Continuo la mia recensione della monografia L'inganno della Sindone, allegata al numero di aprile di MicroMega. I post su questa monografia sono contrassegnati dall'etichetta "L'inganno della Sindone".
Perché la Sindone è un falso
Luigi Garlaschelli
Quello di Luigi Garlaschelli, professore di Chimica presso l'Università di Pavia, è il contributo più lungo della monografia, con oltre venti pagine. Lo scopo di questo saggio è duplice: elencare sommariamente le prove della non-autenticità della Sindone e presentare i risultati dei tentativi di riproduzione della Sindone stessa portati avanti da Garlaschelli e dal suo gruppo.
L'elenco delle prove della non-autenticità della Sindone comprende diversi aspetti, sia storici che scientifici. Garlaschelli ricorda come non vi sia menzione della Sindone prima del XIV secolo e di come le autorità ecclesiastiche dell'epoca lo dichiarassero un falso (il vescovo che ne indagò le origini riferì di aver trovato il pittore che l'aveva dipinta ingegnosamente); evidenzia l'incompatibilità tra la Sindone e le vere sindoni ebraiche del I secolo ritrovate dagli archeologi (e la sua compatibilità con un telo medioevale del XIV secolo) e tra la crocifissione romana come ricostruita dagli storici e dagli archeologi e quella presupposta dall'immagine sindonica; sottolinea gli errori prospettici ed anatomici della figura umana presente sul telo, come pure le incongruenze anatomiche (le mani chiuse sul pube senza essere legate, i versamenti di sangue, in direzioni errate il colore troppo rosso dello stesso, eccetera). Infine, Garlaschelli riassume sommariamente i risultati delle tre commissioni d'indagine: quella voluta dal cardinale Pellegrino nel 1973, che diede esito negativo riscontrando pigmenti invece che sangue; quella del 1978 voluta dal cardinale Ballestrero, il cui microscopista McCrone trovò tracce di colorante ma fu esautorato dagli altri membri della commissione, i quali invece affermarono di aver trovato sangue umano, sebbene i loro test siano stati successivamente invalidati; quella infine del 1988, che effettuò una datazione col metodo del carbonio-14, il cui risultato fu l'inizio del XIV secolo.
L'elenco di prove contro l'autenticità della Sindone è impressionante, il solo peso di questo elenco fa spostare la bilancia del giudizio in favore della non-autenticità. Certo i sindonologi hanno controbattuto a molte di queste argomentazioni, ma il loro gioco è pericoloso: per confutare l'autenticità della Sindone basta che una sola delle prove portate contro di essa sia vera. E le prove della non-autenticità sono talmente numerose e robuste che si può dire, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la Sindone è un falso.
La seconda parte del saggio di Garlaschelli riguarda i tentativi di riproduzione della Sindone. Garlaschelli ricorda come nel memorandum del 1389 del vescovo Pierre d'Arcis, indirizzato a papa Clemente VII, si affermi che il pittore della Sindone utilizzò un «metodo astuto». Ripercorre poi i vari tentativi fatti di riprodurre la sindone, analizzandone i difetti. Infine, descrive le caratteristiche dell'immagine della Sindone e la tecnica di riproduzione della stessa messa a punto da lui e dal suo gruppo. Garlaschelli afferma che:
Perché la Sindone è un falso
Luigi Garlaschelli
Quello di Luigi Garlaschelli, professore di Chimica presso l'Università di Pavia, è il contributo più lungo della monografia, con oltre venti pagine. Lo scopo di questo saggio è duplice: elencare sommariamente le prove della non-autenticità della Sindone e presentare i risultati dei tentativi di riproduzione della Sindone stessa portati avanti da Garlaschelli e dal suo gruppo.
L'elenco delle prove della non-autenticità della Sindone comprende diversi aspetti, sia storici che scientifici. Garlaschelli ricorda come non vi sia menzione della Sindone prima del XIV secolo e di come le autorità ecclesiastiche dell'epoca lo dichiarassero un falso (il vescovo che ne indagò le origini riferì di aver trovato il pittore che l'aveva dipinta ingegnosamente); evidenzia l'incompatibilità tra la Sindone e le vere sindoni ebraiche del I secolo ritrovate dagli archeologi (e la sua compatibilità con un telo medioevale del XIV secolo) e tra la crocifissione romana come ricostruita dagli storici e dagli archeologi e quella presupposta dall'immagine sindonica; sottolinea gli errori prospettici ed anatomici della figura umana presente sul telo, come pure le incongruenze anatomiche (le mani chiuse sul pube senza essere legate, i versamenti di sangue, in direzioni errate il colore troppo rosso dello stesso, eccetera). Infine, Garlaschelli riassume sommariamente i risultati delle tre commissioni d'indagine: quella voluta dal cardinale Pellegrino nel 1973, che diede esito negativo riscontrando pigmenti invece che sangue; quella del 1978 voluta dal cardinale Ballestrero, il cui microscopista McCrone trovò tracce di colorante ma fu esautorato dagli altri membri della commissione, i quali invece affermarono di aver trovato sangue umano, sebbene i loro test siano stati successivamente invalidati; quella infine del 1988, che effettuò una datazione col metodo del carbonio-14, il cui risultato fu l'inizio del XIV secolo.
