Segnalo uno splendido articolo sul The Indipendent, intitolato "The Pope, the Prophet, and the religious support for evil" ("Il Papa, il Profeta e il sostegno religioso al male"). Si tratta di un articolo di Johann Hari, che prende spunto da due episodi recentemente accaduti, dei quali uno ben noto (specie ai pochi lettori di questo blog), l'altro un po' meno.
Naturalmente il primo episodio (il secondo, nell'ordine di Hari) è l'emergere di numerosi casi di pedofilia nel clero cattolico, tra cui il caso del prete tedesco che violentò un bambino undicenne e che l'allora arcivescovo Joseph Ratzinger si limitò a "mettere in terapia" (ne ho parlato nel post "Vergognose coperture"), casi aggravati dagli insabbiamenti operati dalle gerarchie ecclesiastiche, insabbiamenti che hanno permesso ad alcuni di questi preti di restare a piede libero e di continuare i loro turpi atti per decenni. Hari sottolinea le responsabilità di Ratzinger, in particolare per quanto riguarda l'invio della lettera De delictis gravioribus, con la quale si istituivano le procedure di insabbiamento dei casi.
Il secondo episodio, il primo citato da Hari, riguarda invece il caso delle vignette satiriche danesi su Maometto. Quando un giornale danese, nel 2005, pubblicò 12 vignette satiriche raffiguranti Maometto, il mondo islamico si sollevò in rivolta contro la Danimarca e tutto ciò che era danese, causando morti e feriti. Tra l'altro si scoprì che i fomentatori della rivolta avevano creato loro stessi dei fotomontaggi, fatti passare per vignette (!), che potessero essere interpretate come offensive per Maometto. Gli autori delle vignette sono stati oggetto di diversi tentativi di omicidio: i musulmani pretendono che tutti rispettino le loro leggi, fregandosene del fatto che in Occidente, da secoli, ci siamo guadagnati il diritto di prendere in giro tutto, anche la religione.
Hari sottolinea come i due episodi abbiano un tratto in comune: le persone religiose chiedono che le loro convinzioni, le loro leggi, le loro gerarchie siano oggetto di un rispetto tale da silenziare qualunque critica. "Si," aggiunge Hari, "comprendo che alcune persone si sentano tristi al vedere una figura che sono stati educati a riverire sin da bambini - che sia il Profeta o il Papa - essere soggetta ad indagine razionale, o a dileggio, o a indagini giudiziarie. Ma ciascuno ha idee che considera preziose. Solo voi, i religiosi, chiedete di essere protetti dal confronto o dagli esami minuziosi che potrebbero mettervi a disagio". E conclude: "Se non potete sopportare di sentir criticare le vostre figure religiose – se credete che Ratzinger sia in qualche modo al di sopra della legge, o che Maometto debba essere difeso con un'ascia – una società sana dovrebbe avere una sola risposta per voi. Ditelo al giudice".
Concludo con un aforisma di Steven Weinberg: "Con o senza la religione, avremmo persone buone che fanno buone azioni e persone malvagie che fanno azioni malvagie. Ma per far fare cose malvagie a persone buone, occorre la religione".
La vignetta è una di quelle pubblicate dal giornale danese e che hanno causato morti e violenze; proviene dal sito Mohammed Image Archive.
Naturalmente il primo episodio (il secondo, nell'ordine di Hari) è l'emergere di numerosi casi di pedofilia nel clero cattolico, tra cui il caso del prete tedesco che violentò un bambino undicenne e che l'allora arcivescovo Joseph Ratzinger si limitò a "mettere in terapia" (ne ho parlato nel post "Vergognose coperture"), casi aggravati dagli insabbiamenti operati dalle gerarchie ecclesiastiche, insabbiamenti che hanno permesso ad alcuni di questi preti di restare a piede libero e di continuare i loro turpi atti per decenni. Hari sottolinea le responsabilità di Ratzinger, in particolare per quanto riguarda l'invio della lettera De delictis gravioribus, con la quale si istituivano le procedure di insabbiamento dei casi.
Il secondo episodio, il primo citato da Hari, riguarda invece il caso delle vignette satiriche danesi su Maometto. Quando un giornale danese, nel 2005, pubblicò 12 vignette satiriche raffiguranti Maometto, il mondo islamico si sollevò in rivolta contro la Danimarca e tutto ciò che era danese, causando morti e feriti. Tra l'altro si scoprì che i fomentatori della rivolta avevano creato loro stessi dei fotomontaggi, fatti passare per vignette (!), che potessero essere interpretate come offensive per Maometto. Gli autori delle vignette sono stati oggetto di diversi tentativi di omicidio: i musulmani pretendono che tutti rispettino le loro leggi, fregandosene del fatto che in Occidente, da secoli, ci siamo guadagnati il diritto di prendere in giro tutto, anche la religione.
