lunedì 15 marzo 2010

Vergognose coperture


Mio malgrado devo tornare al tema dei sacerdoti cattolici che compiono abusi sessuali sui minori.

Nessuno è così pazzo da dire che tutti i preti cattolici sono pedofili; spero inoltre che la percentuale di pedofili tra i preti sia inferiore a quella nelle altre classi sociali. Plaudo, infine, alle dichiarazioni di collaborazione da parte delle gerarchie ecclesiastiche, sperando che siano seguite dai fatti.

Quello che non ammetto, che trovo letteralmente schifoso, è il tentativo di minimizzare i casi e ridicolizzare le vittime. Si tratta di un comportamento sempre sconveniente, specie per chi pretende di essere depositario della morale, ma che diventa vergognoso quando si sta parlando di abusi sessuali su minori. Ripeto: abusi, sessuali, su minori.

Un esempio di questo comportamento è la dichiarazione rilasciata da Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede:
«È piuttosto chiaro - ha rimarcato - che negli ultimi giorni vi è chi ha cercato, con un certo accanimento a Ratisbona e a Monaco, elementi per coinvolgere personalmente il santo Padre nelle questioni degli abusi». Tuttavia, ha detto, «per ogni osservatore obiettivo, è chiaro che questi sforzi sono falliti». Le alte gerarchie vaticane sono preoccupate e offese per la piega che sta prendendo la vicenda: la «linea dell’assoluta trasparenza e del rigore voluta da Ratzinger», quando era prefetto della Congregazione per la Fede, è stata ritorta proprio contro il suo pontificato.

Lascio rispondere Christopher Hitchens. Riguardo alle affermazioni di Lombardi, Hitchens scrive:
Si sbaglia due volte. Per prima cosa, nessuno si è dovuto sforzare a trovare questi elementi: sono venuti a galla, come era destino che fosse. In secondo luogo, questo estendersi del terribile scandalo al più alto livello della Chiesa cattolica romana è un processo che è appena iniziato. Eppure divenne in un certo senso inevitabile quando il Collegio dei Cardinali elesse, come vicario di Cristo sulla Terra, l'uomo principalmente responsabile per la copertura originale (uno dei santi votanti in quella "elezione" era il cardinale Bernard Law di Boston, un uomo che ha già trovato la giustizia del Massachusetts un po' troppo calda per i suoi gusti).

A questo punto ci sono due questioni separate ma collegate. Primo, la responsabilità individuale del papa in un caso di questo incubo morale e, secondo, la sua più generale e istituzionale responsabilità per la lunga serie di crimini e per la vergogna e il discredito che ne consegue. La prima storia è facilmente detta, e non è negata da alcuno. Nel 1979, un bambino undicenne tedesco identificato come Wilfred F. fu portato in vacanza sulle montagne da un prete. Dopodiché, gli fu somministrato dell'alcol, fu chiuso nella sua stanza da letto, spogliato, e costretto a succhiare il pene del suo confessore (perché ci limitiamo a chiamare questo genere di cose un "abuso"?). Il prete colpevole fu trasferito da Essen a Monaco per una "terapia" per decisione dell'allora arcivescovo Joseph Ratzinger, e fu assicurato che non avrebbe più avuto bambini da curare. Ma non ci volle molto tempo al vice di Ratzinger, il vicario generale Gerhard Gruber, a rimandarlo al suo lavoro "pastorale", dove presto riprese la sua carriera di violenze sessuali.

Hitchens prosegue citando sacerdote che rivela come fosse improbabile che Ratzinger fosse all'oscuro della decisione di Gruber, e di come Gruber sia stato probabilmente sacrificato per difendere l'attuale pontefice (tra parentesi, il prete autore della violenza sessuale su descritta è stato sospeso solo da poco, a trent'anni dai fatti, e dopo aver continuato ad essere in contatto con bambini almeno fino al 2008).

A me, però, interessa sottolineare un fatto. L'allora arcivescovo Ratzinger venne a sapere che un prete aveva usato violenza su di un bambino di undici anni, e invece di mandarlo davanti ad un giudice e quindi in galera, lo ha mandato in terapia! Questa cosa è scandalosa, e non mi sembra sia stata smentita da Lombardi, che dunque ha sempre meno ragioni per essere soddisfatto.

Ma Hitchens forse ha una spiegazione anche per questo. Infatti continua:
Molto più serio è il ruolo di Joseph Ratzinger, prima che la chiesa decidesse di farlo leader supremo, nell'ostruire la giustizia su di una scala globale. Dopo la sua promozione a cardinale, fu incaricato di dirigere la cosiddetta "Congregazione per la Dottrina della Fede" (precedentemente nota come l'Inquisizione). Nel 2001, papa Giovanni Paolo II incaricò questo dipartimento delle indagini su violenze e torture di bambini da parte di preti cattolici. Nel maggio di quell'anno, Ratzinger inviò una lettera riservata a ciascun vescovo. In essa, ricordava loro dell'estrema gravità di un certo crimine. Ma quel crimine era il rendere pubbliche le violenze e le torture. Le accuse, ammoniva Ratzinger, erano da gestire internamente alla giurisdizione esclusiva della Chiesa. Ogni condivisione delle prove con autorità giudiziarie o con la stampa era severamente proibita. Le accuse dovevano essere investigate "nel modo più discreto ... vincolate da un silenzio perpetuo ... e ciascuno ... deve osservare il segreto più stretto che è comunemente considerato come un segreto del Sant'Uffizio ... dietro la pena della scomunica" (enfasi mia). Nessuno è stato ancora scomunicato per lo stupro e la tortura di bambini, ma rivelare le violenze potrebbe mettervi in seri guai. E questa è la Chiesa che ci mette in guardia dal relativismo morale! (Si vedano, per ulteriori informazioni su questo spaventoso documento, due indagini nel London Observer del 24 aprile 2005, di Jamie Doward)
In base ad una disposizione della stessa Congregazione, il segreto, continua Hitchens, doveva essere rispettato fino al decimo anno dopo il compimento del 18 anno di età della vittima degli abusi. Il che significa che il prete colpevole dello stupro del bambino undicenne aveva circa diciassette anni di impunità prima di poter essere denunciato alla giustizia senza incorrere nella scomunica.

E pensare che di fronte a tutto ciò, ci sono portavoce che si beano del fallimento di presunti tentativi di coinvolgimento di Joseph Ratzinger! Si dovrebbero vergognare, invece.

L'articolo di Christopher Hitchens si intitola «The Great Catholic Cover-Up» ed è stato pubblicato su Slate il 15 marzo 2010.

2 commenti:

  1. Stavo mettendo giù due righe con gli stessi argomenti ma vi rinuncio: non avrei saputo dirlo meglio.

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  2. Queste cose Hitchens le sa scrivere.

    Di suo in italiano hanno tradotto "Dio non è grande, come la religione avvelena ogni cosa" e "La posizione della missionaria, teoria e pratica di Madre Teresa". Sono libri interessanti.

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