Malgrado gli avvertimenti del gentile Marcoz, ho continuato a cercare una sorta di dialogo con il blog cattolico "Ragione e Fede". Purtroppo devo notare alcuni comportamenti poco corretti, come il costante dileggio del proprio interlocutore, la pratica di cancellare i commento altrui quando vi si risponde (e talvolta anche quando non si risponde), quella di rispondere solo ad alcuni brandelli del commento cancellato, e quella di manipolare il post correggendolo e facendo sparire le versioni precedenti.
Al mio commento sulla dubbia autenticità della Prima lettera di Pietro, l'autore risponde con quel post, iniziando con un riferimento alla mia "profonda ignoranza" e concludendo con la riflessione che "chi vuole criticare non argomenti mai con fonti storiche attendibili (nonostante su questo argomento ci siano). Facile screditare senza essere sostenuti da nessuna fonte...peccato che si è poco credibili". Sottolineo le due cadute di stile in quanto mi serviranno nel seguito della storia.
Punto sul vivo, scrivo un post, "Sull'attribuzione della Prima lettera di Pietro", in cui documento con autorevole bibliografia le mie affermazioni. Cosa fa Aguado (l'autore di "Ragione e Fede")? Prima mi scrive un commento in cui si felicita per aver trovato qualcuno che "ha argomentato la risposta basandosi su dati attendibili" (parole sue) e promettendo di mettere un link verso il mio post per rispondere, poi si dimentica di farlo. Sollecitato, scrive un secondo commento in cui mi accusa di "riscrivere le stesse cose" (sì, ma ora ho messo le fonti come mi aveva chiesto) e di "copi-incollare da qualche sito (UAAR)" (ma come, aveva detto che erano dati "attendibili"!), mi invita a "convertirmi e capire quello di cui sta parlando"; in fin dei conti "sostenere una cosa senza conoscerla non è dialogo, è presunzione"!
Vabbé, mi armo di pazienza e gli scrivo il seguente post nel commento della sua risposta (sempre allo stesso indirizzo).
Rispondo al suo commento al mio post (http://uticense.blogspot.com/2009/11/sullattribuzione-della-prima-lettera-di.html)Come suo solito, Aguado cancella il mio post, ne estrapola alcuni brani per rispondervi, ignora le argomentazioni che ho presentato sostenendole con "dati attendibili" e modifica il suo post originale...
"Noto cmq che non hai letto la risposta che ho dato, tant'è che riscrivi le stesse cose."
Veramente è lei che non ha preso in considerazione quanto ho scritto e ripete gli stessi errori.
"La tradizione la assegna a Pietro perchè i contenuti furono lasciati da lui e successivamente alla sua morte vennero scritti da Silvano che alla fine saluta"
La tradizione l'assegna a Pietro, come dimostrato dalla fonte cattolica che le ho fornito (e che lei ha ignorato). Che a scriverla sia stato Silvano bisogna dimostrarlo (e non lo dico né io né l'UAAR, ma le fonti che le ho fornito e che le ha ignorato), e comunque questo non farebbe della lettera una lettera "di Pietro".
"Sostenere una cosa senza conoscerla non è dialogo, è presunzione." Sono d'accordo: quando le si portano le fonti è inutile continuare a ripetere la stessa solfa catechistica, ci vuole poco a controllare e verificare.
Nella nuova versione del post continua a sostenere che "Il canone Cattolico (e non la fede) non dice che sia Pietro a scrivere la lettera, poichè nella lettera stessa è menzionato che a scriverla sia stato Silvano." Peccato che io gli avessi fatto presente che la tradizione attribuiva la lettera a Pietro, come spiegato nella Catholic Encyclopedia, e che la sua sia una non-risposta.
Mi informa poi che la lettera "si chiama lettera di inspirazione Pietrina" (sic) e presenta come "sito ufficiale" (di cosa?) laparola.net, in cui si dice "Più che il latore, si è voluto vedere in lui [Silvano] l'amanuense o il traduttore o l'estensore, e perfino l'autore della Epistola, ma è questo un navigar nelle ipotesi". Aguado ignora dunque le fonti da me presentate e ne presenta a sua volta una anonima che ammette a denti stretti quello che dico io...