Hari sottolinea come i due episodi abbiano un tratto in comune: le persone religiose chiedono che le loro convinzioni, le loro leggi, le loro gerarchie siano oggetto di un rispetto tale da silenziare qualunque critica. "Si," aggiunge Hari, "comprendo che alcune persone si sentano tristi al vedere una figura che sono stati educati a riverire sin da bambini - che sia il Profeta o il Papa - essere soggetta ad indagine razionale, o a dileggio, o a indagini giudiziarie. Ma ciascuno ha idee che considera preziose. Solo voi, i religiosi, chiedete di essere protetti dal confronto o dagli esami minuziosi che potrebbero mettervi a disagio". E conclude: "Se non potete sopportare di sentir criticare le vostre figure religiose – se credete che Ratzinger sia in qualche modo al di sopra della legge, o che Maometto debba essere difeso con un'ascia – una società sana dovrebbe avere una sola risposta per voi. Ditelo al giudice".
Concludo con un aforisma di Steven Weinberg: "Con o senza la religione, avremmo persone buone che fanno buone azioni e persone malvagie che fanno azioni malvagie. Ma per far fare cose malvagie a persone buone, occorre la religione".
La vignetta è una di quelle pubblicate dal giornale danese e che hanno causato morti e violenze; proviene dal sito Mohammed Image Archive.
il paragone non regge proprio ,è solo cretineria di questo autore americano ,perchè non parla dell imperialismo americano è guai a chi ne parla male
RispondiEliminaSaresti in grado di mostrare, giustificandoli, quali sarebbero esattamente i passaggi incriminati del documento "De delictis gravioribus" e in particolare in che modo sia evidente da la istituzione di procedure di insabbiamento dei casi?
RispondiElimina(ne ho trovata una traduzione italiana qui)
Chiarisco una cosa: Hari, nel suo articolo, parlava del Crimen sollicitationis; sono stato io che ho corretto la cosa, dato che è il De delictis gravioribus che fa rientrare gli abusi sessuali in queste procedure.
RispondiEliminaIl De delictis gravioribus include il reato di abuso su minore da parte di un sacerdote ("delictum contra sextum Decalogi praeceptum cum minore infra aetatem duodeviginti annorum a clerico commissum") sono riservati al tribunale apostolico della Congregazione per la Dottrina della Fede ("Haec tantum, quae supra indicantur delicta cum sua definitione, Congregationis pro Doctrina Fidei Tribunali Apostolico reservantur.") e sono soggetti a segreto pontificio ("Huiusmodi causae secreto pontificio subiectae sunt.").
Adesso andiamo a vedere cosa comporta l'avocazione al tribunale apostolico della CDF di un caso e il segreto pontificio cui è sottoposto.
Nel Crimen sollicitationis si afferma che tutti coloro che vengono a conoscenza dei fatti trattati dal processo sono tenuti al silenzio perpetuo, pena la scomunica automatica ("Praeliminaria 11"). Il giuramento di segretezza deve essere prestato "accusatores seu denuntiantes et testes", da chi accusa e da chi testimonia ("Praeliminaria 13").
Soddisfatto?
IlCensore
Soddisfatto? No, perchè non hai spiegato in che modo questo significhi l'evidenza di istituzione di procedure di insabbiamento dei casi. Riporti opinioni dei altri, ma non fai nessuno sforzo per indagare a fondo.
RispondiEliminaMi pare si tratti della solita lettura pregiudiziale che non analizza a fondo i documenti e le fonti per capire davvero cosa dicono, ma gli si vuole far dire quello che uno già pensa e "preferisce" che dicano.
Io non sono uno specialista del diritto canonico, quindi mi devo per forza rifare a chi è esperto in materia. Si vedano i paragrafi 9 e 10 di questo documento.
Se infatti i processi vengono avocati alla sede apostolica è per dargli maggiore peso, come si fa ad affermare che questo implichi insabbiamento proprio non si capisce: sul segreto pontificio e la scomunica commetti gli stessi errori del famoso "sdocumentario" della BBC che confuse "maliziosamente sia a proposito della De delictis gravioribus sia a proposito della Crimen sollicitationis segretezza del processo e segretezza del delitto". Inoltre la scomunica non riguarda i testi o imputati ma solo i funzionari , i diudici e gli ecclesiastici: la segretezza non insabbia nulla, ma tutela tanto le vittime tanto gli accusati. Inoltre tutto questo non c'entra nulla con i processi civili che anzi nel documento "Crimen" al "paragrafo 17 estende l’obbligo di denuncia a qualunque fedele cattolico che abbia “notizia certa” degli abusi. Il paragrafo 18 precisa che chi non ottempera all’obbligo di denuncia dei paragrafi 16 e 17 “incorre nella scomunica”. Dunque non è scomunicato chi denuncia gli abusi ma, al contrario, chi non li denuncia.
