mercoledì 25 novembre 2009

Il "Primato di Pietro", fondamento della Chiesa cattolica

Recentemente ho notato come in due siti cattolici sia stata data una notevole prominenza ad un versetto molto importante, fondamento della supremazia papale e dunque della Chiesa cattolica; il versetto recita "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa". Il cosiddetto "Primato di Pietro" non si fonda esclusivamente su questo versetto, naturalmente, ma vi trova ampia parte della propria forza.

Questo versetto mi ricorda un episodio accadutomi da bambino. Ero con i miei genitori in un negozio e mi ricordo che, non so come, scoprii che il proprietario del negozio non credeva nel primato del Papa (all'epoca pensai che fosse un testimone di Geova). Allora, emozionatissimo di discutere di religione con un adulto, gli feci notare che nel vangelo era scritto «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa» e che dunque il ruolo del Papa era stato istituito da Gesù in persona. Il negoziante mi diede una risposta che non ricordo nei particolari, mi pare sostenendo che quel versetto non riconoscesse realmente alcuna superiorità al Papa, ma il non averlo convinto non fu un problema: ero orgoglioso di essere stato in grado di sostenere la mia fede con argomentazioni per me inconfutabili, per di più di fronte ad un adulto.



Il versetto in questione proviene dal Vangelo secondo Matteo (composto tra l'80 e il 90), capitolo 16, in cui si racconta:
13 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14 Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15 Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Il passo parallelo dal Vangelo secondo Marco (composto nel 65-80), capitolo 8, narra:
27 Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?» 28 Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». 29 Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30 E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
Il terzo vangelo sinottico, il Vangelo secondo Luca (composto tra l'85 e il 95), capitolo 9, dice:
18 Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». 19 Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20 Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». 21 Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
Secondo alcune edizioni del Nuovo Testamento, la versione corrispondente a questo brano nel quarto vangelo canonico, il Vangelo secondo Giovanni (composto tra il 90 e il 120), capitolo 6, è la seguente, chiaramente differente dalla versione dei sinottici:
67 Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». 68 Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; 69 noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70 Rispose Gesù: «Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.
Salta subito all'occhio come l'autore del quarto vangelo abbia collocato il riconoscimento di Gesù come Cristo/Signore in un contesto completamente differente; si tratta di una modifica caratteristica dell'autore del Vangelo secondo Giovanni, che sposta liberamente gli eventi della vita di Gesù così come raccontata dagli altri tre evangelisti (un esempio lampante è lo spostamento della cacciata dei mercanti dal Tempio). Un silenzio assordante è poi costituito dalla mancanza dell'investitura di Pietro nelle narrazioni parallele di Marco e di Luca, che rende chiaro come questo episodio sia stato inserito dall'autore di Matteo nella narrazione di Marco e come l'autore di Luca l'abbia ignorato (l'autore del Vangelo secondo Matteo fa altre aggiunte e modifiche interessanti, come il fatto che Gesù parli di sé come del "Figlio dell'uomo" e che i discepoli specifichino il titolo di "Cristo" con "il Figlio del Dio vivente").
Nell'ambito dell'esegesi del Nuovo Testamento questo passaggio è stato oggetto di un dibattito acceso e lungo (si veda l'opera di Burgess, intitolata Una storia dell'esegesi di Matteo 16,17-19 dal 1781 al 1965), ma gli studiosi di tutti gli orientamenti sono attualmente concordi su tre punti:
  • che il detto risale al periodo post-pasquale e che dunque Pietro non ricevette l'investitura direttamente da Gesù;
  • che tale investitura non riguardava un "effettivo primato giuridico", ma la precedenza di Pietro;
  • che l'idea della successione apostolica non deriva da questo brano, ma che invece vi fu associata dopo la diffusione dell'episcopato in Occidente.
Ma l'esegesi non ha ancora compiuto il proprio lavoro su questi versetti. I punti ancora aperti sono:
  • se il detto ebbe origine all'interno delle prime comunità cristiane o solo dopo la fine dell'epoca apostolica;
  • se i versetti 17-19 risalgono ad un'unica tradizione iniziale o se furono originati indipendentemente e poi riuniti.
Si tratta di conclusioni che sono in conflitto con quanto affermato dalla Chiesa cattolica, come ad esempio il Pastor Aeternus del Primo concilio vaticano (singolare il fatto che la tesi secondo la quale l'associazione tra primato di Pietro e successione apostolica e la lettura "giuridica" del primato stesso, cardine della posizione papale, sia sostenuta in un libro edito nel 1978 dal cardinale Joseph Ratzinger!).