L'elenco di prove contro l'autenticità della Sindone è impressionante, il solo peso di questo elenco fa spostare la bilancia del giudizio in favore della non-autenticità. Certo i sindonologi hanno controbattuto a molte di queste argomentazioni, ma il loro gioco è pericoloso: per confutare l'autenticità della Sindone basta che una sola delle prove portate contro di essa sia vera. E le prove della non-autenticità sono talmente numerose e robuste che si può dire, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la Sindone è un falso.
La seconda parte del saggio di Garlaschelli riguarda i tentativi di riproduzione della Sindone. Garlaschelli ricorda come nel memorandum del 1389 del vescovo Pierre d'Arcis, indirizzato a papa Clemente VII, si affermi che il pittore della Sindone utilizzò un «metodo astuto». Ripercorre poi i vari tentativi fatti di riprodurre la sindone, analizzandone i difetti. Infine, descrive le caratteristiche dell'immagine della Sindone e la tecnica di riproduzione della stessa messa a punto da lui e dal suo gruppo. Garlaschelli afferma che:
Il risultato possiede la maggior parte delle caratteristiche di quelle della Sindone: pseudo-negatività, toni sfumati, superficialità, proprietà 3D, non fluorescenza eccetera.Il saggio è inteso come un agile riassunto delle prove della non-autenticità della Sindone e raggiunge il suo scopo. Per una più approfondita trattazione di queste prove, l'autore rimanda alle opere in bibliografia. La mia impressione è che avrebbe potuto dedicare qualche riga a rispondere alle critiche avanzate sulla sua tecnica di ricostruzione, ma forse l'autore ha riservato questo compito ad una futura pubblicazione.
come hai scritto a garlaschelli hanno risposto già punto per punto..
RispondiEliminama ho due curiosità:
1) è vero che garlaschelli si è rifiutato di far esaminare da vicino la sua sindone cosa fondamentale ad esempio per vedere la effettiva superficialità dell'immagine?
2) ma perchè garlaschelli non vuole far sapere quando è nato?
http://www.luigigarlaschelli.it/curriculumEng.htm
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100303
"come hai scritto a garlaschelli hanno risposto già punto per punto.."
RispondiEliminaA me non risulta. Né che io abbia detto che gli hanno risposto "punto per punto", né che lo abbiano fatto. Riferimenti?
"1) è vero che garlaschelli [...] 2) ma perchè garlaschelli [...]"
Prova a chiederlo a lui, non lo conosco né sono il suo difensore.
"Certo i sindonologi hanno controbattuto a molte di queste argomentazioni"..
RispondiEliminase non sei un difensore di garlaschelli fammi sapere se reputi sbagliata almeno una delle sue affermazioni: o sono tutte giuste a prescindere?
poi perchè un chimico si mette a parlare di argomenti storici e archeologici che non fanno certo parte della sua preparazione scientifica: solo per allungare l'articolo?
il professore giulio fanti ha pubblicamente chiesto a garlaschelli di poter esaminare con i mezzi adatti la sua riproduzione della sindone.
RispondiElimina"Il sottoscritto ha lanciato pubblicamente a “Porta a Porta” una sfida scientifica dichiarando che la Sindone non è riproducibile e sarebbe stato pronto a cambiare parere appena qualcuno gli avesse dato modo di studiare campioni similsindonici da analizzare con gli strumenti adatti"
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=41191
il professore fanti attende ancora la risposta.
"se non sei un difensore di garlaschelli fammi sapere se reputi sbagliata almeno una delle sue affermazioni: o sono tutte giuste a prescindere?"
RispondiEliminaLa mia è una recensione, riporto quanto scrive l'autore e quanto mi pare di poter dire sull'argomento. Non spetta a me esprimere giudizi di merito, dato che non sono un esperto, almeno che non vi siano errori evidenti.
"poi perchè un chimico si mette a parlare di argomenti storici e archeologici che non fanno certo parte della sua preparazione scientifica: solo per allungare l'articolo?"
Forse perché sta facendo un riepilogo delle prove contro l'autenticità? Quelle prove non dipendono dalla professione di Garlaschelli, che si limita ad elencarle, ma dall'autorevolezza di coloro che le hanno avanzate.
"il professore giulio fanti ha pubblicamente chiesto a garlaschelli di poter esaminare con i mezzi adatti la sua riproduzione della sindone."
Fanti può esaminare la sindone di Garlaschelli, Garlaschelli non può esaminare quella di Fanti (quella originale, intendo dire). Non trova la cosa asimmetrica.
"il professore fanti attende ancora la risposta."
Provi a scrivere a Garlaschelli: luigi punto garlaschelli chiocciola gmail punto com
diciamo così:
RispondiEliminadella sindone abbiamo foto davanti e dietro, immagini al microscopio fino a vedere le più piccole fibrille e foto ad infrarosso.
della "sindone" di garlaschelli non abbiamo, a mia conoscenze, alcuna foto dietro (fondamentale per vedere se l'immagine è passata dietro), nessuna foto al microscopio per vedere come l'immagine è impressa sulle singole fibrille.
perchè garlaschelli non diffonde questo tipo di documentazione?
sì lo so lo devo chiedere a lui ma intanto chi legge si può fare qualche idea.
Devo ripetermi: "Provi a scrivere a Garlaschelli: luigi punto garlaschelli chiocciola gmail punto com"
RispondiEliminanon ha risposto al prof. Fanti, ora risponde proprio a me, magari in privato?
RispondiEliminaba
La domanda giusta è: perché sta chiedendo conto a me di qualcosa che (forse) riguarda Garlaschelli?
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