Aguado continua affermando che "la maggior parte degli studi conduce al fatto che Pietro abbia indicato a Silvano i contenuti e, quest'ultimo li abbia ordinati e scritti". Naturalmente non è dato sapere da quale fonte ha prelevato tale informazione, dato che dice il contrario di quanto scritto nei libri da me consultati ed elencati.
C'è anche del mistero in questa storia. Nella prima versione del suo post, Aguado aveva anche scritto che "L'epoca di composizione è ritenuta comunque tra il 60 e il 63 d.C. Non prima, perché la lettera di Paolo ai Romani, scritta nel 58, non fa menzione della presenza di Pietro a Roma, e non dopo perché pare difficile che l’autore inviti a “onorare” l’imperatore (Nerone) (2,13.17), che stava perseguitando la comunità di Roma, attribuendole ingiustamente l’incendio della città". Nella seconda versione, però, questo testo scompare senza lasciare traccia della modifica; fortunatamente il post originale è ancora presente nella cache di Google a testimoniare quelle affermazioni. Forse Aguado ha rimosso il brano in quanto ha dovuto ammettere che la lettera fu probabilmente scritta dopo la morte di Paolo, a causa dei riferimenti che gli ho portato, ma non fa riferimento al cambiamento d'idea né alla sua origine (eppure mi rammenta che "un dialogo costruttivo si basa non su chiacchiere vane, ma esclusivamente su opinioni sostenute da fonti attendibili!").
Dopo aver chiosato con l'ammonimento "Infine faccio notare come chi vuole criticare non argomenti mai con fonti storiche attendibili (nonostante su questo argomento ci siano)", al quale verrebbe da rispondere "ma se lo sai che esistono perché le ignori?", si giunge alla bibliografia: quattro libri senza neppure l'indicazione delle pagine accompagnati dal capolavoro finale di Aguado, dall'apoteosi del suo metodo di lavoro tutto basato sulle fonti autorevoli e controllate.
Nella seconda versione del post, Aguado aggiunge infatti in testa alla sua bibliografia "Wikipedia: che conferma, come al solito, quanto sostenuto" e mette il link alla pagina wikipediana della Prima lettera di Pietro, ma non si accorge che questa pagina dice esattamente il contrario di quello che afferma lui! Mitico!
Cosa aveva affermato lui, che "gli studiosi sono ancora incerti sulla verità"? La sua fonte dice invece che "I critici biblici moderni ritengono invece che l'autore della lettera non possa essere identificato col pescatore galileo". Aguado sostiene che la lettera è di "inspirazione Pietrina"? La sua fonte afferma invece che "la teologia presupposta dalla Prima lettera di Pietro è chiaramente paolina". Il suo cavallo di battaglia, anzi, la sua ancora di salvezza è ritenere che "comunque, stando ai contenuti, non cambia molto che la Lettera di Pietro sia stata scritta da lui o da un suo disepolo che riporta le sue indicazioni"? Wikipedia gli risponde con la citazione di uno studioso il quale afferma che "se [Silvano avesse scritto Pietro], allora Pietro non sarebbe il vero autore di 1 Pietro in nessun senso".
Un po' mi dispiace per lui. Mi ricordo di quanto fosse difficile per me far combaciare i dettami della mia fede con quelli della razionalità; nel mio caso, alla fine ha vinto la razionalità, e la fede si è dovuta accomodare in qualche angoletto nascosto, ma in generale deve essere difficile conciliarle, se tanti rinunciano alla razionalità.
Aggiornamento (23 novembre): il sig. Aguedo ha pensato bene di cancellare il mio commento, che segnalava questa risposta. Non posso non pensare che abbia finito le argomentazioni razionali per giustificare la sua fede.
Gentile Censore, lei ha imboccato la strada* che porta alla santità: se ne rende conto, vero?
RispondiEliminaBuona giornata.
*avrei da dire alcune cose al riguardo, ma rimando a quando avrò più tempo per scrivere come si deve.
Ci fu un aristocratico romano del V secolo, esponente di spicco del paganesimo romano, che fu invitato a convertirsi alla "vera fede". "Solo se mi fate Papa", fu la sua risposta.
RispondiEliminaSe mi fanno santo subito mi converto immediatamente.