Se si volesse fare una polemica e una critica veramente costruttiva e veritiera alla chiesa su questi tristissimi fatti, direi che gli si potrebbe rimproverare di aver agito troppo tarti (il decreto è del 2001) quando i buoi erano gia scappati e non negli anni '70 quandi quei preti furono ordinati. Gli si potrebbe rimproverare di non aver selezionato a dovere i candidati al sacerdozio. Di aver tollerato la presenza di troppe persone con gravi immaturità affettive che hanno ricevuto ordini sacri. Gli si potrebbe rimproverare che i vescovi non hanno applicato sempre e in modo rigoroso quelle disposizioni. Tutto questo, si, sarebbe ragionevole. Ma interpretare al contrario i documenti in questione è una visione capziosa e prediugiziale che vuole a tutti i costi coinvolgere fra i colpevoli l'attuale Papa quando è evidente dalle carte (lette per quello che dicono veramente, con le dovute conoscienze del diritto canonico, e non come lo voglino intendere alcuni pseudogiornalisti) che egli si adoperò seriamente per un maggiore rigore.
C'è da chiedersi perchè questa lettura distorta, quando c'è ampio spazio per le critiche serie: perchè non accusare invece con più veemenza gli altri aspetti di cui sopra? (sui quali esistono invece ragioni oggettive). Perché invece prendersela per forza con il Papa quando una qualunque analisi seria smentisce ogni accusa? Un possibile motivo è che mediaticamente "tira di più" incolpare direttamente il papa che una generica e anonima e sconosciuta "schiera" di vescovi negligenti: quando l'accusa è al capo, anche se questo è uno solo, fa più scena, fa piu presa, fa più notizia, perchè il suo nome è noto a tutti. I nomi, invece, di certi vescovi sono sconosciuti e a volte pure difficili da pronunciare; Se poi questo capo è il primo leader spirituale al mondo, meglio ancora: il piatto è più succulento.
A questa società non interessa la verità, quella che veramente serve a risolvere i problemi: interessa solo il sensazionalismo, solo rumore, solo chiasso mediatico, solo puntare l'indice. Ma è solo psicologia mediatia e disinformazione e mercificazione delle notizie, non razionalità e analisi dei fatti. Se non si crea una coscienza seria e veritieria sui problemi, sarà più difficile risolverli.
i miei 2 cent.
Caro Fabrizio,
RispondiEliminanon ti nascondo che il tuo commento mi ha irritato non poco. Accusarmi di riportare opinioni altrui, senza fare sforzi di indagare a fondo, di presentare una lettura pregiudiziale, insomma di manipolare le fonti, è fuori luogo, incoerente ed errato.
Fuori luogo, perché l'importante non è essere originali a tutti i costi, ma la veridicità di quanto si sostiene; posso riportare opinioni altrui, ovviamente dicendolo chiaramente, senza in questo sentirmi sminuito.
Incoerente, in quanto tu proponi pari pari l'analisi fatta da altri, senza effettuare alcuna verifica tua personale (e questo, per me, andrebbe anche bene, me è esattamente ciò di cui mi accusi).
Errato, in quanto hai avuto la prova che ho letto quello che ha scritto Hari e che poi sono andato a verificare, tanto da correggere il suo riferimento al Crimen sollicitationis.
"Io non sono uno specialista del diritto canonico, quindi mi devo per forza rifare a chi è esperto in materia. Si vedano i paragrafi 9 e 10 di questo documento."
Immagino che questo documento, scritto da un cristiano schierato come Introvigne, sia privo di letture non-pregiudiziali...
"Inoltre la scomunica non riguarda i testi o imputati ma solo i funzionari , i diudici e gli ecclesiastici"
Hai letto i Praeliminaria 13? C'è scritto o no che il giuramento di segretezza va prestato da "accusatores seu denuntiantes et testes"? Da dove viene, esattamente, questa limitazione ai funzionari del tribunale e agli ecclesiastici?
"la segretezza non insabbia nulla, ma tutela tanto le vittime tanto gli accusati."
Proibire a qualcuno di parlare dei fatti di cui si è discusso nel processo impedisce a queste persone di divulgare a chiunque, incluse le autorità civili, dei fatti. Come vuoi chiamare questa procedura?
"Il paragrafo 18 precisa che chi non ottempera all’obbligo di denuncia dei paragrafi 16 e 17 “incorre nella scomunica”. Dunque non è scomunicato chi denuncia gli abusi ma, al contrario, chi non li denuncia."