Gli stessi cattolici hanno iniziato tardi a basare la supremazia del Papa sui versetti 16,17-18. L'associazione tra primato di Pietro e successione apostolica e la lettura "giuridica" del primato stesso sono citati dal vescovo di Roma Stefano, vissuto nel III secolo, ma dismessi da Cipriano come una "stupidità ovvia e manifesta". Interpretarono il brano in un senso differente autori cristiani di spicco, come Origene di Alessandria e Tertulliano, che probabilmente polemizzarono con l'interpretazione poi divenuta quella cattolica, Ambrogio di Milano, Agostino d'Ippona, in parte Girolamo, e Ilario di Poitiers. Durante il periodo medioevale l'interpretazione di questi versetti fu raramente quella del primato papale, ad eccezione di sporadici casi in cui si intendeva difendere l'autonomia papale dalle ingerenza imperiali; Tommaso d'Aquino cita questa interpretazione delle parole di Gesù assieme a molte altre. Fu solo in reazione alla Riforma protestante che l'interpretazione di questi versetti in favore della supremazia papale divenne diffusa e poi ufficiale, tanto da essere sottointesa dall'inserimento di una fascia di mosaici recanti i versetti di Matteo nella Basilica vaticana a Roma.

I versetti e la dottrina della successione apostolica non risalirebbero dunque alla predicazione di Gesù, ma ad una fase successiva della formazione del cristianesimo. Ma anche per chi ci crede è certo impressionante il fatto che il Primato di Pietro, fondamento della Chiesa cattolica, abbia ricoperto un ruolo così poco importante nella predicazione di Gesù che solo un evangelista lo abbia inserito nella propria "buona novella" e che solo quindici secoli dopo un parte della cristianità, ovviamente quella che si proclama discendente da Pietro, abbia iniziato a sostenerla.
La fonte principale per lo stato dell'esegesi moderna sulla questione del Primato di Pietro è Ulrich Luz, "The Primacy Saying of Matthew 16:17-19 from the Perspective of Its Effective History", in Studies in Matthew, Wm. B. Eerdmans Publishing, 2005, ISBN 0802839649. La traduzione dei brani del Nuovo Testamento è quella dell'edizione CEI. La prima immagine è un'icona ad encausto raffigurante san Pietro, risalente al VI secolo e conservata al monastero di Santa Caterina, sul Monte Sinai; la seconda foto, di Micha67 (http://www.flickr.com/photos/micha67/2644645790/), raffigura la Chapel on the Rock di St. Malo, vicino Mt. Meeker (Colorado, Stati Uniti), una cappella costruita su di una roccia proprio in memoria della roccia del Vangelo secondo Matteo 16,17-19. La terza foto è opera di Hornplayer (http://www.flickr.com/photos/47748104@N00/474924795/) e riprende il mosaico posto alla base della cupola di San Pietro in Vaticano che riporta parte dei versetti 18 e 19 in latino.

4 commenti:

  1. Ma lei lo sa che gli evangelisti vengono spesso paragonati agli osservatori di un cubo perché nessuno di loro può vedere tutte e 6 le facce?

    Il fatto Cristo ha molte più facce di 6, è ben lecito che siano necessari 4 vangeli e che ciascuno di essi dica una cosa diversa dagli altri.

    Ci vuole proprio il cervello ristretto per credere che ogni vangelo debba dimostrare l'altro, dovrebbero essere 4 copie conformi.

    Oddeo devo smettere di leggere dei blog così stupidi

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  2. "Ma lei lo sa che gli evangelisti vengono spesso paragonati agli osservatori di un cubo perché nessuno di loro può vedere tutte e 6 le facce?"

    Paragone inutile, dato che due fonti sono dipendenti da una stessa e la quarta risale ad almeno sessant'anni dai fatti (e nessuno dei quattro fu testimone oculare).

    "Il fatto Cristo ha molte più facce di 6, è ben lecito che siano necessari 4 vangeli e che ciascuno di essi dica una cosa diversa dagli altri."

    Fintanto che dicono cose differenti, ci potrei pure stare, ma quando si contraddicono...

    "Oddeo devo smettere di leggere dei blog così stupidi"

    Volesse il cielo!

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