possa chiedere di non diventare un vegetale attaccato ad una macchina? Lo faccia. Ma non venga a proibire a me queste cose perché sono contrarie alla sua interpretazione di libri scritti millenni fa da persone che non sanno quanto sappiamo oggi noi del mondo.

    "E' forse così strano, allora, che la cristianità si ribelli all'avanzare di questi individui?"

    Se per "ribellione" intende il massacro di Ipazia si, è strano, e il fatto che quelle persone dicano pure di avere come comandamento caratterizzante della loro "fede" l'amore per il prossimo rende la cosa ancor più irritante.

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  16. "ci sono alcune persone che non intendono rifugiarsi in queste leggende mediorientali dell'età del bronzo per trovare un senso per la propria vita, "

    Davvero? Sareste voi queste persone? I credenti nell'ateismo e nelle sue dottrine?

    "e che non permettano che chi crede a queste leggende imponga loro questo stile di vita arcaico e mortificante per lo spirito umano."

    Lei vuole credere che il feto e l'embrione non sono umani? Lo faccia. Vuole credere che il sesso è solo piacere e si può fare sempre e comunque? Lo faccia. Vuole sostenere che i cristiani sono carnefici, falsi e chi più ne ha, più ne metta? Lo faccia. Ma non venga a dire a me che queste cose sono giuste perché coerenti solo alla sua interpretazione della realtà, illudendosi di sapere tutto del mondo.

    "E' forse così strano, allora, che si ribellino all'avanzare del fondamentalismo religioso?"

    Se per "ribellione" intende il massacro di innocenti e la derisione dei cattolici si, è strano, e il fatto che quelle persone dicano pure di avere come obiettivo il rispetto delle diversità e i diritti umani rende la cosa ancor più irritante.

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  17. "Davvero? Sareste voi queste persone? I credenti nell'ateismo e nelle sue dottrine?"

    Più in generale coloro che non credono. Se poi siano anche atei è un'altra cosa.

    "Ma non venga a dire a me che queste cose sono giuste perché coerenti solo alla sua interpretazione della realtà, illudendosi di sapere tutto del mondo."

    Non c'è paragone tra le mie argomentazioni e le sue, perché le mie sono basate sulla razionalità, le sue sulla fede in leggende. La differenza è sostanziale: se lei riuscisse a dimostrarmi scientificamente che un embrione è un essere umano, io cambierei opinione sull'aborto senza alcun problema, dato che non sono legato ad alcuna ideologia; al contrario, lei può credere per fede che un embrione sia un essere umano anche dinanzi a confutazioni inoppugnabili, perché la sua non è una fede razionale.

    "quelle persone dicano pure di avere come obiettivo il rispetto delle diversità e i diritti umani rende la cosa ancor più irritante"

    A parte scimmiottarmi, sarebbe in grado di dirmi in che modo, esattamente, il rispetto della diversità sarebbe inficiato dal non accettare le conseguenze di una imposizione di quella diversità? Per esempio, parliamo del crocifisso: in che modo lede i suoi diritti umani permetterle di indossarlo ma non permetterle di affiggerlo in un'aula di una scuola pubblica o in un tribunale?

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  18. Visto che lei è triste? Crede davvero che io sostenga che un embrione sia umano per "la fede in leggende"?

    Patetico

    In base alla definizione di vita animale o vegetale in cellule un embrione è vivo. Ha il dna umano perciò non appartiene a nessun'altra specie. Un embrione è vivo ed è umano. Un embrione nutrito adeguatamente per il periodo di tempo previsto diventa un adulto, ha tutte le componenti necessarie perché ogni organo si sviluppi. Dire che l'embrione non è un umano nelle prime fasi del suo sviluppo è un'eresia scientifica.

    Voi non credenti, atei, militanti laici siete tutti uguali: accettate il dogma della libertà di aborto ma non vi date nemmeno la briga di definire i termini di giudizio sui vostri stessi dogmi. Poteva dire che l'embrione non è persona, o che non ha diritti. Invece ha voluto insistere sul fatto che non fosse umano. Lei crede ciecamente alla fede nelle stronzate.

    QED

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  19. "Crede davvero che io sostenga che un embrione sia umano per "la fede in leggende"?"

    Non mi interessa quello che crede o che crede di credere lei, mi interessa quello che dice la Chiesa, che per motivare il suo no all'aborto porta in prova non pubblicazioni scientifiche ma brani delle "Sacre" Scritture (Catechismo della Chiesa cattolica, 2270). Comprenderà bene, se ci prova, come possa essere poco serio andare da qualcuno e proibirgli un certo gesto "perché il mio libro sacro dice che...".

    "Lei crede ciecamente alla fede nelle stronzate."

    Ora che ha raggiunto l'apice del suo pensiero questa discussione può avere fine.

    Grazie per l'attenzione.

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  20. Sig. Saccente, io penso che il sig. Censore intendesse, per essere umano, proprio la persona.

    Comunque, prima di addentrarsi in certi argomenti, è meglio definire di comune accordo l'accezione dei termini che possono avere sfumature diverse nel linguaggio corrente; e non fare gli gnorri per tendere un tranello dialettico all'interlocutore, memori di ben altre, e ormai stomachevoli, discussioni sul tema (vero?).

    Nel merito di quello che ho letto, posso solo dire che io sono pronto, per amor di ragionamento (ma soprattutto per amor del quieto vivere) ad accettare la simmetria di "valore" tra l'ateo e il credente in antichi "miti mediorientali". Non vedrei sostanziali motivi per non farlo.

    Il problema, però, è che non esiste simmetria nel modo con il quale le due "identità" propongono il proprio punto di vista.
    E su questo non ci sono cazzi che tengono (scusate lo slang); almeno finché non vedremo atei chiedere che vengano imposti per legge l'eutanasia, l'aborto coatto, l'obbligo a non "esporre" i bambini a dottrine di sorta fino a una certa età.

    Quando il sig. Saccente dice "che la cristianità si ribell[a] all'avanzare di questi individui", in realtà testimonia il fatto che gli integralisti desiderebbero poter costringere tutti alle proprie convinzioni, mentre l'azione laica dell'ateo è solo la legittima difesa del proprio spazio personale.

    Buona giornata

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  21. http://lindipendente.splinder.com/post/21907203/Il+santo+assassino

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