RispondiEliminaL'unico processo di cui si parla in quei paragrafi è il processo ecclesiastico, non quello civile. Altrimenti perché il successivo paragrafo 19 direbbe che in caso di gravi impedimenti, la persona che venisse a sapere del reato dovrebbe rivolgersi "Ordinarium vel S. Congregationem Sancti Officii aut S. Poenitentiariam"? Sa quando in qua la Congregazione del Sant'Uffizio raccoglie le denunce penali?
Ti ricordo inoltre che stiamo parlando di una procedura applicata anche ad azioni quali "abductio vel retentio in sacrilegum finem, aut abiectio consecratarum specierum", "furto o conservazione a fine sacrileghi, ovvero distruzione di specie consacrate"; si tratta atti sacrileghi, non illegali, per i quali l'interpretazione di Introvigne - quella che i paragrafi 17, 18 e 19 parlino dell'obbligo di denuncia alle autorità civili - è risibile.
"l'attuale Papa [...] si adoperò seriamente per un maggiore rigore."
L'attuale Papa venne a sapere che un prete di una diocesi vicina aveva violentato un bambino di undici anni; l'attuale Papa non denunciò il fatto alla polizia tedesca (secondo la tua interpretazione dei paragrafi 17, 18, 19 sarebbe dunque attualmente scomunicato, vero?), ma mandò il prete pedofilo in terapia (per maggiori informazioni, vedi il mio post). Già questo basta a dimostrare che quelle attuali sono ammissioni di colpa molto sospette.
"Perché invece prendersela per forza con il Papa [...]? Un possibile motivo è che mediaticamente "tira di più" incolpare direttamente il papa che una generica e anonima e sconosciuta "schiera" di vescovi negligenti[...] Se poi questo capo è il primo leader spirituale al mondo, meglio ancora: il piatto è più succulento."
Ti giro la domanda, allora. Perché intervieni ora che vengono a galla le responsabilità di Ratzinger, e non hai commentato il post in cui parlavo della "schiera di vescovi negligenti" (in realtà un cardinale che seguiva gli ordini è che ha anche ricevuto una promozione)?
"A questa società non interessa la verità, quella che veramente serve a risolvere i problemi: interessa solo il sensazionalismo, solo rumore, solo chiasso mediatico, solo puntare l'indice."
Sbagli a generalizzare: a parte della società interessa il sensazionalismo; ad un'altra parte, invece, interessa comprendere cosa sia successo realmente e perché la Chiesa, invece di agire subito, abbia coperto i preti pedofili per decenni (negli Stati Uniti, in Irlanda, in Germania, in Olanda...), e continui a farlo oggi.
Una domanda personale, se permetti. Ma tu credi realmente che tanti vescovi e cardinali abbiano coperto i preti pedofili, per decenni e in tante parti del mondo, solo perché avevano frainteso il significato dei due documenti?
Ciao.
IlCensore
censore ma ti chiedo tutto questo parlare dei preti pedofili ti piace ti inorgoglisce ,cosa vuoi dimostrare che i cattolici son tutti pedofili?sei sadico nel riportare tutti questi episodi che a me come cristiano cattolico mi provoca dolore per gli immani delitti compiuti da chi doveva preservare i bambini ,io ti dico che chi ha commesso tali nefandezze subirà il giudizio di DIO e anche quello dei tribunali
RispondiEliminadimmi tu godi nel veder le sofferenze ti tanti cattolici che offendete continuamente con il vostro odio e disprezzo verso le nostre verità di fede
pensi di aver tu la verità?
Caro anonimo (una firmetta sarebbe segno di civiltà e responsabilità, però),
RispondiEliminainizio a dubitare che tu legga quanto scrivo; allora perché vieni a commentare?
"cosa vuoi dimostrare che i cattolici son tutti pedofili?"
Questa è una tua interpretazione. Non ho mai affermato nulla del genere né l'ho pensato. Il fatto che tu debba abbassarti ad accusarmi di questo pensiero meschino indica che tu non sappia/voglia leggere o, peggio ancora, che questo sia in fondo in fondo il tuo giudizio.
Quello che dico da diversi mesi è che la Chiesa è responsabile delle coperture dei preti pedofili. "Coperture", sai cosa significa questa parola? capisci che differenza c'è tra l'accusare tutti i cattolici di essere pedofili e l'accusare la Chiesa di difendere, nascondere, scusare, coprire preti pedofili colpevoli di migliaia di violenze carnali su bambini?
"io ti dico che chi ha commesso tali nefandezze subirà il giudizio di DIO e anche quello dei tribunali"
Sul giudizio divino non voglio risponderti, perché sai come la penso. Vorrei però che il giudizio penale fosse aiutato e non ostacolato dalle gerarchie ecclesiastiche. Cosa ne pensi tu?
Al resto risponderò quando avrai il coraggio e l'onestà intellettuale di firmarti.