giovedì 25 marzo 2010

Le cattive abitudini sono dure a morire

Più di un anno fa avevo accennato al caso dell'Istituto Provolo di Verona. Si tratta di un istituto religioso per bambini sordomuti. L'anno scorso uscì un servizio de L'espresso dove si riportavano le accuse di molestie sessuali operate dai sacerdoti dell'istituto sui bambini sordomuti loro affidati, abusi avvenuti per decenni.

Ad un anno dal servizio, dopo che la Curia veronese aveva inizialmente negato i fatti, per poi essere costretta ad ammetterli almeno in parte dopo la confessione di uno dei sacerdoti, finalmente a Roma si sono accorti della cosa e hanno avocato alla Congregazione per la Dottrina della Fede il processo canonico. Finalmente.

Peccato, però, che durante le indagini della Curia non siano mai state ascoltate le vittime degli abusi. Peccato che dei preti pedofili identificati dalle vittime, nessuno sia stato allontanato dall'Istituto a seguito delle denunce. Peccato, infine, che l'"unico processo di espulsione è stato aperto contro un fratello reo di avere parlato con "L'espresso" degli abusi che lui aveva personalmente commesso".

Malgrado le lettere di Ratzinger, la cattiva abitudine di proteggere i pedofili più delle vittime sembra essere difficile da estirpare, anche in Italia (si veda il recente caso di Bologna). Forse perché l'attuale Papa non sembra abbia propriamente la coscienza pulita.

E perché, in fin dei conti, per questa Chiesa è più grave l'aborto che la violenza sessuale su bambini.

Fonte: "Preti pedofili a processo", L'espresso, 22 marzo 2010. Vignetta di Natangelo. La foto è "Day 064/365 - Chocoholism", di Tiagø Ribeiro (cc-by-nc-sa)

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